Gli ufficiali e la contessa

Gli ufficiali e la contessa Gli ufficiali e la contessa Una sfilata di testi (Per telefono alla STAMPA) Milana. 28. (tra 1, Anche oasi orari folla di pubblico assiste neal nrocesso il oiiìIp anna«iona più che rnai'te,la curiosità! delEi centP II brimo teste dell'u-1 diente è il cardtano cJkoll che ìtu già a> Vilungo sentito nellMiienza pomeridiana di sa-1 oc; Cabato. il capitano Cerasela H coL'avv. Accetti, della difesa Antonini, chiede1 asal capitano Ceresole se «gli non abbia inai viconsigliato il tenente Caretta di allontanare dela contessa .anguissola, che era con lui a ' " Gallavate. Unii sera — spiega il teste — entrando' nell'albergo, vidi in distanza. Il tenente Caretta con una signora, lo non riconobbi in ! questa ia come.ssa Anguissola, ma siccome [ nmagfnavo di chi poteva trattarsi, mi ,pare: 4i aver consigliato il tenente Carétta, "di allo;, tartare la signora. — Lei però esclude — chiede il- P. SI. se-11 lo|e .diqut-sta la contessa Anguissola, ma siccome' ■nmaglnavo di chi poteva trattarsi, mi pare' de!«'. ilovergnini — di avere avuto incarico di far ciòIsedal colonnello? LI — Lo escludo — risponde il tc3te — perche in questo caso ricorderei meglio. ! Ca— Ma conferma — insiate il presidente —; che a Galiarale ci fosse la' contessa Anguis- essola? ! le— Questo si — conferma il teste. Soltanto .olnon ricordo bene se fossimo nell'estate 1908 olzinell'estate successiva. ; gi— Constava al capitano Ceresole — Inter-'coviene I'avv, Giacoma, di P. C. — che fra il tc-;senenie Garetta e la contessa vi tosse conviven-,ri"l1 za, relazione intima? fe— Questo non lo posso assicurare — replica niil teste. | — Il consiglio dato dal capitano al lenenteideCaretta — s'alza a chiedere l'avv. Collina. —I fu dato per le voci che correvano, oppure per quaverlo visto o per credere di averlo visto con la contessa? I A— Un po' per lutto — risponde Ceresole. Il tenente Umberto Vaccari Licenziato il capitano Ceresole, viene introdotto il tenente Umberto Vaccari. Questi dichiara di non conoscere la famiglia Anguissola n circa le voci sparse sui rapporti di detta famiglia col tenente Caretta, comincia col ri-i ciPsicordare l'episodio del testamento Gallotti a perto dal Caretta. — Al Caretta — soggiunge 11 teste -- non fu fatto l'appunto di avere agito In mala, fede, perche ciò fu anche escluso dal tenente Gailotti, ma di non avere, dopo aperto il teslarnentc. comunicato subito la cosa all' interessato. Venuto il fatto a conoscenza del colonnello, questi punì il Caretta. Ancora in relazione alla circostanza del testamento, il teste ricorda quanto e già noto, e cioè l'invilo al tenente Caretta di non parlare come •< capo calotta » al noto banchetto, il Caretta chiese al teste come avrebbe dovuto comportarsi e soggiunse poi che avrebbe desiderato che la. cosa fosse 'discussa, in una riunione di subalterni, che infatti avvenne. — fcruicessivamentc il Caretta. — prosegue il teste — mi disse come il capitano Cesure Aimenino lo avesse chiamato per dirgli che il malumore degli ufilciall subalterni non si era già manifestato per l'affare de! testamento, aibbene perchè si diceva che egli fosse l'amante di' mia signora dalla quale riceveva denaro. Il teste ricorda quindi il colloquio avuto intorno a ciò coi tenenti Antonini e Gallotti, lì quali gli presentarono la nota dichiarazione del marchesi no Clerici e soggiunge che consigliò i due colleghi. In quella circostanza, di non servirsene, trattandosi di cose molto gravi e che bisognava appurare. Ritornando à dire d ilio.. iiafiiona. : det.<t>ub&lterni, -41»- test» rieo r d a che lo stesso Caretta, nonostante-quella dichiarazione non fosse presentata, espresse in quella circostanza ir proprio convincimento che la riunione fosse provocata dalle voci corse sulla sua relazione con la contessa. — Il tenente Vicini ed lo — prosegue il teste -- avuta nelle mani la dichiarazione del Clerici, parlammo col tenente Caretta e gli mostrammo il documento. — E che Impressione gli fece? — chiede il presidente. Scatti .uon ne ebbe, ma rimase li ! — son le parole del teste. — E disse il Caretta che sarebbe corso a prendere a schiaffi il Clerici, invece segui la sfida. — Lei non ha mai sentito che nel 1908 o in altra epoca la contessa Anguissola fosse a Gallarate? — chiede il presidente. — No, mai! Il tenente Vaccari parla, ad invilo del presidente, delle fasi dei duelli non avvenuti nel modo già narrato dai testi precedenti; e, Ptire!Sa domanda del presidente, il Caretta confer- ' sod(Il'uinsosidsiradlacoEqziEpusgmlbsmnqutbapclafnasma che nella riunione degli ufficiali subai- terni mostrò Infatti di sapere di voci diffamatorie che correvano sul suo conto. In questa riunione, — chiedo lgQuando, l'on. Gallina,"— il tenente Caretta domandòi ;se qualche cosa i colleghi sapevano in ordl-ir— SI, ero a cognizione — conferma il teste.:1— ma devo notare che il Caretta non fece una' domanda specifica sui fatti. I — Qualcuno le aveva fatto il nome della ncontessa.? — Nessuno. Lo seppi parecchio tempo dopo, ed allora ricordai che il Caretta, fra i nomi delle famiglie da lui frequentate, mi aveva fatto anche quello della famiglia Anguissola. Il teste narra poi dell' Intervento del Ceresole, le noie che il Caretta disse d'aver avuto per essere stato chiamato dal capitano. Narra poi che fu pregato dal colonnello perchè col Vicini si interponesse per far ritirare la querela sporta dal Caretta. U teste prosegue: Ricordo che si parlava, al reggimento, di ireutNteroouesto episodio. Una sera, ai primi di febbraio, al capitano Aimonino. che si trovava'ualla mensa con qualche ufficiale, venne rife- prito da un ufficiale subalterno che il Caretta csi era fatto pagaie il conto da una signora nsda— No — interrompe il Caretta. — Il capi tano Aimonino, da me richiesto, mi Informò del fatto specifico.. Gli risposi : « La ringrazio. Cosi conosco quali sono i motivi delle antipatie sorte contro di me ». A domanda dell'avv. Giacoma, Il teste Vaccari dice poi che il Caretta a Gallavate gli parlò di una passione amorosa. Ma a lui parve lche si trattasse soltanto di una passione su-, sellata nel tenente da una artista. : r— Gif risposi — prosegue il teste Vaccari,\ lsuscitando l'ilarità: — «Lascia andare! Quel-; dle sono passioni pericolose! Prendi moglie e, te ne starai tranquillo 1 p— Perchè — chiede l'avv. diaconia -r, ili teste consigliò al Caretta di proporre nella riu-'tnione dei subalterni la domanda riguardante sl'episodio del capitano Aimonino? : g— Perchè — risponde il Vaccari — la riunio- ne era Indetta per motivi diversi: riguardava, la fiducia o la sfiducia nel « capo calotta ». e;enon la questione delle relazioni con la con-llessa ' Sempre a domanda dell'avv. diaconia, si'Imrtta il teste a dire chi fu a mettere il nome, di «Colecchlo» al cavallo comprato dal Ca- dretta. j — 11 cavallo — interviene Antonini — fu. presentato ' alta Commissione incaricata. « Che nome dobbiamo dare — diBsero — a. questoi eavallo?». Io proposi: «Per far piacere al Caretta chiamiamolo Colecchlo|A chiarimento di questo curioso episodio, ; è bene rammentare che a Colecchlo si trovava-, il Caretta durante lo sciopero agrario e ~ trovava Infine il teste, ad una nuova aoinanrja, n-|sponde che la seconda dichiarazione rilascia- ta dal Clerici, nella quale ritrattava la prima In cui erano specificate le accuse, ere esau-; rlente per il Caretta, che questi conduceva ; ta durante lo sciopero agrario e vi si | pure la contessa in villeggiatura. i il teste, ad una nuova domanda, ri-iuna vita regolare, non frequentava restaurante alla moda, cocottes, teatri, ecc. — A lei — interroga il presidente — parve che n Gallotti e l'Antonini sapessero della relazione del Caretta con la contessa? • — Ebbi l'impressione che essi avessero la coscienza che la relazione esteteese. , Coti questa, battuta, l'interrogatorio del te- j 1 nentB Vaccari, il quale ha parlato lapidameli- cote,.e ron mo,,'a franchezza e sincerità, e Anito. ! co Subito dopo è Inoltrato il tenente Emilio! i Vicini, dello stesso reggimento, che fu, nella all occasione dell'inchiesta sulla condotta deli ch Caretta, un po' Come il fratello di latte del !de collega Vaccari. | deIl tenente Vicini è un ufficiale snello edlcu asciutto. Parla a scatti, con un fraseggiare! vibrato ed energico. Ripete ciò che ha già detto il Vaccari sulla faccenda del testameli " 1 lo. dell'Inciderne della «calotta», del brindisi toe della riunione dei subalterni. | Dopo altri lesti di poca importanza, la se-I coditta e rinviala al pomeriggio. j—j *r'ma ■arglMMo [va L'udienza pomeridiana è aperta dal presi-! Cadenle Càv. Maestri alle ore 14.36! Il pubblico ch«'. numerosissimo. Il primo testimonio è il dot-;delor Luigi Radice, il primo borghese che si visente In questo processo, all'infuori delle par-^da LI lese, conti Anguissola. I II presidente gii chiedo se conosce il tenente!ch Caretta. ! — Lo conosco — risponde il teste — perchè : to esso frequentava la casa di un mio zio con il de lenente Antonini ed il Galloni, in quell'ara-! olente ho appreso le prime voci di certe rela- eszioiii amorose del Carena. Ricordo che un giorno mio cugino Giaitrtìno Radice ebbe uni recolloquio con l'Antonini: io ero presente c|sosentit dire. dall'Antonini che il Caretta aveva.! ricevuto denari da una signora, lo parò non-jnl1 feci caso di questo; ma a mio cugino l'Anto nini disse che vi erano delle prove. — Udì fatti specifici? — domanda il presl- dente. — Udì parlare di mobili e di cambiali? -- Non ricordo affatto di avere sentito di questi fatti. — E neppure della relazione con la contessa Anguissola? tiluntamandi— Neppure. |diIntese mai l'Antonini fare dichiarazioni ; Sucirca il Caretta? ; «P— Mai. i — Ma — interviene l'avv. Giacoma della! quP. C. — non ha sentito nella famiglia di suol sie parlare di cambiali, mobili, ecc.? Ist!Sj,unjR ' Mi pare di aver sentito parlare di unni msomma di tremila lire date ad un ufficialo e di un certo affare In cui entrava un cuoco (Ilarità). Non so quali rapporti vi fossero ira l'una e l'altra cosa. L'avv. Erlzzo, a questo punto, solleva un incidente per la mancanza di alcuni testi, che. direnavdesono all'estero: ma dopo una breve discussione ; risi conclude di continuare nel dibattimento e chdi far citare nuovamente due testi, e cioè i| signori Marietti Luigi e Giani Luigi. Il capitana Corrado Qnell Quindi si passa ad escutere i! capitano Corrado (.inoli, in onore della cui promozione fu data il primo febbraio una colazione, durante la quale fu sconsigliato 11 Caretta di parlare, come ne aveva diritto, essendo il più anziano. Egli non si accorse di nulla di anormale in quella occasione. — ila sentito parlare delle relazioni finanziarie fra la contessa ed il Caretta? — Si, poco prima della mia. promozione. Erano voci che correvano e fra. altro ho appreso tale notizia una volta, dall'Antonini e un'altra volta dal Gallotti. — Si specificava di die genere di favore si trattasse'/ — No. si parlò solo d: condizioni vantaggiose per il Garetta. — Non ha sentito parlare di un regalo di mobili- — No. Mi ricordo Clic 'nel dicembre 1912 par lai col Caretta, il quale mi disse che i mobili che egli aveva? non erano suoi, ma presi in affilio e che voleva comprarne altri, ma che però non si trovava ih condizioni finanziario di farlo. I! Caretta interviene e dà spiegazioni su questa, circostanza importante, elio ha atti ueiiza con l'acquisto di mobili fatti dalla contessa. Egli dice che non parlò affatto di mobili che egli già possedeva, ma che, volendo ammobiliare un salottino. desiderava coni prare dei mobili usati anziché mobili nuovi che costavano di più. Segue una vivace contestazione intorno alla circostanza, che il tenente- Antonini aveva fatto vedere al capitano Gnoli la dichiarazione di accusa del Clerici prima di presentarla ai tenenti Vicini e Vaccari. — Si — interrompe l'Antonini — chiesi consiglio al capitano Gnoli e gliela.feci vedere. C'era anche il Gallotti? — chiede il pre- doriteci.i=S^rirìtezsasacsacdapa— SI, era presente, al Salini, anche II Gai- Depone quindi il dott. Valenti, direttore della Banca d'Italia di Alessandria, su alcuni va¬ glia rilasciati dalla Banca a favore del Ca- i ; H ri, mamiTin c„a irp{j_ testimonioi un urne ale dà ottime :1" «-ompagno ai scuoia. ' Tre teall capitani I n capitano Alberto Aymcnino conobbe il le- neattì caretta a i nfcsssrdmavstrndd1G.Non giunsero alle sue orecchie — chiedej —il presidente — voci dello relazioni del Caretta con la contessa Anguissola e di aiuti 11uanziarl? — Alla mensa degli ufficiali — risponde il teste — seppi dell'apertura del testamento. Non ricordo se vi fosse in uueil'ocoasioiie l'Antonini ed il Callotti. Della relazione d'amore e dei rapporti finanziari mai ho udito parlare. 11 leste dà poi eccellenti referenze del Caretta come dell Antonini. 11 capitano Avogadro di CoUobiano fornisce ottime informazioni sul conto dei tenenti An- a'unirli « ballotti, toeppe che il t-aretta aveva, - perduto al giuoco e che la perdita era stata a coperta da una pignora, Da ubi seppe questo! — Dal tenente Vicini. — Parlò lei, dopo questo fatto al colonnello? — Si, — rispoude il teste; — il colonnello sapeva già delle voci che correvano sul conto del Caretta e mi incaricò di indagare. Riferii all'Antonini la conversazione avuta col co- ò . i e lojinelìo. Ciò avvenne nel gennaio 1918 -, Al teste Carlo Havero, capo-armatolo del : reggimento «iloma»: — Lei avrebbe fatto del- ,\ le chiavi por " Caretta? — chiede 11 presi-; dente. e, — Xe feci ..una sola, inglese, e mi recai a provarla nel.suo appartamento. li II capitano Ermanno- HUlrich, quale aiu-'tante di campo del generale l-'runiniarin. assie stette ad un colloquio, ma è vincolato dal se : greto di ufficio. Conferma il deliquio che colse - il Caretta durante il colloquio. a, li cav. Glóvainnl Celti, ispettore delle poste e;e telegrafi, incaricalo dalla parte civile di -lfare delle verifiche nei registri degli uffici, ' dichiara che mal la contessa Anguissola spedi i'assicurate o vaglia al tenente Caretta. Si rine, vennero solo sci raccomandate al Caretta spe- dite dalla contessa Anguissola. j L'ing. 'Emilio Rodolfo, amico del Caretta, u. da lusinghiere Informazioni sotto tutti i rape porti. oi _ L'Antonini — domanda l'avv. Caletti — l non ha mal detto che la casa Anguissola cra |lln postribolo? , ; jiaj assolutamente. Una volta dissi al- a-, r\ntonlni • — Che cosa vai a fare in casa -|madre - _ l0 di^si _ interrompe l'Antonini — per a cnè sapeVo che un fratello del Rodolfi era -; innamorato di una figlia della contessa e voa ; levo distogliere la sua attenzione. Ccmaosnstdb—ddmmmvergi | Anguissola ? Vai per la madre o per le fljrlic ? I i _ per ]e n»ue no, rispose; se mai, per la -i,liadre I e e a n conte Dal Verme, assessore al Comune di Milano, conobbe il Caretta a) reggimento a Palermo; frequentava buone famiglie ed era stimatissimo. Poi lo ritrovò a Milano. 1.1 capitano Radicati riferisce In merito alla domanda di aspettativa avanzata dal Caretta, il quale, dopo che seppe le accuse che gli si facevano, disse di voler ritirare la domanda. j 11 tenente Lamberti depone brevemente : non conosco nulla delle voci che correvano e tlxf ! corrono sul conto del Carena, ! i/udlenza e sospesa per un quatto d'orai >•(! alla ripresa è chiamato il ospitano Cattulieo; mii che fu compagno del Caretta ai corsi di p'<>- <-' !dena e di Plnerolo. Egli dichiara di non pre- j le lottmepleiui| dere lcusa ! capace 11 Caretta di quanto lo si j noli tananla colonnello Calli ; P— unl deenente colonnello nel reggimeli- dipnfite sa ie InctadsufroA. Catti tu to «Roma ». l | - Sapeva lei delle voci che correvanoitóui I conto del Caretta? — gli chiede il presidente, j— E che cosa ne può dire lei? j — 11 capitano Ceresole mi disse che eorte [vano delle voci poco buone sulla condotta del ! Caretta negli ambienti militari. t*i parlava an- che di una signorsì, della quale però noiv i» ;detto mai il nome. Osservai al Ceresole la gra-j iU vita delle sue atlermazionl e lo invitai ad in-, pa^dagarc. Izio I — E di lettere non su n'è mai parlato? — ; P!chiede al teste il presidente. Uis! — Non so. Ad ogni modo, invitai anche r.\n-|(Li : tortini, per l'onore ed 11 decoro della divisa e;P{i del reggimento, a fare indagini sicure. . ; dic! — Vi fu intervento dell'Autorità militare per; n eseguire l'inchiesta? - chiede il presidente, .ch — Da parte mia no — dice il teste. — Dee.'di i resto, l'intervento fu affatto secondarlo. ,SlJsn|solleciti1» solo l'ufficiale di cercare lo prove. di! — Qiiftl'è il suo giudizio sui tenenti Anto-jva-jnlni e C-allotti?— chiede l'avv. Erlzzo. |CiTeste: —■ Per ine furono sempre due tiluomlnl e due ottimi ufficiali. — Ed il Caretta? — Quando ero a Pinerolo ne ho riportala una buonissima impressione, ma poi, più tardi, seppi «he la sua posizione era militarmente un po' scossa. Seppi poi ciiè giuocava anche d'azzardo, e dissi che. se vi era mezzo di metterlo a posto. IO avrei fatto volontleri. gen- -ra! soradeziloes |di metterlo a posto. 10 avrei fatto volontleri. I Pi ; Subito dopo però venne fuori l'affare del te:l de ; «Pimento al i — Ella crede capace il Caretta degli atti dei la! quali è accusato? — chiede il presidente. Idil — Fino a prova contraria — conclude il te* J gia Iste — non credo nessuno capace di ciò e tanto|sei meno un ufficiale. L'avv. Accetti presenta copia della circolare diramata dal Ministero della Guerra a. tutti i reggimenti dopo in tragedia Paterno, circolare nella, quale 6 detto che gli ufficiali, appena avuto sentore di voci poco buone sul conto dei loro colleglli, dovevano riferirne ni supe- ; riorl. Il presidente dà lettura della circolare, che infatti impone questo obbligo agli ufficiali, i| _ Anche nei casi di semplice sospetto — stitodineneremA anu e n . e e i r e, u oo i la oa . - domanda l'avv. Accetti — gli ufficiali devono ! il riferire ai loro superiori? 'pe— .Si — risponde il colonnello Gatti. — I jSj tenenti agirono certamente ispirandosi alla < incircolarc ministeriale ed al loro dovere. ce.i,7 ™c, rL.T,ho,°^«^ÌÌ.Ì,.^L S^?1?.!.? zi=S^,^ni^if?J^.^ebbe S"b't0 ,;oluli!1t^'ttfflt cosa che farei risponde vibratamente co•Finita cosi la deposiziono del Gatti, viene «orìchiamato il colonnello .D'Avaln. Il prcslden- !c,te gli chiede la. copia, della prima dichiara- |9azione, con la quale il marchese Clerici accu- ' sava il Caretta. i Il teste non l'ha, ma dichiara che in essai nosi diceva esplicitamente che il Caretta aveva I leavuto varie volte del denaro dall'amante, il I necolonnello aggiunge che. dopo le manovre, poseppe dal tenente-colonnello Gatti e dal suo Ilaaiutante maggioro che il Caretta suBa fac-1 pccnda della cambiale di lire tremila aveva I mdato ampie e sufftoientt spiegazioni, ni peto I ancora alcmie circostanze della sua. prima de-1cposizione. Dichiara che il Gallotti e l'Antonini agirono per suo ordine. - a¬ - e e- — Appena ebbi sentore del fatto — continua il colonnello — cercai, In una parola, di fnr trovare le pròve eerte. Vicini mi disse che il Caretta è un bugiardo, ed era difficile sapere la verità. Già. voleva forse sa inmcuam-• Ola, voleva forse che il Curetta si accu-' sasso da sè — dice l'avv. G-taconia. '\JlIl teste soggiunge che le lettere, se non cJfratio prove certe, si avvicinavano mólto dr'"Il maggiore Levi dà ottime informazioni j secondo li due tenenti; ma agirono molta leggerezza. — Che cosa doveva fare il Caretta dopo le accuse? — domanda il presidente. — Al primo che gli capitava dinanzi do. veva rompergli il muso. La frase provoca l'ilarità generale. Bene! Bravo! — si grida dal pubblico. laupsoIl cav. Carlo Civita, capitano della riserva, Iostima, il Cnrefta conte un gentiluomo perfet- Imto. disinteressato, di .cuore, modesto nel suo ieregime di vita, moralmente Ineccepibile. Il marchese Gian Francesco Cornaggfa lenente, figlio dell'on. Corneggia, dice un mondo di bene di tutti. — Sono tutti buoni. — commenta il Presidente. rauaginfiCn tonoiiin ii-i^i <i ,„„.„ ir1» ctóft2L^2&H.ffi> *%*• tlt*ì' -WsGaiot i nlffl^PXd0- ~ LA»to«»nl ed il xlino che ■«■"•" ■■» ..m-i». « laUn «asta a dilesa ej — a1l o. ne e. ae n- a, a no o ii o- el l- i a uiese te di i, di nea, p— ra l- sa r ra oCaretta? — domanda il Presidente. — Sì, si trattava se poteva rimanere « capo calotta » c risultò ancora che poteva esserlo, ma fu una bocciatura morale. — Ma lei uon sa niente di appoggi finanziari al Caretta? — Il Ticini spinse l'Antonini a indagare. Se occorre — disse — mettigli un « detective » alle spalle». Questo, Rè l'Antonini, né altri poteva, nè doveva farlo. — Fu il Caretta a provocare la riunione dei subalterni? — So. fu indetta dietro mia domanda. — Dicevano che una signora gli aveva pagato un conto? — Altro che un conto, che lo manteneva addirittura. Il Caretta, invitato mai dette al subalterni una spiegazione sufficiente. Antonini, —"prosegue il teste, — agì con perfetto animo di gentiluomo per difendere ii decoro della divisa. — E del Callotti, che dice? ■•- E' serio, retto, bravissimo. — E del Caretta? — Gli tolsi la stima dopo l'affare del testamento. Non ho in lui alcuna fiducia. Una vtdta mi chiamò in maneggio; gli risposi, seccalo male: « Con te non parlo vo tolto il sa r*««■>a««1egivsEvlcmè pòco SST^iSSó?- inettaqulo fu una commedia. Il tenente-..donneilo fece per sorreggerlo, ma lo svenimento non ebbe più luogo... L'espressione curiosa suscita l'ilarità generale. A domanda, dice che l'Antonini cessò diill'aviazlone per le preghiere ed i voti della madre. — Ma lei. fino al 7 febbraio 1913 — domanda l'avvocato diaconia — ritenne il Caretta un gentiluomo T — Non capisco quella data — risponde seccato o frenando l'impazienza il teste. — Non rBrpsCli mlollo ritenni più un gènti uòmo fino datori!e d1912 dono rlncidehte^dè? t^ian^to jn- Esilerà perehl tei! comf^rino dettol^c ? I <amUud«\a i la StHngorei la ì I LA domanda ne a ra la a, si a. invito agli ufficiai: di inattesa suscita nel con un mano? da improvvisa pubblico grandi mormorii, che vogliono si gntflcarc disapprovazione al teste. 11 presi- ; dente ordina di sgomberare la sala; mentre il pubblico esce. Il teste risponde: — Vestiva ancora la divisa il Caretta ed crai mio dovere di sottoscrivere quelle parole. nCIdIl pubblico, che si era Intanto fermato per (d- scoppia In m>°-;gmudire la risposta del tenente ve disapprovazioni. Ma l'interrogatorio è finito ed il cav. Mae stri rinvia l'udienza a domattina. ! s

Luoghi citati: Alessandria, Comune Di Milano, Gallarate, Milano, Palermo, Pinerolo, Roma