La nostra azione militare in Cirenaica

La nostra azione militare in CirenaicaLa nostra azione militare in Cirenaica (Dal nostro inviato speciale) La brigata tii §no, tastiera regione orienti l'oasi principi^ a. Mar tuba è , SIDI GARBA, zz giogno. I; Le ragioni alle quali vi accennavo per telegrafo, nulla inutilità.di mantenere occupato il campo ii Ettanai, posizione che rifondeva a tulli i requisiti di difesa e di 'contro-attacco centro le provenienze da Bertur/ma poSizioàe assurda per voi, e per i vostri proposi®di rapida conquista effettiva drll'altipiam hanno determinato le seguenti dispòsi-Mni del Comando del Corpo d'Armata rf'fljfiftztnnC - ■■^ò^~-<^\- vaciocchi domattina, 23 giùtttangi per spingersi nella |e di Martuba ed occuparne ha distanza de Ettangi ■t circa sei ore di marcia, lì. carattere -all'avanzata di Cavalocchi è assolutamente pacifico, essendo il tapo medesimo della zévia di Martuba, sotìomesso$i all'indomanfdi Ettangi, Vaccompagnatore e la guida tifile nostre truppe leggere che iniziano qwì^marcie di irradiameito e di insediamento di residenti militari, ifylle zavie prìncipaVMclVhinleìrland di Defna. Il capitano Loraf - precederà con una piccola scoria la colina Cavaciocchì e si jrcscnterà con il oi$b ti Martuba alla zav\a, appunto per eH'efmare maggiormente questo carattere pv.iftco dell'operazione. Bianco e Piacentini Si ignora sino a questo momento se i reparti della Divisione Tassoni effettueranno da Ain Mara quello che accade per i reparti della divisimi^ Salsa. Si prevede però che il generale Tassoni rifarà presto la sua marcia da oriente oimecidente, riaffermando il dominio nostro tulle innumerevoli zavie e sulle tribù che itÀla Cirenaica centrale in ispepial moio etti, se sono state visitate _una volta, n\)n si possono certo ritenere àncora ticure. ISow attesi a Verna il maggiore ' fianco \e il a ;v. Piacentini, ai quali spetta ienza dubbk il merito principale di aver preparato 'la brillante traversata dell'altipiano della l ivisione del generale Tassoni, ìion saprei i rvi se cotesti due preziosi- elementi della istra penetrazione in drenaiAi, i quaìh (ji tono di un ascendente e di un prestigio fra le popolazioni occidentali che arebbe crin noso non utilizzare, accompahicramio il generale Tassoni nella sua ji areici di ritorno, o se iliveee si acctftgViijit^a a crctre stabilmente relazioni con U .àmbi delthinierland di Verna., In ogni lodolla vemaa a Derna dei maggiore Biane .del cao] Piacentini starebbe a dimoìfrara, che alcune divergenze di vedute che erano verificate fra il Governo della Ciré laica da una parte e l'ufficio politico di \engt si dall'altra sono state appianate. C'è ra legrarecne poiché con quella desolanti sci rsità di elementi coloniali veramente mon e sopratutto provati alla dura vita tìfrici ita dei deserti, e delle popolazioni cuìion i ile forza di armi ed armati per ridur rè al obbedienza, tanto il Bianco come Piac Uini non erano facilmente sostituibiliBarn tento ancora quando sei o sette annfa. iì Dancalia Vallora capitano Bianco seppL alla testa di una spedizione addiritturalrrisoria, compiere fra quegli irriducibili, indefinibili mussulmani veri miracoli~E inquanto al Piacentini che a 30 anngovernava la Somalia del Nord, altra Cirenaici nostra lasciata in asso dinanzi a bi\anc\irrisori e ad occupazioni ridicole, ebbmodi di raccogliere io stesso non molli mesi or sono le prove di quello straordinarifenokeno che pare che gli italiani soltantoe coi loro anche i buoni funzionari italiani'sappiano creare: ottenere con mezzi mìnijni imassimi risultali. Operazioni ! di pacificazione > Per tornare al nostro argomento dunque(a brigata Cavaciocchi avanza a Martubata brigata Mambretti si riunisce a Sidi Garba, Ettangi è abbandonata. Operazioni chti potrebbero assai giustamente definire dpacificazione. E' da augurarsi che gli avvenimenti cessino dal prestarsi a false intertfetatloni, è da^pugurctrai, -dirò mogUoUe i cronisti delie operazioni militari in pirenaica si adoprhio a descriverle e a pretentarle in guisa differente dalla guerriella quale le nòttre truppe perseguonobbiettivo di un à\tro esercito nemico chjisoyna sgominare.] i Se una conseguenza chiara, persuasivaevidente noi possiamo trarre dall'avanzattu Ettangi è precisamente quella della non esistenza del nemiio materializzato comriunione di forte organizzate. Di questo iknn.gtjiore Bianco edìil cav. Piacentini credne lasserò convinti mrima che il Comand'militare si decidessÀdi andarlo a constatare de Visu verso Ettangi con il più bel Corpo d'armata che i Uà), africani abbiano maveduto manovrare, [^episodio doloroso deli, maijgio non aveva scosso le loro convin4fiotti, perchè quell'episodio, se poteva dimom strare la necessità d\ avanzare con forzft imponenti su Ettangi, slava anche ed ettenzialmente per far risaltare una quantitdi inconvenienti la cuiyesponsabilità dipendeva uh po' da tutti s un po' da nessunoflè ritengo che le perdite che anche lfórse imponenti hanno dovuto subire nellloro marcia innanzi, del 18-19 giugno, postìito dimostrare che il nucleo cosidelto iurta egiziano, sussistesse nelle condizioni dfjficenza militare nelle quali Vav*j& la, teiato Enver bey. fi fatto che in un terreno cutne quest| dMln Cirenaico, bastano qualche centinaitliratori appostati fra le roccie per inflige perditi anche più aravi di quelle su1 dalle',tohrc Divisioni avanzanti, {no' , , e i ,n a o e , a n e l o o i l e à , e a i o o n deve recare nessuna meraviglia. Sinché la cavalla indomita della guerra correrà il mondo, sussisterà sempre la crudele ingiustizia del frnnc-tircur che si beffa, col tradimento dei suoi colpi invisibili, delle più saggie disposizioni, della scienza militare. Da quanto ho potuto giudicare, Bianco e Piacentini non erano favorevoli alla gran de adunata strategica di Dtrna e di Marsa Susa (1). Essi si. opposero o per lo meno ritengo che àl)bTaifc-*irjvllrt6'"épp^ffi'&a quello stravagante sentimento di rcvanclie ciie, generato in Italia per il solilo modo che nelle sfere ufficiali si ha di presentare le cose dolorose ad un Paese ritenuto sempre dcflcente di educazione patriottica, si ripercosse qui e generò la formula: ((Bisogna vendicare la giornata del J6 maggio », formula per fortuna già svanita con la realtà che l'Eltangi del. 19 giugno ha posto in luce. Per vendicare Ettangi dunque, fu fatta l'adunata del Còrpo d'armata che attualmente opera nella Cirenaica orientale, ma giova notare che per sottomettere la Cirenaica orientale, la colonna Tassoni, in unione con l'antico presidio di Derna, doveva essere sufficiente. Questo era quanto f'ianco e Piacentini sostenevano e.in questo ufficio politico di Bengasi era pienamente. r\cl vero, perchè aveva trovalo fra l'equilibrio della forza che aveva già attraversato trionfalmente buona parte della Cirenaica e l'azione politica sulle popolazioni indigene, il vero mezzo per conseguire lo scopo voluto dal Paese, dal Ministero delle Colonie, e\ probabilmente anche dall'Esercito, scopo che consiste nel, mettere in valore II bel paese dalle montagne verdi, col minimo dei sacrifici di sangue e di denaro. Ribelli e non nemici In quanto poi alla vendetta cosidetta di Ettangi del 16 maggio scorso, c'è da stimare coraggioso chi si adoperi a dimostrarne le difficoltà di renderla effettiva. Bianco e Piacentini ebbero quel coraggio, ma devono aver avuto sopralullo il merito di sostenere l'inopportunità politica di dare ai ribelli cirenaici il carattere di belligeranti, perchè precisamente di questo carattere essi venivano investili architettando contro di loro rivincile e spiegando contro di loro un. esercito.nirojwrzwiialo olta.JHiiiwo.5 alta loro orttawzzaziofà,, e-iutió quésto p"èr l'effetto di un incidènte che non doveva arrestare la marcia di penetrazione politico militare della colonna Tassoni. Che Tassoni avesse la convinzione di non dovere essere arrestato nella sua marcia, verso Derna, ne abbiamo una prova nella frase preliminare del suo ordine d'operazioni camfnicato alle truppe la sera del 17 giugnWa Ghegab: «La IV divisione speciale continua la sua marcia contro il campo nemico che ha di fronte ». La stasi che è stata imposta al generale per permettere un raffor/ ^zamcnlo che esso non domandava e la costituzione della Divisione di Derna sembrano nel. significato di quelle poche parole non riguardarlo. \ \ Avevamo dinanzi un\nemico (bisognereìfibe avvezzarci a cessare^di adoperare questo termine e sostituirlo còri, quello di ribelli) perfettamente informate^ dei nostri movimenti e il massimo risultato che potevamo trarre da uiflQvanzata fortunata, impadronirci cioè dei suoi campi principali e secondari, fu ottenuto brillantemente. I fatti hanno dimostrato che per poler\oglicre ai fuggenti lo scampo, circohdarlK distruggerli, non è bastato il Corpo d'arntìata impiegato nell'operazione, come non sarebbe bastata nessuna forza organizzata all'europea, comprese le più agili. D'altra parie com'era saggio prevedere, noi attribuendo ai ribelli il comportamento più razionale e più effi cace di difesa, procedemmo guardinghi nella prima giornata, ma fummo di una rapidità meravigliosa nel compimento della seconda, definitiva, tanto che i beduini dovettero lasciare in nostro potere il campo quasi intatto. L'operazione intrinsecamente considerata, non poteva essére meglio con dalla e il generale Salsa diede una nuova prova delle sue qualità di eccellente capi- 'ìnvUn • - • - -Vi tórno. Per un'azione da Tobresk fiata la notevole esuberanza di forze esi\ stente oggi nella Cirenaica orientale, è dà sperarsi che la sua pacificazione non soffrirà più indugi. Il generale Tassoni deve, come dicemmo, a nostro modo di vedere, rifare il suo cammino e allargare sino al limite sud dell'altipiano l'assoggettamento delle zavie. Alla Divisione del generale Salsa spetta l'azione nel territorio estremo orientale, l'ausilio al presidio del generale Stasio che pare domandi1 parecchi battaglioni per poter marciare, lasciando Tobruk convenientemente presidialo, verso il campo di M'dam, dove sono adunati 1000 beduini con i pezzi e 3 mitragliatrici. I mille uomini dinanzi ad una avanzala nastra potrebbero diventare il doppio o comunque essere già slati rinforzati dai fuggiaschi di Ettangi. A inseguire, raggiungere, distruggere quello che può rimanere del nucleo turcoegiziano propriamente detto, bisogna rinunciarvi yon è che il possesso effettivo delle zavie.e oasi rispettive, la presa delle loro vettovaglie, il dominio dei punii d'acqua, l'assoggettamento dei capi, il disarmo graduale che jiossono rarefare quel nucleo sino alla scomparsa, sino a ridurre i seguaci del (1) Secondo il nostro costumo lasciamo al corrlspond'ente ogni libertà di giudizio; ma noi siamo sempre di avviso che In questi casi sia moglio inviare ventimila uomini ài più che mille di meno- -Abbondando i>i ' precauzione — l'esperienza ce l'ha insegnato — si evi tano k dolorose sorprese. l ,Gran Senusso, indicalo rome M capo e^il condottiero dei ribelli cotidelU^vaniSsm, j a proporzioni minime. | \ Su quel personaggio e sul tuo popolo,, azzardare xma ipotesi oggi, sarebbe la si rs-:sa cosa come illudersi di giudicare dtl\e condizioni dell'azzurro ìirrcno indovin \n-1 done la distesa al di. là delle terre, dc<Ua\cima di un Alpe Cozia. La condizione e M situazione, del.Gran Scnusso.,rin Cirenejt<ek;corrispondeva, e forse corrisponde anemì^a quella di un. condottiero ad armament&f^rio fanatico, dibattuto fra l'influenza turc$e l'influenza egiziana, che sono ben lungh specie dopo la conclusione delio, pace turco] balcanica, dall'andare d'accordo, in missióne ■militare fra popolazioni non sue. La conquista della Cirenaica é, si può dire, al suo inizio. La. questione sennssilà è d'un carattere islamita cosi generale che, dato e non concesso, che ci. debba preoccupare, questo si verificherà in un giorno noi prossimo, quando i problemi interni, libi avranno assunto le proporzioni e l'tnipoff lanza di quelli che preoccupavo gli inglei in Egitto e i francesi al Marocco Episodi di valore nell'incendio dell® polveriera Vi segnalo qualcuno fra gU episodi pi caratteristici delle due giornale della nu viorabile avanzata su, Ettangi, così coni me li raccontano i nostri ufficiali ed i ticj stri soldati delle brigate Mambretti e Col vaciocchi. Uno dei reparti che ha avido le perdit\ maggiori è stato certamente il battaglioni del 35.o fanteria, nell'attacco di Campo Ro^ sa. 11. tenente Birelli appartenente a quel battaglione ferito gravemente da un protctl lite che gli attraversò la mano ed il bracci destro è rimasto al suo posto di combatti mento tutto il giorno, sordo alle preghiera dei suoi superiori che lo imitavano a riiiì r^si dalla linea del fuoco. Un.caporale diqiiesto battaglione di-nomi Colombo ha., superalo le gesta del popolari alpino Finimondo, di Hans. Bisogna notare che il Colombo si conquistò già i galloni da. caporale^ per merito di gue, Nella ^lornaìà'' del 18 giunse a comi*$i.ié: con 2 fucili, tenne una condotta esemptàVé, portò a spalla le casse di cartuccia ai coni battenti e finalmente stamane, durante il disgraziato - accidente della polveriera del fortino Marabutto infranse l'ordine di non avvicinarsi all'opera ancora divorala dal fuoco per il piacere veramente, temerario di riportare ad un tenente di artiglieria un orologio che ^questi aveva dimenticalo net baraccamento degli ufficiali. Un allo analogo di temeraria'audacia, venne compiuto da uii trombettiere ^'artiglieria di cui mi duole di non rxeorda\e il nome, il quale è ritornalo al forte per] salvare 4000 lire lasciatevi da un cantiniere e per asportare buona parie degli sirumcnti di precisione dei cannoni da '119! Chi non si perse di 'spirito nell'incen/lio e nello scoppio del Marabutto fu il...telegrafistà del Genio addetto all'impiantò''Morse che comunicava con Sidi Garba. Veramente il bravo soldato nella prima impressione, del disastro e assordato dagli scoppi credette ad un attacco al fortino e telegrafò: « Siamo attaccati da tutte le parti ». /I dispaccio fu ricevuto dal ge nerale Mambretti. che fece battere subito l'allarnie. a Sidi Garba, ma si astenne dallo spostarsi in attesa di chiarimenti maggiori. Al Marabutto, il telegrafista, slava per abbandonare il forte dietro gli altri quando ricordandosi di essere stato impreciso nella trasmissione, la corresse telegrafando di nuovo : « Brucia tutto ». Uno degli effetti della esplosione fu quello di costringere i battaglioni del 35.o, Ilei Si'.o e del 52.o ad abbandonare le loro tende che per effetto dello spostamento indietro della brigata Mambretti, come conseguenza dell'abbandono del campo di Ettangi, si trovano nella zona di caduta, delle scheggie dei proiettili da 149 che scoppiano. Ieri sera dtemeva che un deposito dove si trovano ben 900 quintali di polveri, e che le fianyine hanno sinora risparmiato, prendesse fu'oco. in seguito a questo furono dati ordini per evitare i pericoli sulla strada che va a Sidi arba e che per un buon tratto passa nella ipna pericolosa: gli autocarri dovevano p\ocedere a< 50 in. uno dall'altro a tutta ocità e Qlì uomini e le carovane passare in \formazione diradata. La causa dell'incenalo deve certamente dipendere da disattenzione, un fiammifero gettato da un fumatore imprudente e disobbedienle deve esser taduto nel locale riservato ai carpentieri dóve il suolo era coperto di trucioli. Lo stato di guerra è un/grande generatore di imprudenze. Quella che ha provocato il disastro del forte del/Marabutto è deplorevole, poiché l'opera era divenuto il magazzino avanzato pel rifornimento delle munizioni delle, due Divisioni. Vi segnalavo giorni sono l'ammirevole organizzazione dei servizi logistici. Non meno elogiabile è stato il servizio sanitario, e tributare una, parola di sincera lode verso i medici al seguito delle truppe e verso quelli dell'ospedale n. 7 c n. 8, die a Derna accolsero i non pochi feriti delle due giornate di combattimento é opera doverosa.Ora gli ospedalidi Derna sono quasi deseri che i '210 lerik i/cU'at'aftsata vennero imbarcati sulla Regina d'Italia: 10. arauisst'ml sono rimasti1^ Denta. ARNALDO OIPOLLA.