D'aula in aula

D'aula in aula D'aula in aula teorie d'Assise . Tribunale Penale 'di Torino) Bassi fonili Il processo, col quale s'inizia la quindicina estiva delle Assise, ci conduce in mezzo a quell'ambiente equivoco, in cui s'agitano figure clic, senza appartenere veramente alla mala vita, sono però sempre in flagrante contravvenzione con la morale. Il barbiere Isaia Rabozzi, un tale cui l'accusa rimprovera una disoccupazione quasi permanente ed una tendenza incorreggibile alfa crapulai il 16 dicembre 1912 vibrava una coltellata a certa Luigia Bortero, producendolo una ferita all'addome penetrante In cavità, che' fu causa unica e necessaria di sua. morte, avvenuta il 18 successivo. •Si afferma dall'accusa che 11 fatto sanguinoso sia stato l'epilogo di una lite sorta per motivi cV interesse, perchè la donna rifiuta del denaro oll'Istiia, il quale, per consuetudine, si faceva da lei mantenere. La Bertero era monca di un braccio e vendeva ..candelette presso le chiese; ed in tale minuto commercio guadagnava quotidianamente somme non indifferenti, e cioè, venti, trenta e magari quaranta lire. L'Isaia aveva trovato comodo spillare denari dalla donna, la quale, d'altra parte, pare che conducesse una vita piuttosto disordinata. 1 li Rabozzi, una figura Insignificante, s'è difeso affermando che frequenti erano i litigi colla donna, per il carattere violento di costei ed il suo malvezzo* d'ubbriacarsi. Che Ih quel giorno fatale la Bertero fu più insolente ancora del solito, e lo provocò, gli fece perdere Il lume della ragione, cosi che la colpi senza avere certamente l'Intenzione di ucciderla. Pare che la difesa prospetti anche r ipotesi che altre cause, e cioè una non adeguata cura della ferita, abbiano concorso alla morte della sciagurata donna. Fochi testimoni sono stati chiamati ih causa e per deporre sul frequenti battibecchi tra 1 àm amanti: le minacele, le vie di fatto e la loro abitudine di ubbriacarsi. Il verdetto sarà, pronunciato domani. Presidente : Daviso — P. M. : Pola — Difesa : Avvocati Pavesio e M. Nasi — Cancelliere: Vittonatto. La condanna d'uno spedizioniere Certo Alfredo Trombetta, spedizioniere, recatosi nell'alloggio della signora Valdesio per consegnare alla signora stessa un pacco che le era stato mandato da sua sorella, approfittò di'un momento che era rimasto solo in una camera, dove il cassetto di un canterano era stato lasciato aperto, per rubare un anello con un diamante ed un orecchino del complessivo valore di seicento lire. La signora Valdesio, insospettita dal contegno del Trombetta, lo rincorse. appena accortasi del furto e da lui ottenne se non l'ammissione del furto, l'assicurazione che il fratello avrebbe accomodato ogni cosa Ma invano la signora Valdesio a.ttese soddisfazione ed allora querelò il Trombetta, che fu condannato a quattro mesi di reclusione. Difesa: avv. M. Roccarino. Per settanta centesimi di mandorle Il manovale ferroviario Vincenzo Sandii era accusato di essersi appropriato di setto etti di mandorle, del valore di settantacinque centesimi, che egli avrebbe sottratto da un sacco sventrato. Istruitosi regolare procedimento, al dibattimento il Sandri confessò d'avere infatti prese le mandorle, ma di averle trovate smarrite sotto una tettoia della Stazione di P. N., dopo che i sacchi erano già. stati portati vìa. E polche nessuna prova venne a ementire la sua affermazione, il Tribunale lo mandò assolto. Curioso era stato il modo, col auaJ© il preteso.furto era stato scoperto. I carabinieri, recatisi a perquisire nella casa di certo Canestrelli, compagno del Sandri, ed arrestato per furto, vi trovarono il cartocotó di mandorle. Chiestane spiegazione al Canestrelli, questi disse che erano di proprietà del Sandri, che dormiva nella stessa stanza e che gli aveva confessato d'averle preso da un sacco alla stazione. E cosi il Sandri fu processato. Difesa: avv. Dogliottl. La collana della Madonna Con una lima ed altri ferri del mestiere, Guglielmo Musso: una sera della passata primavera fece saltare l'inferriata d'una cappelleria clic si trova presso Moncalieri, e s'impossessava d'una collana d'oro che una signora sconosciuta aveva appeso al collo di una statuetta della Madonna che era nel piccolo tabernacolo. Scoperto il furto e ritenutone subito autore il Musso Guglielmo, questi venne anche sospettato di furti di galline, conigli, ecc., commessi in varie epoche a Moncalieri, colla complicità di certo Lorenzo Molino .Ma, mentre del primo furto le prove furono rassicuranti, fecero difetto per le altre imputazioni e, mentre veniva il Musso condannato pel furto alla Madonna a :> mesi di reclusione, veniva, col Molino, assolto dalle altre accuse. Presidente: San Cipriano; P. M. : Minella; Difesa: avv. Dogliotti; cane: Cazzano. Una baruffa •Certi fratelli Vaschette, dozzinanti del trattore Umberto Baudtno a Cntvasso, avevano lasciato un debito da pagare al trattore stesso. Pare che, oltre a non soddisfare il debito, si abbandonassero a dispetti contro il Baudino, tanto che questi fu più volte seccato dal loro contegno. Una sera, ebe uno del fratelli Vaschette si dimostrò un po' più vivace ancora, il Baudlno, perduta la pazienza, gli sparò contro ima rivoltellata, ferendolo ad una spalla. Riconosciutagli la provocazione grave, fu condannato il Baudino a 5 mesi di detenzione condizionalmente, mentre venivano assolti sua moglie e suo cognato, accusati di minacele e di ingiurie. Presidente: Garelli; P. M. : Ferrerò; Difesa: avv .Saragat; cane: Decaroll. fdiaivsbcdbddtgsiccldldvcCzsspdadcpdclcfLbgep

Luoghi citati: Moncalieri, Pola, San Cipriano, Torino