Il suicidio di un testimonio importante

Il suicidio di un testimonio importante Episodio tragico nel processo del Palazzo Il suicidio di un testimonio importante pL'ing. Giannini si spara una rivoltellata al cuore (Per telefono alla STAJHPH). n e e e a - Rema, 10, sera. Gli avvenimenti incalzano nella nuova fase dello scandalo del Palazzo di Giustizia. Stamane si è suicidato nel suo studio, in via Balbo, a Roma, con un colpo di rivoltella al cuore, l'ing. Giovanni Giannini, che doveva essere uno dei testimoni nel processo che si farà contro i dilapidatori del denaro pubblico, e che stava per essere interrogato nella nuova istruttoria In corso per opera della Sezione d'Accusa. Come avvenne il suicidio Ecco le drammatiche circostanze nelle quali il suicidio è avvenuto. Questa mattina alle ore 9 l'ing. Giannini, salutata la moglie ed i figliuoli, è uscito dal suo villino in via Balbo avviandosi verso il suo studio al N. 45 della stessa via. Apparentemente eTa calmissimo. Entrato neh'n'Ufficio per imprese e costruzioni», da lui diretto, ha subito varcato la soglia della sua stanza. Forse aveva già compilato in casa la lettera per il Procuratore Generale, commendator Paoes, al quale, come è noto, è affidata con altri magistrati la istruttoria sull'affare del Palazzo di Giustizia. L'ing. Giannini depose bene in vista sul proprio scrittoio la lettera per il coroni. Paces, quindi sedutosi accanto alla scrivania e avvicinata la rivoltella al cuore ne ha sparato un colpo. Poco dopo è giunto all'ufficio un impiegato, il signor Alcide Fontana, che, vedendo /già aperta la porta della stanza del Giannini, ha subito' compreso che questi era arrivato; pensando che egli fosse già intento al, lavoro, volle annunziargli il suo arrivo senza entrare nella camera. — Sono qui! ingegnere — disse. Ma a queste parole non rispose che un silenzio profondo, con «rande meraviglia dell'impiegato. Il signor Fontana volle allora accertarsi se proprio l'ingegnere fosse già in ufficio, ed entrato, ha veduto subito che l'ing. •'■Giannini stava seduto accanito al suo tavolo e vi' appoggiava sopra la testa come se dormisse. Sempre più stupito, il Fontana si è avvicinato ancora dì niù al suo principale, ed ha notato allora che l'ingegnere stringeva nella mano destra una rivoltella. Gli occhi dello sventUr rato socchiusi, il pallore del volto e la sua immobilita, tutto faceva comprendere che era già morto.... Oltremodo tuirbato, l'impiegato è sceso rapidamente comunicando la triste notizia al portinaio Fu chiamato un medico che fece distendere il yniclda sopra un divano. Esaminata le ferite, intorno alle quali apparivano abbrucclacchiati i bordi della camicia, toccato il polso all'infelice^, il medico si e avveduto subito che la morte era oramai sopravvenuta. Intanto giungeva il comiiiissarlo di Pubblica Sicurezza della Sezione del Monti, che sequestrò la rivoltella o la lettera diretta al Procuratore Generale, Paces. Una scena pietosissima si 6 svolta più tardi piando la ■ moglie dell'lng. Giannini, la signora Giulia Bonotti, edotta della sciagura, tare una emozione che avrebbe potuto avere aravi conseguenze, il funzionario ha impedito; alla signora dì entrare per abbracciareMl corano gelido del padre dei suoi figli, e, con las-ieurazione che l'ing. Giannini non era che caduto in deliquio, ha ■potuto ricond.urla a' "sulle cause del tragico suicidio dell'ingegner Giannini, il signor Fontana ed un altro impiegato, a nome Domenico Franchlna, non hanno potuto indicare le vere cause. L ingegner Giannini contava 51 anni. Era nato a Mimano. Il suo ufficio o stato chiuso ed il commissario cav. Flordaligi ha posto innanzi alla.SSKSSisiS con^oM\^ì\mnl^\^lenfiare alcuno toanne. snntende. i magistrati. I'tng Giannini ricopriva varie cariche, fra-ni aueila di sindaco delia «Società anonima".ui. ' 5'"L i.." .. - ^«i.vt««i*n.ir> nsT<nnalodella' birra Perroni » e dell'Istituto nazionalo medico farmacologico. La notizia al Palazzo di Giustizia i r«.,n««n«.*La notizia del suicidio dell'lng. Giannini eiilurita al Palazzo di Giustizia pochi minutiIrinia delle udienze, nell'ora in cui più affol-lati sono le aule ed i corridoi, e suscitò ria-(tiralmente una grande impressione. La rio-tizia si e diffusa in un attimo iri tutti gli_ ani-della ditta Ricciardi, Borrelli e Marnidioio.D'interrogatorio e stato sospeso o rimandatoilio ore 15 d'oggi, il consigliere \erae ea ncancelliere Fresa sono-FuOito usciu. La folla dei presenti circondo 1 avv. ui «c-ledette, al quale il Giannini si era rivolto^^^^o^^Z^Ane inchiestemb«eUvmoessIm dlscusìtoneàia Camera L'avv Di Benedetto, circondato dn, colleght,da amici e giornalisti, che insistentementechiedevano notizie intorno al suicidio, harisposto: — La notizia del suicidio mi è stata telefo-nata alle 11. Ne sono rimasto addolorato estupito. Proprio stamane, alle 8,30. l'ingegno-» Giannini mi aveva telefonato, dicendomihe avrebbe desiderato parlarmi in giornata.Non avrei mai potuto prevedere che qualche"'"T^nn^^it^H^nit^^nn» -Un ricordo' MrMe Tni tewva a lai.Il Giannini fu durato nella prima causa chedifesi venti anni sono, In Corte di assise. In•enti'anm mi ero dimenticato di questo lon-O^niTM^o^m^-- l°_*!?ssoiiuando i giornali cominciarono nome e a pubblicare delle letter ne da me. Lo rassicurai e cercai di confortarlo,dlcendogli dì non impressionarsi, trattandosiira. Fu lo stessoil mesi or sonono a fare il suotere. Allora ven-secondo me, di cosa a cui non avrebbe dovutodare soverchiamente peso; 'ma ii iìiuui'ini, perla sua grande sensibilità, era profondamente impressionato. E tanto più lo fu dono l'inchle•ita e -la lettura alta Camera delle lettere contenute nella relazione. Ciò lo addolorò moltissimo. La sua gentile signora, aita quale certo non -poteva sfuggire lo stato d'animo del marito ed io cercammo dì calmarlo, di rassicurarlo, dimostrandogli che egli non avrebbe dovuto temer nulla. Ma il Giannini, ripetorlie fu sempre sensibilissimo, era rimasto impressionatlsslmo dal rumore fatto attorno asuo nome; e, per quanto vive fossero le nostre insistenze e le premurose cure della sua signora, egli non riacquistava la calma, sebbene non avesse ricevuto neppure un mandato di comparizione... Bra un lavoratore di polsoe la notizia del terribile atto che ha compiutopoco dopo di avermi telefonato, mi ha addolorato molto. La lettera lasciata dal suicida è stata recapitata alita procura generale presso la corte di appello e si trova ora nelle mani del procuratore generale, senatore Vacca. La lettera del suicida Alle 15 il senatore Vacca è giunto al Palazzo di Giustizia ed ebbe subito un colloquio durato più di mezz'ora con il sostituto procuratore, comm. Paces. Il comm. Pàees si é recato poi negli uffici della sezione di accusa periprendere insieme al consigliere Venie ed a-uicelliere Fresa gli interrogatori ni OrestBartoli e di Giovanni Amalfitano, interrottstarnane alle 11 per il suicidio del Gianniniintorno al documento del suicida si mantiene il più impenetrabile silenzio, ed il pilstretto segreto. Indubbiamente in queste ultima lettera l'ing. Giannini deve aver data la giustificazione dei rapporti corsi fra lui r la impresa e dimostrata la sua grande eccitazione per le conseguenze moraliforse più che penali che forse avrebbero potuto avere, conseguenze che lo avevano infinitamente esasperato. Secondo una ipotesi assai probabile avreblie tentato con la sua lettera un atto di giustificazione confessando come e perchè egli tosse stato costretto a scrivere le note lettere che riferiamo più avanti e la cui responsabilità resterebbe ad altri che avrebbero esercitato una specie di influenza sulla volontà del Giannini. Questi lumeggiando alcuni lati della controversia fra Stato ed impresa, denuncierebbe colpe finora ignorate e complicità finora non assodate. H Giannini ricorderebbe anohe la sua vita di lavoro, e lo strazio dell'animo fin da quando furono svelati ii primi gravi episodi uel Palazzo di Giustizia ed altri elementi di azione che sembra conterrebbero importanti documenti cho il Giannini ha voluto rimettere alla giustizia prima di darsi la marte. La parte avuta nell'inchiesta dall'ing. Giannini L'ing. Giannini ha avuto una parte importantissima neh' inchiesta sulle spese per il Palazzo di -Giustizia. Di lui, che al tempo della costruzione del Palazzo dì Giustizia era vap presentante della ditta Galluri fornitrice delia pietra ; di Rezzato, esistono, pubblicate nella relazione della Commissione parlamentare, parecchie lettere che furono trovate nella corrispondenza sequestrata presso la ditta, lettere che si riferiscono tanto all'esecuzione del lavori quanto ai lodi. Specialmente gravi apparvero le lettere che si riferivano al terzo ed al quarto lodo dell'impresa Borrelli e che ebbero alla Camera dèi deputati larga e profonda eco di commenti e di impressioni. Dell'ing. Giannini si è parlato specialmente dopo la tempestosa seduta della Camera, nella quale l'on. Gesualdo Libertini, componente la Commissione d'inchiesta, fece le rivelazioni che causarono il primo rinvio della discussione e la pubblicazione per parte dei vice presidenti della Camera dei documenti della Commissione d'inchiesta. Fu in quella seduta della Camera, che, durante il discorso dell'on. Gesualdo Libertini, ebbe particolare risalto la deposizione resa dall' ing. Giovanni Giannini dinanzi alla Commissione d'inchiesta. La Camera ignorava, benché' alcuni deputati avessero letto la relazione, la gravità della deposizione dell'ingegnere Giannini. Fu l'on. Gesualdo Libertini che improvvisamente mise a conoscenza, della Camera la gravità di quella deposizione, specialmente nel punto delle sue dichiarazioni che si riferivano all'on. Brunialti. Ecco come si svolse 11 caratteristice, impressionante episodio: , L'on.' Gesualdo Libertini lesse, seguito con la più- viva attenzione ed anche dalla più curiosa stupefazione della Camera, come documento particolarmente grave, la seguente lettera'del Giannini, sequestrata dalla Commissione d'inchiesta. La lettera portava la data dfiire .febbraio 1907 ed era indirizzata dal € • t a G« « a « G« c « « lt <■■ d< « «d««««inlao; «ìferl ho visto il commendatore Hicciar«cdj'js^mi ha detto che la riunione - con a gli :~ari)itri andò benissimo e che hanno « messo a tacere il Genio Civile;. e questa « parte voi la conoscete già meglio di ine, » perchè ve ne avrà tenuto parola l'on. L. 11 « commendatore ha però soggiunto che le uni« che note scordanti sono siate le vostre do« monde esagerate e questo fatto, ha detto lui, « potrà recare danno anche alla loro partita. « Dopo questo signiilcutivo discorso io deside« rerei sapere se l'on. L. ha parlato con l'onorevole B. nel senso che si disse prima che \'^^ l'arbitrato; o se non ha parlato " o™ che l'onorevole è a Roma e ci verrà di •« frequente, io desidererei che ci parlasse, per - fargli sapere che se fra 1 due c'è chi merita :< considerazione. CTUesti siete voi i> In stnrin considerazione, questi siete voi e la storia « delle esagerazioni è una panzana di R. « Se vot avete esagerato, còsa si dovrà dire " dell' impresa'/ Se dovete parlare a L. sbri :" Gatevi- perche pare che la sentenza uscirà , presto ». La lettura di questa lettera aveva prodotto profonda impressione nella Camera, sembrnn do a molti che le iniziali di L. o B. si rife risserò agli onorevoli Luzzatto Riccardo e Bru- ««da poiché l'on. Brunialti protestava vibratamen-1 te e la Camera appariva sempre più tomien-l tata da una gravo preoccupazione, l'on Lfber-' ti,u dichiarò che l'ing.'Giannini stesso aveva i sotto ,„ rxiinaccin. del nresidente Frola rivn! Sta Temidi MlSo ^%ST&^^fa^M con3h le semplici iniziali o con uno pseudonimo; ed a uonferma l'on. Libertini lesse, quel pezzo! della deposizione Giannini che si riferiva al punto in questione e cho suonava cosi: «in-ia terrogato II Giannini sulle lettere, L.B. rispo-1 :sc: « Non ricordo. Fattegli dal presidente le av- « vertenze di rito, circa la responsabilità mo- rrale e penale cui va Incontro chi depone il .false-, dichiara ohe con la lettera L. si aliti- , deva al Luzzatto e quanto alla lettera B. si i . „ riferiva all'on Brunialti» , S So™ i fatt? svoltisi alla Camera ri- i flettenti l'ing. Giannini. Ora egli avrebbe do- Iv,ut0 B,vep0- ?m'c *là„!'1bbe^, nell'inchiesta, un'a- zlone importante nell'istruttoria che si va com- ! P'endo, anche se le sue deposizioni di per se .-j stesse, come le lettere, non fossero state in al-1 o;Cun_modo ^.«T^Sl ziarie istruenti, se non con mandato di; comparizione, In quanto che quel qual-|.«««....lpGttpSqrzm !oun modo bastevoli a creare oppure; , a metterei in essere delle responsabilità | 'Penali Pertanto non doveva essere 1 ingegner| -: Giannini interrogato dalle Autorità giudi-! o [siasi addebito che a lui si fosse potuto muor] vere sarebbe stato prescritto, certo con c'ta- e l e , l a o , , e o r l e i . i a a • dai ritardo del lavori e quindi vorrebbe fn-Izione testimoniale. Invece e-gll ha precluso ogni seguito alle sue precedenti deposizioni, con II suicidio di stamane. T.Vnistolario sequestrato La relazione della Commissione di Inchiesta e I relativi supplementi deliberati alta' Camera contengono nn largo ed interessante epistolario dell'lng. Giannini. Sopra questo epistolario aveva portato tutta la sua attenzione la Sezione di accusa che si proponeva di contestare al Giannini talune circostanze sulle quali potrebbe far luce la lettera lasciata dal suicida per il Procuratore Generale Paces. Ecco, in attesa di questa luce, l'epistolario dell'lng. Giannini: Lettera 29 agosto 1906 del Giannini alla ditta Gaffuri: . Sarei d'avviso che quando veniste portla. te con voi l'on. Luzzatto, vostro legale. Con « il Ricciardi questa volta bisogna andar cau« ti, prima perchè non teme più.quei forti ap. poggi che una volta avevate voi. poi perchè « è persuaso che voi non abbiate avuto danno « re, (badate questa è una mia idea) la parte « del leone. Quindi piendetc le vostre misure . a tempo, scrivetegli e domandategli quando . dovete venire e, quando vi indica il giorno, . non mancate. Venite ed accompagnati dal . vostro legale. Bisogna gì ne ari o bene ». Lettera del 26 marzo 1907 del Giannini al Gaffuri < Ho saputo che zm tf ti (pelle avremo la € sentenza arbitrale. Giovedì ecorso l'Impresa • è stata chiamata per alcuni schiarimenti, la t cose pare procedano bene. Vedremo te il a capretto pasquale sarà gratto o magro... ». Lettera 20 oprile 1907 del Giannini alla ditta Goff uri: « Faccio seguito al mio telegramma. La_sen« tenza arbitrale dà 3.558.000, di queste 264 mi« la 168,19 a voi; ribasso 84.500,82, nette L. 179 a mila 604,37... L'impresa non si dice soddl« sfatta, e volt.... » Lettera 30 aprile 1907 del Giannini alla ditta Gaffurl : « L'impresa Ricciardi dice che in proporzio« ne avete avuto più di loro; io non lo crederò c mai. Se L. avesse parlato con B., come io « suggerii, forse le cose sarebbero andate un « po' meglio. Ricciardi desidera sapere il volt stro parere in proposito. Dice che attende il <■■ consiglio del legale... • Lettera 29 luglio 1904 dell'ina. Giannini alla ditta Gaffurl: « ..... So però che il commendatore Bragglo < è irritatissimo di queste trattative di transa« zione condotte quasi esclusivamente dal Sot« tosegrotarlo On. Pozzi con l'ing. Giordano». Lettera 13 aprile 1903 dell'ina. Giannini alla ditta Gaffuri: « Come avrete forse già saputo, il quinto ar« bitro è il giudice Mosca, meridionale, cono» scìuto dall'Impresa e nel medesimo ufficio « del giudice Gennari Di Breccia; e se voi co« noscete questo, si potrà fare qualche passo «■ per raccomandare che giustizia sia fatta, i Ma su ciò vi avrà già intrattenuto ring. n Toni-Bazza.... *. Lettera 10 maggio 1912 dell'Ino. Giannini al la dilla Gaffurl: Mo Interpellato il signor ing. iRicclardl a por eie che riguarda gli^arbltri; e mi ha o detto che fino ad ora non^c'è nulla di nuo¬ rsgbcdfCctb•rvrSiicdepnL•pdnpuuu uno llliu cu u»a nuli u c «luna ut »' o. Egli però mi disse che vorrebbe veniste l„l „.„.Q„,,ti- „,„n. „„,n-„ ho [por proseguire quella nota pratica, tanto be-1 « nn incominciata con la nota persona altolo« cata... ». Lettera 27 giugno 1912 dell'ino. Giannini alla ditta Gaftvri: • Faccio seguito al mio telegramma odierno a con cui a nome del commendatore Ricclar- 1 pre dimenticato; prendevo quindi occasiono ldal prestito che gli avevo fatto per esaudire '» i0»"0 desiderio. Naturalmente è un discreto i regalo; ma, pensando allo noie che poteva darci, credo cho- non sia denaro sprecato, si inten(le la dentro 8 lut- « anche nei h»*"*" « «"*au <=i Potrà giovare», attera 25 novembre 1904 del Giannini: ! «Fin da quando 6i incominciava lo scalone Lungo Tevere e piazza Cavour, ad evitare lo iscarto di parte dei tasselli di quel colore di 1 Pietra, feci notare al solito individuo di aver Pensato ti lui. Oggi 6 venuto, e mi prega di Prestargli 400 lire, avendo il 89 un Impegno, ?, c5?^che„.i}2n Jw*&W^«S.J}P*J3£. nUn S£J?sSft1 tum° coUaudo i prfg° ilm^^a latta™ vi * d«i t»io. -n ua„i?„ 'JSi.Jl£ S, ale" Samoli accordareScóntro effetto1 scono precauzionalef " P Conto spese rappresentanza Giannini. 1.0 ! dicembre 1304: .29 novembre 1904. signor B.. .contro effetto scadibtlie 20 luglio 1004, !.. 400». 1 lettera 2 dicembre 1904, del Giannini l _ -Posseggo vostro telegramma 29, lettera ; m margine: cambiale 89 novembre 1904- |29 luglio 1905 a firma Attillo Bizzarri, all'or- . ...... di pregavo trovarvi a Roma senza tallo lu- « nodi .per continuare le sollecitazioni che ri-!« guardano gli arbitri. Gli arbitri hanno fatto « una sentenza interlocutoria. Inoltre fra i cln- „ mu> vo n* nnn rti rafMri77n.rp un noco oer-iTè 1%"* istinto J^ffiSp» Non!. si può prendere da nessun verso, tranne . che con una raccomandazione della solita . persona per la aitale ha speciale deferenza, . Vi è infine da sollecitare perchè pare che in-!li tonda andare fino alla fine di settembre.... ..ju j ,i ,» _„,„,,^ „„„ Oltre a questi documenti, la relazione con- fen^^ffSll d!Ucnorru& presso l'assistente governativo del Palazzo di Giustizia. Achille Bizzarri. Lettera 15 giugno 1898 del Giannini alla ditta Gafluri: « L'ing. Billiori ha scartato 26 pezzi quasi tutti pomiciati per mancanza del piano di posa, ieri l'altro intanto si discuteva con Stella per la mancanza del piano di posa di qualche centimetro. Un pezzo dell'ambulatorio arrivò sul ponte al C bis 6, che era, senza esagerazione, cosi (qui è la figura), cui manca una porzione di parete di centimetri 16 per 1.10. Ma per fortuna è passato » . Lettera zi maggio, senza anno, del Giannini alla Dilla: « Il signor Bizzarri mi prega da diversi gior- ni di trovargli modo di avere L. 2300 per pa- gare certi suoi debiti, fatti a causa di un suo fratello. Delicatezza vorrebbe che non fi- oteifa0 vo" ZuVltoentonS^avo» ifsi'- gno? E.' dovre^pTgare WuToMét fezza». Lettera 8 febbraio 1902. del Giannini: L'altro ieri venne da me il signor B.; chiese un prestito di 500 lire, restituibili metà a tre mesi e il saldo a sei; naturalmente non sep- pi rifiutarmi e glie le diedi; presi occasione per domandare la data del conto precedente per lordine. Promise di dirmelo. Confermò anche l'errore nell'analisi:. cioè, nell'analisifurono dimenticati l sestoni. « Mi sono sempre dimenticato di dirvi, come voi mi avete autorizzato, che dissi fin dall'anno scorso al signor B. che il rimanente del ; a Posseggo vostro telecramma 29 iettar* oq | colta £ewonà'a vrinTTfa^ltì | avete BUKBerUo; unito alla presente troverete ! l'effetto rilasciato ». dine dell'ing. Giannini. L'istruttoria Amalfitano e Bartoli E, chiusa per un momento questa dolorosa parentesi, torniamo alla cronaca dell'istruttoria. Circa l'interrogatorio del signor Amalfitano e del sig. Bartoli, impiegati della ditta Rie dardi e Borrelli presso la sede di Napoli, si hanno i seguenti particolari. I due impiegati stamane si sono puntualmente presentati alle 9 alla Sezione d'accusa. 11 iprimo ad entrare nella camera del consigliere istruttore è stato il signor Amalfitano, che ne è uscito olle undici meno 10, quando il consigliere Verde ha dovuto interrompere l'interrogatorio per la notizia giuntagli del suicidio dell'lng. Giannini. L'Amalfitano non ha fatto clic ripetere quanto aveva deposto nella veste di testimone ed ha negato di avere, in complicità col Bartoli, sottratti veri copia-lettere sequestrati dal giudice. « I libri contabili ed i copia-lettere • egli ha detto • furono dal giudice istruttore affidati alla custodia mia e del Bartoli e sono stati tutti consegnati al magistrato e vennero spediti a Roma. Nessun reIgistro * nessun copia-lettere fu sottratto». Su•richiesta del consigliere istruttore, l'Amalfitano ha ripetuto che la sede centrale di Napoli non si occupava per niente dei lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia, e che tutti gli incartamenti relativi a tali lavori si trovavano a Roma nella succursale che l'Impresa aveva aperta. Alle 15 precise si «ripreso l'Interrogatorio ed è stato chiamato dal consigliere istruttorea il signor Oreste Bartoli. Questi in sottaQ" be ripetuto quanto nella mattina aveva detto I signor Amalfitano. Ha oloe respinto come ingiusta l'imputazione, sostenendo ohe nessun libro contabile nè copia-lettere dell'impresa fu celato © sottratto. L'Amalfitano ed il Bartoa devono rispondere, come è noto, del reato di favoreggiamento punito ■dall'articolo 2B6 del Codice penate. I due impiegati della ditta Bopcelli, sopprimendo libri contabili e copla-let tere, che, secondo la sezione di acousa, avrebbero anche essi contenuto la prova della cor* •ruzione esercitata dall'Impresa durante 1 lavori del Palazzo di Giustìzia, avrebbero favorito la dispersione delle treccie di un delitto. Se .riuscisse poi provato che l'Amalfitano ed il Bartoll avessero in qualunque modo violato i suggelli messi dal giudice istruttore sulla cassaforte della ditta BorreUi-RIociardi, quando il 12 giugno la perquisizione fu sospesa per essersi apezzata la chiave, et entrerebbe nell'ipotesi prevista dall'articolo 201 del Codice- penai». La sospettata sottrazione di documenti A meglio chiarire la situazione dei signori Amalfitano e Bartoli riguardo alle imputazioni •loro rivolte, e bene riferirsi a quanto, in proposito, scrive la relazione della Commissione d'inchiesta. Nella relazione, dopo aver accennato alle ragioni che provano la sottrazione di documenti, si legge : < Per tale motivo, cioè per le lacune della contabilità, si ebbero dot sospetti sulla regolarità delle operazioni eseguite a 'Napoli, in quanto si diceva che la semplice apposizione- dei sigilli alla cassaforte e alle scrivanie senza l'affidamento dei sigilli alla forza pubbli*,, non fosse garanzia sufficiente contro lie manovre dei rappresentanti della Impresa o del loro dipendenti, e si sollevarono anche dei dubbi contro la correttezza dei funzionari che avevano proceduto alla perquisizione nello studio Mannaiolo, sia perchè nella continuazione della perquisizione avve- m ,„, „ HMn „ „ _ ~ * „ * : , _~ lnuJ* «hieno 1913 non sarebbero stati tro [vati più l documenti che avrebbero dovuto es- 1 più sere' contenuti nella cassaforte e nel mobili suggellati, sia perchè detti funzionari avrebbero addirittura sottratto del documenti allo scotio di favorire la Impresa, specialmente l'avv. Guarraoino. Però • continua la relazione - se 1 rapporti fra l'on. Guarraclno e detti fun.Honorl non possono metterà!I inJ^W© ■ non possono meravigliare data la posizione poli!«<» del Cuarraclne; • 1*J"»JS^SS-^ avvocato esercente in Napoli^ non si.ebbe al «m «tomentoJ^fJ^^™™^»^: i*ata mancanza del documenti a dolo o colpa !del funzionari stessi. La Commissione non può e tuttavia far a meno di rUwarei che non «J » a proceduto in quella contingenza con Quella oculatezza ed energia che erano necessarie, -! dando luogo - prima col rinvio delle operajzionj dalla sera alla mattina, .e^ol^ospen- dandole per due giorni — al legittimo sospetto. h ne espuso neanche dalle indagini t^J^^jfmm^ d^C*™m«» meaesima ».