Le cause dello sciopero secondo l'on. Turati

Le cause dello sciopero secondo l'on. Turati Le cause dello sciopero secondo l'on. Turati Roma. 17, notte. Ieri l'on. Turati è Stato ricevuto dall'on. Gioti, al quale prospettò) la situazione creata ilano dal persistere dell'agitazione operai dopo la sua visita al presidente del Consiio 6 stato interrogato dal Giornale d'Italia deputato socialista di Milano, ripetendstanzialmente quanto aveva esposto all'onovole Giolitti, ha detto: — L'ambiente opeio milanese è perturbato da una grave cris lavoro. L'ufficio del lavoro fa salire a quàantàtremila i disoccupati a Milano ed agungausl i vecchi, le donne, i bambini elion lavorano, la cifra della gente, che non ha ezzi per vivere, aumenterà di molto e sensi che la cifrar dell'ufficio dei lavoro non ecca di esagerazione, forse è al disotto deero. Le cause di questa disoccupazione sona ricercarsi, per il Turati, nella guerra dibia, che ha colpito gravemente varie inustrie, le quali, prima della guerra, vivevanul credito e che sono state costrette quindla chiusura di stabilimenti; al licenziamen totale o parziale di operai : quindi la disocupazione, vale a dire lo sciopero, era gilo stato potenziale, perchè prima della proamazione dello sciopero a Milano uno scioero effettivo esisteva già. Attorno a questatto centrale, su questo terreno già predispoo hanno agito altri fattori, che hanno prootto il fenomeno odierno-, l'ambiente opeaio economicamente in cattive condizionpperò riottoso, la propaganda sindacalistmmigrata a Milano nelle mani dell'ovantiuito fra Unione Sindacale e Camera del Laoro, la riluttanza di questa ad agitazioni iragionevoli, le condanne severe che trascinaono pure la Camera del Lavoro e commosseo la pubblica opinione, 11 favore di questhe si accrebbe quando delle ordinanze deferono al Tribunale altri sobillatori, le quardinanze eccitarono anche più l'ambiente protario cosi predisposto a ribellarsi: ecco tutte cause conglobate insieme che hanno prootto il fenomeno; si aggiunga la politicubbiosa e oscillante dell'on. Giolitti, il qualementre a Torino vuole imbavagliare gli inustriali, a Milano fa imprigionare gli operasasperati dalla mancanza di lavoro, adopeando due pesi e due misure, di cui non sonoscono gli scopi, e si avrà una idea dellravita della situazione attuale, cui potrebbolo recar beneficio — ha concluso l'on. Tura— un sollecito riesame, da parte della Corte Appello, dei fatti che condussero alle conanne. Uu commento romano La Tribuna ricerca in un vivace articolo, intolato : « Gazzarra demagogica e viltà eleorale », le responsabilità dello sciopero dilano. La Tribuna, dopo rilevato come i proocatori dello sciopero sono stati agitatori channo cercato di riguadagnare la perdutopolarità, spingendo la maBsa a folli eccessggiunge : « Dove lo spettacolo diventa peggiore, uando si è visto la volontà pazza, brutaleefasta, di agitatori di folle diffondersi, noer convinzione e nemmeno per commozionentimentale, ma per vero e puro spirito dgliaccheria elettorale, a strati, a gruppi, artiti, i cui più veri e profondi interessi,, lui più terme convinzioni ripugnano ad essel modo più assoluto. I cooperativisti dellamera del Lavoro, che fino ad Ieri avevanombattuto la follia dello sciopero generale socialisti che hanno lavorato per anni issuadere la massa da questi moti inconsul da queste conseguenze catastrofiche, e giiù fino agli ultimi casi più pietosi, fino uei radicali, a quei democratici a cui tutt pensiero, il sentimento politico ripugna loria e la pratica del sindacalismo rivoluonario, tutti costoro, senza la minima capatà di resistenza morale davanti allo spettrella impopolarità elettorale, abbandonaron loro idee, le loro convinzioni e si schiearono in unità di fede e di indirizzo nel mapolo dei violenti. Soltanto in forza di queto stato di cose si sono potuti deplorare glpisodi della giornata di ieri a Milano e lui responsabilità viene cosi chiaramente derminata. « Nè un altro aspetto di questo episodio deorevole devè~sfuggire alla critica dèlia pubica opinione: ciò che si è organizzato onsumato in questi giorni a Milano è un ntativo di rivincita, non di una classe, m maneggioni di una classe contro la grandolitica nazionale della impresa di Libia. Cooro, generalmente, conosciuti nemici dellropria Patria duraste la grande prova in cutalia era entrata a salvaguardia del suo vvenire, costoro hanno dovuto rodere il freo nella loro impotenza denigratrice di front superbo valore di un concorde sentimentazionale, manifestatosi improvvisamente nelloscienza di tutte le classi del popolo, anch di quelle che essi credevano di possedere e manipolare a proprio uso e consumo. Profittando di un momento di disagio economicoche, dèi resto, è comune a tutta Europa, per cause profonde e complesse, tentarono una rivincita per riaffermare la propria presenza a scopo elettorale. Il Paese saprà rispondere come merita all'ambiguo tentativo di soppressione della coscienza pubblico, mostrando che la visione' di più' àmpi orizzonti non è stata per «si la fortuna di un momento, ma la conquista permanente. « L'on. Giolitti, la cui fede nella politica dt libertà non ha mai vacillato un momento, anche- davanti all'apparenza dei più gravi pericoli, ed ha tatto più di qualunque altro per attrarre entro l'orbita superiore della vita nazionale il popolo responsabile e cosciente, non ha mostrato un momento di esitazione' nell'accettare quella sflaa lanciata da un gruppo dell'Estrèma Sinistra come ultimo episodio della legislatura, in vista della campagna. elettorale. SI può essere sicuri del! modo.con cui questa sfida sarà decisa nelle prossime elezioni.. Le provocazioni pazzesche, come quelle faticosamente organizzate a Milano, avranno l'effetto oppósto' a quello sperato ed accarezzato dal promotori».

Persone citate: Giolitti, Turati