L'Italia marinara

L'Italia marinara L'Italia marinara (Per telefono alla Stampa). La consegna nera alla R. N. f11 " Amalfi ». Amalfi, 8, sarà. La città è animatissima, pavesata e .imbandierata; dalle finestre e dai balconi di moltissime case pendono arazzi. Grandissimo numero d'imbarcazioni addobbate con bandiere e festoni si trovano nella rada intorno alle Regie navi Amalfi e Sardegna, quest'ultima giunta stamane. Il ministro della marina, conte Enrico Millo, ha inviato al sindaco il seguente- telegramma : a Presente col cuore alla lieta cerimonia che si svolge in codeste a^qué, già spettatrici di gloriose gesta marinare, lieto di essere costi rappresentato dal mio valido cooperatore S. E. l'on. Bergamasco, invio alla patriottica cittadinanza il mio cordiale saluto ». il oorteo Un centinaio di alunni delle scuole comunali schierati alla marina hanno cantato YInno di Mameli e un inno composto, per l'occasione dal maestro Gambardeila. ' ' Alle ore 11,30 la salve coi cannoni an nuncia la partenza dallo scalo dell'imponente corteo d'imbarcazioni alla cui testa è la goletta a 24 remi del 1700 recante a bordò il cofano artistico con la bandiera di combattimento per YAmalfi e la pergamena commemorativa. In varie lancie intorno alle navi da giierra hanno preso posto le Autorità. Al muoversi del corteo la musica suona e la folla applaude. Lo spettacolo è magnifico e il tempo splendido A bordo dell'Amai/), mentre' tuonano le artiglierie e i marinai presentano lo armi, salgono le Autorità invitate e numerosi ufficiali di terra e di mare. Il sindaco di Amalfi, cav. Casanova, il comandante della nave Amalfi, cónte Roberti, fanno gli onori di casa e ricevono gli invitati. Quando salgono la scaletta di bordo, il rappresentante del Governo, on. Bergamasco, il comandante del dipartimento navale e l'arcivescovo, la musica di bordo intona la Marcia Reale. La benedizione Compiuta rapidamente la cerimonia per la consegna delia bandiera alla Regia nave Amalfi, l'arcivescovo monsignor Doici, lette le preci rituali della benedizione, si rivolge al comandante della nave e dice « La presenza in questo incantevole gollo della maestosa nave da guerra, la quale sotto la vostra guida valida e sicura, o Co: mandante, tracciò sul mare col nome di Amali solchi e scie sfolgoreggiami di gloria, sveglia nell'animo ricordi di antica grandezza di questa illustra città marinara. Io bene dicendo aila nave della patria auguro a voi, ai vostri marinai ogni grazia dol Cielo *. Il sindaco cav. Casanova dice che questa bandiera risveglia ed esalta le memorie care e insigni onde rampollano e risplendono le degne e civili speranze dei rinno vati migliori destini. Esprime l'orgoglio di rappresentare la città nativa e di consegnare questo labaro di combattimento simbolo dei sacri diritti e dei luminosi ideali di una più grande Italia temuta e rispettata. Ricorda le glorie di Amalfi e delle Repubbliche marinare e chiude affidando la bandiera al Tintrepida saggezza del comandante, alla tenacia animosa dei marinai e alle rina scenti virtù della stirpe gnocrcdlmtmtrscmVscngbRmntdedOntc ricevuto Il discorso dell'on. Bergamasco Dopo poche parole del comandante del dipartimento, il sottosegretario di Stato alla Marina, pronuncia fra l'attenzione di tutti il seguente patriottico discorso « A voi. sindaco della bella ed illustre città di Amali), a tutta la popolazione da voi degnamente rappresentata, a voi, gentili e patriottiche signore, che avete colle vostre belle mani intossuta la bandiera di combattimento pel poderoso incrociatore, che di questa gloriosa città porta scolpito il nome, lo porgo, a nome della Marina d'Italia, che ho l'alto onore dì rappresentare in questa solenne occasione, le più vive e sentite azioni di grazie; a voi tutti io porto il saluto beneaugurante del ministro della -Marina, il contrammiraglio Enrico iMillo, la cui arditissima gesta di ieri ha mostrato al mondo ammirante di quale tempra siano foggiati gli animi del nostri marinai, dei marinai dell'Italia nuova; Essi sono, o amalfitani, i ben degni continuatori di quei vostri marinai, che, montati su ' galee costruite su queste spiaggie incantevoli, ed armate dalla vòstra Università, contrastavano fieramente, circa mille anni or sono, le irrzuloni degli Arabi e del Saraceni, ed il loro avanzarsi fatale lungo le coste della penisola, rese deboli ed indifese dai nefasti dissensi locali: di quei valorosi marinai, che fecero rifulgere e grandeggiare il nome di Amalfi fra le nostre Repubbliche marinare, che pre corsero molti altri popoli navigatori, che fondarono colonie -nell'Asia Minore e stabilirono intensi rapporti commerciali con Costantinopoli, ove sono ancora vive le memorie del commercio amalfitano, cosi come nelle città costiere della Sicilia e del Napoletano. Da Costantinopoli un vostro illustre concittadino portava a decorare il vostro Duomo la splendida opera d'arte di Simeone di Siria. Qui furono dettate quelle Tavole amalfitane, che vennero portate a tanta fama da giuristi e storici insigni, e qui Flavio Gioia diede primo alle nostre navi l'ago meraviglioso che, nella luce e nelle tenebre, nella calma e nella tempesta, indica loro la retta via sicura. O Amalfitani, la breve spiaggia costretta dal monte, vi ha spinti un tempo al mare e sul mare trovaste grandezza, potenza e ricchezza. E l'Italia nuova, libera e forte, sta riprendendo le vie del mare, che sono quelle del suo radioso, immancabile avvenire. La bella colonia, che dobbiamo alla perfetta, assoluta padronanza- del mare, mantenuta dalla nostra flotta, non meno che alla abnegazione ed all'eroismo del nostro Esercito, e dei suoi valorosissimi Ufficiali, favorirà senza dubbio notevolmente in non lungo periodo di tempo lo ascendere della nostra importanza sul mare. Eleviamo, o Signori, il nostro pensiero a Colui che riassume in se le aspirazioni tutte della Patria nostra e che, con saggia mente e mano ferma, la guida in modo sicuro verso i suoi alti destini, a Vittorio Emanuele III, il Re saggio e vittorioso e gridia mo : Evviva il iRe ! A nome dei suoi marinai risponde con parola commossa il comandante della nave, capitano di vascello conte Roberti, che assicura i presenti e tutti gli italiani che i ma- rinai deWAmalfi custodiranno con orgogliosa fierezza, la bandiera di battaglia loro aflft data auspicio di glòria e di vittoria, „ 'comandante Roberti conclude inneg Fi!Uido alla città e ringraziando per il don ricevuto: « Io giuro — dice — innanzi i Dio eterna fedeltà alla bandiera.; la condur remo sempre alla vittoria per la grandezza d'Italia ». Erano presenti alla cerimonia oltre il sottosegretario di Stato alla marina, on. Ber 8amaac?..il prefetto della provincia, i depu tati Arietta, Torre, Dentice, le rappresen- tanze del sindaco di Napoli, della Deputa zione e del Consiglio provinciale, della Ca- mera di commercio, il comandante della DI vi8i0ne. » colonnello dei carabinieri, l'ammi ratfio Baggio pacarne, 1 sindaci dei Comunì del litorale di Salerno, 1 rappresen tanti dell'Ordine di Malta, il rappresentante dell'ambasciatore inglese, moltissime signo re e signorine ed un grande numero di in vitati. Il sommergibile "Talea,, felicemente varato alla Spezia La Spazia. 8, mattino. Stamane al cantiere della Fiat-San Giorgio a Muggiano ha avuto luogo il varo del nuovo sommergibile Yalea, l'ultimo degli otto che questa Società ha costruito per conto delia marina da guerra. Le caratteristiche di questo sottomarino sono identiche a quelle, precedentemente pubblicate, della Medusa. E' stata madrina la signorina Eva Rigoletti, nipote del cav. Boselli, direttore amministrativo del Cantiere. Assistevano al aro l'ammiraglio Viale, le autorità militari e civili e buon numero di invitati. Le operazioni del varo furono personal mente dirette dall'ing. Laurenti, direttore tecnico della Fiat-San Giorgio, e cominciarono alle 9 precise. Alle 9,15 il sommergibile scendeva in mare, salutato da grandi acclamazioni. Alla cerimonia segui un ricevimento, durante il quale parlò l'ammiraglio Viale, brindando all'industria italiana, ai suoi progressi e al suo fiorire. Concluse bene auspicando della patria e delle nostre industrie. Parlò poi l'on. Fiamberti, ed infine rispose l'ing. Laurenti, direttore tecnico del cantiere, il quale ringraziò gli intervenuti della loro presenza e degli augurii rivolti alla Fiat-San Giorgio, che è industria torinese. Infine fu inviato un telegramma di omaggio al nuovo ministro della guerra, ammiraglio Millo. La nave saula "Ha. a Siracusa Siracusa. 3, notte. E' qui giunta la Regia nave scuola Etna, omandata dal contrammiraglio comrn. Alberto Dalbono, con a bórdo gli allievi della Regia Accademia navale del vecchio ordinamento. A bordo tutti bene. 1 compito del ministro Millo secondo un alto ufficiale della Marina Roma, 3, notte. Un altro ufficiale superiore di marina, non nominato a causa del suo ufficio, è stato inervistato dal Corriere d'Italia sul compito del nuovo ministro della Marina. Egli ha. cosi sposto il programma che l'ammiraglio Millo dovrà svolgere: — Il Millo — ha detto V interrogato — for Ornatamente non è soltanto un uomo di azione, ma è anche uomo di pensiero. Non sarà un ecnico come tanti altri, ma è un profondo onoscitore della complessa e delicata organizzazione della nostra marina e dei- suol bisogni. Non sarà nemmeno un grande amministratore, nel senso burocratico della parola, ma è certo un. capace organizzatore. La no stra marina da guerra è ancora giovane; essa ha quindi bisogno di una grande fiducia e di piena fede. — E verso quali problemi dovrà essere specialmente rivolta l'opera del ministro? — Due principali, che sono poi tutto : quello II del personale e quello delle costruzioni, primo, essenzialmente morale, che tutti conoscono e sul quale non occorre Indugiarci. La nostra marina sta attraversando effettivamene una crisi di disagio, di malessere, che stava per diventare quasi malcontento. Occorrono certamente larghi provvedimenti organici in vista specialmente dell'aumento prossimo della nostra flotta, ma An qui è questione di buona volontà, di savie leggi e di quattrini. Ci vorrà ancora del tempo e della pazienza, ma è ancora il meno. L'essenziale è che intanto sia rinata la fiducia. E circa le costruzioni? E' un altro affare; non è più una questione quasi esclusivamente interna ed a soluzione libera, per cosi dire; è una questione, la cui soluzione è come obbligatoria ed imposta da cause esterne, cioè da quello che fanno le altre marine. E purtroppo, essa è già in gran parte compromessa. Il nuovo tipo di nave è stato scelto, ed è già molto, per quanto sia utt'altro che 1'ideale. Mentre l'Austria avrà pronte le sue nuove superdreadnoughts. Ire e orse anche quattro per la fine del 1915, le nostre invece non lo saranno che verso la metà del 1918 e ammettiamo pure per la fine del 1917. La grossa questione relativa ai materiali è tutta qui, perche se noi abbiamo sei di quei colossi e l'Austria soltanto quattro, nel 1915 noi ne avremo sempre sei e l'Austria otto, o per lo meno sette, e tale proporzione rimarrà fino alla fine del 1917. In altri termini, per almeno due anni la nostra marina sarà inferiore a quella dell'Austria che ci strapperà U sesto posto ricacciandoci al settimo. Nulla mpedisce poi all'Austria di'impostare alla fine del 1915 altre navi sugli scali rimasti vuoti dopo la -costruzione delle super-dreadnoughts e Tii costruirne delle nuove sempre in due anni e mezzo; di modo che nel 1918, continuando come si è fatto finora, la superiorità navale sarà assicurata all'Austria una volta per sempre, senza più speranza per parte nostra di poterla riacquistare. Dovrebbero essere rimedi eroici .quali solo un ministro dal pugno di ferro e dalla volontà di acciaio potrebbe escogitare ed applicare. Con quattrini e buona volontà, raddoppiando le maestranze, si potrebbe compiere la -costruzione soltanto in un anno, come è stato tatto per la • Dante » e la « Duilio >, ma una volta varate le navi, il più è armarle; per armarle ci vogliono i cannoni, la cui costruzione richiede non poco tempo. Intanto l'Austria potrà avere le sue navi in due anni e mezzo nonostante i molto più limitati mezzi dei suoi cantieri e delle sue acciaierie, Serene è già più di un anno che ha pensato i ordinarle. Da noi, benché la nostra industria abbia In questo ultimo tempo raddoppia fo di attività nelle fabbriche delle corazze e delle grosse artiglierie, nonostante che il nuovo cannone da 381 sia stato deciso da un pezzo, fino a poco tempo fa non si era nemmeno pensato di ordinare nuovi cannoni e le nuove corazze da 320; non si sapeva nemmeno se le nostre acciaierie sarebbero state in grado di produrle, se possedevano i mezzi meccanici necessari, se avessero compiuto i tracciati di studio occorrenti; si aspettava ancora che presentassero il famoso cannone di prova. — Ma che può fare il nuovo ministro con una situazione già così compromessa — Non molto certamente, ma qualche cosa può fare. Prima di tutto ordinare una buona volta l'immediata impostazione delle nuove navi su quegli scali, che sono da mesi e mesi pCmectamcccvtcmdaNaA«rbmpssldvziutsmllrslgullfcbrtvnlusmncaluTsacssfcompletamente deserC e heìpàVrìempo a^ celerare quanto più è possibile con tutu ' I Vmezzi, anche eroici, costi quello che costi, ! ?largheggiando in P^l e rteoijendo magari ^all'estero, l'urgente" costruzione dei nuovi can: noni e delle nuove corazze. Per l'avvenire poi gnon dimenticare che alla fine del 1915, non to•.urlila ««nAta i« «impr (iriarinouffhts decise—o¥Te forel anche subito dono 1" vai'o, l'Au^ asmaene°hnposTerà lt*u^àtTjX$s ™quelle del 1918. tornerebbe a raggiungerci di mnimvn ««• nni aunerarci oer sempre, ner cui —nuovo per poi superarci per sempre, per cui si impóne la necessità di pensare fin d'ora.'a quello che dobbiamo fare ancora dopo il svaro delle nostre: solo con questi fatti si notrà avere una buona volta una potente flotta della quale l'italia ha sempre più bt- bsogno, specialmente con certi umori rivela-1 Usi in qàosti ultimi tempi. 1