Le alterne fasi della battaglia di Derna

Le alterne fasi della battaglia di Derna Le alterne fasi della battaglia di Derna gL'avanzaaeecoonne~La occupazione di Sidi Garbaa — Il furioso contrattacco turco-beduino — Il ritorno. (Dal nost inviato -p.oiale) DERMA, 17 Badi*. Quando vi giungerà questa corrisponden-i sa, in Italia saranno, già noti, almeno nei termini ufficiali, sommariamente, le vicende e il resultato della giornata di ieri, che 'è stata, la più avventurosa, la più cruenta di tutta la campagna di guerra in questo settore. Saprete, cioè, che le forse del presidio di Derna — da poco sotto il comando del maggior generale Mambretli, recentemente venuto qui da Misurata — hanno compiuta un'avanzata verso il campo nemico di Ettangi; saprete che la prima fase dell'astone si svolse regolarmente, perchè le nostre truppe riuscirono in poche ore ad occupa- i re le alture di Sidi Garbaa, primo obbietti vn dell'astone, vincendo non senza difficoltà una tenace resistenza nemica; ma che, purj troppo, nella seconda fase, per un'inaspeltata violentissima riscossa dei turco-beduini, i alcuni battaglioni italiani furono duramente provati ed il Comando dovette provvedere ad un ben ordinato ripiegamento nella ■ zona protetta piuttosto che a proseguire l'esecuzione del piano ideato. Ma anche questo già saprete: che a malgrado, anzi in ragione delle difficoltà incontrate, nell'ora I stessa del fuoco più micidiale, sul terreno | infido, dinanzi a un nemico improvvisamenI te cresciuto di numero, di forza, di audaI eia, i nostri soldati, tutti i soldati, e in priI ma fila gli ufficiali, sono stati valorosi, forI ti, disciplinati, ed hanno scritto, purtroppo | eon molto sangue, un'altra bella pagina i eroica. j Ed ora, sui dati di fatto non senta difficoltà raccolti nelle poche ore concesse dalla partenza del piroscafo, ecco la cronaca, I quanto più particolareggiata mi è stato possibile, dell'aspra giornata. L'obbiettivo - Le forze La notte scorsa, dal 15 al 16, Derna era spopolata di truppe; la piazzetta delle palazzina del Comando non era mai parsa - Stinto dittrtnr mai et etawtmo-^seistiti in tanta solitudine. Le forze del presidio, ecco, ■■■ .avevano lasciato la città -per la -linea delle : ridotte; le truppe passavano la notte all'addiaccio nei pressi dell'estrema linea di difesa, perchè all'alba avrebbero marciato ppntro il campo turo-beduino. '. ÌSììmpresa non era certo da poco, ed ora molti si domandano se il Comando, nel proporsi un tale obiettivo, riflettè abbastanza sulla sufficienza delle forze a sua, disposizione (5000 uomini appena)' in confronto a quelle nemiche di cui si aveva, più o meno approssimativamente, sentore. Comunque, le truppe erano slate divise in fre colonne ; • La colonna centrale: comandata dal maggior generale Mambretli, composta di un battaglione del 26.o fanteria (maggiore Cesare Billia.) di due battaglioni del 35.o (cor \ouncllo Pirzio-Biroli) di un battaglione del 7.o, di un battaglione del 37.o e di tre compagnie del 22.o (maggiore Vincenzo Guarnieri). Questa colonna aveva per iscopo di oltrepassare le prime posizioni nemiche puntando su Sidi Garbaa, dove si trovava ta gran guardia dei turco-beduini, alla stessa altezza dell'Ain-Bu-Mansur. ■ La colonna di destra: comandata dal tenente colonnello Francesco Mosella; era composta del l.o battaglione dell'I l.o reggimento fanteria (maggiore Paolino Salvatore Gusmano) e della terza compagnia di ascari libici. Essa doveva attraversare il BuMsafer, proseguire per le regioni di Trin- Ksket e Brahsada, dove erano alcuni piccoli posti nemici e raggiungere a Oidi Gàtbaa la colonna centrale Mambretti. 1 •• Là colonna di .sinistra; comandata dal maggiore Alberto Spada, era composta di 'due compagnia dell'I l.o reggimento fanteria (secondo battaglione), di una sezione di .mitragliatrici e di una sezione di arliglie- | ria da montagna. Essa aveva un compito più facile delle altre colonne-, doveva occupare il marabutto di Sidi Aziz e compiere un'azione dimostrativa sulla sponda destra del Demo. L'avanzata \ Alle ore tre e mezza, dopo aver passata la notte all'addiaccio, dalla ridotta «Lombardia » partiva la colonna del centro, \a quale aveva formato la sua avanguardia, al comando del colonnello Madalena, col battaglione del 26.o al centro, col battaglioin' del 7.o (maggiore Cei) alla destra, col 'battaglione del 22. o alla sinistra. A poca distanza da questa avanguardia, seguiva il grosso della colonna ed il comando del gruppo di artiglieria da montagna (maggio'• re Emilio Piccone) con tre batterie -. la 23.a, comandata dal capitano Arrigo Pellizzari; ta 26. a, dal capitano Gino Squilloni; la 27. a. bis, dal capitano Pinc'herle- Mayer Arturo. L'avanguardia prosegue rapida, senza molestie, sino alle prime trincee turco-arabe. Esse sono nascoste su un crestone, dietro a cespugli di ginepro, epperò si presen tono improvvisamente agli esploratori del battaglione del 26.o, che è di punta. Cominciano cosi le prime scariche della giornata. I nemici resistono per un po', ma sono presto sopraffatti e sloggiati; le nostre batterie prendono posizione e inseyuono i fuggiaschi con violento fuoco a shrapnels. La strada seguita dalla colonna è orribile; si svolge tra burroni assai pericolosi, profondi, pieni di grosse pietre, con radi àlberi di I eorlo fusto. L'avanzata però prosegue ordì\nata> anche se lentamente, data la difftcol tà del terreno, che impedisce lo spiegarsi alle grosse unità in ordine di combattimento. E facile comprendere che le maggiori difficoltà le incontrano le colonne di rifornimento e le batterie, i cui conducenti fanno sforsi sovrumani per poter seguire le truppe più agili di fanteria. Torchi e mitragliatrici Proseguendo, l'avanguardia incontra altra resistenza da parte di grossi reparti di beduini inquadrati da forti contingenti di regolari turchi e comandati da ufficiali turchi. Specialmente sul ciglione del Campo '.Rosso Questi gruppi resistono più tenacemente. Qui entrano in campo due mitragliatrici nemiche che spazzano a raggiera il nostro fronte di avanguardia. Ma l'impeto delle nostre mirabili truppe travolge ed allontana il nemico, che deve precipitosamente fuggire per non lasciar cadere nelle nostre mani le due mitragliatrici, che aveva posto in azione e che ci han recato le prime perdite ingenti. I turco-beduini, fuggono, naturalmente, verso Sidi Garbai che è il primo solido posto avanzato del campo nemico. Ivi i fuggiaschi trovano sicuro riparo all'inseguimento della nostra avanguardia, dietro la quale prendono tosto posizione le batterie 23.a, 26.a e ZI.a. Bis. Esse aprono il fuoco contro le difese nemiche, ma ad un tratto scoppia tra i nostri cannoni uno shrapnel: U campo di Sidi Garbaa è provvisto di artiglierìa. L'assalto Allora incomincia una lotta infernale. Mentre la nostra avanguardia procede imperterrita, la nostra artiglieria tien fronte ai cannoni turchi con un imperversare di granate e di shrapnels. Questo duello di artiglieria continua ancora quando le nostre truppe di avanguardia tuper_Q.no jj et*. gitone; coperto di folta^boscaglia, ad vecidente di Sidi.Garbaa.i,^ . . ■' Le ridotte del nemico: sono ora vicine-, i nostri, che da cinque ore marciano combattendo, si preparano ad assalirle alla baionetta per ricacciare i turco-beduini nel profondo burrone sottostante. L'urto è violento e lutt'd\tro che breve. Il maggiore Billia, del 26.o,Uebbene ferito, è il primo a dare Vesempio'Iti suoi soldati incitandoli anche con la voce all'assalto. Del resto, essi non hanno bisogno diincijLa^ menti- si cacciano contro la\trincea con l'impeto consueto, _ travolgono \ baionettate il nemico, passano oltre con iìme grida di vittoria. Le posizioni conquistati^'erano state poste iti mirabile stato di rfi/efc a.' La.prima linea era costituita uà trincee per uomini in piedi ed in ginocchio: la seconda, più indietro, era costituita da una linea di piccole ridotte in muratura. Le nostre batterie, la 23.a * la 27.» bis, intanto, passano a piazzarsiJn prirna linea accanto ai fuciliera avendo a protezione il battaglione del 26.o fanteria. ) Il campo incendiato \ Mentre la colonna del centro disimpegnava così il suo compito occupando le portiioni di Sidi Garbaa, le altre due colonne, quella di sinistra {comandata dal maggior Spada) e quella di destra (al comando del maggiore Mossila) procedevano sul proprio cammino con diversa fortuna : infatti, meiu tre' la colonna di sinistra occupava il marabutto di Sidi Azis senza attirare contro di sè il nemico, troppo occupato al centro; ia colonna di destra avansava tra crescenti difficoltà di terreno e incontrava forte resistenza nemica. Ad un certo punto queste truppe si trovarono come investite da tutte le parti da un violento fuoco di fucileria, che mietè numerose vittime. Ciò nonostante, la colonna giungeva a superare due volte il Bu Msafer e a distruggere il campo nemico di Ras Kerba incendiandolo. Il contrattacco nemico Fin qui'la fase buona, favorevole della giornata. Senonchè, la colonna centrale, che con tanto impeto aveva occupato le trincee di Sidi Garbaa, doveva presto trovarsi in una posizione insostenibile. Ad un certo punto, i turco-beduini, battuti dai nostri, vengono trattenuti nello scompiglio dai loro ufficiali; si fermano, si spiegano ordinatamente,. riaprono il fuoco di fucileria contro le nostre truppe, le quali poco dopo sono investite anche da un furioso fuoco di artiglieria: numerosi pezzi da campagna e da montagna nemici vomitano un torrente di fuoco con mirabile precisione. I nostri soldati rimangono imperterriti ai loro posti rispondendo come possono a quella raffica improvvisa, che non rista. Ma numerosi sono » caduti; le compagnie si assottigliano, pèrdono i loro comandanti, i loro ufficiali. L'artiglieria nemica, che continua ad imperversare dalla sponda del Manhar e del.Derna, colpisce d'infilata i nostri soldati, che non abbandonano ancora le ridotte conquistate. I giovani soldati, da poco più di un anno sotto le armi, si comportano come veterani, si incoraggiano a vicenda, graduano i tiri, aggiustano gli alzi. Gli episodi di valore non si contano; tutti fanno il loro dovere sotto la tempista incessante del fuoco nemico. I | l L'epica resistenza dura quattro ore: ca L'epica resistenza dura quattro ore: caduti il colonnello Madalena, molti ufficiali e graduati e moltissimi soldati, i battaglioni dell'avanguardia iniziano il ripiegamento a scaglioni. Il ripiegamento Esso si: effettua lentamente, sótto là protezione dei pezzi da montagna, il netnicS;* trattenuto dalVinseguire i residui dei battaglioni che ripiegano lentamente, arrestan- ' dosi ad ogni isante per rispondere all'in- i , i ' - ■ calzante fuoco nemico. ., Le batterie che ultime rimangono a Sidi Garbaa sono quelle dei capitani Pellizzari^ e Squilloni. La prima si trova come accer-ì chiala dall'orda beduina; ma il capitanò' . . „ *„•„_„-„_. „,; .,„!>. nott si perde damino, fa sparare gli ulti- tai colpi a mitraglia e quando quasi tutti i suoi uomini sono caduti e le munizioni e- 1 j„..'.4iit'„2i.tii 1 „„„.• r...- saurxte rende inutilizzabili i pezzi, Poi, coi superstiti della batteria si ritira difen- dendosi ancora a colpi di rivoltella. • r7i„ h/,f>«wn r> ,i mniin^r. Ultima, la batteria del capitano Squillo- ni riceve l'ordine di arrestare le orde ir- rompenti nemiche e subito vomita un fuo- m terrihiìe mali assalitori che si fermano co temone sugli assalitori, cne si fermano e si nascondono nelle anfrattuosita del ter- reno, cercando di colpire i serventi e gli ufficiali. Due ^^f_5^^^^no la batteria, uno del 7.o sulla destra edv uno formato di saldati del 22.0 e del 35.ojSulla sinistra. Da questa parte un nugolo\j- i. a ■ • ,„„ „./<i„,„.7„ ... dt beduini guidati da un ufficiale turco riuscì ad aggirare la batteria e si avanza sempre accelerando il fuoco. Il capitanò, 'Squilloni, calmo, tranquillo, dà un ordine e subito un pezzo viene voltato a sinistra e spara a mitraglia sugli audaci, mentre gli altri tre continuano il loro fuoco micidiale contro i nemici, che avanzano sul frónte. I pezzi sono arroventali dal fuoco decelerato, le-munizioni sono quasi finite, quando il capitano si accorge che la colonna ha eseguito ordinatamente il ripiegamento verso la ridotta «Lombardia». Il valoroso ufficiale ordina allora ad un suo subalterno di smontare i pezzi dopo un'ultima scarica e quindi di allontanarsi. Impugna quindi la rivoltella e alla testa] dei ' fucilieri contrattacca vigorosamente i nemici, che si avanzavano velocemente vedendo allontanarsi i pezzi. Costoro si fermano dinanzi a quell'attacco vigoroso ed insospettato, sparano cercando di colpire il valoroso capitano; ma egli rimane incolume e, vista la batteria in salvo, si ritira lentamente col manipolo dei valorosi fucilieri. Il ripiegamento così protetto, tra innumerevoli episodi di valore, continua in perfetto ordine piche all'imbrunire la colonna raggiunge la ridotta » Lombardia ». V.-B.