Portinaio scambiato per un ladro e ucciso da un carabiniere

Portinaio scambiato per un ladro e ucciso da un carabiniere Portinaio scambiato per un ladro e ucciso da un carabiniere Il tragico avvenimento, che ha gettato nellutto una giovane donna, è avvenuto verso leai rlnll'aHr-., nnt*n /rnncj oll'a^tpamitù ri i VÌA3 dell'altra notte, quasi all'estremità di via Gaeta, una delle vie del Borgo Rubatto, che dallo stradale di Moncalieri sale verso la collina. La via è fiancheggiata da graziose ville, cinte da giardini ombrati da piante oggi in piena fioritura. La regione è solitamente silenziosa e tranquilla. I rumori della vita cittadina non vi hanno alcuna eco nemmeno nello ore pia movimentati; della giornata. A notte, poi, quando anche gli ultimi nottambuli sono rientrati in casa, il silenzio incombe talmente sovrano, che anche il leggero passo di un viandante può giungere all'udito di coloro che non godono del beneficio di un sonno profondo. In tale ambiente di pace non si vive tuttavia da qualche tempo tranquilli. I ripetuti tentativi di furto avvenuti da alcune settimane nella regione, l'audacia dimostrata dui ladri nell'esecuzione delle loro imprese, il pericolo di morte corso da coloro che ebbero occasione di ostacolare le loro gesta; tutto ciò. unito all'inutilità dei tentativi fatti dalla pubblica sicurezza per assicurare alla giustizia i temuti ribaldi, aveva finito col creare nell'animo degli abitanti della regione uno stato permanente di panico e di sospetti, simile, quasi, all'ossessione che aveva conquistato i milanesi nell'epoca della famosa peste, descritta dal Manzoni. In tali condizioni d'ambiente si comprende facilmente come di notte anche il più lieve rumore potesse destare allarmi in coloro che l'udivano e generare guai. Da tale stato di cose è stata fatalmente generata la tragedia della scorsa notte. Ecco In quali circostanze essa si svolse.1 precedenti del fatale equivoco Abbiamo fatto cenno più sopra degli inutili tentativi compiuti dalla pubblica sicurezza per sorprendere gli audaci autori delle Impreso ladresche, che da parecchie settimane si vanno compiendo nella regione. Infatti, dopo 1 tentati furti In via Bezzecca e nella villa abitata dal prof. Gloiitti, figlio del presidente del Consiglio, la Questura, d'accordo con il Comando del carabinieri, aveva organizsato un servizio Intensivo di sorveglianza sul luogo. Pattuglie di agenti.e di carabi j.sul luogo. Pattuglie di I"1*;"1 erano incaricate di perlustrare le strado1 flfilla apa miss ci cn7Kica tesero che si ay \$»° vfy* Alfa T?*?^' ^fti?! pelle ore più silenziose della notte e di rendersi conto di ogni movimento di gente sospetta. L'altra notte tale servizio di vigilanza era affidato a due squadre di agenti di pubblica sicurezza, e precisamente, per la squadra mobile, alle guardie DI Pietro, Anedda e Bendano, e per la Sezione di Borgo Po, al brigadiere Capellupo, con suol dipendenti. Le due squadre si erano naturalmente divise le rispettivo zone di sorveglianza, tenendosi però ad una distanza non grande, onde potersi vicendevolmente aiutare in caso di bisogno. Verso le 2,15 sopraggiunse sul posto anche una pattuglia di carabinieri della Stazione della Barriera di Piacenza, e precisamente i carabinieri Marras Salvatore e Pagliarello Giovanni. I due militi erano entrambi in tenuta di campagna, e cioè in berretto e moschetto. Dopo di avere percorso a brevi passi 11 tratto di corso Vittorio che è fra lo stradale di Moncalieri e la via Luciano Manara. essi volsero verso quest'ultima via e proseguirono il lóro cammino, procedendo sempre con passo lieve per non destare rumori. Giunti presso via Gaeta, sostarono In ascolto. In questa breve attesa giunse al loro udito mi rumore di passi proveniente da un punto non ben precisato. Erano probabilmente i rumori del passaggio di una delle squadre di agenti che Si trovavano nella località. Non riuscendo a ben precisare 11 luogo del rumori, i duo militi si consultarono rapidamente sul da farsi e. dopo uno scambio di pareri, decisero di dividersi momentaneamente per perlustrare le vie che accerchiano l'Isolato. E cosi fecero. Uno di essi, svoltando alla sinistra, entrò In via Gaeta, e, passo per passo, raggiunse l'altezza di via Bicocca; l'altro compi il percorso dello altre strade accerchianti, compresa la suddetta. .via Bicocca. Dieci minuti dopo l due militi-si ritrovavano all'angolo dell'ultima via; ma nè l'uuo, nè l'altro avevano scoperto nulla di sospetto. Sicuri tuttavia di non essersi ingannati e che qualcuno dovesse trovarsi nascosto nella località, i due militi decisero di non abbandonare il posto, e adagio adagio ripercorsero via Gaeta, iunti presso il N. 19, la loro presenza fu sebalata da certo signor Carlo Ostentilo, il naie, avendo anche lui udito dei passi, che il parvero sospetti, si era alzato dal letto per darò un'occhiuta attorno. A tutta prima egli non potè nell'incerta luce della strada vedere che si trottava di due carabinieri, ma lo comprese subito dopo, e con essi scambiò qualche frase sull'argomento appunto dei rumori uditi. Convinti sempre di più che qualche cosa di misterioso si andava compiendo nella località e deliberati di fare ogni tentativo per scoprirlo, i due militi decisero di mettersi in osservazione silenziosa, e come luogo di osservazione scelsero l'angolo di uno steccato, che cinge un terreno verso l'estremità di via Gaeta. In tali angolo oscuro essi rimasero in silenzio, coll'orecchio teso ad ogni rumore e gli sguardi Intenti nel punti più illuminati. Passarono cosi pochi minuti d'attesa silenziosa. i La tragica scena Ad un tratto essi videro avanzarsi. In atteggiamento sospettoso, un individuo, il quale procedeva a piccoli passi, fermandosi ad ognl istante per scrutare attorno da ogni lato, come se temesse di essere sorpreso. 1 due carabinieri, vedendolo, non ebbero il menomo dubbio che si trattasse del ladro, la cui presenza avevano immaginato. L'Individuo, il quale proveniva da via Manara, continuò ad avanzare quasi a tentoni, e giunto presso una delle finestre della villa dell'avv. Carlo Teppatl, sita all'angolo di via Manara e di via Gaeta, si soffermò guatando; poscia, dopo un istante, si avanzò guardingo verso 11 punto in cut erano 1 militi. Costoro poterono cosi vedere Che egli impugnava nella destra un'arma, certamente una rivoltella. Essi atapprossimasse; poscia, quando a distanza, uno di essi gli invoce, giuntagli improvvisaindividuo sostò Istantaneamente, e alzando risohitamente il braccio armato, spa rò un colpo In direzione dei due militi, che egli poteva appena hit ravvedere. Il proiettilo percorse il breve «pazio. fischiando all'orse- rhio sinistro del carabiniere Marras. Quosti. senza più esitare, rispose immediatamente allo sparo con un colpo di moschetto in aria, t'n secondo colpo di rivoltella tu. la controriposta dello sconosciuto. Il Msrras sparò nuòra'un secondj colpo anche fui e colpi l'avversarlo al costato. Il proiettile penetrò d^i w» d«»it- dal. tMtot» e-» iiaal 'dal ai--\» stro. Mortalmente ferito, l'Individuo ebbe tut tavia ancora la forza di correre fino all'Ingresso della villa Teppatl. in via Gaeta, 13; ma, ivi giunto, cadde e non potè più rialzarsi. L'angoscia della moglie A questo punto un grido angoscioso di donna venne ad unirsi all'eco degli spari. Era la dlsgrazlatisslma moglie della vittima, la quale da una finestra della villa Teppati aveva assistito al rapido svolgersi delta tragedia. In brevissimi istanti la silenziosa stra,da si animò tutta quanta. Da tutto le finestre apparvero persone improvvisamente svegliate dogli spari. Molti, fra cui il proprietario della villa, avv. Carlo Teppatl, scesero nella strada, per rendersi più esatto conto di quanto era avvenuto. 11 fatale equivoco venne allora facilmente chiarito. La disgraziata vittima era certo Bruta Pasquale di Francesco, d'anni 34, da .Mirabelle Monferrato, giardiniere e custode della villa Teppati. Risvegliato anche lui dai rumori che avevano fermato i sospetti del carabinieri, aveva risoluto di alzarsi per fare un giro di perlustrazione. Vestitosi della sola giacca, senza camicia senza cappello e senza scarpe, e munitosi di una rivoltella, usci dalla villa dall'Ingresso di via Manara, e adagio adagio entrò in via Gaeta nel modo che abbiamo narrato. iLa moglie sua. che pure si era svegliata, seguiva la manovra del marito da una finestra. Essa fu quindi testimone della fase culminante doli a. tragedia che doveva gettarla in un lutto inconsolabile. L'autorità sol luogo Avvertiti telefonicamente, giunsero sul luogo, verso le 3,30, il capo della polizia giudiziaria, cav. Tarantola, il delegato Rossi, della squadra mobile; il tenente-colonnello dei carabinieri cav. Maggiora, il capitano dei carabinieri cav. Villa, il giudice istruttore cavaliere Piatti, ed 11 chirurgo prof. Tovo. L'Autorità, procedette sul posto alle prime incombenze d'istruttoria, interrogando i carabinieri e le persone che potevano offrire qualche particolare. Interrogarono altresì le guardie dl pubblica sicurezza le quali, al rumore degli spari, erano accorse pure sul posto, il cadavere del disgraziato venne poscia trasportato agli Istituti universitari del Valentino. B Brlata. che si era ammogliato due anni fa Uscio la moglie in istato interessante, i due coniugi attendevano il gaudioso avvenimento fra un mese! Sul posto accorsero pure due fratelli del defunto. I carabinieri, invece di ritornare alla loro stazione, furono inviati dal cav. Villa alla sede delia Legione, in attesa che ogni atto d'istruttoria sia compiuto. Le constatazioni del giadice L'autorità, in persona del giudico istruttore avv. Piatti, coadiuvato dal cancelliere Michele Morino, del commissario cav. avv. Cuàldi e del delegato Ghisi. della sezione Borgo Po, del tenente Colombino, comandante delia tenenza a cui appartiene la brigata della Barriera di Piacenza, ha potuto completare le indagini sul fatto. Da esse sarebbe risultato che il Briata sparò un solo colpo, il cui prolettile andò a conficcarsi nello steccato vicino al punto in cui stavano i carabinieri. Al colpo rispose il Marras con lo sparo del moschetto, che audò a vuoto ed il proiettile si conficcò presso l'angolo di una casa di fronte sull'asse di via Bicocca. Il Brlata, che era uomo coraggioso, alzò nuovamente il braccio come per sparare e fu allora che il carabiniere sparò il secondo colpo. Il proiettile, dopo di avere attraversato, come abbiamo detto, il costato deli .povero uomo, andò, di rimbalzo, nell'angolo stesso di via Bicocca non lungi dal primo.' 11 disgraziato portinaio appena si senti colpito, tentò la fuga, segnando sul terreno il percorso con lo stille del sangue che gli usciva dalle ferite. Tale percorso fu misurato in ventotto passi ordinari d'uomo. La morte sopravvenne quasi Immediatamente, cosi che ogni tentativo di soccorso riuscì inutile. Il carabiniere Marras che, come abbiamo detto, si trova alla Legione a disposizione dell'Autorità giudiziaria, ha Si anni ed è nativo del circondario di .Alghero, in Sardegna. Arruolatosi nell'Arma nel 4907, a 18 anni, fu aggregato alla Legione di Cagliari o poscia traslocato alla nostra Legione nell'ottobre dell'anno scorso. Giunto a Torino fu assegnato alla brigata della Barriera dl Piacenza, ove ancora si trova, Le note sul suo conto sono ottime- La nascita d'un bimbe Abbiamo detto clie la moglie dei portinaio ucciso, Caterina Brlata, si trovava in istato di avanzata gestazione. La terribile emozione provata dalla misera donna nel fatalo episodio che la rese vedova ebbe, purtroppo, un'Influenza sulle sue condizioni fisiche. Alcuna ore -dopo, infatti, che la morte aveva chiuso gli occhi al povero marito suo. si senti sorte rente e dovette mettersi a letto. Le persone che l'assistevano pietosamente non tardarono a comprendere quanto stava per avvenire. Poco dopo la misera dava alia luce un bimbo, un maschio, sano e robusto. I pericoli dalla sorveglianza Nel chiudere questa note di dolente cronaca, crediamo doveroso intrattenerci brevemente sui pericoli die derivano dalla sorveglianza cosi e come viene esercitata. Dato, infatti, lo stato di agitazione in cui sono gli abitanti della regione, e particolarmente i portinai, i quali sentono maggiormente la responsabilità della somgliaiua della rispettive casa, gli incidenti dolorosi souo tacili a verificarsi Non più tardi di due notti fa, infatti, mentre una pattuglia dl guardie in borghese perlustrava la zona, un portinaio, che >i era alzato dal letto, avendo udito dei rumori sospetti, si affacciò sulla porta e sparò un colpo, torse in aria Fortunatamente, quando gli agenti accorsero, il portinaio, intuendo chi erano, si acquietò Immediatamente. L'incidente non ebbe altro seguito; ma ognuno vede da questo episodio come 11 pericolo dl gravi guai sia tutt'altro che improbabile. Importa quindi che ognuno faccia 11 possibile per mettere un po' di sordina al rispettivo panico, ma sarà bene che la Questura provveda in moda che ogni pattuglia abbia almeno con se un agente In divisa «he piroetti 1 compagni, al fine di evitare la possibilità che le guardie vengano scambiate per malfatr lar* 1d gifo lrggassdedcgsNlnclpnsgRrnmvsLggpMdzCaCttmimcnp\ FRdVSPPsdC