La giornata dei Ministri

La giornata dei Ministri La giornata dei Ministri {Servizio speciale Vienna, 16, notte, j Quella di oggi si potrebbe definire la giornata dei Ministri. Da per tutto, infatti, vi sono stati incontri di uomini di Stato. Stama: tip; il conte Berchtold ha fatto l'annunziata visita all'Imperatore e si dice stasera clie sarà forse ricevuto, anche domani, perciò egli rimane a ìschi. Intanto, a Vienna, il Ministro serbo ha .avuto un lungo colloquio coll'A.iiiliasciatoro russo e il .'Ministro'romeno una. lunga conferenza col.ministro greco. Infine si annunzia l'incontro a Uskub dei tre ministri serbo, greco e montenegrino, mentre da Sofia giunge la'conferma ufficiale della notizia già recata dal Times dèlie dimissioni del dott. Daneff. Il ritiro di Daneff In quanto al ritiro di Daneff non è possibile ancora oggi, con lo poche notizie che si hanno, giudicarne le conseguenze. Daneff rappresentava due tendenze: quella d'una grande intransigenza e di una ostinata resistenza a tutte le concessioni c quella di una politico russofilà. 'Non si può tuttavia dire sia che fi suo ritiro significhi anche il tramonto di queste due tendenze. Bisogna sapere se il Ito accetterà le dimissioni e quale sarà il nuòvoMinistro Presidente. A Vienna, noi circoli politici austriaci, si è accolta con grande soddisfazione la notizia del ritiro or Dan«rr*m questi "orami tempi» come ho fatto notare, dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra la Romania e la Bulgaria, che hanno costato un'amara delusione alla diplomazia austriaca, si era organizzata una vivacissima campagna contro Daneff condotta in prima linea dai giornali che prendono le loro ispirazioni al Ministero degli Esteri. Si accusava il Daneff di essere stato sordo a tutti i consigli di moderazione verso la Romania e di essersi abbandonato completamente nelle mani della Russia. Queste accuse in parte sono vere, ma se si deve riconoscere in realtà che il Gabinetto di Sofia si 6 dimostrato troppo intransigente e troppo poco abile, si deve anche riconoscere che una gran parte di, questa intransigenza, sovratutto verso la Serbia e la Grecia, che è stata la causa della nuova guerra e dell'azione romena, fu ispirata ed incoraggiata db. Vienna, ove i giornali ufficiosi andavano sostenendo la tesi che le domande serbe non erano giustificate e che la Bulgaria non doveva soddisfarle punto. A Vienna si desidererebbe ora un Ministro Presidente iputìtrofilo e nei circoli bulgari, almeno in quelli viennesi, ho pure notato delle, tendenze austrofilo. Può darsi anche che il desiderio dei circoli viennesi sia soddisfatto, ma non si vede come un riavvicinamento austro-bulgaro, nelle attuali circostanze, possa ancora salvare qualche cosa di ciò che la Bulgaria ha già perduto. Ad ogni modo^le dimissioni del Daneff, che oggi sono annunziate, costituiscono sempre un notevole avvenimento che può avere una importanza decisiva per l'ulteriore decorso della crisi. Daneff rappresentava, come ho detto, il punto di vista bulgaro che abbiamo analizzato l'altro ieri e che cioè la Bulgaria non ò in stato di guerra, non si considera battuta, non può sottomettersi a delle imposizioni dirette della Serbia e della Grecia ed aspetta perciò la risoluzione del conflitto mediante l'arbitrato o la mediazione della Russia- o dell'Europa, come era stato deciso prima della guerra. Il ritiro di Daneff potrà forse segnare un mutamento di questo punto di vista avvicinando la tesi bulgara a quella serba e greca. Il Convegno di Usknb Quanto all'incontro a Uskub dei Ministri dei tre paesi alleati, esso e avvolto ancora nel mistero o non ò prudente l'abbandonarsi a troppo ampie previsioni. Molte voci contraddittorie hanno accompagnato oggi a Vienna questo incontro. Si diceva, per esem- pio, che rincontro avverrà misteriosamente di notte s ad esso parteciperà anche l'invia-to bulgaro come il Ministro Presidente ro-meno Mnjorescu. Tutte queste voci interes-sane per una cronaca spicciola non sonoconfermate dai circoli competenti. E' certo ad ogni modo che nell'incontro di Uskub si discuterà della pace. Ho la soddisfazione di vedere anche oggi confermate da una comunicazione ufficiosa venuta da- Belgrado le mie costanti smentito dei giorni scorsi a tutte le voci che parlavamo di una già avvenuta conclusione dell'anmistizio. Il comunicato serbo definisce queste voci premature, perchè non sono neppure ancora cominciate le trattative in proposito. Attualmente, aggiunge il comunicato, vi è una paura naU'aizone' militare, ma le operazioni non 6ono sospese. All'in- contro di U*kub, dunque, il ministro Paaic della Stampa). discuterà con Venizelos sulle direttive nelle condizioni da. porre alla Bulgaria e sulle forme da seguire.nelle trattative. La Serbia moderatrice Il ministro Pasic, secondo quanto posso sapere, si ò recato ad Uskub con una missione sopratutto moderatrice. La Serbia, oggi, più vivamente della Grecia, desidera una pace colla Bulgaria perchè il paese ha dovuto sostenere'lira maggiore urto bulgaro e perche non desidera uh totale annientamento della Bulgaria e perchè comincia a preoccuparsi dell'avanzata greca e di quella romena. Tanto nella sostanza quanto nella forma, le pretese della Serbia sono perciò contenute in termini concilianti. Non così si 'può dire della Grecia. E' tipico armano ohe questo atteggiamento ha destato negli stessi circoli francesi una forte tendenza ohe mira ad-ottenere una grande vittoria sulla Bulgaria, tanto nella questione territoriale quanto: in quella di prestigio. Avrete.notato in questi giorni la larga diffusione di notizie da fonte greca di massacri commessi dai Bulgari. Queste notizie si riferiscono'spesso, purtroppo, a fatti veri. Gli episodi delle due guerre balcaniche non sono stati soltanto doloro?.', e tragici, ma anche selvaggi. L'insistenza delle notizie greche, però, rileva, ancora uno scopo politico. La Grecia vuole con tali notizie crearsi \m ambiente mirnpea psicologicamente favorevole alla sua tesi territoriale mostrando la grave sciagura a cui andrebbero incontro le popolazioni greche cadendo sotto il dominio bulgaro. Negli stessi circoli francesi si dice che questa attit/udine estrema è stata assunta per primo da- re Costantino, mentre Venizelos si mostra più moderato e prudente. Nella conferenza di Uskub il ministro Pasic, considerando finita la missione di guerra della Serbia, si preoccupa di non essere trascinato a nuove complicazioni e pensa di persuadere Venizelos alla moderazione e al suo punto di vista per non infierire esageratamente sulla Bulgaria, la quale, col suo sacrificio di 40 mila uomini nella prima guerra, ita pure in gran parte facilitato alla Grecia le sue nuove conquiste. La vigorosa avanzata rumena Nella decisione ultima dovrà tuttavia dire anche una parola la Romania. Ormai si va sempre maggiormente delineando quella tendenza su cui, damolto tempo, ho richiamata la vostra attenzione e ohe segna un ingresso energico e deciso della Romania nella politica balcanica attiva. La Romania afferma ora il suo diritto di controllare la direzione e la sistemazione politica dei Balcani. Anche le notizie di oggi parlano di una vigorosa avanzata militare-e politica della Romania. Una Nota militare romena dice oggi che l'esercito Tomeno continuerà la sua marcia in avanti fino quando si sarà conclusa definitivamente la pace fra gli Stati balcanici. Qualche giornale attribuisce alla Romania anche l'idea di un'avanzata fino a Sofìa. Bisogna accogliere con qualche riserva questa ipotesi. E' certo, tuttavia, che l'azione militare romena va prendendo quelia piega ampia che vi prevedevo. Il ministro della guerra romeno ha pubblicato oggi una comunicazione ufficiale da cui risulta che è stata occupata la linea RustucVarna, di cui vi ho più volte parlato. Inoltre, il viaggio di re Carlo, che si Teca ad ispezionare il fronte dell'esercito, e la tra versata del Danubio di quattro interi corpi d'armata parlano d'una azione militare so tenne che non può sfuggire la portata politica. Italia e Romania Alcuni giornali di Vienna colgono l'oc casione per ripetere una delle solite storie tendenziose e velenose contro l'Italia. Essi si fanno telegrafare che l'Italia si fa promotrice di un'azione per fare pressioni sul la Romania e limitare la sua avanzata. Posso smentire categoricamente, da informazioni assunte alla più competente delle ctdcVVsg I fonti, simili notizie dei giornali viennesi, !Si tratta, evidentemente, d'una manovra j diretta a suscitare a Bucarest il più spic. cato malumore contro l'Italia e ad atteinuare la cordiale unione del due paesi ma 'nifestatasi anche recentemente in modo che è dispiaciuto a qualche circolo viennese, L'Italia non ha fatto e non farà alcuna demarche a Bucarest. La sua azione si li j mita ai soliti consigli di conciliazione si- mente nello questioni balcaniche. Vi è solo mili a quelli delle altre Potenze. Il punto di vista sostenuto dall'Italia è che non sia conveniente qualsiasi azione separata di una Potenza e che si servirebbe male la causa della pace mescolandosi indebita- da deplorare che qualche gazzetta di Vien nà ed i suoi ispiratori non abbiano ancora , abbandonato certi metodi troppo sot- ; Urraaei di astone politica.