Come si svolsero i combattimenti sull'uadi Derna

Come si svolsero i combattimenti sull'uadi DernaCome si svolsero i combattimenti sull'uadi Derna I beduini hanno cannoni I feriti ia viaggio per l'Italia ■•■gasi, 20, er« 18,95. Il giorno 18 un primo telegramma ci comunicava questa notizia-. «Il giorno 16 un forte distaccamento di Berna, uscendo dalla piazza, si spingeva lungo la sinistra] dell'uadi Derna per cacciare il nemico che, avanzatosi dal campo di Ettangi, si era rafforzato sul pianoro tra Sidi Garba e ÌRas El Ain, a dieci chilometri da Derna. 'Alle 10,30, dopo un accanito combattimento, le nostre truppe riuscivano a cacciare\ il nemico, conquistandone le posizioni nelle quali restavano. !« Alle ore 15, quando già i nostri ritenevano, finita l'azione, essi venivano improvvisamente attaccati; ma il pronto intervento della, riserva e dell'artiglieria riusciva à' dominare l'impeto del nemico. Il ripiegamento sulla piazza aveva luogo, a sera, senza molestia da parte del nemico. « Se le nostre perdite, ■ non ancora precisate, . sono alquanto sensibili, quelle del nemico sono rilevanti, specie per il fuòco dell'artiglieria. «Ieri, 17, due distaccamenti, uscendo 'dalla piazza, prendevano nuovamente-contatto col nemico, ricacciandolo verso sud ed infliggendogli perdile senza subirne». . Questa la prima notizia che, in attesa ài particolari e di conferma, avemmo vira, preghiera .di non trasmettere sull'istante. Giungevano infatti voci allarmanti e raccónti impressionanti da Derna per mare, da fonti che, non avendo preso parte al grave fatto d'armi, ma avendone ricevuto un'impressione personale e tumultuaria a Derna stessa, ne riferivano per riflesso e con quella esagerazione che non difetta ■mai in coloro che non parteciparono al fatto. 1 ' Una lettera di un mio improvvisato informatore da Derna, scritta a lapis sul rovescio di un ordine del giorno del colonnello-Mà'dalena, in cut si tributava un encomio agli ufficiali ed ai funzionari civili per l'opera', coraggiosa e pronta spiegata nello spegnere un incendio di un deposito di artiglieria, parlava anche esageratamente dell'accaduto. : Come erano costituite le colonne Oggi le informazioni che si hanno, precise, complete, specificano le nòstre ■ perdite c la nostra azione e quello che è stato \il risultato positivo di essa. i II 16 di maggio il grosso del presidio di Derna usciva in tre colonne ' dalla linea dei forti, per attaccare il nemico che da parecchi mesi teneva il campo, con noItévuli forze comandate da Aziz bey, avanti la piazza. ! La colonna di sinistra doveva puntare tu Sidi Aziz ed era formata da due compagnie deU'll.o reggimento fanteria con una sezione di mitragliatrici al comando del maggiore Spada. Questa colonna doveva trattenere gli attacchi nemici da quella parte. La colonna di destra si componeva di un battaglione deU'll.o fanteria, di una sessantina di ascari e di un nucleo di alpini che dovevano servire-da guide. Questa colonna era agli ordini del tcn. colonn. Mosella, ed aveva per obbiettivo Casr Kerba, 'di dove doveva ripiegare su Sidi Garba, che era l'obbiettivo diretto della colonna centrate. Questa si componeva di truppe di varia provenienza. Un reggimento era formalo da un battaglione del 26.o fanteria, di un battaglione del 7.o e da un battaglione del 22.o. Vi erano anche due battaglioni del 35.o con un altro battaglione del 37. o, con tre batterie di artiglieria da montagna agli ordini del maggiore Piccone. Nella stessa colonna centrale erano una sezione di artiglieria da campagna e quattro sezioni di mitragliatrici. Il gruppo ani-cedente e questo erano entrambi al comando del colonnello Madalena. • (.a colonna centrale marciava direttamente sulla sponda sinistra dell'uadi Derna, puntando al Marabutto, per. continua¬ ggdopo l'arrivo del gen. 1 li io viaggio gei tuffi Atti di valore e. di abnegasi*» tDol nòstro inviato speciale) Bongasl 21, or» Attendiamo da Derna il ritorno del stale Etrurla che, se non ha proseguito, come spesso avviene, per mancanza di iarico, fino a Tobruk, arriverà stasera. Se invece ha fatto' quello scalo, giungerà con una dozzina di ore di ritardo e ci porterà domattina i particolari raccolti sili luogo dai colleghi di Derno. Lo scontro di Sidi Garba potrà cosi essere illustrato con dettagli, nomi, episodi ed elementi raccolti pressoché direttamente. Noi potremo precederli di qualche ora se oggi tornerà da Derna il Capo di, Stato Maggiore tenente colonnello Bonglovàhni, e se ci vorrà fornire ulteriori chiarimenti. Mi dicono che egli sia sulla via del ritorno a bordo della torpediniera di aitò mare Albatros. Man'mano che qualche particolare ignorato si -aggiunge a quelli noti fornitici da sicura fonie, la violenta impressione della prima, sintetica notizia, si attenua sempre più, e lo scontro assùme quelle forme e quelle proporzioni che in una guerra coloniale non costituiscono, certamente il .fatto straordinario. Sono note a tutti, fin dal principio della guerra, le difficoltà che presenta la zona montuosa, varia, sconvolta a sud di Derna; ed ognuno sa che l'avanzala in guelfa regione non può avera la facilità di successo immediato, come è avvenuta nella Cirenaica occidentale. Manovrare in un della di burroni non 'è precisamente la stessa cosa che avanzare su di un altipiano ondulato, ma aperto. y Sappiamo intanto che nei due o ire gfàrni successivi allo scontro parecchi soldati, che erano dispersi e si credevano perduti, sono rientrati a piccoli gruppi od isolatamente a Derna. La nave ospedale Regina d'Italia arrivata qui ieri non fu potuta visitare da altri che dal Governatore ed è ripartita stanotte. Ma ho potuto sapere che aveva a bordo quasi lutti i feriti della giornata, meno pochissimi gravi. Quasi tutti hanno leggere ferite guaribili in brevissimo tempo. Queste ferite sono generalmente alle gambe ed ai piedi, il che lascia supporre che siano state prodotte da proiettili di rimbalzo. La massima'parte dei ricoverati'a bordo della Regina d'Italia ha, come ho detto, ferite leggere ma multiple, il che è di una importanza significativa. I nostri soldati sono rimasti bravamente sotto il fuoco e non sono mancati gli atti dì valore., come quello del caporale di artiglieria che ha voluto rir manere presso il suo pezzo; e, colpito da una scheggia di mitraglia all'addome, è caduto ed è rimasto abbracciato all'affusto; come quello di soldati che, non vedendo più -,la 11 Proprio ufficiale, sono tornati indietro »er cercar^° tra « teriti e caricarselo sulle svalle• no inteso anche che il morale dei feriti è serenissimo e che essi hanno manifestato la volontà di tornare presto a combattere. Il Governatore Briccola è tornato dalla stia visita a bordo della nave-ospedale con il cuore sollevato per la constatazione fatta personalmente delle condizioni fisiche e di' spirito di tutti i feriti. (Da uno dei nostri Il generale ETTORE MAMBRETTI ohe ha diretto l'azione del 16 corrente a Derna re sul « Campo Rosso», a quattro'chilometri a sud del Marabutto, e poscia a Sidi Garba. Era questo il punto occupalo sinora dai turco-beduini: un campo che strategicamente può paragonarsi a quello della uNuova .Bengasi»; sulla duna di Leghiem, distrutto dal generale D'Alessandro 13 aprile. 11 combattimento L'urto primo lo ebbe la colonna centrale. Fino dal « Campo Bosso » dovette avanzare combattendo e riuscendo a ricacciare il nemico, che si trovava agli avamposti, fino alla linea centrale di' Sidi Garba.. Questa posizione fu conquistata a gradini, palmo per palmo, e l'ultimo tratto fu preso alla baionetta. . . A Sidi Garba le truppe della colonna centrale presero lena e vi furono poco dopo raggiunte dai convogli di rifornimento di munizioni. Ma poco dopo, all'improvviso, al di là della posizione conquistata apparvero tutte le alture coronata di [ortissi^iì nuclei di beduini e da grosse nuvole. Anche l'artiglieria, invisibile e rivelantesi solo dal fumo, entrava, in azione. Si calcolarono ad una ventina i pezzi che sparavano. Le nostre truppe cercarono di far fronte, combattendo, avanzando; ma un ostacolo imprevisto ed insormontabile si parò loro dinanzi: il burrone a picco dello uadi Manhar! L'artiglieria nemica batteva intanto tiri precisi, quasi fosse manovrata da espertissimi artiglieri. Né basta: i nostri, chiusi nel breve angolo Ira lo uadi Manhar, e la sinistra dell'uadi Derna; un angolo formato di burroni, dominato da piattaforme tenute dal nemico sempre più ingrossato, si sentirono ad un tratto presi di fianco dalla fucileria. Erano i gruppi beduini che, praticissimi dei luoghi, delle grotte, degli aetallamen-1 ti, erano arrivati a piazzarsi dietro i ri- pari naturali a destra ed a sinistra di Sidi<Garba. 11 ripiegamento Fu allora che il maggior-generale Mani- bretti; comandante la colonna centrale, visto che già sette ufficiali erano fuori combattimento e che alcune compagnie non avevano più comando, ordinò il ripiegamenlo. Erano le ore 15. Il ripiegamento avvenne con grande calma ed ordine. Il generale ordinò che due batterie prendessero posizione insieme alla riserva, cosicché l'impeto degli attaccanti fu subito frenato. Una barriera di fuòco impedi che essi iniziassero l'inseguimento. La màrcia di ripiegamento non fu in alcun modo disturbata, ed a sera le (ruppe rientravano in rango nei loro accampamenti. La colonna di sinistra aveva intanto raggiunto l'obbiettivo di,Sidi Aziz; vi era rimasta sino a sera, e poi tornava a Derna. La colonna di destra ebbe invece una marcia faticosa, tempestala continuamente dal nemico. Alle 10 dei mattino essa collegava con la colonna centrale, con lauuale com'atteva ver tutto il resto della quaie combatteva per tutto u resio aeuagiornata. Le nostre perdite sono considerevoli e gravi furono quelle del nemico. Degli ufficiali abbiamo perduto ft colonnello Madalena. La giornata del 16 a Derna rappresenta per noi un attacco riuscito nella prima fase, mancato nella seconda, lìipelp: nessuna delle nostre posizioni è perduta, ni il nemico osò contrattaccare. ri inviati speciali) F.9. II 'ta concertata dal generale Mambretti con n Comando supremo delle forze nostre in . Cirenaica, Si 8a per esperir i che il ge- , herale Briccola^ il suo capo di Stato Mag- ili da mendaci informatori? Un episodio ignorato di grave imprudenza Roma, ai, aerali « Giornale d'Italia» pubblica: « Nel momento in cui si stanno addensando sul capo del generale Mambretti le recriminazioni, che tino ad oggi sembrano giustificate, è doveroso domandare se l'azione sul campo di Ettangi (che va trasformandosi dalla ricognizione annunziataci dalle prime notizie dello scontro, in una vera operazione a fondo secondo le ultime e più particolareggiate informazioni) sia sta- giore, ten. col. Bongiovanni, hanno sempre esercitato le funzioni supreme su tutto il settore della Cirenaica, ed è da ritenersi che nessun movimento si è svolto nei settori, di Derna e Tobruk senza la preven Uva autorizzazione del Comando di Bengasi. <c Sarebbe pure necessario conoscere come c quanto abbia funzionato l'Ufficio po litico di informazioni, perchè due settimane or sono, per una informazione errata, due squadroni dei cavalieggeri « Piacenza », al comando del maggiore Solaro, e la ban- to, iaSe on rà go esdi te. se to ni, ti. no re -, da Diana-Crlspi, > partendo da Bengasi la per dirigersi ad occupare la località di. Siluk, distante 90 chilometri dalla base, stanano per cadere in un'imboscata che avrebpotuto avere un esito, veramente tra V«Le cose si svolsero nel modo seguente 11 generate Briccola e il suo capo di Stato Maggiore, udito il parere.e. accolte le. sollecitazioni dell'Ufficio politico, lanciavano due o trecento uomini a - cavallo per occupare Siluk ed evidentemente installarvi un residente. Per giustificare uno spostamento di forze cosi esigue, a Bengasi si doveva essere ben certi della riuscita dell'impresa. Provvidenzialmente però ' il maggiore Solàro ordinava ai ; suoi un «alt» a trenta chilometri da Siluk, e le pattuglie della banda Diana, lanciate e sparpagliate a tastare uomini e terreno, rientravano, annunziando che qualche migliaio di arabi, .a piedi ed a cavallo, si propónevano di circondare il nostro manipolo di cavalieri, probabilmente nella notte per avertìo; facilmente ragione. " «'Opportunamente il martore Solàro ri; piegava allora su Bengasi ed un inutile spargimento di sangue venne cosi evitato. *j « Questo episodio, conclude il «•Gior-, naie d'Italia», — ignorato per'ragiohi fa- D£RNA RTC1BA Centrattacco Beduino \Campo Mv/mo. <// ETTAMGI clli a comprendersi, serve a dimostrare che fallaci.informazióni hanno pure.affascinato a Bengasi quei personaggi che' do oltre venti mesi, reggono le sorti della Cirenaica. Ed egualmente può essersi illuso, per i soliti mendaci informatori, il venerale Mambretti, da pochi giorni assunto al co mando dei settore di Derna». I caduti Il tenente Patrone Livorno, 2!, netto. Un fonogramma da Roma ad un giornale locale annunzia che nello scontro del 16 corrente, presso Derna, è valorosamente caduto il tenente Giuseppe Patrone, che apparteneva all'88.o fanteria, qui di stanza. Era nato nella nostra città il 10 dicembre 1888 ed era figlio di un colonnello, miseramente annegato alla Maddalena. Promosso sottotenente il 19 settembre 1909, tre anni dopo, e cioè il 19 settembre 1912, veniva promosso tenente e poco dopo inviato in Libia ed aggregato al battaglione del 22.o fanteria, rimesto a Derna, che. con un battaglione del 26.o ed un altro del ?.o fanteria, formava il reggimento 26 A, comandato dal valoroso colonnello Madalena. Il tenente Patrone era qui fidanzato con una gentile signorina impiegata ai Telefoni. Per una fatale coincidenza essa era di servizio quando giunse la notizia; ma le sue colleghe ed il direttore fecero in modo che essa non potesse apprendere così bruscamente il terribile caso, che le venne poi partecipato con ogni riguardo. Questa sera sono giunte da Roma, la madre e la zia. E' indescrivibile lo strazio della povera signorina e dell'infelicissima madre del tenente. Il tenente Patrone aveva ultimamente scritto alla fidanzata una lettera in cui diceva: « Si parte verso l'ignoto, Siamo in pochi, speriamo bene ». A dimostrare l'animo mite e buono del valoroso tenente, si ricorda che egli, commosso dal fatto che il vice commissario di pùbblica sicurezza, dott. Secreti, si addolorava perchè non poteva. recare sulla tomba del fratello, tenente del 26. o fanteria, caduto a Derna nei primi mesi della guerra, nemmeno un fiore, compiva il mesto dovere recando ogni dome nioà un flore sul tumulo del compagno caduto. La notizia ha destato qui un sentimento di profondo rammarico: una viva pietà si mani festa oggi in tutte le classi della cittadinanza verso la dolorosa madre, e verso l'infelice signorina, che tra pochi mesi avrebbe dovuto sposare il tenente. - Il sottotenente Filippi piacenza, sa, notte. Al deposito del 26.o reggimento fanteria, qui di stanza, è pervenuta notizia che nel combattimento del 16 corrente, a Derna, cadde eroicamente alla testa del suo plotone, il sottotenente Silvestro Filippi. Egli, era partito perla guerra col suo reggimento, nel dicembre del ,1911, ma sbarcando a Derna si ruppe un braccio. Dovette quindi essere rimpatriato, ma appena guarito chiese ed ottenne di ripartire per il campo dell'onore. Giuntovi',li 3 mano 1912, ricevette ordine dal Comandò di rimanere a bordo finché avesse subito la. visita medica regolamentare. Il giovane ed ardènte ufficiale però, avendo saputo che in detto gior. nò si sarebbe combattuto, eluse la sorveglian- za, sbarcò e si battè da prode in una ridotta, Era nato a Pietrasanta (Lucca), il 21 giugno 1890 ed era sottotenente dal 17 settembre I9ll. Il sottotenente Contini Bologna, 21, un Al comando del 35.o reggimento fanteria è giunta la notizia della morte del sottotenente Contini, avvenuta nello scontro di Sidi Garba. Era nato nel 1888 a Spinazzola di Bari. Fu ufficiale di complemento nell'ilo fanteria e passò effettivo al 9.o e quindi al 35.o fanteria.