La disoccupazione e i lavori pubblici

La disoccupazione e i lavori pubblici La disoccupazione e i lavori pubblici Sei interpellanze alla Camera La questione della Massoneria rinviata (Per filo diretto e per telefono alla STAMPA) Roma, 9, notte. La seduta comincia alle ore 14,5. Lunedi parlamentare insolitamente interessante fin dall'esordio, a motivo di un violentissimo incidente provocato dalFon. Roberto MirabclH. L'aula, e le tribune cono affollato. Aliena letto 0 rartnle, U debutato repubblicano on. MIRABELLI chiede la parola e dice» Un incidente fra Mirabili « Saatfgia — Durante lo svolgimento aweeuto ■ abate alla Camera di una interrogaalone al ministro di agricoltura, un deputato socialista ha mosso delle accuse contro di me. L'interreirnriòne svolta dal deputato socialista (che » l'oii. Samoggia) riguardava un'azione da me sucrosuntemente esperita presso il Tribunale, tu seguito alla distruzione di un mio vigneto pei' ordine di un delegato antiflllossei-ico. Io. -promossi giudizio per arbitrarietà del procedimento e per risarcimento di danni. Dopo varii- giudizi e tuia perizia, la Corte d'Appallo liquidò quarantamila lire a titolo di risarcimento di danni a mio vantaggio. PRESIDENTE. — On. iMirabelli, veda di essere breve. MIRABELLI. — Abbia pazienza presidente, si tratta di una cosa fissai grave. E l'ori. Mirabelli continua a narrare le vicende giudiziarie derivanti dall'opposizione fatta a quella.sentenza. PRESIDENTE. — Ma scusi, on. Mirabelli, è impossibile discutere di tutto ciò sul processo verbale. MIRABELLI. — E' necessario che io difenda il mio onore! PRESIDENTE. — Ma si attenga strettamente al suo fatto personale. MIRABELLI. — Io devo difendermi, devo narrare aita Camera... R.-VPALDO, sottosegretario di Stato all'agricoltura: — Ma lei non può discutere alla Camera la sua causa! MIRABELLI. — lo non discuto la causa; io devo replicare a ciò che fu detto in questa Camera a mio riguardo. CAPALE». — Lei deve parlare soltanto della lettera personale inviatale dall'onorevole ministro, c non della causa, nella quale il ministro ha- difeso gli interessi dello Stato. MIRABELLI. — Gli, Interessi dello Stato si difendono altrimenti, secondo la verità e gius'izia; e non rubando ai contribuenti! PRESIDENTE. — On. Mirabelli, la richiamo all'ordine; ella non può discutere alla Camera la sua causa. MIRABELLI. — Io parlo di una lettera scritta dal ministro Nitti in risposta ad una mia, c questo è il mio diritto. < ' PALDO. — Ma lei aveva scritto « persona, r - sulla lettera; quindi non doveva servirsi dell* .risposta, pure personale, dell'onorevole Nitti. : MIRABELLI. — Quella lettera fa onore al ministro Nitti, il quale ebbe 11 torto di rammaricarcene. .Le cause si ditendono con il Còdice e non con delle parole: io non mi sono doluto della (ausa, ma del turpiloquio (Rumori altlia/uìi). WU-SldBNTE, scampanellando: — On. Miriibclli, Je Colgo la parola, poiché ella continua a parlare alla Camera della sua causa. HIRABELfcl; urlando: — Io voglio difenderti In mi a integrità morale, e mi infischio della, vausa;. la tuia lettera non costituì una inIfnmniotlenza politica. PRESIDENTE, energicamente: — Ella non ha il diritto di parlare. Ordino agli stenografi di non raccogliere le parole dell'on. Mirabelli. MIRABELLI.- sempre urlando: — Io protesto e dichiaro che avrei già Unito se ella, mi avessè lasciato continuare [Rumori altissimi). 10 iic-bbo concludere — grida l'on. Mirabelli — debbo dire che qui si è voluto fare un tentativo di diffamazione, e di esso si è voluto insozzare la tribuna parlamentare (Proteste generali).. <" -SAMOLIGIÀ. — Domando la parola! PRESIDENTE. — Le do la parola, on. Samoggia, ma la invito ad attenersi strettamente al processo verbale, poiché alta Cameni non si devono discutere questioni di competenza dei Tribunali. SAMOGGIA. — Elia ha ragione, onorevole presidente, lo mi atterrò all'argomento della in in interrogazione di sabato, sulla quale ha chiesto ora di parlare l'on. Mirabelli. E ridiede! 6 soltanto che quella lettera, riservata, indirizzata dal ministro Nitti alt'on. Mirabelli... MIRABELLI,, interrompendo con forza: — Non era riservata! SAMOGGIA. continuando: — Quella lettera riservata r personale fu dall'ori. Mirabelli allagata asli atti della, sua causa davanti alla Corte d'Appello di. Napoli! NrRAfiELI.l. — E poi si dice che non si deve porlftré ' la causa qui! S VMOGQ1A. — L'on. Mirabelli ha parlato come !i»rsona direttamente interessata. Io sono invece indifferente ed estraneo tanto agli M'eressi del Ministero, quanto a quelli del. l'en. Mirabelli.;. MIRABELLI. con forza: — Quando lei ha pai iato di raggiri dolosi ha trasformato una. dichiarazione di parte in una sentenza di iriaiflstratò; chi fa ciò è un volgare diffamatore! iiliimori altissimi). Ripeta, on. Samagvin. quello che ha detto qui dentro fuori della Camera ed io lo porterò sul banco dei volgari diffamatori {Urla, prolungate,- pròf ««/:•). AAMOGGIA, senza irritarsi: — La Camera ha già giudicato l'on. Mirabelli, ed io non ho altro da dire Il PRESIDENTE agita il campanello, dichiarando" chiuso l'incidente violentissimo, che ha eccitato la Camera. 11 Consiglio comunale di Messina e le dimissioni dell'on. Cutrufelli il PRESIDENTE comunica una lettera, con citi l'on. Culi'ufelli, in seguito alle recenti elezioni di Messina ed al successivo insediameli:! di quel Consiglio comunale, rassegna le qde dimissioni, ritenendo che la città rlirimisjà arbitra della-scelta del suoi rappresoti tanti, già fatta in un momento critico. KULCI propone di non accettare tali dimissioni, inspirate da un eccessivo senso di de1 tèàtpzzà. La Camera non accetta le dimissioni dell'ini.- Cutrufclli. L'istmo di Panama e le#sne conseguenze Mi li ANI ha diretto una interpellanza al mi nistiii della Marina per sapere se e quali provvedimenti intenda adottare, in seguito tùli: illutazioni che si verificheranno nei trafilili lui rapporto air apertura dell'istmo di Panama. Rileva la grande importanza commerciale e civilo del fatto che sta per compiersi .: ne ricorda i precedenti f no alla sua ultima Insti decisiva, cho data da quando gli Stati Uniti si accinsero al compimento dell'ardua i in presa- Eia mina l'apertura del canale di Panama dui punto di vista degl'i interessi commerciali Ultaìiii, notando che si discute tra ì più autorevoli se tali interessi saranno, avvantaggiati o danneggiati dalla nuova via che sta pòi aprirsi. Nota che il fatto più rilevante per l'Italia è'senza dubbio l'avvicinamento notevole ai porti del Pacifico, e che se ne sapremo trarre vantaggio, i coltri commerci e e e le nostre industrie potranno ricavarne incremento, specialmente in considerazione della particolare floridézza della nostra emigrazione nel Cile e in California. Ricordando che la Camera ha da pochi giorni votato i tondi per la. parlVcipazlone a.1ITspòtiiióhe di San Francisco, ai dichiara eerto che l'Italia saprà degnamente figurare in quella frauda gara del lavoro mondiale —i_iiny>ti ~làT*nr*nn*iÀr>4\~ — " migliorati Upprovattoni). La nsnosta del Governo „„^_ r „ . ^ „ , BBRG.CMASCO, sottoaegretano .alla Marina, afferma che il Governo si a sempre vivamente preoccupato 3el grave problema della riper- cussione che l'apertura-del canale di Panama avrà sui traftici mondiali e in particolar mo- do su quelli italiani. Accogliendo l'invito del-il'on. Miliani. non mancherà far presente ti. J- presente _ ministro degli Esteri l'opportunità che l'Italia si unisca all'Inghilterra per ottenere che le tariffe di transito nel canale di Panama siano dagli Stati Uniti sottoposte ad una conferenza internazionale. Accenna alle ragioni per le quali ormai non è più possibile istituire la linea fra l'Ita- lla ed il Cile, votata dal Parlamento, perchè non si può più avere il contributo del Gover- no cileno, e, d'altronde, il Governo non può Istituirla da solo, come desidererebbe .l'onore-, vole Miliani, perchè la legge votata dal Par-; lamento autorizzava' soltanto la metà della t spesa di quella linea. Riconosce 1* importanza e l'urgenza della questione, ma osserva che già da vari anni noi abbiamo una linea fino a Colon. Dopo l'apertura del canale, si potrebbe, valendosi. dei fondi che si erano assegnati alla linea' di circumnavigazione per lo stretto di Marlgellano, prolungare la linea di Colon fino ai porti del Pacifico, facendo ad essa toccare, dopo i porti della Columbia e aei Perù, quelli del Cile. Dichiara infine che accoglie di buon grado, e farà presente all'on. ministro della Marina, la raccomandazione dell'on. Miliani, intesa a!far si che delle nostre, navi da guerra si re- j Nchino più spesso a visitare 1 porti del Pacifico. (Benissimo!). DI SCALEA, sottosegretario agli Esteri, dichiara che il Ministero degli Esteri si è vivamente interessato del grave problema, e, di accordo con l'Inghilterra, ha cercato di rendere possibile una soluzione di cose soddisfacente nell' interesse del commercio marittimo internazionale. Aggiunge che sarà ricostituito il posto di console di carriera a Panama. (Bene!). La disoccupazione Il PRESIDENTE avverte che vi sono sei interpellanze, connesse fra loro, e vertenti tutte sulla disoccupazione.. L'on. Turati TURATI, insieme con gli onorevoli Agnini, Beltrami, Bentini, Bocconi, Calda, Campano? j zi. Casal ini, Chiesa Pietro, Giulietti, Graziadeij"•Ied altri, ha interpellato il Governo per sapere se, di fronte al fenomeno della crescente disoccupazione operaia e contadina in Italia, dovuta, fra l'altro, al nuovo atteggiamento della nostra politica militare e coloniale, e di fronte al conseguente .contrarsi dei consumi e della produzione, non creda necessario ed urgente imprimere, in collaborazione col Parlamento, uno slancio più energico ed insieme più razionale alla politica dei grandi lavori di pubblico interesse, preordinandone arditamente i piani e le modalità, rinforzando ove occorra 1 relativi organismi tecnici ed amministrativi dello Stato e prendendo gli opportuni provvedimenti finanziari. Ricorda che l'importante argomento doveva formare oggetto di una mozione, perchè pareva che nessun altro problema, specialmente alla vigilia delle elezioni a suffragio allargato,, avesse cosi gran rilievo, come quello della politica dei Lavori Pubblici di fronte alla disoccupazione. E chi, con l'oratore, è stato ed è profondamente avverso, all'impresa libica, se trova ormai inutile, di fronte al fatto compiuto, ripetere ogni giorno una sterile protesta, crede glie sia doveroso ed importante studiare e porre in luce le connessioni e le riperussioni dell'impresa libica sulla politica interna, specialmente per vedere se- l'occupazione in Libia non. voglia significare disoccupazione in Italia. Quello della disoccupazione diviene un problema cardinale e centrale dell'ora presente, tanto che perfino il problema della legislazione sociale cede ormai dinanzi a quello più mmediato e vitale della produzione. Certo, sarebbe errato ed ingiusto attribuire uu fenomeno cosi complesso come quello della disoc eupazione aU'impresa libica, mentre esso è ', inscindibilmente collegato col regime capita-ilistico, .lei quale è una necessaria appendice, perdi? lo stuolo dei disoccupati costituisce l'esercito di riserva dei capitalisti. Ed il feno-1meno della disoccupazione si college con una !quantità di altre e varie azioni e reazioni e con altri problemi e subisce e produce molteplici influenze dirette ed indirette. Nota che questo fenomeno imperversava anche negli anni scorsi, sopratutto in alcune Provincie còme Bologna e Ferrara nonòstan- Provincie, come ttoiogna e rerrara, nonosian- te le vantate opere pubbliche concesse a quel le Cooperative di braccianti. Con la guerra, la disoccupazione si è estesa, aggravata dalla scarsità del denaro e di credito, sopratutto per il piccolo commercio e le minori industrie. Finora il fenomeno non ebbe, come pur troppo avvenne altre volte, manifestazioni acute e violente, ma occorre senza indugio provvedere. L'oratore chiede pertanto che il Governo provveda ad affrettare ed intensifi-1care, in questi anni di maggior bisogno, quel ' miliardo di opere pubbliche che il Parlamento ha deliberato. Se non si provvederà con sollecitudine ed energia, ogni misura potrebbe riuscire tardiva e vana. E' invero impressionante il fatto che il fenomeno della disoccupazione si fa sentire in questa, che è la stagione di maggior lavoro, ed anche nelle Provincie più fiorenti e ricche, Adduce molti fatti e cifre statistiche a prova'delle sue affermazioni, e, rilevando putroppo la persistenza del fenomeno, osserva come L^t^^^S^ostllTvra. ^irlnHi SlKae n'er una'nlùesecuzione di opere pubbliche, e per una Piùequa redazione dei capitolati d'onere, in modo da incoraggiare I privati imprenditori a concorrere ai pubblici appalti. 11 generale invoca una più razionale e logica ripartizione dei lavori sia dal punto di vista tecnico sia da quello economico e politico. Accenna in modo particolare alta sistemazione idraulica dei torrenti, ai bacini montani, all'irrigazione ed al. rimboschimento. Lo Stato dovrebbe dare maggiore scioltezza di azione a tutta l'amministrazione dei lavori pubblici perfezionando gli organi ausiliari della vita economica del paese (interruzione iti mtoittro iti Li, PP), I Cosi pure occorrerebbe rendere meno lunga la procedura per l'approvazione dei progetti e rinvigorire il Corpo del Genio civile. Per tutto ciò invoca la sempre più energica azione del ministro del LL. iPsP. e del ministro i ' tesoro, al quale è assegnato il compito provvedere ai nuovi fondi ove accorr Invoca un disegno di legge ohe. contenga, to li programma tecnico e finanziario dc_ Stato in fatto di lavori pubblici e ohe elimini e quelle disposi-, 'eaeeualone. Caxv convlncarà della necee- «lui s unii urgenza, anche politica, di ade- prov^a/menti per il véro bene del pae- se 6 de]l9 sue classi lavoratrici (vive appro- razioni; congratulazioni). ., . . L Oli. Jjentlni „[-,..,._., ...„„,,.. ,. ^ r„„..„„: _.B^>_T»/ interpella egU pure il. Governo sui rimedi contro _"ntemènte le nonolàz ioni ddlenoatw «un JSSffS*?,.ìt EMSSS'-iì inf«22SSl n^f, m^^^^óS^^^S^fa disoccupatone che affligge nermS Id, OlSOCLUpdZ.One Cne __amigge periuar pagne. Reputa suo dovere di intervenire nella discussione in quanto egli rappresenta una delle regioni in cui maggiormente infierisce la disoccupazione. Nell'Emilia, che pure è una delle più ridenti e favorite regioni d'Italia, oggimai la disoccupazione costituisce un fenomeno permanen- te e generale, tanto che ripetutamente lo Sta to dovette intervenire coi proprii sussidi Per tutto il Bolognese la media delle giornate di lavoro non raggiunge la metà dei .giorni dei- ranno e .il. disagio è inasprito dal caro dei concedono bensì alcuni aumenti di salario, viveri e delle pigioni. Aggiungasi che nei con-[ cordati- coi lavoratori i proprietari agricoli ma limitano il lavoro a ciò che è strettamen- ,e indispensabile anche a patto d'Impoverire a_,terra- Veramente meraviglioso, e torna a od? «^solare dell innata, bontà delle popo "i'i0"' a?^?le italiane, il fatto che tanti do'^ftf^^ Bisogna dunque provvedere e a questo proposito l'oratore raccomanda al ministto di ih fondere maggior sollecitudine ed energia alla burocrazia del suo. dicastero. tLo esorta poi vivamente a far si che la bonifica romana, per la quale ormai gli studi durane da un secolo, venga senza ulteriore ritardo iniziata, Ne avrà il plauso e la gratitudine di. tutta una legione di forti lavoratori, che altro non chiedono se non che aver modo di guadagnarsi coll'opera propria onestamente la vita (vive approvazioni; congratulazioni). L'on. Quaglino QUAGLINO- interpella anche egli sui ' provvedimenti che intende prendere il Governo per .ovviare alle grandi conseguenze che. in molti centri d'Italia derivano dalla'crescente disoccupazione degli operai addetti arl'Hdustria edilizia. Nota che quest'anno l'industria edilizia si trova, per varie e molteplici cause, in condizioni disagiate, tonto che è già cominciato il periodo della disoccupazione cho normalmente si determina soltanto in autunno e inverno. Osserva che questa disoccupazione infierisce nell'Italia centrale ma sopratutto-essa si è verificata nella Lombardia e nel Veni la situazione è veramente desolante, emigrazione, pure aumentata enormemente, * BFòi°i ante^ Qui la non ha valso nemmeno a mitigare questa piaga della disoccupazione, che ha portato con sé anche un ribasso nei salari. Tutto dò fa prevedere che la disoccupazione aumenterà ancora nella prossima stagione e i lavoratori dell'industria edilizia non potranno nemmeno rivolgersi all'agricoltura dove vi è pletora .di operai anche a causa della crisi delle industrie tessili e cotoniere. Consegue l'arresto completo di tutto quel- perfezionamento delle maestranze che, a somiglianza di paesi stranieri, anche in Italia si deliberati. Occorrerebbe quindi che il Governo, d'accordo anche coi Comuni e le Provincie, provvedesse a togliere di mezzo gli indugi e a fare iniziare quei lavori necessari ed urgenti che permetterebbero di impiegarvi una grande massa di lavoratori oggi disoccupati. E l'oratore enumera, a questo punto, una lunga serie di lavori pubblici, che si potrebbero prontamente iniziare. Chiede, a questo proposito, che si provveda a dare esecuzione alla legge sull'igiene delle abitazioni'esortando anche ad addivenire ad un prestito, se mancano i mezzi. Accenna alle gravi conseguenze che si verificherebbero se si ritardasse nei provvedimenti sino al prossimo autunno, quando una grande quantità di emigranti temporanei si riverserà nuovamente in Italia ed esorta 11 Governo a provvedere subito se non si vuole che le masse lavoratrici, ina', 5^*21? 'otta- e dalla fame, trascendano a ioeplore^011 d"om L On. SaiDOggiìl 1SAMOGGTA, anche a nome dell'on.. Slohel. !na presentato un interpellanza per sapere se. era già avviato a buon punto. Urge dunque provvedere a mitigare questa grave crisi. E qui l'oratore esprime il dubbio che il ritardo, che si deve lamentare a questo riguardo nel- lo?«Jr°5. ^.^^"{i'nJL^ Ef'ÌSJ*!1 fi?" l\^zì» i^t^^z^^S^ nò^m^1Sano nei vari ceneri"d'ItaliaEoWpnbWl3?Ì euLprogettrgià sono, pronti e. già «mo. stati a lenire in medò efficace e duraturo la gravissima disoccupazione delle popolazioni ru-; rali. di molte regioni d'Italia, voglia il Governo'dare mano a quelle opere e a quei provvedimenti che valgano ad estendere ed inten- sificure l'industria agricola. Osserva che l'a ,.„,,„_„ nr,«_0hho lavoro art un nnmorn gricoltura potrebbe dar lavoro ad un numero di lavoratori maggiore di quello che vi è presentemente occupato indipendentemente anche dalle grandi bonifiche, purché si provvedesse ad apprestare all'agricoltura grandi esténsioni di terreno oggi quasi incolte. E tanto più poi ciò sarebbe possibile se sull'esempio di quanto si sta facendo per l'agro romano, con provvidenze legislative, e tecniche anche in altre regioni d'Italia si' cercasse 1d} trasformare intere zone oggi incolte ap ' Pllcando anche il-criterio deRe espropnazioni su più vasta scala. Esorta dunque ad estendere ad altre regiqni la legislazione per l'agro romano accordando i medesimi premi è lè stesse agevolezze specialmente nel ferrarese e nella piana di Catania, perchè in tal modo potrà raggiungersi anche lo scopo di spezzare il latifondo. Ma l'agricoltura attende ancora altri prov- ' vedimenti: quelli della piccola irrigazione e delle strada vicinali, ad esemplo, sui quali da lungo tempo si discute invano, quelli dei fab- «, necessar i per poter occupare un maggior1 "ottura0^tfe* bracci!:% nuovi , slslemJ a.grlc0H e possibile occupare lavora tori In maggior numero a condizione però che grandi mezzi finanziàri siano messi a disposizione degli agricoltori. In tal modo per parecchi decenni si potrà lenire la piaga della disoccupazione raggiungendo .nel contempo, l'effetto di un maggior incremento della economia nazionale (approvazioni). L'on. Cabrini CAiBRINI. anche a nome dell'on. Jvanoe Bcnomi ha interpellato il ministro di .agricoltura industria e commercio sull'opportunità di predisporre le provvidenze legislative pia ìdo- net a impegnare metodicamente nella lotta contro la disoccupazione involontària gli istituti di collocamento della mano d'opera e quelli di assistenza e di assicurazione sociale. Si associa alle richieste fotte dai precedenti interpellanti per lenire la piaga della dtsoc-138oAg»W verno ha'&to riguardo ad alèuhe taduatrie,!ma crede ohe esso debba intervenire diretta- mente creando e largamente «ustddlando qua- sti uffici. Instate specialmente sulla necessità di intflrìsiflcare 'l'opera d'elle assicurazioni sooiall giungendo, come in Inghilterra, fino ; alla assicurazione obbligatoria contro la di- soccupazione. ! Lo Stato ha tutto l'interesse di intervenire ^^ «provvedere, non solo perchè il di-oc- ° rappresenta* un pericolo per l'ordine _ hh, aiinho nwh» 1» aseno anioni pubblico., ma anche perché le associazioni operaie, lasciate a se stesse in questa lotta, ì^^x^^^L^JS^J^SL^Sà\tate dallo Stato e da esso opportunamente Iintegrate nella loro azióne, costituiranno uno strumento valido ed efficace in questa.lotta.contro la disCccupazione (approvazioni). \L'on. Coris CORIS^svolge anch'egli un'interpellanza per sapere quali provvedimenti intenda il Governo prendere per la disoccupazione, che è au- meritata, in modo eccezionale. Osserva che, di ; gilare sulle condizioni dèi mercato di lavoro fronte al fatto costante della disoccupazióne, é necessario creare .un a (1 officio inra°H?nR?rt? vi' 'del mercator di lavoro allo scopo di apprestare i rimedi contro la disoccupazione provvedendo al collocamento della mano d'opera. E ciò a somiglianza di quanto già si è ■fatto, in Inghilterra. Crede che una politicaiagricola più Intensa ed una politica sociale possano valere a mitigare la piaga della di- 'soccupazione mettendo le classi in quell'as-lsetto.normale che è condizione necessaria pel|economico del paese. -Conclude di- ohiarando che porta qui specialmente la voce'del proletariato veneto, che da tanto tempo soffre In silenzio e si augura che il Governo vorrà provvedere a lenire tante e cosi prolungate- sofferenze concorrendo efficacemente in quell'opera di pace sociale nella quale tutti f partiti politici debbono essere concordi (approvazioni). Le dichiarazioni di Sacchi SACCHI, ministro del LL. PP., premette che il fenomeno della disoccupazione se ha avuto recentemente qualche rincrudimento non può dirsi generale in tutta Italia; che se esso è stato grave nella valle padana prima dell' ini- cont^ua^ mano d'opera per l'emigrazione Ad ogni mo- itevancha quando questo fenomeno sia localiz- zato. Io Stato moderno deve preoccuparsenee cercare di ovviarvi sopratutto con saggia ed intensa politica di lavori pubblici. Deve trat- l^VJHÌ? 5!^o™-,,puW>Hcl "?? al!!if?clalmen- SaSi"- r^t»ean dare slancio energico e razionale a tale poli-tica, tanto che i pagamenti fatti sul bilancio dei LL. PP. sono saliti da ottanta milioni nel- l'esercizio 1897 a ben duecento milioni. Certo, occorrerà qualche tempo ancora perchè tutte ^Ile^^^^^lStMÌ^rit''',5^;^r^.'W2.*rnantenute, ma, mentre alla fine del 1910 gliappalti in corso toccavano i trecento milioni, oggi superano i quattrocenttocinquanta mi- lioni. Poiché gli interpellanti hanno chiesto là formazione di un programma tecnico e fi- nanziario per assicurare continuità ed incre- mento ai lavori, osserva che i programmi trop- n r\ .meri cnn#. minili nha K i n n n.lnn»M ,.tv; po vasti sono quelli che hanno minore elfi- cada. Del reslo, un programma di intendili- ÒaSione dei LL. PP,esiste™!itto ed'Titeini- stro prende impegno di precisarlo sempre me- Silo. Ricorda le leggi recenti fatte per le bo-«Mtò,»i per Ia esternazione idraulica e fo-^1°^ rin3^7iIJJn«nt^^ d^,VJnMe. "i ? aff^. ^™ure molto ri è ^ ~- • forti, per le strade e nel grande 'ramo Lw! ^^SlLl^ ^Uoa6\òtSlto PfV forti, per le strade e nel grande ramo delle comunicazioni a trazione meccanica: a tutto ciò si aggiunga il grande impulso dato alla esecuzione delle leggi speciali per il Mezzo- giorno. Ricorda quanto si è fatto dalle altre amministrazioni dello Stato per gli acque- ì0"1.' p.!r„ Ll^.l8.^?1^^^,per ri"cre/ mento che negli ultimi anni hanno avuto al- le opere pubbliche delle Provincie e dei Co-munì. E le cospicue somme date proprio oraper nuove sovvenzioni ferroviarie ed altri la- vori pubblici dimostrano che il Tesoro non nega le somme necessarie per una politica in- tesa allo sviluppo dei lavori pubblici. pichiara, d altronde, che il Governo non esiterà, occorrendo, ad aumentare ancora le somme destinate all'attuazione di tale poli- ttea. Nè ha trascurato di dare ogni opera a mi- gliorare quella organizzazione tecnica, che è necessaria por spendere il denaro destinato tici lavori pubblici. E confida di poter sotto- porre alla nuova Camera una riforma vasta e completa in questo campo. Osserva però che, per assicurare un buon regime nei pubblici appalti, occorrono un buon progetto, un buon esecutòre ed una buona gestione, ed espone i vari provvedimeli» che, per aumentare ed ordinare il Genio Civile, per riformare e seni- pliftcare regolamento e capitolati furono già «itoci a bì TTivann nl.In ciurli ri Mntu che ITao- presi e si trovano allo studio. Nota che rres- iun paese al mondo come V Italia ha favorito la cooperazione di lavoro nei pubblici ap- palti e soggiunge che in complesso l'ammi-mattazione non ha da dolersi dal punto di vista della condotta delle opere (bene). Con-trario però ad ogni monopolio, ritiene che in tele campo vi sia posto cosi per 1« .coopera-tive come per le imprese. (Approvazioni). Quanto ai programmi invernali per i lavori in Romagna, essi hanno dato in complessorisultati soddisfacenti; potranno anzi estender-ri ad altre regioni che ne hanno diritto. Certo, anche la legislazione attuale sulle cooperativee l'istituto dei programmi invernali non rap-presentano l'ultima parola in argomento. Stu-dierà pertanto quali altre forme si devonoe possono tentare. Conclude dicendo che inten-stacele la politica dei lavori pubblici è nonun proposito, ma un atto del Governo e chenon n© verrà interrotta affatto la progressio-ne ascensiva. Terrà poi a suo vanto se, comeS"u^to 4 ,W^fiSnuscirà anche a formulare una coscienziosaforma della gestione degli appalti Le repliche TURATI, anche a nome degli onorevoli Sa-moggia. Bentini, Cabrini e Quaglino, ricono-wei buoni propositi dell'on. Sacchi ed i prov-vedimenti da lui adottati; ma non può essereinteramente soddisfatto, in quanto che il pen-stare dell'oratore e dei suoi amici era ed èohe al grande slancio della politica militareoorrisponda uguale incremento dei pubblici la-vori. Questo concetto l'on. Sacchi non ha mo-etrato"di condividere; anzi ha fatto compren-oSra okoiaUk di quello, che si fa non sarebbeaere Cam IIU ai gueuu tue ai ia 4iun jaicuuopossibile di fan. Slamo dunque allo statu quo, con tutti i danni della disoccupazione. Conviene dunque dire che la società borghese capitalista non vale a sanare tale cruenta piaga del proletariato. Si duole che l'on. Nitti, che ha scritto molti volumi e che l'oratore mostra alla Camera [si ride), propugnando la politica dei boschi e delle acque come solo strumento di rigenerazione dell'Italia, abbia fatto getto delle sue belle idee, passando dal banco di deputato a quello di ministro, conclude affermando che anche le battaglie per la pace e la prosperità all' interno impegnano non meno di quelle contro i pericoli esterni il prestigio e l'onore della bandiera della Po tri a. (Vive approvazioni). CORIS si duole che 11 ministro dei LL. PPV non abbia risposto relativamente alla necessità di istituire1 uno speciale osservatorio del fenomeno della disoccupazione. Pur dando lode all'onorevole ministro in quanto ha già fatto, confida che la sua azione.si svolgerà per l'avvenire in modo più intenso ed efficace. Una nozione Il PRESIDENTE annunzia che gU onorevoli » Cabrlni hanno delle loro inter¬ 1 Turati, Quaglino, Samoggta e .«'■■tSSa^^tà? che ! «rt ^ Pallone ope^a è pi«lsamepta il portato della politica di eccessivi dispendi militari a provvi denze flnamztaxiie, che fanno una concorrenza disastrosa nel credito interno alle imprese pri vate agricole, industriali e commerciali, Invita ti Governo a contenere le spese militari ed a ! iniziare una più larga ed organica politica di lavori pubblici e di sollievo delle oppresse forze dell'economia nazionale, in guisa di pro muovere energicamente lo sviluppo della pro- ,1.,-!^ ;i -in—ij„i,„ i.i ... duzione ed il rifiorire della prosperità econo, mjca nazionale •> ■ \ TURATI chiede la parola, per domandare I h . fl . ,» d-ta dpiia/lUrnsafana delii m<v _f nssl ,a aata aella a»scusslone ««''a «»o. c\>out J;„„ ™ hi ^i^i.— \ J^^^l Go^rno^mèna^he questa mozione sia discussa. Ciò è in facoltà del Governo. TURATI: — Ci volete corbellare un'altra volta. (Ilarità). . ■ •SACCHI: — Niente affatto. Come 11 Gover ; no~'haTichia!rato^ fatene' ' mesi" dopo li "pr«- 'sentazione della prima mozione, il giorno rn cuì e*sa sarebbe stata trattata, cosi il Gover- no si riserva oggi dì dichiarare, a suo tem- PO quando la nuova mozione sarà discussa. Voci all'Estrema: — Dite subito che è sep- ■ pellita. (Ilarità). i -PRESIDENTE: — Non interrompano. Vuol dire che la Camera stabilirà il giorno della '■ discussione. l voci all'Estrema: — Non ci ingannate. Sia-|ln0 sjcu,rf cne non si discuterà più. TURATI, rivolto ai colleghi : — Vedremo se '..„ a} rtùcutorà • non 31 atecutera" V à à i o r¬ e a a a a a e - e v e à a Le interpellanze sulla Massaneria Il PRESIDENTE vorrebbe togliere la. aedutat, ma sorge l'on. CHIESA a chiedere, rivolto al Presidente : — E le altre interpellanze lsorUV te all'ordine del giorno, sulla Massoneria 1 * PRESIDENTE: — Seguiranno U loro tarojlr CHIESA: — va bene, ma .btsogaajiandtae d'accordo sul giorno tn cui ei axaajmtmMMH PRESIDENTE: — Si, ma non ora. , -: CHIESA: — Ma noi abbiamo U diruto ea saperlo. Il Governo ha accettato le Interpe* • lanze. Continuiamo la seduta. (PrM d» w ■ Tore). ■ «_« • PRESIDENTE: — Senta, on. CWeatj, Jaf oggi ha potuto uscire qualche memento; ia son qui da sei ore, e comprenderà erte no» ne posso più. CHIESA: — Sia pure,- la seduta sarà fte": sieduta da un altro. Noi siamo disposti a ter» ■ nare qui alle 9 di sera per discutere. (Nuovi • urli di terrore). PRESIDENTE: — Le taterpellanze «KM Maesonerla seguiranno il -loro turno; Bt o> ecuteranno lunedi. CHIESA: — Lunedi prossimo non al tca-anno più. Questa 6 una canzonatura, PRESIDENTE: — Cosi stabUlece II ~ mento. - ■ ■- - CHIESA: — Allora, signor Presidente, domandiamo 'l'appello nominale, : E cosi dicendo, consegna «gli ueeearl foglietto, con la demanda dì appello naie, per consultare la Camera, quando ia > interpellanze sulla Maesonerla earanno; da» fiCUsM6i Il Presidente fa «egnl di malumore. L'on. CHIESA grida: —L'ordine del giosaw di oggi non è stato esaurito. La Camera devo deliberare. E' un suo diritto. ' Alcuni deputati di Estrema fanno per uscire. L'onorevole Chiesa li trattiene e gridai •loro: «Non uscite. Avete Armato la domandai di appello nominale, .rimanete fino all'ultimo. Il PRESIDENTE, rivótlo all'Estrema: — Macosa vogliono? CHIESA — Le cose le facciamo sul Berlo, signor Presidente. PRESIDENTE: — Mi è pervenuta in questo momento una domanda di appello nominala di un- corto numero di deputati di Estrema.perchè consulti la Camera, quando dovranno discutersi le Interpellanze sulla Massoneria* La domanda di appello nominale propone - j òhe ii "discùtano dopo la legge elettorale pò» niii*ica. perchè la discussione immediata sf - i impone, trattandosi di una questione che In- volge Indirizzo di Governo, ina io faccio os. | servare alla, Camera che'nella seauw ?> -|n«dl non si può prendere alcuna delibera» zione, circa l'ordine del- giorno di una seduta l successiva: cosi stabilisce precieamente u a Regolamento della Camera-. Se ne potrà quin« di decidere nella seduta di domani, -i CHIESA: — Benissimo, ne.parleremo doma Ini Noi i.nsMiamo, perchè siano discusse. e i PRESIDENTE : — Va bene; intanto io tolga i« «Minto,