La conquista

La conquista La conquista Le guerre coloniali offrono delle sorpre-1 se, cui è fatale sottostare, qualunque sia-Co la prudenza, la previggenza e la sagacia del condottiero, il yalore, distruzione e l'abnegazione delle truppe. Chi volesse a qualunque costo sfuggirle bisognerebbe che rinunziasse all'azione, che s'immobilizzasee sulla costa e affidasse al tempo — ahi non si può dire quanto lungo — ciò che devo esser frutto di generosi ardimenti, di r-oùile sangue, d'inesauribili resistenze fisiihe e morali. i:' stato sempre così. E solo la malafede o interessi lesi e aspirazioni frustrate poterono farlo dimenticare all'Europa — o aimeno a notevole parte dell'Europa senza troppe distinzioni d'indifferenti,, di amia e di*alleati — nel primo più arduo periodo (lolla nostra impresa libica. Ma ora eh» questa dal campo internazionale è entrata in quello della politica interna, ora che anche Francia e Spagna sono alle prese eoa lo stesso fanatico nemico che noi ab. biamo saputo in breve volger di tempo debellare e piegare quasi. ovunque al. nostro pevere, e incorrono pur esse in agguati e non si sottraggono a sanguinosi insuccessi, l'episodio doloroso di Sidi Garbaa. non ebbe nelle colonne dei giornali esteri notevoli ripercussioni coi soliti disdegnosi sarcastici commenti. E, o passò inosservato o fu — ricordando e temendo — apprezzato e1 suo giusto valore : un episodio, rincrescevi .lo quanto, si. voglia essendo andate distrutte tante giovani balde esistenze, tante speranze e tanti cuori materni essendo andati infranti, ma-nulla più di un episodio. Pessimistici vaticinii di ribellioni non furono emessi o pensati da chicchessia sia -all\interno che all'estero, tanto è salda orarftai nell'animo di tutti la fidùcia Della nostra forza e nella nostra volontà di riuscire a qualunque costo. Potè, bensì, il nemico, ringalluzzito per l'insperata vittoria, credere di poterci lungamente ancora tenerci paralizzati ■ attorno a Derna. Ma fu illusione senza dubbio di breve momento, e a disingannarlo, a farlo rientrare sulla via dell'aspra realtà, valsero gl'imponenti preparativi, non certo -sfuggitigli, che a Derna, a Ghegab, a Bengasi noi affrontavamo per punirlo severamente della ostinata resistenza opposta alle nostre truppe procedenti all'occupazione dell'altopiano dernino. Taluno avrebbe desiderato che il castigo, fulmineo, forse, succèduto all'offesa, per modo da soffocare ed estinguere sul nascere.un malsano risveglio del complesso sentimento ostile delle tribù, che, esaltate da una parvenza di riscossa, pur avendo fatto solenne atto di sottomissione al nostro dominio, avrebbero potuto violare la fede giù rata. E un certo fermento si manifestò, invero, nel territorio bengasino e in quello dell'altopiano occidentale percorso e occupato dalle Divisioni Tassoni e D'Alessandro. Ma fu fuoco di paglia. La pronta esenvplare repressione di qualsiasi velleità di ribellione valse a scongiurare ogni più intenso pericolo, e tenne le tribù incatena te al nostro volere, senza che per questo si rendesse necessario precipitare l'azione militare vera e propria, intesa a cancellare ógni traccia del malaugurato insuccesso di Sidi Garbaa. Questa volta bisognava vincere senza lasciare adito ad alcuna inframmissione di quell'imponderabile che accompagna e in conine sulla riuscita di ogni impresa guerresca. E perciò occorreva riunire truppe in quantità esuberante a ogni più certa vittòria, saldamente inquadrarle, familiarizzarle con l'ambiente, dotarle di tutti i più ricchi mezzi logistici che l'arte, la scienza e- l'industria sono capaci oggi di fornire. E a far ciò non potevano essere sufficienti pochi giorni, ma ne occorrevano diecine < diecine. Che. se da Derna, data la prossi miti del campo di Ettangi, gli impianti logistici erano abbastanza agevoli, altrettan to. irti, invece, delle più ardue difficoltà si appalesavano quelli della Divisione Tassoni, che da Ghegab, ove si era saldamente affermata, già lontana dalla fonte prima e unica dei suoi rifornimenti, Marsa Susa, doveva procedere per terre inospitali, trarotte in tutti i sensi, proprie alle sorprese, prive di acqua e di strade, e nella migliore dàlie ipotesi non avrebbe potuto raggiungere il campo principale nemico se non dopo due lunghe giornate di marcia. Raduna re le truppe è operazione relativamente facile, .'quando si, ha un esèrcito numeroso come è il nostro e la Tripolitania, oramai nella fase della più completa tranquillità, può,' come realmente ha fatto, fornire senta inconvenienti di sorta notevoli rinforzi Ma organizzare i servizii è ben altra' impresa, la quale richiede assai più rilevante tempo, se si vuole che il soldato abbia Umorale alto, all'unisono cioè con la fiducia che ove ferito sarebbe immediatamente soccorso, che in alcun modo gli verrebbe ro meno i viveri e le munizioni, che qualunque fosse per essere la penetrazione nel l'interno mai gli mancherebbe quell'acqua che è alimento indispensabile di vita e che purtroppo difetta sull'altopiano cirenaico o almeno è da noi difficilmente ritrovabile A un mese di distanza da Sidi Garbaa, Bòpo avere avuto un colloquio coi due di (visionari generali Salsa e Tassoni nelle ac qua di Marsa Susa, il Governatore Briccola sbarcava a Derna e assumeva il comando supremo delle truppe operanti in qqel settóre. Questo annunzio, venuto a sovrapporsi all'altro che il servizio radiotelegrafico tra temporaneamente sospéso pisi privati, k 1 apparve chiaro indizio che l'impresa era oramai pronta in tutti i suoi particolari, che l'ora,'tanto attesa dell'azione, era finalmente suonata. Nessuna preoccupazione in chicchessia su di un insuccesso, ma la fiducia in tutti piena e intera di una decisiva vittoria, naturalmente non disgiunta da patriottica ansietà, facile a comprendersi. Le truppe radunate a Derna erano più che sufficienti ad assicurarla da sole, ma bisognava che essa fosse fruttuosa al massimo grado, che se ne traessero i più fecondi e duraturi risultati. Nessuna illusione di sapere il nemico annientato, tanto vigile, abile e veloce esso si è sempre addimostrato nel sottrarsi in tempo a una stretta poderosa; ma fiducia, se non altro, di saperlo indotto a ritrarsi verso oriente nelle inospiti terre della Marmarica o verso mezzogiorno al margine del deserto, per modo ììa sgombrare tutto quanto l'altopiano cirenaico, consentendone a noi la. definitiva conquista e a breve scadenza la pacifica completa occupazione.- Questa, la ragione essenziale della contemporanea avanzata da Derna e da Ghegab. Da Derna, per distruggere quel fastidioso campo arabo.-:beduino di Ettangi; da Ghegab per richiamare verso occidente porzione delle orde nemiche votandole così a deporre le armi o a disperdersi o comunque per molto tempo a rendersi innocue o quasi nei nostri riguardi. La Divisione Salsa, più robustamente costituita — una ventina di battaglioni con forte ailiquota di batterie da montagna — ripartita su -tre colonne, procedette a cavallo del Derna e sino alPUadi Enhaga, kDn-.disposizJoniv.cÌ)a appaiono poco dissimili da quelle ';ahe con le debite proporzioni di 'forze aveva emanate il gen. Mambretti nella giornata di Sidi Garbaa. Dopo ostinata resistenza, conquistate le looalità di- Kasren, di Kasr Kerba e del Campo rosso, essa accampava senz'altro, a poco meno cioè di 10 km. da Derna, rton appalesandosi indispensabile di proseguire subito sull'obbiettivo, già da tempo sapendo il ne-, mico che un giorno o l'altro quelle truppe sarebbero andate a snidarlo dai suoi appostamenti e mancando quindi all'azione ogni carattere di sorpresa. Proseguì nel mattino successivo, incontrando resistenze mano mano crescenti, incapaci però di arrestarla nella' sua energica avanzata, onde :l nemico, avuta chiara e precisa visione della inanità dei .suoi sforzi che lo avrebbero condotto all'annientamento completo, abbandonò, prima di. esservi accerchiato, quel' campo di Ettangi, in cui si era cimentata tutta l'arte fortificatoria di Enver bey e del suo degno successore Aziz bey. Dove si siano rifugiati'i ribelli,.) rapporti ufficiali non dicono, e,fórse in questo momento, nessuno lo sa in modo preciso. Ma, salvo che- — ciò che non risulta. — avessero essi avuto la previggenza di pensare a una sconfitta, preparandosi un altro campo, fornendolo. ,d.ei.' mèzzi per farne base di nuove imprese, è da. fi tenere che saran no costretti a ritrarsi lontanamente, a dividersi per vivere,'e-a]mettersi, per la nostra presenza, nelle peggiori condizioni di nuovamente riunirsi per combattere. Molto verosimilmente .la Divisione Salsa non si appagherà del successo, e, o muoverà tutta nella direzione 'Secondo la quale si è nitratto.il nemico, o irradierà colonne mobili per disperdere i più grossi nuclei che addimostrassero la velleità, di spiare le nostre mòsse e molestare la nostra occupazione. A queste operazioni è naturalmente chiamata a concorrere la Divisione Tassoni. Se essa, come obiettivo immediato, non aveva da espugnare un campo nemico preparato da lunga mano, trovavasi però da dover lottare contro difficoltà logistiche della massima importanza, quella dell'acqua in prima linea, e a sua volta da ricacciare un migliaio di ribelli trincerati a oriente di Psiarà e provvistì'di qualche pezzo di artiglieria. A tale uopo poteva disporre di tre strade, due partenti da Ghegab rispettivamente per Kasr Neenàe Sidi Budra, l'altra da Saf-Saf per le rovine di Limnias. Ignoriamo quali abbia seguite e con quali modalità. Sappiamo però ohe energicamente snidò il nemico da quel campo e proseguì oltre. Da Psiara nuovamente tre strade si irradiano verso oriente. Una, settentrionale, la carovaniera getìèralniènte percorsa dai viaggiatori che ebbero, la. ventura di- attraversare questa regione, e che per Mogaret scende alla costa a oriente di Derna (a Bires Sebil). Una seconda, meridionale, la migliore tra le tre, che'per Sueri el Hamera conduce direttamente al Campo di Ettangi. Fu riattata e migliorata a suo tempo da Enver bey e resa atta al transito degli automobili;, ina si'svo'lge in località completamente priva di acqua ed ha uno sviluppo di ben 11 ore di marcia. Final-i mente, una terza, intermedia tra le due, che per Zavia Mara,-mette a Sidi Garbaa e probabilmente consente qualche facile deviazione verso il campo di Ettangi. La piena riuscita dell'Impresa, su cui nessuno nutriva il, menomo dubbio che poteva altrimenti svolgersi, affidata com'era a duci sperimentati, energici e prudenti, è argomento per tutti di vivissimo compiacimento. Ed è da far voti, òhe essa segnilo sfacelo della resistenza arabo-beduina, anche sotto la forma di guerriglia, e assecuri, in breve volger di tempo, la occupazione e la pacificazione di tutta quanta la regione cirenaica, sin qui cosi aspramente contesa al nostro dominio. . eoi. n

Persone citate: Aziz, D'alessandro, Mambretti, Potè, Salsa, Tassoni