D'aula in aula

D'aula in aula D'aula in aula :(Cortc dffissise e Tribunale Penale di Torino) Come abbiamo preveduto, soUetìtanente eè desflnito il processo e la discussione conitiro la Salderà Rosa ed il Navacchia Luigi, accusatdBll'iuooisioinie della Tempiant Natalina, l'imgoiatiàce di spade. Pei1 la Baldena, lo stesso P. M. rdtiirava la wxausa e cnitodi il verdetto dei giurati tu per l'assolutorie. E cosi essa venne senz'auro Bcaroerata. Nei raipoprtd del Navacchia invece fu rite muta la premeditazione, ma gli fu accordata ila semi infermila di niente colle attenuantgeneritene ed in base a questo verdetto il precidente, Barone Daviso, condannava il NavaccMa migli a 14 anni, due mesi e giorni 16 Idi reclusione. P. SI. : avv. Forni; P. C. avv. Mac cari e Pagliuzza; Difesa avv. Appiani, Gherardind, Tiranty. Quaglia; Cane. Vibonalbo; (Uff. giudRiccio. i Una serie Interminabile di truffe Non si può dire che la quasi sessantenne Antonoetta Rima, vedova Oddone, fosse a corto dii nwzzi per incannare iT prossimo. La^rmente^^ vati iper sorprendere la buona fede altrui; lamia attirntà ima fucina dei più sottili e diispaSSLS3S5SL.'?St lucrare sulle spalle dellabuona geme; e saa ohe Quella scaltra donna s«ronzasse a Torino od a Milano odfaCasalequalsiasi città dove capitava, passando dal'Tuiia all'altra, per sottrarsi alle conseguenze«a» ritta cinStev?' ChC neir,ma c n*u'®1Ben dodici capi di imputazione. aUo stringe"dei conti, ipesava.no su quella, sciagurata donna. per truffe e falsi; ma il più grave, qupllotatali mSS&i0^mi?^JLTS&&!' l°£e' in#aljarasi presso ta.1 Romei io Ester vedova Film(petto, riusci ad ingannare costei, sua figliasuo figlio, tutta la famiglia insamma, danriegwtaigdola per parecchie militala di franchiLa Btma con sotttìe aceorgiinieiito si faceva eredere padrona di due ville in sul milanese; daun negoziante in frutta (che ingannò pureotteneva l'Itavi o di canestai dii frutta e verduma, fingendoli prodotto delle sue ville, pressola. famiglia Romerio; cosi essa ottenne cheJe concedessero ritardi nel pagamento del atto(della camera aimimoHiglI ata, ed acquistavagrande cr,ed#o. «^rv^Sì^f deUa Ramarlo promise unposto presso la Dada Henmonn; al figlio oromise una bicicletta; cosi ottenne in rimessionoggetti d'oro, biancheria, ecc., ecc., mediantecambiali a firma di sconosciuti ed avallateda lei... Ma quegli sconosciuti erano addirtitona resistenti e laidi si accorse la famigliaRcanero ohe quella donna viaggiava con falsonomai £ (poiché la truffatri.ee voleva forse aecag^benefaS.^iat & ^^cante di statue mall-giose^ parecchie ne invias6e a dei pii istituti, dopo averne fatta accurataSSS^^TJ1,* ,e plu vive benedizioni rlpW^A-^l^M^t,, WSSUSgguardia di pagare quelle statue. ImiMue mfai'ire le altre gherminelle della .Bbna che costituirebbeix) altrettanti capitoli dun dilanio del vero truffatore. Pei- ora l'ultimapagnina la scrisse il Tribunale, condanwainidoHa Bima Antonietta a sette anni di reclusione"tre mesi e ventisei giorni, ed alla multa dLire 1600. Presidente Garelli; P. M. Minella: Difesa (d'ufficio).- avv. Federici; Cancelliere : Gazzano«scusato di .avere costretto colle minàcce unadaima, secolui convivente, a darsi alla malaLa riabilitazione di " Monsiear Alphonse „ Avevamo narrato a suo temipo come un taleOra la Corte d'Appello venne nella convinzione che la donna non avesse affenmata la. ve alta In tutta la sua sostanza e assolse l'imputato. — Difesa avv. Quaglia. i Un procedimento penale per infrazione ai regolamenti ediliziNegli ambienti giudiziari, da lungo tempoSi parlava d'un piccolo scandalo nel qualesarebbero stati coinvolti un ingegnere dell'Ufficio Tecnico edilizio del nostro MunicipioVn altro ingegnere libalo professionista, e<un impresario. Sul fatto però si manteneva imassimo riserbo, perchè la denuncia che a%S^-£*2?^3 procedimento penale, nonppacisava ne il titola, ne In natura del reaito elasciava al giudice di fare la relativa tócfti^sta e determinale se vi fossero responsabilitàe per quale reato. L'istnittoria è da lungo tempo in gestione. Essa era stata provocata da unjuro^dimento pei- contravvenzione^e da.unncausa civile; originato dal fatto che i Munìcipio aveva impedita l'elevazione del sestopiano d'una casa, dopo averne dato il permesso. Costruttore della casa era l'impresario Basco, su progetto dell'ing. Bruno. Si era voluto dai progettisti costruire quel sesto piano per ragioni d'estetica, giacché la casa vicinapure dì proprietà del sig. Basco, era già dset piani. Il progetto era stato studiato dall'tng. Ambrogio Biaggi, impiagato presso l'Ufficio .tecnico Municipale, il quale aveva rilasciato il dovuto permesso. La Giunta aveva dato la sua. approvazione: l'autorità suiperiore e gli uffici di controllo non avevano del resto per loro parte fatta alcuna osservazione. Ma quando l'impresario sig. Basco aivevia già incominciati, i lavori e li aveva condotti a buon punto, il Municipio ordinò la sospensione dei lavori stessi e la chiusura deCantiere, motivando dal divieto colle disposistìoni dei regolamenti edilìzi e d'igiene, le quali subordinano le costruzioni dei quinti e sesti piani alla larghezza delle strade. H signor Basco continuò nondimeno i lavori, forte del diritto che gli veniva dall'ottfenuto permesso con relativo decreto; ma iMunicipio elevò contro di lui contravvenzioneH processo relativo fu rinviato. Nel frattempoil signor Basco, intentava causa civile per*!ìaPl ^t,roJ' Comune di Torino. Il Munìcipio però affidava la pratica ad una Commissione d'inchiesta, la quale allontanò dasuo ufficio ling. Biaggi e per mano dei consolente legale del Municipio avv. P. A. Omodei, sl faceva denuncia del fatto all'autoritàgiudiziaria, rimettendo a questa la indaginese qualche delittuoso accordo fosse per casotatercesso tra l'ingegnere Biaggi, l'impresarioBasco e lwig. Bruno. Voci, che però bisognaaccogliere con beneficio d'inventario, dato ilde e giustificato riserbo dell'Autorità comenti accennerebbero a gravi risultati del_jcbiiasta giudiziaria. Ma quello che è certoche la conclusione dell'affare giudiziario èancora molto lontano e che ad ogni modo nonassumerebbe le proporzioni che da alcuni al £atto si sono volute attribuire. Da DOiiseetate protesso per diffamazioflest Saluzzo Saluzzo, 9, notte. in TffJlbuinule doveva discutersil un . _ assai, interessante e che appassiona cittadinanza, contro il giornale la < Riscossa», su querela del sacerdote don Sazialiftal giornale, per ragioni di polemica anticlefèclfle, accusato di aviere riftutaW'gli alimentsfja madre, che versava nella più squallida tOtaetàa. Ma la discussione s'apri con un fuoco di fila di incidenti, tra i quali notevolemot quanto respinto dal tribunale, quello coSèsie la difesa tendeva a fare annullare l'iOgfe-i „ „_oria perchè le requisitorie erano stote Hnpa» da un aggiunto applicato al tribunale .jjudtoaate invece che alla Procura del ReUna serie d'altri incidenti, discussi ainpiatnente ed appassionatamente, Ani col conclu-dere in un rinvio del dibattimento, su accordoSetto parti, per una ampia prova dei fattioowoessa dal querelante. Il processo fu fls■aio per 1*11 giugno. Alla difesa sedevano glawv Poddlgue, Villabrima, Paglioni e Bruno: Sua'P C gli avv- on- Galimberti e Fantino.

Luoghi citati: Comune Di Torino, Milano, Torino