Il tentato suicidio del comm. Brunialti prefetto di Padova

Il tentato suicidio del comm. Brunialti prefetto di Padova Il tentato suicidio del comm. Brunialti prefetto di Padova Il suo dolore per la rimozione del fratello da Consigliere di Stato (Per telefono alla Stampa). Padova, '2?, notte. Una penosissima e tristissima notizia si e diffusa stamane' nella nostra citta, destando ovunque con senso del più profondo rammarico un vero stupóre. Il prefetto commendatore Alessandro Brunialti. si e oggi, alle ore 10,30- ,nel Gabinetto della Prefettura, sparato un colpo di rivoltella alla tempia destra riducendosi in gravissimo stato, cosi da fare subito considerare le suo condizioni disperate In Pre- fct»nra fu tosto un succedersi di autorità» « '**m « cittadine in ce„a di no tizie Le redazioni dei giornali vennero tempestate di chiamate al telefono, ina tutte le ansiose domande non potevano avere cheuna risposta La conferma della gravissima notizia con l'aggiunta che le condizioni erano disperato Come pose in atto II proposito Il Conmi. Brunialti era uscito di casa stamane alla solita ora e tranquillamente sera, avviato al suo ufficio. Era calmo nell'atteggiamento e nello sguardo, così da non lasciar prevedere la triste decisione che gltravagliava ,lo spirito. Giunto alla Prefettura si trattenne per brevi minuti a conversare col consigliere avvocato Breganze, al quale disse di non sentirsi troppo bene. IComm. Brunialti pregò an* l'aw. Breganze di .recarsi a chiamare il medico provinciale perchè desiderava di essere da luvisitato. Fu una finzione, tanto per allontanare iconsigliere di prefettura. Infatti, appena il Breganze si allontanò per eseguire l'incarico affidatogli, il Comm. Brunialti entrò nel suo studio, sedette alla solita poltrona ed estratta la rivoltèlla la puntò alia tempia destra sparandosi un colpo. Poi cadde reclinato sulla sedia, mentre dalla ferita sgorgava, un rivolo di sangue. Il rumore sinistro del colpo destò una vivissima impressione nei solitamente tranquilli ambienti della Prefettura, e gli impiegati ansiosi si chiedevano l'un l'altro che cosa di grave poteva essere successo. Frat tanto giungeva nel Gabinetto del prefetto idottore Marsolio, con l'aw. Breganze. Ai loro occhi si presentò uno spettacolo orrendo. Il Comm. Brunialti respirava appena Dai suoi occhi senni chiusi, dal pallore terreo del volto, si ebbe la impressione della eccezionalità delle condizioni del Conimeli datore Brunialti. Nessuna speranza di salvezza Il dottore Marsolio visitò il ferito e gli prodigò lo più urgenti cure, tamponandogli la grossa ferita, ma il suo giudizio purtroppo fu molto reciso : « caso disperato! » Una tale diagnosi venne confermata anche dal primario dell'ospedale prof. Penso, che venne clùaniato:,d'urgenza.. Sulla scrivania del Comm. BrunÀaJfi srinvenne un biglietto aperto, scritto amati, la, in cui il suicida aveva scritto poche parole, esprimenti il desiderio di non essere rimosso dalla sedia ove si era tirato il colpo fatale. U desiderio suo però non potè essere osservato dai medici, dal momento che dovevano esperire tutte le cure possibili suggerite dalla scienza, per il che il commendatore Brunialti fu tosto deposto sopra un divano trasportato. in letto. La famiglia del prefetto, composta della signora e di una figlia diciasettenne, nulla seppero fino alle prime ore del pomeriggio dell'irreparabile sciagura di cui erano state colpite. Esse si trovano al Lido di Venezia, per i bagni, e vennero più tardi avvertite con le maggiori cautele e sono giunte stasra a Padova. ipotesi sule eause del suicidio Sulle cause che indussero il Comm. Brunialti al passo tragico, nulla si sa di positivo, poiché egli non ha lasciato alcun scritto in proposito, ma purtroppo non è difficile indagarle tanto più che esse erano suJla bocche di tutta. Come avete avuto notìzia il Consiglio dei ministri ha sanzionato il parere emesso dal Consiglio di stato della rimozione del fratello del Conun. Brunialti, l'on .Attilio, dall'alto consesso a cui apparteneva, in seguito ai risultati dell'inchiesta per il Palazzo di Giustizia. Il prefetto Brunialti, si era già mostrato assai accorato per la posizione da cui da tempo si trovava il fratello e anzi con gli amici si era più volte espresso di non trovarsi troppo a suo agio a Padova perchè attaccato da parecchi giornali locali. Nessun dubbio adunque che la deliberazione decisiva del Consiglio dei Ministri di ieri, nota stamane a Padova, lo abbia determinato in un momento di turbamento, al tri ste passo. Come apprese la rimozione del fratello La notizia .della rimozione del fratello, approvata ieri dal Consiglio dei ministri, venne appresa dal connn. Brunialti dal « Resto del Carlino ». Il Comm. Brunialti starnano, prima di recarsi all'ufficio entrò nel negozio del barbiere Buio, per farsi radere i capelli. Quivi incontrò l'aw. Bianchini, al quale chiese calmissimo se alla sera per caso andasse a Venezia. L'av. Bianchini rispose affermativamente ed aggiunse che sarebbe partito col trono delle 17,53. Il Prefetto allora gli disse che sarebbe partito anch'egli, ma più tardi, alle 18,48, per andare a trovare la moglie e la figlia che erano al Lido per i bagni. Uscito dal barbiere entrò nell'offelleria Dalla Baratta, ove prese un cognac, quindi usci e comperò il «Resto del Carlino» e lesse camminando. Alcuni asseriscono che dal giornale ebbe la prima notizia della deliberazione del Consiglio dei nùnistri, che rimoveva dalla carica di consigliere di Stato il fratello onoreole Attilio. ' 1 •La notizia pare, che non gli giungesse inaspettata. 11 prefetto continuò a passeggiare col solito portamento, il bastone sotto il braccio e la sigaretta alle labbra, ma pure alla lettura di quella notizia dovette provare una sensazione terribile. Camminò ancora per .parecchi istanti. Fu visto passeggiare su e giù, e in quel momento deve essere maturalo in lui il pensiero dej sui- p)cidio. Erano circa le 10 quando entrò nel negozio dell'armaiuolo Ignazio Bò, in piazza Garibaldi. Il Coirai). Brunialti era ufi. vecchio avventore. Un mese fa aveva comprato una rivoltella Browning, di piccolo calibro, ma l'altra settimana era tornato dicendo che quella l'aveva regalata- ad un amico e che no voleva un'altra. Glie ne furono offerte molte, e tra queste ne scelse due potentissime, di grosso calibro, pregando clic venissero messe a parte per lui, che sarebbe dopo pochi giorni ritornato per l'acquisto definitivo. Infatti stamattina entrò nel negozio di Ignazio Bò e prendeva una rivoltella Francotte di Liegi, modello Lebel, calibro 8, a cinque colpi. Intascò l'arma, e si recò all'ufficio dove giunse, poco dopo lo 10.: Passando per fa. stanza, dei custodi preg» u|n inserviente 'di andargli a comperare delle sigarette. Poco dopo queste gli furono portate: ne prese una e la fumò, mentre il egretario di gabinetto, dottore Coletti, gli esponeva lo stato di alcune pratiche e gli consegnava dei documenti per la firma. E mise poi in atto la tragica decisione. L'entità delia ferita Dal primo esame si potè constatare che il proiettile aveva trapassato la materia cerebrale, ledendo il nervo ottico ed i condotti nasali. Il suo statu si presenta dunque eccezionalmente grave. Sopraggiunlo, come ho detto, anche il dottore Penso, si unì alla cura amorevole iniziata dal medico provinciale Marsolio.. Giunse subito dopo in prefettura Ton. Alessio. Vennero poi l'on. Romanin Jacur, il sindaco di Padova, il comm. Vettori, presidente della Deputazione provinciale. H divano fu trasformato in letto e la testa del ferito fu avvolte, in una borsa dl ghiaccio per evitare l'intensa infiammazione. Vi ho accennato alle cause del suicidio. A giudizio dei medici .il. comm. Brunialti sarebbe stato da qualche, tempo affetto da una forma di nevrastenia, nevrastenia che per i casi del fratello e per la lontananza dalla sua. Udine sarebbe andata acutizzandosi. Si dice che il Comm. Brunialti, prima di spararsi, abbia spedito un telegramma, cifrato all'on. Giolitti, forse annunciandogli il suo tragico proposito. Il Comm. Alessandro Brunialti e nato a Vicenza nel 1862, da modesta famiglia. 11 p.adre era. propiieatrio • dell'hotel Roma.1 Studiò leggi all'Università di Roma. Lau«' rea tosi entrò subito nella carriera amministrativa1 percorrendola rapidamente e con fortuna. Fu capo sezione al Ministero dell'Interno e segretario particolare dell'on. Giolitti. Più tardi venne nominato ispettore dello stesso Ministero. Nel 1905 fu nominato prefetto della, provincia di Udine e nel 1912 prefetto della provincia di Padova.