Fosche previsioni sul conflitto bulgaro-serbo

Fosche previsioni sul conflitto bulgaro-serbo Fosche previsioni sul conflitto bulgaro-serbo A Londra si parla di guerra - Preparativi per la difesa di Sofia m Ufi nuovo passo di flelidoff presso il Governo bulgaro. (Servizio speciale della STAMPA) Londra, 20, notte. Una « Reuter » da Belgrado dice che la situazione fra serbi e bulgari in luogo di migiiorare va peggiorando di giorno in giorno. Il primo ministro Pasic già si era pieparato a partire per Pietroburgo, ma avendo udito che la Bulgaria si rifiuta di partecipare al convegno dei- Primi Ministri a Pietroburgo, ha differito la propria partenza. «Ora quindi, a Belgrado — continua la « Benter » — è grande l'acredine contro l'azione bulgara, e la speranza di comporre la vertenza, senza ricorrere alle armi è alquanto minore che nen lo era ieri e l'altro giórno ». L'«Exchange Telegraph» in un suo dispaccio da Sofia afferma che il Governo bulgaro si mostra dolente per il fatto che la_ Serbia ponga la questione della validità dei trattati firmati e dichiara di essere costretta a respingere ogni domanda per la proposta revisione. Qui a Londra cominciano a prevalere opinioni più pessimiste dei giorni scorsi, e questa sera l'ex ministro serbo, signor Cbedomiyatovich, un autorevolissimo studioso delle cose balcaniche, in un articolo di fondo della «Pali Mail Gazette», scrive fra l'altro: « Una guerra fra la Bulgaria ed i suoi alleati, la Serbia e la Grecia, sembra ora inevitabile. Tale conflitto potrebbe essere soltanto il preludio di complicazioni più gravi, le quali da ultimo porterebbero ineluttabilmente ad una guerra generale. Subito dopo la dichiarazione di guerra da parte degli alleati contro la Turchia io ebbi una conversazione con un turco, di cultura superiore e di grande conoscenza delle cose balcaniche. .Egli predisse la caduta dell' Impero turco in Europa ed un successivo conflitto fra gli alleati per la divisione delle spoglie: infine egli preconizzò l'invasione della Bulgaria da parte della Russia e l'invasione della Serbia da parte dell'Austria. Queste due Potenze si sarebbero divise, secondo lui, tutta la penisola balcanica e ne sarebbe quindi seguita una guerra europea. La franchezza dello Zar « Questa conversazione — continua il personaggio serbo — ebbe luogo alla presenza di un giornalista inglese assai noto e sfortunatamente gli avvenimenti hanno già giustificato una parte delle previsioni. In questo momento il silenzio dell'Austria è piuttosto sintomatico, ma è anche più sintomatica la franchezza dello Zar, ceh per certe, eventualità si è riservato completa libertà di azione. Non è ben chiaro che cosa sia realmente avvenuto nel dietro scena. Le dimissioni del signor Ghescioff, lo statista bulgaro interamente devoto alla Russia, esercitarono a Pietroburgo l'influenza che intendevate esercitarvi. Infatti, In Zar inviò un telegrammi!, al Re di Bulgaria ed a quello di Sorcio, Ciò nei Balcani venne interpretato come una vittoria diplomatica della Rnlgaria sopra la Serbia. 'Allora il primo ministro Pasie, il più grande russofllo e panslavista che vi sia in Serbia, rassegnò le proprie dimissioni in segno di umile protesta contro l'indirizzo della politica russt». Pasic, che è persona gravissima a Pietroburgo, venne indotto a ritirare le proprie dimissioni e ad accettare V invito di recarsi nella Capitale russa per partecipare ad un convegno dei Primi Ministri degli Slati alleati. « Noi non tappiamo quali offerte, siano state latte in compenso al signor Pasic. ma lo possiamo presumere. La stampa, serba è stata informata che il Primo Ministro andrà a Pietroburgo per chiedere la revisione dei Trattato del 13 marzo 1912, ed ili ogni modo a respingere ogni arbitrato che si basi sulla validità di quel trattato. Oggi, poiché i bulgari hanno praticamente respinto fa. proposta serbogreca per una delimitazione e si sono ritìutati di partecipare al convegno di Pietroburgo, sembra che non ci sia altra via d'uscita fuorche un appello alle armi. « Emora — continua l'ex diplomatico serbo '— è evidente che l'azione isolata della Russia non è riuscita ad .assicurare la pace nei Balcani. V intervento russo dovrebbe essere spalleggiato da tutte le grandi Potenze, ma con 1* intervento dovrebbe essere dichiarata, con chiarezza, quale soluzione proporrà lo Zar. Fino a che i ire Stati balcanici rimangono all'oscuro sulle decisioni definitive dello Zar, essi, naturalmente, esitano a sotfoporsi ad un arbitrato. Si supponga che lo Zar. a nome Bel concerto europeo, decida che Salonicco con un ragionevole hinterland delimitato da lina Commissione internazionale rimanga alla Grecia, che la Bulgaria ottenga Monastir ed Ocrida, che la Serbia conservi Veles, Prilep e Dibra: ciò potrebbe immediatamente creare una base concreta, strila quale le tre N'azioni potrebbero venire a patti e ristabilire, se non un'alleanza, almeno una pace ed una certa amicizia. Se un compromesso di questo genere vfene lasciato da parte, non rimane alcuna speranza di pace: la guerra con tutti i suol errori e tutte le sue incognite è inevitabile ». cspvrincmlnegivnqzscssczsbsdg

Persone citate: Dibra