La colonna Hercolani occupa Socna accolta festosamente dagli indigeni

La colonna Hercolani occupa Socna accolta festosamente dagli indigeni La colonna Hercolani occupa Socna accolta festosamente dagli indigeni (Per telegrafo dal nostro inviato speciale) g j"*1 Pomeriggio per radiotelegramma e ver-\ TRIPOLI, 24, ere 14,40. | La spedizione italiana è arrivata a Socna mattina pile ore otto. La notizia lie-| imo è pervenuta al Comando di Trìpoli ; io mezzanotte veniva appresa nei ritrovi', ierali, accolla dovunque, per quanto aspct-] lata, con manifestazioni di gioia. Socna è j là porla del Fezzan: esserci arrivali pacipocamente significa avere la quasi certezza dell'occupazione senza contrasti, di tutta la vasta regioni'. La marcia del capitano Hercolani Caddi, il residente di. Socna, e della stia valorosa carovana merita quella breve illustrazione che mi è consentita dai pochi particolari giunti stamane a mia conoscenza..Giri vi feci nolo a suo tempo come venne preparala l'importante spedizione. Questa parti da Sirte la notte dell'olio luglio alla dipendenza del capitano Hercolani: si comporieva, di 200 cammelli, parie dei quali erano dedicati a trasportare lutto il. materiale di'.residenza, di una stazione radiotelegrafica someggiata,'di una compagnia libica dklla Sirte organizzata dallo stesso capitano Hercolani e affidala ai. lenenti Scrìanì e Castriola, della terza compagnia del quinto battaglione eritreo fungente da scorta comandata dal capitano Bardi coi tenenti Guata e Wandessenlen, di una sezione di batteria libica da montagna agli ordini dei tenenti Marchivnni, Bosco e Castaldi e infine di reparti di gendarmi e ascari libici. La marcia fu lodevolissima per resistenza di uomini, per sveltezza di cammino, per fortuna di eventi. Fu una serie di giornale faticose ma liete, non turbale dal. minimo incidente, vivificale dall'entusiasmo, tormentate da un solo nemico ^li^rplacabile. Con .tre piccole soslc ,a Temei, fari Àssan, a /Andein, la carovana arrivò in ... ' jcinque giorni a Buygeim, unico centro di qualchc importanza che si incontri sulla via dalla Sirte a Socna. Qui essa era attesa da un presidietlo italiano comandalo dal tenente Barbieri, dislaccatosi, qualche giorno innanzi da Orfella e condotto a Bugi/nini dal capitano Negri, il quale aveva avuto incarico di assicurarsi e garantire della tranquillila di quella zona prima che avanzasse la grande carovana. Hi quest'ardita ricognizione del capitano \Ncgri parlerò Ira poco riferendomi ad una ! intervista avuta con lui. La colonna Her- N\colani sostò Ire giorni a Jìuggcim per dar Riposo a uomini e animali c la notte del 16 riprcsa ta marcia arrivando alla méta, \lwPolazione accorsa al passaggio dell'ini i ponente corteo ULava segni di profondo ri^spetto e di simpatico stupore. Il capitano i Hercolani prese possesso del castello, wel¬ come sappiamo, ieri mattina. liS accoglienze dei notabili .1 qualche chilometro da Socna erano ad allenderla i notabili del paese che si inchinarono innanzi al rappresentante d'Ila Ha e gli fecero atto di sottomissione accolli pugnandolo quindi per l'ultimo tratto ed entrando con lui solennemente in città. La l à l!di, .'della carovana che venne studiala in pre- cede)l:a nci moi minimi particolari. L'as - -, . _. .„„„,„ ;, »_„„;„^ ,„ - se»=a dei Prcdor" durtnUe ,l traa'Uo> la * tranquillila della regione e la buona acco- l'alto del quale fece subito innalzare una bella, ampia bandiera tricolore. Quando ciò avvenne era quasi mezzodì. Mentre il se gito dell'Italia saliva superbamente nel eie\l° infocalo dì Socna tutte te truppe schierale attorno al castello presentavano le armi e davano al vessillo un formidabile saluto alla voce. I cannoni della sezione someggiata tuonavano le salve di giubilo e il Caimacan invocava sui nuovi dominatori la prolezione di Allah. In quel momento ufficiali e soldati, della carovana dimenticarono cerio £ disagi indescrivibili del viaggio e nell'entusiasmo dell'ora, non si accorsero che il termometro segnava poco meno di sessanta gradi. Aveva appena taciuto il cannone che un nuovo fragore possente scuoteva gli echi della solitaria cittadina sirlica e poco dopo il telegrafo Marconi mandava a Sirte e a Tripoli la felice notizia. E" bene notare qui che il radiotelegrafo da campo, che sinora non aveva superato in questa campagna i cento chilometri, coprì ieri comunicando con Sirte 260 chilo' metri in linea retta. Al dispaccio di Her colani rispose il governatore con un vibrante telegramma di compiacimento e di augurio. La riuscita di questa marcia stu penda, compiuta senza incagli, a tempera tura variante da cinquanta a sessanta grudovuta alla perfetta organizzazione gtlenza degli abitanti sono merito della oculata preparazione politica condotta per alcuni mesi con vera bravura dallo stesso capitano Hercolani a Sirle e dal capitano Negri ad Orfella. Le regioni attraversate nonché l'oasi di Socna vennero trovate in misero stato dovuto più che altro alle conseguenze della guerra dell'anno scorso e alla noncuranza turca, ma si spera, quando, fra qualche mese, diminuirà la temperatura terribile, di poter iniziare un'opera risanatrice. La salute delle nostre truppe e ottima; non si e verificalo nessun caso di insolazione anche perchè il capitano Hercolani ebbe l'avvertenza di far marciare la colonna, nella notte e nelle ore meno saffo cauli del mallino c della sera. A Sirle fxaltanlo si prepara una seconda spedizione assai più' nuincfósa ed importante: quella che occuperà tutto il Fezzan fino agli estremi limili della Libia e accom-t uènpccpagna i residenti a Murzuk. Rraak e. Galli. Questa grandiosa carovana muoverà (iajSirte fra qualche tempo quando il residente jdi Socna le avrà preparalo la via, e sarà ! |i comandala dal colonnello Miani. La regione ocenpata Situala nel deserto sirlico, a nord del] Gcbel lissoda o Montagne Nere, a trecento] metri sul livello del mure, Socna c il crn-| Irò di un vasto gruppo di oasi chiamate] Giofra da Giof, che significa ventre. Infatti j l'oasi giace in una depressione circolare] oblunga contornata di un'allura divisa in] due da una catena di colline: occupa i<n'«-| rea di duemila chilometri quadrati ed, èj in abbondanza intersecata, da tratti ciotto- ;tosi e selve. Malgrado gli uadi che la. inter-\,. „ . ■ , _ secano, e poco alla alla vegetazione salvo, ' 1 J | i dintorni del più popoloso paese chiamato] Hon. Per trovare l'acqua occorre rompere uno strato di pietra calcare e scavare a .... t • ■• ! cinque metri di profondila nelle campa- gite, a tre metri e cinquanta nei villaggi e]giardini. Tutta la vasta regione che partecipa della siccità del Sahara, è saluberrima : il caldo vi è asciutto quasi come se un Ghibli perenne lo investisse da sud. La temperatura, che d'estate difficilmente scende al disotto dei quaranta e sovente sale a cinquanta e sessanta gradi, d'inverno precipita anche sino a venticinque, qualche volta a venti; cosicché può stabilirsi una media a trenta centigradi che è tra le più [orti del mondo ma è sopportabile ancora. Le febbri malariche, che infestano altri paesi del Fezzan, qui sono sconosciute. Per quanto faccia parte del versante Mediterraneo tripolitano, Socna coi turchi apparteneva amministrativamente al Fezzan, ma prima aveva vissuti lunghi anni in perfetta libertà. L'autorità turca riscuoteva un tri- btefo annuo di centomila piastre ossia 25 niila lire italiane. Gli abitanti sono in cont-Iplesso seimila divisi fra arabi e berberi. La capitale è Socna propriamente delta «città murala», obliata da berberi, che ha botteghe ed asta pubblica; ma più grande e più affollata è Hon, abitata da arabi, dotata della moschea. A levante, in un ampio anfiteatro pittoresco, si distendono le rovine dell'antica città santa Uadan che è pure menzionata da Leone Africano. Fra gli esploratori che furono a Socna, il più recenta è Sir Edward Dodson, inglese, che vi passò nel 1901 per recarsi a Murzuk. Tali i dati che sinora possediamo sulla nostra nuova conquista. Fra un mese forse avremo a Tripoli la corrispondenza postale dai valorosi che hanno portato laggiù il nome d'Italia. GIOVANNI CORVÉTTO. ì!(

Persone citate: Barbieri, Castaldi, Edward Dodson, Galli, Leone Africano, Marconi, Miani, Negri