La libera docenza

La libera docenza La libera docenza fi tengo aibattito che ha avuto luogo In Senato eulla legge per la riforma dell'Istituto della libera docenza ha sortito esito favorevole al testo combinato fra l'ufficio centrale e il Ministro. Sino dal 1911, sia al Senato, sia alla Camera dei Deputati si è evolto un processo giusto e coraggioso all'istituto della libera docenza come si era venuto guastando cogli anni in Italia per colpa un po' di tutti. Era una oppressione quella che ai sentiva e che si sente nelle nostre Università di fronte' al libero Insegnamento, come si Chiama, ma che in realtà il più delle volte non è nè libero uè insegnamento, e ciò sia detto s**ìza far torto alle eccezioni più o meno numerose riguardanti alcuni ottimi liberi docenti, sia per le qualità della loro cultura, sia per la loro valentia didattica. Ma le leggi non si fanno per lo eccezioni, e come ai è detto più sopra la libera docenza divenne, così com'è ai nostri giorni, la maggior jattura morale o mn feria le delle nostre università. La facilità con cui ei diventa liberi docenti col titolo Illegale, ma consentito da circolari ministeriali, di Professore, che servo per lo più unicamente ad avvantaggiare gli interessi professionali di chi lo ha conquistato con tanta facilità; il modo con cui i docenti vengono retribuiti; la funzione che essi dovrebbero compiere e che non compiono; lo stato permanente di menzogna e di frode non dovuto propriamente alle singole persone,, ma bensì al sistema elio rende quasi inevitabile e l'una e l'altra a danno dello Stato, hanno moltiplicato a dismisura i liberi docenti tra noi, si che nel 1911 erano 1811 di fronte a 1009 esistenti contemporaneamente nelle 20 Università dell'Impero Germanico, e oggi, dopo solo due anni, le docenze in Italia salirono a 2396. Nello stesso anno la Facoltà di giurisprudenza di Napoli contava 60 liberi docenti, ossia più dei docenti in Giurisprudenza di tutto l'Impero Germanico. La stessa Facoltà Medica di Napoli conta 381 libero docente pari a quattro quinti dei docenti in Medicina delle 20 università tedesche, e di quei 381 ve. ne saranno circa 80 nella sola materia: Patologia speciale Medica, dalla quale conquistano successivamente la docenza in Clinica Medica, intensificando con docenze doppie e triplo i mali che ne derivano. Poiché la retribuzione avviene sopra una parte delle tasse d'iscrizione che pagano ogni anno gli studenti, e che viene distribuita fra i docenti in ragione del numero degli iscritti e delle lezioni, ne venne, come ognuno sa, la consuetudine che lo studente, il quale non ci rimetto un soldo di tasca suo, e forse può guadagnare, o meglio presume di guadagnarsi la simpatia del docente che farà parte dello commissioni dei suoi esami, dà senza sforzo la sua Arma di compiacenza, talvolta procurata con mezzi non ammessibili, e col sottinteso che egli non si presenterà mai alle lezioni libere a cui si è iscritto, cosicché molto di frequente segue, che di 100( Iscritti solo 5 o 6 più docili, diremo cosi, Si prestano a frequentare le lezioni. Non è dunque esagerato il dire che questo è un permanente stato di frode e di «menzogna, non dovuto alla immoralità degli uomini, che non possono esaere degli eroi, ma dovuto al sistema per se stesso immorale, che lo consente e lo provoca necessariamente Di qui la necessità di una riforma radicale affrontando coraggiosamente le opposizioni degli interessati, e creando uno stato di cose più onesto, più sincero e tale che non offenda più oltre il decoro delle nostre Uni.versttà. Qui mi è duopo fare una parentesi. Uno itti predecessori del Ministro attuale dell'Istruzione pubblica ebbe l'idea non opportuna di fissare nel regolamento Universitario una modificazione allo stato fino allora vigente, senza avere dianzi proposto usa legge che la consentisse. Come fu detto, la retribuzione ai liberi docenti veniva prelevata dalle tasse d'iscrizione degli studenti, senza alcun limite imposto dalla legge. Il predetto Ministro prescrisse per regolamento che la retribuzione ai liberi docenti venisse prelevata da solo 3/5 delle tasse d'iscrizione, e ciò allo scopo evidente di diminuirò il numero dei liberi docenti. Ma si può con un regolamento prescrivere ciò oh* non è contenuto nella legge? L'assooiazione dei liberi docenti di Napoli mosse canea allo Stato, e il Tribunale di prima istanza diede loro ragione; sentenza confermata dalla Corte d'Appello, e che oggi attende il responso definitivo dalla Corte di Cassazione. Se questa conferma la detta sentenza, lo Stato dovrà sborsaro una co spicua somma por pagare gli arretrati ai li béri docenti. Il danno considerevole che verrà all'erario dello Stato per opera dell'Associazione dei liberi docenti di Napoli, ha determina-1 to il Governo .a sollecitare la presentazione della legge di riforma della libera docenza, forse anche con maggiore efficacia di quelte che abbiano avuto le precedenti 'discussioni fatte.al Senato e alla Camera dei Deputati, e il proposito del primitivo progetto ministeriale era quello di determinare per legfe che la retribuzione ai docenti dovesse prelevarsi sui 3/5 delle tasse d'iscrizione, Mtd* prevenire il ripetersi dello azioni con. trarie promosse dai liberi docenti. Afa.l'ufficio centrale del Senato non si accontentò di convertire in legge la predetta disposizione regolamentai*. Esso ha valuto una riforma più radicale; vello cioè ciré la retribuzione dei liberi docenti fosso data dirottamente dagli studenti, indipendentemente dalla tassa, d'iscrizione che essi sono tenuti a pagare all'Università dello Stato. Dovendo «borsaro danaio, scompariranno lo firmo di compiacenza) e con essa scomparirà froda continuata a danno dell'orario eoo intorno a 900.000 lire all'anno i corsi "libati docenti. Ritornerà la sincerità per latto che se gli studenti s'iscriveranno a (Ut corso Ubero, pagandolo del proprio (4 lira mer lagtirr"*! pari I* 12 « per un corso annuo » 4i «re lesioni settimanali, ciò vorrà signiicare che osai dì quel oorso a cui si inscrivono MtdìÈtmoymmani» il bisogno. E' un ritorno par*»**»* leggo Casati, ed è un nftorno ad un coétààm che prevalse con foi« con decoro natta sisma Università di ina a con decoro naua stasa» uni"»' Spettato» si 1860. . ■ ddqrvlaabsiagsfouctalilechvaahfrfrnrstpcol'bCcsiemesFnncfOndsitècadealdgnelnao7ezVmtmdtbeflsnrcpgdgdsdtsndcdcssmDc i n o o a i a ò e a i a -1 e , o r , . a o a docenza «coordinata» a quella più generale delle Università nostre, perchè realmente la questione della docenza, si collega necessariamente a quella di molte altre parti della vita universitaria; principale fra tutte quella degli esami. Ma prevalse il concetto di approvare per intanto la riforma della libera docenza per queste due principali considerazioni: l.o La provata difficoltà di fare approvare dal Parlamento una riforma organica dell'Istruzione superiore; 2.o la considerazione che una volta approvata la riforma della libera docenza, sarà sentito più urgente e universalmente il bisogno di procedere ad una completa riforma universitaria. Il Ministero della Pubblica Istruzione non lia insistito nel suo primitivo disegno e, rilevando egli coll'Ufflcio centrale del Senato che la riforma da questo sostenuta, se aveva in se un valore tecnico, aveva ancora più altamente un valore morale, nobilmente vi ha acconsentito, e il Senato, con largo suffragio ha approvato il disegno concordato fra Ministro ed Ufficio centrale. iResta a dire di altre proposto contenute nel disegno di leggo intese a rendere più serio il conferimento della libera docenza. E' soppressa la libera, docenza per esami; ai titoli dove congiungersi una lezione e una prova pratica e sperimentale. Prevalse il concetto di sottrarre alle Facoltà singole l'esame dei titoli dei candidati alla libera docenza e di deferirlo, invece, ad una Commissiono centralo che sarà composta colla stessa (procedura usata per le Commissioni nei concorsi a Professori straordinari e colla differenza che in luogo del titolare di materie affini a quella messa a concorso entrerà un rappresentante eletto dallo Assemblee dei liberi docenti presso le varie Facoltà del Regno. La Commissione funzionerà per un biennio © sarà libera di radu narsi o a Roma o .in altre sedi universitarie che reputerà più opportune. Essa dovr_ funzionare solo nei mesi di Settembre o di Ottobre e ciò con lodevole intendimento di non accrescere i motivi di allontanamento dei Professori dalla loro sede, in tempo di scuola. Per ossero ammesso alla libera docenza., il candidato dovrà essere fornito oltre ai titoli scientifici anche di una laurea. Non è la. «laurea» di una data Facoltà quella che è prescritta* ma « una laurea » la quale attesti che il candidato è fornito di un grado di cultura superiore a quella che gli può essere provenuta dallo scuole medie, ed è ammessa anche l'eccezione per distinti non laureati, su parere del Consiglio superiore d'Istruzione. Nello stato attuale delle cose, Marco Minghetti non avrebbe potuto essore docente nelle scienze politiche, perchè non laureato, e ai.nostri giorni Marconi, che non ebbe laurea, non potrebbe essere libero docente nelle applicazioni dell'elettricità. E' tolto anche l'obbligo di essere laureato da due o più anni per accedere alla libera docett7,o, sempre in considerazione della liberaespansione dei migliori ingegni. L'esperienza ci dirà se, diminuendo sensibilmente per Virtù della nuova legge il numero delle domande alla libera docenza, non avrà recato alcun danno l'abbandono delle piccole misure che erano state proposte per l'addietro di mano in mano che andava aumentando oltre ogni limite il numero dei liberi docenti. La decadenza-dopo cinque anni di non esercizio della docenza, riguarderà solo la facoltà d'insegnare, ma non il titolo, il quale, conferito dopo una prova che si reputa seria, o per decreto reale, resterà per tutta la vita. Ciò potrà ancora produrre dei danni, perchè molti continueranno a desiderare il titolo a puro scopo professionale. Una misura transitoria veramente draconiana sospende tutte le pratiche in corso per la libera docenza, quando non sieno già pervenute alla fase della convocazione della Commissione prima dell'8 maggio 1913. Ciò recherà danno non pienamente giustificabile a molti che erano in procinto di divenire docenti, ma è da ritenersi che, se la legge sarà approvata entro la metà di giugno anche dalla Camera dei deputati, il ministro farà eleggere le Commissioni delle Facoltà in modo che queste possano iniziare i lavori nel prossimo autunno. Da ciò deriverebbe una piccola perdita di tempo per i presenti candidati alla docenza, i quali con una spesa complessiva di lire 600, inferiore di alquanto a quella che avrebbero dovuto sostenere col sistema vigente, avrannp il vantaggio di divenire docenti, come già si vuol definire di primo ordine, essendo fatti colla legge nuova, e si afferma anzi su tale proposito che già si sia manifestato il proposito da alcuni vecchi docenti, di riprendere il titolo secondo la nuova legge, reputandolo essi stessi, titolo di maggior valore (1) Potrà la legge giungere in porto alla Camera dei deputati, ove si trovano notoriamente molti liberi docenti '? Vi ha chi né dubita: vi ha chi crede che anche senza combattere la legge si troverà modo di lasciarla dormire, cosicché sia rinviata sine die alla futura legislatura. Può darsi, ed è dà augurare, che queste sieno false profezie, e che il Governo voglia realmente, e quindi ottenga di andare sino al fondo. Intanto il Senato ha compiuto il suo alto ufficio, ed è da augurarsi che il suo esempio sia fecondo. PIO FOA*. (11 Qualora la legge non fosse approvata entro il prossimo giugno dalla Camera dei Deputati, le libere docenze per cui sono già iniziati gli atti seguiranno il loro corso secondo te nonne dei sistema vigente.

Persone citate: Casati, Marco Minghetti, Marconi

Luoghi citati: Italia, Napoli, Roma