La seduta della Camera

La seduta della Camera La seduta della Camera Roma, 10, sera. La seduta comincia alla ore 14.5. Dopo la lettura ed. approvazione di molti decreti registrati con riserva dàlia Corte dei Conti, e <U un prosetto di legge per Istituti Universitari e-Superiori ttr Milano-.'PaMova, Firenze e Pisa si passa alla discussione delle Modificazióni »ì testo unico della legge comunale e provinciale LUCIFERO osserva che mentre questo disegno di legge dapprima mirava sol-tanto ad introdurre nella legge comunale e provinciale i mutamenti resi indispensabili dalla riforma elettorale politica. Invece, attraverso la discussione del Senato, parecchi altri mutamenti sono stati introdotti, specialmente allargando e restringendo là materia delle compatibilità. Non può consentire ih tali mutamenti e particolarmente nella proposta compatibilità dell'ufficio di consigliere provinciale con quello di membro della Giunta Provinciale amministrativa; ed in quella della negata eleggibilità ai maestri elementari, proprio ora che essi sono sottratti alla diretta dipendenza dei Comuni. Accenna poi allo elettorato amministrativo della dorma, ricordando 1 precedenti della questione, ed affermando che questa è oramai giudicata matura per la soluzione dalla coscienza pubblica. La. donna ha ormai tanta parte in molteplici manifestazioni dèlia vita sociale, che non può non ritenersi doveroso concederle il voto amministrativo, come avviamento al voto politico. Ma polche non si è voluto venire ad una soluzione immediata si augura che almeno il Governo e la Camera vorranno accogliere gli ordini del giorno coi quali si chiede che sia posto sollecitamente fine ad una ei.cluslone. che ormai si fónda soltanto sull'ingiustificato ossequio ad un vieto pregiudizio. {Approvazioni). L'ineleggibilità dei maestri COMANDIMI — Non trova sotto alcun aspetto giustificalo sancire la ineleggibilità a consigliere provinciale dei medici condotti, che non sono ufficiali sanitari, ed a consiglieri comunali e provinciali dei maestri elementari. Per. legittimare tali ineleggibilità si sono addotte ragioni di opportunità, mentre le ineleggibilità non si possono fondare che su rigorosi criteri giuridici. Ora, per quanto si riferisce al maestri, in quei Comuni i quali non hanno più là diretta amministrazione d'ella scuola, viene a mancare qualsiasi ragione giuridica di ineleggibilità, tanto, più che, con la istituzione del patronato scolastico obbligatorio, a quei Comuni è sottratta anche la gestione dei fondi per le opere di assistenza scolastica. Tale ineleggibilità è invece pienamente giustificata pei Comuni che hanno conservato l'amministrazione diretta della Scuola- Quanto alle ragioni di opportunità derivanti dalle occupazioni dei maestri e dall'utilità -che essi non partecipino alle lotte locali, è evidente che. ponendosi su questa via, le ineleggibilità amministrative e politiche dovrebbero essere grandemente estese per Ogni ordine di funzionar:. Parimenti dichiara non essere riuscito a comprendere per quali ragioni medici condotti e maestri debbano essere ineleggi bili al Consiglio provinciale, quando essi non hanno con quel consesso alcun rapporto di dipendenza. Teme' che gli emendamenti presentati non saranno accolti, trattandosi di un disegno di legge già approvato dall'altro ramo del Parlamento; ma crede di avere compiuto un dovere, protestando ^subito contro questa diminuzione di diritti inflitta a due categorie di cittadini. (Approvazioni). Pel voto amministrativo alle donne MARTINI (segni di attenzione) dà ragione del seguente ordine del giorno da lui presentato, Insieme con gli onorevoli Giulio Alessio, Fera. Enrico Ferri. Pantano. Ciraolo. Magliano, Comandini, Fradeletto. Cabrini. Bissolati, Luigi Lùzzatti. ' Abbiate. Boselli. Chiaraviglio, Miliani, Sìdney-Sonnino,' Chimienti e Albanese : « La Camera confida che il Governo presenterà, alla ripresa dei lavori parlamentari, un disegno di legge per dare e regolare il voto amministrativo alle donne ». Crede superfluo! indugiarsi a dimostrare la capacità della donna ' all'esercizio del voto amministrativo, tanto più che l'on. Giolitti Iproponente di onesto disegno di.legge, è da Itrent'anni persuaso di tale'capacità. L'on. pre¬ sidente del Consiglio però espresse, due anni or sono, l'opinione che non si dovesse concedere il suffragio amministrativo alla donna prima che la sua condizione giuridica fosse migliorata. Però, forse perchè il Governo è stato distratto da maggiori cure, le promesse disposizioni legislative non furono mal presentate. E non crede nemmeno giustificato il ritardo della concessione, ormai matura, per l'obbiezione che già troppi sono i nuovi elettori che l'allargamento del suffragio chiama alle urne; che anzi questo insentissimo auménto rende più stridente e più dolorosa la esclusione delle donne. Ancor meno può valere il responso contrario di una Commissione, quando cosi larghi sono ormai i consensi su questo argomento. Si augura perciò vivissimamente che l'onorevole Giolitti voglia accogliere gli ordini del giorno che invocano prossimo il riconoscimento del diritto femminile al suffragio amministrativo e spera di non avere espresso invano questa fiducia nel presidente del Consiglio. Ormai la legislatura volge al suo termine; alla malinconia che non si disgiunge dal tramonto di un'esistenza che^sta per finire, non si aggiunga anche quella rì.i dover riconoscere che in questo fulgore .di libertà si neghi alla donna, cittadina dell'Italia nuova, perfino quello che fu concesso alla suddita del Granducato di Toscana e del Lombardo-Veneto nel tristi tempi della servitù della Patria 1 (Vivissime approvazioni; moltissime congratulazioni). L'ordine del giorno dei socialisti TREVES, a nome anche degli onorevoli Campanozzi, Bernini, Pascetti e Samoggia, ha presentato il seguente ordine del giorno: La Camera, tenuto presente l'evoluzione economica della società, che ha trascinato la donna liei vortice della economia produttrice; decisa a riconoscere gradualmente alla donna i mezzi politici per la tutela del suoi interessi, osservando la immediatezza degli interessi sociali della donna, che si esprimono nell'ambito della vita amministrativa: delibera che le donne siano inscritte nelle liste elettorali amministrative e siano eleggibili agli uffici designati dalia legge vigente, alle condizioni da essa stabilite. » Premette e constata con rammarico come con questa legge si introducano non poche ingiuste restrizioni al diritto del voto. Segnala specialmente la. proposta relativa alla incompatibilità dei maestri, dei medici condotti, degli impiegati comunali e delle istituzioni di beneficenza. In questo modo si 'limita notevolmente, con danno particolare dei partiti popolari, il numero degli idonei all'amministrazione della pubblica cosa. Viene alla questione del voto alle donne, di cui è oggetto l'ordine del giorno.. Si associa a quanto hanno détto gli onorevoli Lucifero e Martini circa la capacità della donna all'elettorato. Per parte sua e dal punto di vista delle idee del suo partito, l'oratore si limita a segnalare l'identità degli interessi dell'uomo e della donna nella vita economica moderna. Non crede possa farsi una cosi assoluta distinzione fra voto politico e voto amministrativo, tutte le questióni d'indole amministrativa avendo anche un lato politico. Accetta tuttavia il voto amministrativo, non solo come un primo e più agevole passo, ma anche perchè è troppo evidente il diritto della donna di ingerirsi negli affari comunali, una volta che la vita industriale moderna e venuta attribuendo ai Comuni parte di quelle funzioni che la fabbrica è venuta sottraendo alla famiglia. La prova eccellente che la donna ha dato nell'amministrazione delle istituzioni di beneficenza deve incoraggiare il Governo ad una riforma, che sin da venti anni or sono veniva reclamata dai più eminenti uomini di Destra. Non crede però giusto concedere alla donna il voto in forma e con limiti diversi da quelli che si stabiliscono per il voto agli uomini, come sembrerebbe accennare l'ordine del giorno svolto dall'on. Martini. Sopratutto sarebbe decisamente contrario acche il voto alla donna fosse subordinato a criteri di coltura e di censo, volendo anche per la donna affermato sanza restrizioni il principio del suffragio universale. (Approvazioni)- MAGLIANO afferma egli pure che la pretesa incapacità o infermità intellettuale e morale della donna costituisce un vieto pregiudizio ormai sorpassato. Ovunque la donna 6 stata chiamata a funzioni d'ordine pubblico, ha fatto ottima prova, ' Anche in Italia,- se non con le forme in composte e violenti di altri paesi; esiste un movimento serio e dignitoso, ma per ciò appunto Più impressionnnte. delle donna choreclamano il -loro diritto. Nè si dica che la concessione del yoto .diminuirebbe la .poesia dalla donno, una volta che la vita moderna ha fatto di lei'la compagna .dell'uomo ' nel lavoro -quoti diano e nelle lotte per la vita. Nè v'è ragione di dover attèndere la riforma della condizione privata della donna maritata, perchè le restrizioni poste alla sua capacita sono dettate esclusiifemente nell'interesse . dell'unità famigliare, mentre le donne nubili hanno nel campo del diritto privato capacità giuridica uguale a quella dell'uòmo. Mentre si. è sancito il ■principio del suffragio universale, è Iniquo negare tuttora alla donna italiana quel diritto al voto amministrativo, che era ad essa riconosciuto dall'antica legislazione granducale di 'toscana e dalla legislazione austriaca del Lombardo-Veneto. Se è vero che il proletariato italiano dimostrò con le eroiche prove date in Libia.d'essere maturo alla vita politica, non si può disconoscere uguale diritto alle donne italiane, che, spose e. madri, hanno saputo insegnare ai nostri prodi soldati come.si combatte e si muore per la grandezza della Patria. (Approvazioni; congratulazioni). La riforma tributaria per gli Enti locali TOSCANELLI dà ragione del seguente ordine del giorno: « La Camera, ritenuto l'ordinamento elettorale a suffragio esteso come semplice mezzo per una chiara manifestazione della volontà popolare e come - consolidamento delle tendenze democratiche nelle inziative e nei servizi pubblici degli Enti locali; convinta che l'elettorato amministrativo a suffragio quasi universale debba essere posto in armonia con un nuovo sistema tributario pei Comuni e le Provincie, senza eccezioni di contributi e senza esclusione di classi abbienti e non contribuenti; confida che il Governo presenterà all'approvazione della prossima legislatura parlamentare un'organica riforma dei tributi locali, estesi ad ogni fonte di ricchezza del Paese ed alle risorse proprie delle località, e passa alla discussione degli articoli ». Se il suffragio universale, esteso al campo amministrativo non deve essere fine a sè stesso, nia deve preludere alla epurazione ed alla rigenerazione della vita dei nostri Enti locali, afferma essere indispensabile far seguire alla riforma elettorale una radicale riforma di tutto l'ordinamento economico e finanziario degli Enti locali. , • . Nota a questo proposito che; mentre, da "tm, lato si è andato aggravando il Comune di spese, gli si sono tolte via via non poche risorse finanziarie. E' innegabile che l'organismo tributario dei Comuni è tale che non permette ad essi di ripartire equamente l'onore flnaziario fra tutte le classi di cittadini. Di qui il disagio permanente della massima parte delle nostre Amministrazioni locali. Bisogna quindi dare al Comune i mezzi per svolgere la propria azione secondo le odierne tendenze ed aspirazioni. Afferma che la sistemazione economica dei Comuni 6 una impellente necessità per la prosperità nazionale. Si augura che il Governo vorrà dare in proposito sicuri affidamenti. (Vive approvazioni; congratulazioni). MEDA, convenendo col Governo • che non possa esercitare ufficio di consigliere comunale o provinciale chi non dimostra di saper leggere e scrivere, constata che la legge sottopone ad una prova esperimentale tutti coloro che non siano iscritti nella lista per un titolo di capacità. L'oratore comprende "che la prova possa consistere nella scritturazione di una Istanza davanti a notaio, ma trova grave che il Consiglio comunale abbia facoltà di dichiarare decaduti coloro che non abbiano dato tale prova, nel" termine di leggo, proclamando in loro vece i candidati successivamente eletti. Trova giustificato il rinnovamento Integrale ogni quattro anni dei Consigli provinciali. Intorno alle osservazioni da lui svolte intende conoscere il pensiero del Governo e del Parlamento. (Benissimo! Bravo!). CORNAGGIA, a nome anche degli onorevoli Cameroni e Tonini, dà ragione del seguente ordine del giorno: « La Camera, approvando le ragioni per le quali il Governo non ha creduto di sottoporre ora al Parlamento la questione dell'elettorato amministrativo femminile, fa voti perchè, alla ripresa dei'lavori parlamentari, abbia a presentare proposte su questo argomento ». Fa voti perchè, anche in omaggio alle tradizioni lombardo-venete, la prossima legislatura riconosca il voto amministrativo alle donne, convinto trattarsi di questione di stretta giustizia. (Bene!). CANEPA ha presentato il seguente ordine del giorno: «-La Camera ritenuto che il diritto elettorale dello stesso cittadino in più Comuni, anche per la simulazione a cui si presta e per le sopraffazioni a r-jii dà luogo, turba la sincerità della vita amministrativa, delibera che ogni cittadino non possa essere elettore che in un solo Comune ». Le dichiarazioni di Giolitti GIOLITTI (segni di attenzione) premette che questa legge deve attuare il concetto dell'estensione del suffragio universale alle elezioni amministrative. Come tale, la~legge è anche urgente, dovendo le elezioni avvenire in giugno-luglio 1914 e dovendosi perciò formare in tempo le nuove liste. Crede che molte questioni debbano essere riservate ad altra sede più opportuna, e trova singolare che la Camera odierna deliberi con un ordine del giorno quello che debba o non debba fare la nuova legislatura. Sulla questione del voto amministrativo alle donne, di cui hanno parlato gli onorevoli Lucifero, Treves, Martini, Magliano e Cornaggia, osserva intanto che, mentre si è concesso agli uomini il suffragio universale, non sarebbe giusto, nè politico concedere il voto alle donne come privilegio del censo e della coltura. (Si ride). Non crede che proprio In fine di~legislatura sia opportuno chiamare alle urne otto milioni di donne, e non sa se questo gioverebbe all'incremento delle idee democratiche. E' in principio favorevole, come già altra volta ha dichiarato, al voto delle donne. E' convinto che ci si verrà col tempo, ma è pure convinto che si debba prima provvedere all'elevazione della donna dal punto di vista della coltura, perchè, diversamente, si farebbe un pericoloso salto nel buio. Prega quindi 1 proponenti di non insistere nel loro ordine del giorno, anche per non obbligare l'oratore a fare una porte troppo antipatica di fronte al sesso gentile. (Si ride). Osserva poi all'on. Martini che nel formare la Commissione per lo studio del voto amministrativo alle donne ha proceduto con criteri assolutamente obiettivi e senza preconcetti. All'onorevole Toscanelli nota che una riforma tributaria deve essere preceduta da maturi studi circa gli effetti finanziari della riforma stessa Sara bene dunque non pregiudicar» una que-1 dt e , i e e o o i l o e n e i e o à e i n e l e o a , a i o m, di iire i a e i a o . n e o o a a e e n . e . l i e o a a mstlone, che non potrebbe, ad ogni modo; trovare ora la sua soluzione. Lo prega di non Insistere nel suo ordine del giorno. Venendo ai ' vari emendamenti svolti nella discussione generale, espone le ragioni per le quali è bene sopprimere la incompatibilità fra'i consiglieri provinciali ed i membri della Giunta provinciale amministrativa. Circa I maestri, anche dove la scuola primaria dipende dallo Staio, non crede possa ammettersene la'eleggibilità, sia per non creare disparità di diritti nella stessa classe, sia perchè il sindaco ha pur sempre un diritto di vigilanza sulle scuole.' E' bene che ciascuno adempia al suo ufficio, ed il maestro ha un ufficio tanto alto che non ha bisogno di diventare un mediocre consigliere comunale. E' bene che 11 medico comunale non sia eleggibile al Consiglio provinciale, sia perchè è bene che non sia distratto dalle sue umanitarie mansioni sia perchè è necessario che nell'esercizio del suo pietoso ufficio non sia distratto da'simpatie o antipatte elettorali. ... ' ' Cita 15 disposizioni relative alla prova di saper leggere e scrivere, imposta ai consiglieri eletti e non inscritti nelle liste per titoli di cultura-, quanto al termine per la prova è lmpUcitò che il Consiglio, può tenere conto dei legittimi impedimenti. Ricorda che égli pure, ,1'eratore, fu favorevole affa rinnova ztone parziale Risi Consigli'an'tminlstrativi, ma l'esperienza ha dimostrato che i - sistemi del rinnovamento di un quinto ogni anno, o di metà ogni tré anni, o di un terzo- ogni' due anni hanno fatto cattiva prova. Perciò si è convinto che il sistema migliore sia quello della rinnovazione totale anche pei Consigli provinciali. Infine all'on. Canepa, che vorrebbe ogni cittadino elettore in un Comune solo, nota che non può negarsi a chi vi abbia interesse il diritto di contribuire all'amministrazione di un Comune. Non crederebbe prudente abolire un principio che ò tradizionale nella legislazione italiana. Esorta la Camera a votare il disegno di legge. (Vive approvazioni).Voci : — La chiusura! La Camera delibera di chiudere la discussione generale. Il relatore BONICELLI, relatore, nota anche egli la improrogabile urgenza del disegno di legge determinata dal dovere di mantenere l'impegno assunto davanti al paese di ammettere all'esercizio dei. diritto elettorale entro il 1914, 5 milioni di nuovi elettori. Ciò spiega perchè la Commissione unanime ha proposto alla Camera l'approvazione del testo approvato dal Senato senza alcuna modificazione. Couclude esprimendo la fiducia ch« la Camera vorrà dare il suo voto favorevole al disegno di legge (vive approvazioni). Gli ordini del giorno MARTINI non insiste nel suo ordine del giorno convinto che la tesi del voto ammini strativo alle donne finirà quanto prima col trionfare. Se l'on. Treves mantiene il suo ordine del giorno si asterrà dal voto. TREVES insiste nel suo ordine del giorno TOSCANELLI, CORNAGGIA, CANEPA. non insistono nei loro ordini del giorno. SCHANZER per dichiarazione voto: constata che la questione della concessione del voto alle donne ha fatto molto cammino tanto che ormai non si fa più questione di principio ma di. opportunità. Una volta che la donna è uscita dalla famiglia per tarsi lavoratrice, non possono non concedersi ad essa gli ' stessi diritti che -'comp et mio al lavoratore, ma deve riconoscere che la questione non è ancora matura e che non è conveniente affrontarla nel momento in cui si ammettono all'elettorato 5 milioni di nuòvi elettóri. Voterà contro l'ordine del giorno Treves. CABRINI ha sottoscritto • l'ordine del giorno Martini ma dichiara che sarebbe stato contrario all'idea di fare del voto alla donna un privilegio della classe borghese. BISSOLATI si associa a, questa dichiarazione. TOSCANELLI, favorevole anche esso al voto amministrativo alla donna, ha sottoscritto l'ordine dal giorno Martini, ma poiché. sei milioni di donne elettrici tutte, in una volta (si ride) son troppe, si asterrà dal voto. TURATI per dichiarazione di voto: osserva che le stesse ragioni che hanno militato per la concessione dell'elettorato agli analfabeti militano à favore del voto delle donne. Si dice che la questione non è matura; eppure se l'on. Giolitti avesse voluto, la concessione del voto alle donne, almeno per l'elettorato amministrativo, tutti riconoscerebbero ' ora la questione matura (si ride). Voterà l'ordine del giorno dell'on. Treves. PRESIDENTE annuncia che sull'ordine del giorno Treves è stata chiesta la votazione nominale dagli on. Turati, Merlani, Campanozzi, Comandini, Magliano, Rondani, Eugenio Chiesa, Canepa, Bonopera, TreveF, Beltrami, Pacetti, Podrecca, Quaglino, Pescetti, Dellosbarba. Indice la votazione nominale (sorteggia il nome da cui deve cominciare la chiama, è sorteggiato il nome dell'on. Tinozzi). Annuncia con rammarico che -la Camera non è risultata in numero legale; dichiara nulla la votazione sull'ordine del giorno Treves, che si ripeterà. La seduta termina alle ore 19,20.