Il viaggio di Jagow a Vienna

Il viaggio di Jagow a Vienna Il viaggio di Jagow a Vienna erunaporerpce-esimpatie germaniche per l'Italia - Verso la pacificazione tra Vienna e Pietroburgo. 1 (Servizio speciale della Stampa) (Servizio speciale della Stampa}. Vienna, 13, notte. Domani giungerà a Vienna il segretario di Stato tedesco, von Jagow. Egli a Vienna farà la consueta visita di presentazione ai- dWtltil'Imperatore. Probabilmente, però, nonjriarà la stessa visita a Roma, perchè egli, mvi è già conosciuto, essendovi stato, come è noto, quale ambasciatore di Germania presso il Quirinale. Von Jagow arriverà domani mattina : nel pomeriggio sarà ricevuto in udienza solenne dall'Imperatore nel Castello imperiale di Schoenbrunn. Alla sera prenderà parte ad un grande pranzo di gala offerto nel Palazzo del Ministero degli esteri dal conte Berchtold. Giovedì assisterà ad un pranzo dato in suo onore dall'Imperatore. Alla sera stessa di giovedì, o al più tardi venerdì mattina, von Jagow ripartirà per Berlino. La visita del segretario di Stato germanico per quanto abbia prima di tutto un carattere di etichetta, assume nel momento attuale un'alta importanza politica Nessun giornale di Vienna dedica ancora alcun commento a questa visita imminente, che è annunziata solo con un paio di righe. L'attesa nel Mondo diplomatico Nei circoli diplomatici si aspetta con molto interesse l'incontro dei due ministri de- prlasntst,agli esteri delle due Potenze alleate. Dopo,lla nuova situazione creata dai recenti av- d^-ammanti erti immisi Ai + E^n4nmA il venimenti gli uomini di Stato sentono il bisogno di chiarire e di spiegare le loro idee. ; grVediamo quali sono i punti che vorranno nprobabilmente toccati in questo incontro. Anzitutto p iwtn i-h» si rinvieni dnl ni-nhlp. rAnzitutto è certo che si parlerà del proble ma balcanico. In questo problema la Germania non ha interessi politici immediati, e perciò non ha assunto alcuna parte direttiva. Anch-e durante l'attuale crisi la Germania si è li¬ tptm. amitata ad appoggiare la politica dei Suoi aiinati nniio riivor». niio=*i™i un» nron. ->alleati nelle diverse questioni, senza prendere alcuna posizione preminente. In qual sche circolo di Vienna si è perciò criticata :pucècVelatamente l'attitudine della Germania, osservandosi che in Germania si è mantenuto questa volta un atteggiamento assai riservato e non si è manifestata quella energia, quella spontaneità e quel calore,. nella difesa degli interessi austriaci che nel avevano fatta una cosi preziosa alleata itdurante la crisi bosniaca. Questo maggior riserbo della Germania si spiega col fatto che da allora ad oggi molte condizioni sono mutate. Durante l'attuale crisi balcanica l'Austria ha avuto il pieno appoggio dell'Italia, cosicché il Gabinetto di Vienna non ha avuto quell'isolamento che si era ad un tratto manifestato nel 1908. Di più la Germania ha preso a curare i suoi rapporti amichevoli colla Russia, e non vuole perciò pregiudicare queste sue relazioni con una politica balcanica troppo attiva. L'azione moderatrice della Germania Durante tutta la crisi balcanica fino all'ultimo episodio di Solitari, come già abbiamo rilevato più volte, il Gabinetto di Berlino, pur rimanendo fedele all'alleanza, ha sempre agito con una missione moderatrice presso il Gabinetto di Vienna, trattenendolo dalle decisioni troppo precipitate e dalle direttive estreme. Questa azione bì manifesto, come vi dissi, fin dall'epoca del viaggio dell'Arciduca Ereditario Francesco Ferdinando a Berlino. Il problema balcanico non è ancora oggi finito: rimangono, come sappiamo, alcune grandi <niestioni vitali. Il rinvio della riunione degli ambasciatori di Londra fino al (domo 20, prova comey Gabinetti sentano il bisogno di un preliminare, esauriente scambio di Vedute. L'incontro di domani dei due ministri degli esteri non ha quindi in proposito altro scopo che quello di completare l'accordo già esistente e di vivificarlo^ con una di tlèSnttmpDmfipdicpteisecLsdlecussione personale per farlo valere con [ più efficacia nelle riunioni di Londra. I rapporti tra le grandi Potenze Un punto importante che sarà toccato nei colloqui tra Jagow e Berchtold è quello dei ranporti colle grandi Potenze. Posso dirvi che dalla Germania verranno parole dirette a promuovere una conciliazione tra i Gabinetti di Vienna è di Pietroburgo por attenuare un conflitto che, sorto il giorno della mobilitazione balcanica, si è fatto sempre più acuto, ha assunto talvolta forme pericolose e non è ancora oggi pacificato. Risolto almeno provvisoriamente il problema balcanico, devono schiarirsi di nuovo i rapporti tra i due Imperi che sono stati intorbidati. Ma probabilmente saranno anche esaminati i rapporti tra l'Austria e l'Italia. II vostro corrispondente da Berlino vi ha già raccolto le voci di parecchi giornali delia Germania su questo problema, voci che provano da un lato la cordialità seni prc maggiore che par l'Austria si dimostra in Italia, e dall'altro l'interesse che si ha in Germanie per un intimo riawicinamecto tra l'Italia e l'Austria in Germania si apprezza sempre più. la solidità della compagine militare finanzia» ria e politica dell'Italia, e si misura sempre meglio il valore della sua alleanza. Le crisi balcanica ha minacciato a più riprese di prorompere in una crisi europea: oggi, alla vigilia della sua risoluzione, essa lascia scorgere ancora un complesso di attriti e tensioni tra le Potenze che fanno sentire la necessità di rivedere e rinsaldare l'alleanza. Tutto Io svolgimento della crisi balcanica ha rinforzato la sistemazione della Tri zcncìhioCpplico Mesa».* *• P^iò sentire alla Gei-t mania il "bisognò, di mantenere inalterata, l'alleanza coliìt'alla. ^èr.<raésto si desidera j anche a Berlino II rlnétÀUmwto dai rap-jporti tra-Vienna • Tipico è stato in proposito il linguaggio di qualche giornale tedesco che, come la Wossische Zeitung, ha domandato un mutamento nella politica dell'Austria verso l'Italia e verso i sudditi italiani dell'Impe told su questo punto importante per tutto il problema della Triplice. ro. Si ritiene che von Jagow richiamerà a michevolmente l'attenzione del conte Bei-clis

Persone citate: Francesco Ferdinando, Mesa, Von Jagow