Dalla Libia

Dalla Libia Dalla Libia Il eolcnnello De Àlbertis inni» a una festa religiosa araba 61i artiglieri celebrano gli eroi di Scito e Peschiere (Nostra corrispondenza 'particolare) Home, 2 giugno. Gli artiglieri residenti ad Homs, al comando del maggioro Guido Mori, hanno voluto festeggiare il 30 maggio l'anniversario della battaglia di Gotto e Peschiera in seguito alla quale gli artiglieri furono decorati della medaglia d'oro al valore militare. La cerimonia, preparata dal maggiore Mori, coadiuvato dal capitano Bianco 0 da tutti gli ufficiali, è riuscita commovente e solenne. Il maggore Mori pronunciò un discorso In cui rievocò gli eroismi dei caduti di Goito e le tradizioni della gloriosa e forte artiglieria, che anche nella campagna libica ha saputo mantenere alta la sua fama e le sue tradizioni. Il comandante del Presidio, dopo il banchetto di tutti gli ufficiali, ringraziò gli organizzatori della bella commemorazione ed inneggò alla Patria lontana, al Re e alla Regina. Una festa curiosa, di carattere prettamente arabo è stata celebrata in questi giorni: è questa la festa di Sidi Gami Abdelmagi, un santone arabo famoso per1 suoi miracoli, la cui salma è sepolta nel marabutto che sorge sulla cima di un monto a circa 25 chilometri da Homs. Questo santone è figlio di Abdul-Salam, un altro santo, sepolto nella moschea di Sliten. Ogni anno, dopo la raccolta dell'orzo, verso la metà di maggio e propriamente il sabato più vicino alla luna piena, migliaia di arabi vi accorrono da regioni lontanissime recando candele e doni preziosi: dopo rumoróse fantasie vengono fatti dinanzi alla tomba sacrifici di pecore e di montoni. Quest'anno il pellegrinaggio, che avrebbe dovuto avvenire il 17 maggio, è stato rinviato al 31 perche i capi arabi avevano espresso il desiderio che vi assistesse il Comandante del presidio. L'invito è di grande importanza, perchè a questa strana festa araba non avevano mai potuto partecipare cristiani. La solennità è riuscita imponente e grandiosa. Il Comandante il presidio, colonnello De Àlbertis, il direttore dell'ufficio politico, tenente dei bersaglieri Umberto Moretti ed ì residenti capitano iBocaccini e capitano Streva sono intervenuti alla festa e hanno assistito a tutte le singolari ritualità della giornata. In onore del colonnello De Àlbertis fu organizzata una fantasia di numerosi cavalieri arabi, i quali fecero magnifiche evoluzioni sopra i loro selvaggi destrieri. Dopo la fantasia il comandante offri un rinfresco ai capi e pronunciò un discorso inneggiante alla pace ed alla gloria del Re d'Italia potente e magnanimo. Il Comando donò 25 pecore che furono uccise dopo le preghiere di rito. La carne fu distribuita ai poveri, che sfilarono ordinati dinanzi ai nostri ufficiali. Anche ad Homs la festa nazionale dello Statuto è trascorsa fra liete feste e nella maggiore fraternità fra soldati ed indigeni. Per cura del Comando fu pubblicato in italiano e in arabo un patriottico proclama. Alla mattina ebbe luogo la cerimonia della consegna delle medaglie al valore; ogni comandante ha distribuite le onorificenze ai valorosi dei rispettivi Corpi. Alla rivista eseguita, col massimo ordine, ai comando del tenente colonnello, parteciparono, oltre le truppe di fanteria al comando del capitano Fasolis e quelle d'artiglieria dirette dal maggiore Mori, le nuove truppe indigene: furono applauditisskni gli ascari del HI battaglione rosso che sfilarono., con alla -testa il comandante maggiore Versage e gli altri ufficiali, a corsa ordinata e veramente bersaglieresca. Dopo la rivista ebbe luogo un ricevimento alla palazzina del Comando. Il colonnello De Àlbertis, alla presenza di tutte le notabili tà arabe, dei comandanti di corpo e dei capi-servizio, pronunziò le seguenti parole: « Come il popolo italiano, svolgendo il suo lavoro sotto la protezione della libertà sancita dallo Statuto, potè prosperare civilmente ed economicamente, così il popolo arabo, sotto il beneficio di dette leggi potrà anch'esso prosperare se all'assiduo lavoro aggiungerà la profonda devozione al nostro amato Sovrano e la sottomissione al suo potente governo. Viva il Re! ». Il comandante amnistiò in nome del Re 2i arabi: i graziati sfilarono dinanzi al colonnello e gli baciarono la mano. Un poeta locale, Ramadan Iddali, addetto al tribunale religioso, declamò un suo canto mistico, contenente le lodi dell'Italia e ilei Re. Su proposta dei notabili arabi furono spediti telegrammi al Re, al gen. Ragni, ex Governatore e al gen. Garioni, nuovo Governatore 'della Tripolitania. A. A.

Persone citate: De Àlbertis, Fasolis, Gotto, Guido Mori, Peschiera, Ramadan Iddali, Streva, Umberto Moretti

Luoghi citati: Goito, Homs, Italia, Libia, Sidi Gami Abdelmagi, Tripolitania