Il combattimento di Cirene

Il combattimento di CireneIl combattimento di Cirene Camminiamo sul suolo di una civiltà se-, folta. Dopo Ire o quattro soste necessarie per respingere l'attacco di qualche più ardito gruppo di beduini che le batterie Bellini e Tappi decimano con.poche salve, dopo avere incontralo e tagliato due lince telegrafiche turche, giungiamo verso il tramonto in vista di Chegab, castello di aspetto imponente, quadralo, con quattro torrioni, agli angoli. Il presidio turco, avvertito della nostra avanzata, è fuggilo. Dalla collina parte una piccola resistenza, ma basta a disperdere questi molestatori, l'ottavo battaglione eritreo e qualche shrapnels dèlta batterla Tappi. La necropoli di Cirene Alle ore 17 il maggiore Tancredi coi suoi ascari invade il castello che presenta le tracce della fuga precipitosa del presidio turco. Alle ore 17,45, mentre tramonta il |sale ed albeggia la luna, la bandiera d'I-\talia è issata sul castello, salutata entusia eticamente da tutte le truppe e dalle salve ktell''artiglieria. Pernottiamo a Ghegab. Il giorno seguente *— il 20 —, abbeverati gli uomini e .gli animali in una frésca fonte in. prossimità del castello, lasciate a presidio delia località tutte le truppe della colonna Regazzi, diminuita soltanto di una sezione ' della batteria Tappi, che prosegue con noi, la colonna Borzini si mette in marcia per Cirene. Le truppe dunque che prendono parte alle ultime due giornate della conquista sono l'ottano battaglione eritreo diminuito della seconda compagnia, i battaglioni alpini «Mondovì» ed « Edolo »,-mezzo .reggimento cdvalleggeri Lodi, lo squadrone safari, la batteria Bellini e la prima sezione della batteria Tappi. Camminiamo rapidi nella fresca mattina col ciclo nubiloso, ansiosi della sublime morta città che ci attende, andiamo « sognando il greco sogno di Cirene». Dal territorio degli Abeidat siamo passati nel territorio degli Hassa. li poiché da una altura seorgiamo un numeroso gruppo-di armati, la batteria Bellini sosta ed apre il. fuoco, e con pochi colpi bene aggiustati disperde i malintenzionati. Avanziamo' fino a mezzogiorno. Verso Questa-ora la nòstra avanguardia comincia edi incontrare la resistenza di qualche 'gruppo di' beduini. Li respinge con poche schioppettate. Ed ecco, appena superata un'ondulazione del terreno, ecco apparire lavanti a noi un panorama di indimenticabile bellezza. Tutta una piana che si esten'de a perdila d'occhio avanti a noi è coperta da una selva di colonne mozze, di, macigni squadrati e lavorati, 'di mura semidiroccatc, di archi, di plinti, di sarcofagi. Siamo a Safsal, tra le superbe rovine delia necropoli di Cirene e qui incontriamo fia prima valida resistenza. Il cerchio nemico è rotto Gruppi di beduini appostati tra i ruderi .aprono un intenso fuoco di fucileria contro ,uoi. L'ottavo ascari avanza, avanzano la batteria Bellini e la sezione Tappi. Questi ,itltimi prendono posizione e cominciano a [percuotere cogli shrapnels il nemico. Il combattimento si accende su tutta la linea. .Le pallottole rimbalzano miagolando sui graniti dei sarcofagi greci e contro gli archi Idi un grandioso acquedotto presso cui ha preso posizione la batteria Bellini. Un'ora J -1 il-lf. *-\ .. J „ '7 ~. — .. .. dura il conflitto. Quando il nemico accenna« ripiegare, quando il suo fuoco diminuisce di-intensità e di precisione, il generale .Tassoni lascia fronteggiare gli ultimi nu¬ clei da una compagnia dell'ottavo eritreo 'del capitano Frusci e con tutte le altre truppe e col convoglio delle salmerie sfila in. direzione di nord verso il centro di Cirene ed Ain Sciahat, ossia la Fonte di Apollo. Inoltriamo per una boscaglia di menta e di lentischi, ove fra i cespugli, a ogni pas90 vediamo soiuere ruderi e cumuli di rovine. Giungiaim al fondo di una valle circondata intorno da una serie di colline disposte ad anfìtXitro, vestite di folti boschi. •Sul centro della valle, in una radura scoperta, sorge il farabutto di J hai ha, attorno al quale vengono affollandosi le truppe. ^Da tutta la cerchia delle colline circostanti parte un. fuoco di fucileria impressionante. Vn migliaio di beduini sono appostali nelle ^boscaglie e battono col loro fuoco il terreno intorno al marabutto. Intorno alla piccola bianca costruzione è una tempesta furibonda di proiettili. Si spiegano in linea ile due compagnie dell'ottavo eritreo del capitano Salomone e del tenente De Fraja ; si apiagano il battaglione alpini «Mondovì», tomandato dal maggiore Boccalandra, il battaglione «Edolo», comandato dal maggiore Garelli ; appiedano e si stendono pure essi in catena i plotoni di « Lodi » cavalle(ria, del sottotenente Arno, ed i savari del Umènù Atanasio; prende posizione e coun fuoco febbrile la batteria BelliA «avallo, attraversando la radura ecotati* l'imperversare dei protettili no il p^mtM Tatuai agi wmo t«■ guilo. Osserva con.'perfètta calma la situazione: ic Qui bisogna andare avanti) avanti ad ogni costo», dice semplicemente ed impartisce in pochi istanti gli ordirli necessàri. L'ottavo battaglione eritreo — ridotto a solo due compagnieJjina è rimasta jol/a colonna Regazzi a Ghegab, l'altra, quella del capitano Frusci, è impegnata ancora a Safsaf a proteggere la coda delle truppe) ridotto quindi alle compagnie Salomone e De Fraja — si scaglia all'assalto delle colline. Il maggiore Tancredi, che è in lesta al suo bel battaglione, ha il braccio destro trapassato da una pallottola, il sottolenente De Fraja è ferito al capo, ma gli. àscari avanzano impetuosamente ed' al rincalzo diètro loro vengono gli alpini, del Mondovì e dpl|l'Edol'o. Il cerchio nemicò che dalla vetta delle colline ci dominava è rótto. La- vetta è conquistata da noi ed avanti a noi ecco \slrndersi in una immensa piana Cirene a i i colle rovine maestose dei suoi lcv\pli, 4ei suoi palagi, dei suoi teatri. Ecco colonne e mura c architravi di granito sorgere solenni sublimi sotto il grigio cielo nubiloso. E' una grandiosità di mcmoric-g di bellézze senza pari. La. commo^pìie dì qucsio,%iomento di vittoria e di conquista resterà--incancellabile nell'animo ^di tutti colorò che t'hanno vissuto, che si; sono sentili per uiv momento-maggiori di.se slessi, in. comunicazione diretta colla sublimità della storia. Viveri per dne giorni... Ed ecco, tutte le emozioni più fremile paiono adunate in qucstft'.moinento glorioso mentre s'infrange l'ultima . resistenza barbara ed il soldato .italiano ricalca il suolo della più eletta civiltà greca e romana. Per. un avvallamento del mónte, che verso nord limita la piana ove giace la nostra Cirene,, appare lontano appena visibile il mare. .-■•' - ■ Dichiariamolo pure, non avevamo più che due giorni di viveri per giungere al mare, donde si attendono-nuovi rifornimenti. Era quislione di vita o di morte! Il generale Tassoni leva ed agita l'elmetto gridando, vinto dall'entusiasmo: uViva Cirene! Viva il mare! Abbiamo vinto! Viva l'Italia!». Tuona il cannone dietro la fuga degli ultimi gruppi di beduini. Ci raggiunge la compagnia Frusci, dell'ottavo battaglione eritreo, rimasta, come ho detto, a dietro, per proteggere lo sfllamenlo di tutte le altre truppe. E' stata circondata dai beduini, si è difesa eroicamente, ha esaurito tutte le cartucce, si è aperta un varco tra gli accerchiatori colle baionette, coi'calci dei fucili trasformati in elave, coi pugni, coi denti. Scendiamo ebbri di entusiasmo, verso la Fonte di Apollo. Le truppe procedono con ardore superbo. L'ingombro delle salmerie e anche esso spinto innanzi con rapidità nuova dal capitano Isastia, del primo fucilieri, che ne guida la lunghissima colonna. Il sole tramonta e noi immergiamo i volti riarsi dalla fatica e dal furore del combattimento nelle acque cristalline della Fonte di Apollo che sgorga dal monte, da una caverna profonda, con mormorii dolci, freschissima/nenie. II bivacco alla Fonte d'Apollo La notte trascorre tranquilla nel bivacco, presso, la fonte nei secoli famosa. Sta- endmsatiprantsrSpsgm\mane, 21,di maggio, il generale Tassoni ¬ o . e e . . i e ■ guida l'ottavo battaglione eritreo, il batta gitone alpino Mondovì, il mezzo reggimento di cavalleggeri Lodi, e la batteria Belli ni nella discesa a Marsa Susa. Le altre truppe, al comando del colonnello Borzini, restano a presidiare Cirene. Discendiamo ire successivi gradi di montagna attraverso folte boscaglie per balze dirupate vincendo qualche non grave resistenza sui Carabba, e verso le ore 11 giungiamo in vista di Marsa Susa, una ventina di casupole rosse agglomerate intorno ai ruderi dell'antica Apollonia. Sul mare davanti al vecchio porticciuolo. interrato attendono la reaia nane \irnrrint interralo auenaono la regia nave j\gorclati sltvdqdcnnaqhcpnccqrpIcemagizapudpitirvdaovlsrpctocclszsdpdred i traspòrti Lebda e Città di Messina. I turco-arabi hanno preparato una resistenza dalla parte del mare. Difatti sappiamo più. tardi, giungendo a Marsa Susa, Che quando stamane due lance tentarono di venire a terra, furono accolte a schioppettate dai turco-arabi, appoggiati a trincee ottimamente costruite e munite. In una delle lance è stalo ferito, ina non gravemente, il signor Giorgi, impresario di sbarchi di uoviini, di animali e di materiali, il quale veniva per scandagliare i fondali, ed un arabo barcaiuolo al nostro servizio. Dal- jl'altra il capitano del genio Quartaroli, rispondendo di fuoco dei turco-arabi con un bene indovinato colpo di moschetto ha ucciso un negro che dalla spiaggia, faceva insidiose segnalazioni per attirare i nostri in un agguato. Ma se i turco-àrabi si sono premuniti, come ho detto, dalla parte del mare non imito ctiuala ai mia sarprsM Mie par?