Intervista col ministro diissionario Elogio del suo successore

Intervista col ministro diissionario Elogio del suo successore Intervista col ministro diissionario Elogio del suo successore r a o a o e i e l e i i n e Sobroro ci telefona da Roma. 28, notte. Lo improvvise dimissioni del Ministro dcl:i marina, hanno prodotto a Roma una sorpresa minore di quanto si potesse prevedere. Da parecchi giorni le voci che circolavano nel mondo politico, i colloqui avuti dall'on. Giolitti con l'ammiraglio Presbitero e con l'ammiraglio ' Viale, quest'ultimo chiamato d'urgenza a Roma dalla Maddalena a venuto in sei ore a" Civitavecchia, a bordo dell'" Intrepido » avevano lasciato comprendere che qualche avvenimento si maturava al Ministero della Marina. Tale suppasizione veniva confermata, dalla circostanza che taluni provvedimenti di natura delicata erano stati rimandati dal ministro Leonardi Cattolica ad altra epoca. Infine era notorio clic l'attuale ministro aveva manifestato ripetutamente il desiderio- di lasciar il portafoglio. All'indomani del voto del Sonato sulla, legge per il nuovo reclutamento dei corpi della, nrariha, l'on. Leonardi Cattolica mi diceva: «Non abbiano timore i miei avversavi,, me ne andrò ma non ora. Il momento voglio sceglierlo io ». Questo momento che si sapeva dilazionato è ora venuto. Ricorderete le vicende fortunose della legge sull'ordinamento dei corpi militari della regia marina davanti ai due rami del Parlamento. Approvata dalla Camera con esigua maggioranza, quella • legge incontrò al Senato la pib viva delle opposizioni, specie nell'elemento militare, tanto che allo scrutinio segreto raccolse soli due voti di maggioranza. L'ostilità del Parlamento contro quella legge era dovuta in gran parte alla persona del ministro, il quale, per tante altre ragioni, oramai era e si sentiva esautorato. Si disse allora che l'on. Leonardi Cattolica avrebbe dato s'ubilo le dimissioni, ma la previsione non si avverò perchè il presidente del Consiglio non voleva che -la legge, da lui ritenuta sostanzialmente buona, venisse, all'atto stesso della sua approvazione, esautorata insieme col mi nistro che la aveva proposta. Ora che quel la legge ha avuto il suq pieno vigore e che la polemica è cessata, il ministro può ritirarsi senza che le sue dimissioni, da tante altre ragioni, ripeto, motivate, possa-ilo come che sia influire sulle sorti della legge. Quella lotta, aveva scalzato il ministro privandolo del prestigio necessario presso Ja ufficialità di marina. Un mese è trascorso dal voto del Senato. L'eccellenza cosi vivamente combattuta ha ravvisato venuto ristante di dimettersi, essendo imminente il movimento negli alti gradi della marina in seguito alla nomina del Duca, degli Abruzzi al comando delle forze navali riunite il prossimo movimento comprenderà, dopo le dimissioni di oggi, anche il vice ammiraglio Leonardi Cattolica. La destinazione, che egli richiederà, non è ancor nota. A quanto si dice, dopo un breve intervallo come comandante del dipartimento marittimo di Napoli, verrebbe destinato al comando delia seconda squadra. Intanto il ministro dimissionario godrà di un breve congedo. fdiCpdsntsplsnmfsdpnQrIeansmdleLa nomina, già avvenuta, del nuovo ministro della marina nella persona del contrammiraglio Millo viene accolta con maggior sorpresa deile dimissioni dell'on. Leonardi Cattolica. La sorpresa deriva dalla fortuna, forse senza esempio, che nello sdazio di un anno conduce Enrico Millo da capitano di vascello a .ministro, della marina iilTetà di 48 anni. Il raid dei Dardanelli fu il punto di partenza della rapidissima iscensione del giovane contrammiraglio al posto di ministro. La promozione per merito di guerra collocò Enrico Millo a fianco dell'ammiraglio Leonardi Cattolica come direttore generale del personale al Ministero della marina. In questo posto Enrico Millo seppe mostrare, come aveva già mostrato nella navigazione, qualità eccezionali, che agli occhi dell'on. Giolitti lo indicarono maturo al posto di ministro. L'on. Giolitti ha voluto, uscendo dalla cerchia delle norme consuete, affidare a un uomo nuovo il portafoglio della marina e il paese approverà questa .scelta. Rimane la circostanza che il nuovo ministro deve rispondere di una querela presentata contro di lui per diffamazione e abus'o di autorità da un ufficiale di inarina, il capitano di corvetta De Rosa. Il fatto di un ministro querelato è nuovo, ma l'on. Giolitti ha creduto irrilevnbile la querela presentala contro il Millo e. lo ha nominato ministro. Enrico -.itilo fu ieri sera, dopo una conferenza con l'on. Giolitti. chiamato al Quirinale dal Re, che, dopo un lungo colloquio, riuscì a vincere le di lui riluttanze (causa le responsabilità derivanti dalla, carica) ad accettare l'offerta del presidente dei Consiglio. Enrico Millo, che è stato preferito a 12 contrammiragli e 8 vico ammiragli, sala dunque al potere in mezzo alla aspettazione del paese. Negli ambienti della inarina si ritiene che egli sarà un ottimo ministro. Egli è molto fortunato. Fra gli ufficiali di inarina la fortuna è ritenuta il coefficiente necessario alla carriera. Il compianto Moria so&va dire che se Nelson non fosso stato fortunato, sarebbe stalo l'ultima dei marinai. S. E. Millo ha dunque tut i requisiti per riuscire. Nell'istante io cui l'ammiraglio Leonardi Cattolica lascia il Ministero ho voluto ap: prendere dalia sua bocca le ragioni della determinazione odierna.. L'eccellenza, dimissionaria mi accolse nel suo gabinetto ministeriale. Egli stava firmando !o ultime carte del suo periodo ministeriale. Appariva sereno e profondamente soddisfatto conio per un dovere compiuto. Ho chiesto all'ori. Leonardi Cattolica quali ragioni lo avessero indotto al grave passo. Egli cortesemente ini ha risposto: «Io non ho voluto dimettermi quando le dimissioni potevano sembrare una concessione fatta ai miei avversari. Quando una tempesta, ingiusta di accuso si addensò su ili me durante la discussione -il Senato sulla leggo per il nuovo reclutamento, io risposi in Senato stesso: «il fango non lo raccolgo'».Quella, discussione aveva assunto il carattere tli una campagna contro la mia p'ersona. Io disdegnai di rispondere a tutto quanto era attacco personale ma non volli cedere alla imposizione dei miei avversari del Senato né della piazza. I miei nemici volevano sopprimermi come ministro e io rimasi al mio posto incitato a restarvi dal sentimento del dovere. Il Senato aveva, sia pure con due voti soli di maggioranza, approvato la legge da me presentata e tanto combattuta) e io intendevo anzi tutto disporre l'applicazione della legge approvata dal Parlamento, applicazione olla quale attribuivo particolare importanza essendo intimamente convinto elei benefici effetti della legge per la nostra'marina. Quel lavoro c jp. ^run parte compiuto è di esso verrà reso conto in una pubblici»? zione, che vedrà la luce fra pochi giorni per cura dell'ufficio leggi presso il Ministero della inarina. Il volume conterrà il di scorso sulla legge tanto avversata, da me pronunciato al Parlamento nonché ima il lustrazione di ogni articolo della legge. E' questo il mio testamento come ministro, ^testamento di cui vado orgoglioso perchè sono contento di aver dato una, buona legge alla mar.ina ilnJiana. Io consideravo, per tanto, dopo assicurata la approvazione della legge, finito il mio compito per ciò che riguarda l'opera fattiva di un ministro. — Ed è dopo ciò — interruppi -- che Vostra Eccellenza ha deciso ili dimettersi? — A questa decisione in massima ero ve mito da' tempo, mn volli realizzare il unii) Iim Knrico Millo, che guidò le torpediniere designato come ministro dulia marina, è. entrò nella marina nel 1884, fu nominalo ha. J!) ffunit di. navigazione, partecipò alla- comandava al liruadir il Volturilo. 'Rese ma anche politici per i quali [a insignito rona d'Italia. Nei Dardanelli, a bordo deltamica notte dal 18 al l'J luglio dello scorso cosi all'Ammiragliato* a i? anni, arendocostituendo con Luigi di Savoia, che ha 39triade dei giovani jiijmiragli. a e e o e o l o n a e i o ? i ei e E' eo a o, ga oe i) proposito quando nessuno poteva credere clic obbedissi a imposizioni. Io potevo rima nore; nessuno mi obbligava ad andarmene; ina la riflessione clic il mio compito poteva considerarsi esaurito e lo stato di malessere^" artifìckilniciite. creato nella marina dai mici avversari, svisando il mio programma, c le mie intenzioni, mi indusse a tirarmi in disparte. Resistere continuando la lotta viebbe potuto creare negli .ambienti della Imarinia una atmosfera di acredine che ri: impugna al mio temperamenlo. Perciò non per l'opposizione alla mia persona creala tla taluni degli ammiragli, che siedono in acanto, ma perchè non intendo che il senso delia disciplina possa subire alcuna scossa violili nostra marina, io ho voluto che la. mia persona fosse tolta di mezzo da ogni discissione e volli ritirarmi. ssqtdgtPrvcLas4 Crede V. E. di avere in tal modo raggiunto ló scopo? — lo penso elio, togliendo di mezzo i bersàglio, e cioè la persona del ministro, colpi idi coloro che, attraverso, al ministro prendevano di mira la inarina, cadranno nel vuòto. Del resto — prosegui l'ori. Leo riàrdi Cattolica — i 10 mesi di permanenza al Ministero avevano posto a dura prova la mia fibra, tanto che sentivo il bisogno, ad opera, compiuta, di un po' tli riposo. I ifi mesi di ministero furono per me 10 mesi di Jntta. La .lotta cominciò con il processo Calabretta per i l'atti di Castellammare di Stabia, poi venne il periodo dell'incaglio della «San Giorgio» e conseguenze relative; in seguito, la preparazione navale per il lungo periodo della guerra libica, ed infine il periodo attuali; dolla assidua vigilanza per la eventuale complicazione dei conflitto balcanico. Tutto ciò. accompagnato da una intensa opera legislativa coronata dalla legge, che fu detta rivoluzionaria, sul nuovo reclutamento dei corpi della marina. Dopo un periodo cosi intenso di vita ministeriale ho creduto opportuno un diversivo perr la marina italiana, lasciando il mio posto ad un uomo nuovo. Di qui le sue dimissioni? Precisamente. Per le ragioni-«fccann&tej ^rgYiifi^ai Tà~ mia. decisione all'ori. GìolitrT," iF quale apprezzò perfettamente il mio punto di vista e considerò la questione come l'aVeVo' considerata io. Inviai pertanto la lettera di dimissioni al presidente del Consiglio, il quale rispose con una lettera che è altamente lusinghiera per ine. «Devo dire --• continuò - il ministri) dimissionario -- clic io serbo i sentimenti del più grato animo per il presidente del Consiglio, al quale sono grato sovratutto per avermi strenuamente alloggiato duratile la discussione in Senato della legge sul nuovo reclutamento. L'on. Giolitti conosceva i retroscena della lotta intrapresa contro di me e si era convinto della bontà della legge da me presentata, tanto che egli spontuneameiH te mi indicò, durante la discussione, i pun tdmAemtlpld tlalCÉllesponto lino a Sagnra e che ora è nato il 12 febbraio del INfin.rf Chiavari, lìgli capila no ili ruscello nel gennaio del Milo, rati pagati d'Africa, e di recente, nel 101(1, importantissimi servizi, inni solo militari, dell'onorificenza di commendatore della. Coa Spica, si guadagnò gloriosamente, nell'e.-' anno, il grado di contrammiraglio e giunse, o innanzi a. sé altri I« anni di carriera e 9 anni, ed Umberto Cagni, che ne ha 49, la ti deboli delle argomentazioni degli avversari. Gli fui riconoscente di questo assenso perchè mi confortava delle amarezze che si volevano procurarmi. Infittii, se l'on. Giolitti non fosse stato consenziente con me, se egli non avesse approva fa la legge che rimane il mio orgoglio, sarebbe bastato che egli mi avesse detto: «la leggo è aspramente combattuta, lasciamola, per ora, in dispai--! le». Io avrei compreso il significato di tale avvertimento e mi sarei ritirato. Invece il presidente del Consiglio approvò pienamente il mio operato. Sono io che spontaneamente mi traggo ora in disparte. — Ed ora, — domandai, — quali sono i propositi di Vostra Eccellenza? — I miei propositi si riassumono in queste parole: Sono lieto di rendere ali mio paese i servizi che i miei mezzi consentono da quel qualunque posto elio mi verrà assegnato in marina. Ignoro tale destinazione, che dipende dal mio successore. Era qualche giorno, dopo la consegna del Ministero, partirò per Napoli dove tornerò in famiglia a Posillipo in breve Congedo. Ilo bisogno di riposo e la tranquillità del mio romitaggio varrà a confortarmi il pensiero che fra pochi giorni per i tipi dell'editore Giusti di Livorno verrà pubblicato un mio volume di esmc1mcqmstfcastronomia che ho scritto: rubando le oro aljson'no nel periodo della — Ogiri uerra libica. ttj5i, — osservai, — V. E. non è intervenuta al Consiglio dei Ministri? — No, perchè oro dimissionario in precedenza. L'on. Giolitti comunicò ai colleghi la mia lettera di dimissioni c la risposta ad essa data dal Pret'dente del Consiglio. Questa ultima lettera sarà un caro ricordo della mia carriera ministeriale. — Come giudica V. E. la scelta del successore? —- La scella non poteva essere migliore. 11 contr'ammiraglio Millo è uno dei nostri migliori ufficiali." Non da oggi io ho un alto concetto delle qualità di Enrico Millo, del quale parlai anche nei miei discorsi parlamentari Io sono lieto di aver potuto, durante il mio Ministero, proporre al Re la sua promozione a contr'ammiraglio per marito di guerra, e sono lieto altresì di aver!» potuto chiamare al mio fianco come direttore generale de! personale. Sono lieto, infine, della sua nomina, perchè egli sarà un continuatore dell'opero, mia. Millo è, infatti, uno dogli ufficiali che più vivamente hanno approvalo il mio progetto di logge per il nuovo rcclufamcnlo del Corpo di marina. Sono certo che farà, come Ministro, ottima prova. — Non crede, Vostra EeceTfcnzn,.' enr «a quercia presentata da' capitano di corvetta De Hos.i cóntro il nuovo Ministro possa creargli imbarazzi od ostacoli? L'on. Leonardi-Cattolica, tendendomi la jmano per salutarmi, alzò le spalle e sorrise, dicendomi: — Nulla di grave in quella quercia. SI tratta più clic altro dei pettegolezzi di un ufficiale che ha" lasciato il servizio. Con queste parole di un uomo che sa, la conversazione è terminata. o e à o o o | I (