Un'intervista col console d'Italia a Vallona

Un'intervista col console d'Italia a Vallona Un'intervista col console d'Italia a Vallona atrstesituazione della assediata dai greci e dalle orde affamate di città Giavid pascià(I3©!? telegrafo dal nostro inviato speciale) VALLONA, 4. {per talagr. da Brindisi, 5, ore 7,45). La condizione di Vallona, per le minacele che ic circondano c per la speranza che la contorta, ricorda un poco quella di Tripoli, all'inizio della guerra libica. Il manipolo degli uomini armati di cui dispone questo Governo provvisorio, unica difesa sua c della città, fa la parte dei marinai di Umberto Cagni, l'esercito di venticinquemila uomini di Giavid, che è accampato a sci ore da Vallona e che minacciava di rovesciarsi sulla costa, sono i turco-arabi di Ain Zara. Ed il solo freno efficace positivo contro cotesto flagello qui, come a Tripoli, è dato dalla flotta italiana. Le navi italiane fanno paura aschle al_-riGrlaretapebigrgequcftRitengo che si debba all'abilità ed all'energia del console d'Italia di qui, Defaccendis, di aver saputo dare alla presenza ipotetica della flotta italiana nel golfo di Vallona un valore positivo, salvando cosi la città. Nelle continue trattative, chc si sono svolte e conlinano a svolgersi fra il console d'Italia e Giavid pascià, sembra che quest'ultimo si sia convinto che se le truppe tentano di passare il fiume Voinssa, unico ostacolo che le separa da Vallona, e venir qui, per rovesciare il Governo provvisorio e compiere la vendetta del delitto di Niazi bey e della infedeltà del generale albanese alla causa turca, saranno inesorabilmente cannoneggiate dalle navi italiane, che non mancheranno di accorrere in difesa di Vallona. Come si vede, la venuta della squadra italiana a Vallona non dovrebbe venire soltanto detreminata dalle decisioni dell'Austria contro il Montenegro nell'Albania del Hord, decisioni che qui si ignorano completamente, per l'isolamento assoluto nel quale la città è posta, ma sembra resa necessaria dalle condizioni locali medesime, divenute insostenibili e pericolose. Infatti, all'incubo dell'esercito turco, di questo peso morto naufragalo attorno il villaggio di Fidi, di questa superstite armata del Vardar, che ha cominciata la sua odissea da Kumanova per finirla sulle rive dell'Adria- \ tico, si unisce l'altro incubo imprecisato 'dell'esercito greco. Le posizioni occupate dai greci li console d'Italia riceveva ieri sera una informazione, che gli cileni dai villaggi di Sm.otifin, Veis, Vranite, situati a poche ere da Vallona, intendono di avanzare decisamente sulle città e di impadronirsene. Per ora l'informazione è vaga e può ritenersi anche infondata, ma è certo che t difficile che i greci, nell'assenza della squadra italiana, non si decidano ad approfittare della minaccia turca che incombe su Vallona, e, col pretesto di allontanarla, si insedino qui, aggravando la di già inestricàbile e gravissima situazione generale. In ogni modo, se i greci non sono ancora a Vallona, occupano in questo momento con due compagnie la gola di Lune:, e con essa le comunicazioni fra Vallona e l'Albania meridionale. La gola di Lunez, sulla mulattiera da Vallona a Tepelè, e a meno di Ire ore di distanza di qui. Ivi il sentiero è intagliato a mezza costa sulla montagna a picco ed è così stretto da non permettere il passaggio che ad un solo uomo. La parete della montagna fronteggia quella dove il sentiero è intagliato, strapiomba pur es sa, e le due compagnie, che occupano la gola, darebbero da fare ad una intera divisione che, partendo da Vallona, si proponesse di stabilire i confini dell'Albania meridionale secondo il compromesso italogreco. , 1 Constato qui sul posto chc le informazioni e le vedute del Ministro d'Italia ad Atene, che ebbi occasione di vedere qualche giorno fa, passando per quella città, sono lungi "da essere conformi alla reale condizione delle cose. I Greci non solo hanno affamato per cinque mesi questa infelicissima ValIona, ma la dominano, la tengono in loro potere, direi quasi pronti a creare delle condizioni di fatto, per modificare le quali non esiste più che l'intervento nostro immediato e diretto. Sasseno fortificata V Ieri sera, un agente del Governo provvisorio accorse in città per informare che aveva scoperto, dietro l'isola di Sasseno, una fila di fumi all'orizzonte ■. si è sperato, ardentemente sperato, a Vallona che il nuo. »o giorno ci avrebbe mostrato la baia popolata delle note grigie ferree sagome delle noslre corazzale. Stamane cade una pioggia insistente sulla baia deserta e sulle coste solitarie di questo mirabile golfo, che ricorda, nel profilo delle sue imponenti montagne, nella dolcezza armoniosa della edrantiptaso—przainvsesocteaAtrtodstugtrtrthfctlrdMvpluècsdRl. , curva che lo chiude, nei colori che lo allie- jtano, il golfo di Napoli, dove l'isola di Ca- '*-'Pri e sostituita da quella di Sasseno. Come e noto, questa isoletta è oggi occupata da un presidio greco. Il console Defaccendis mi diceva che, per c meno, che l'isola sia stata armata concgrosse artiglierie. Lo scoglio di Sasseno r la chiave della baia di Vallona ed il suo Kssesso rappresenta il possesso effattico l ocMOi guanto abbia cercato di conoscere esatta- mente chc cosa abbiano fatto i cinquanta marinai che occupano risoletta, non è riu- icito a saperne nulla. Gli^EUcni impedisco- no a chiunque di avvicinarsi a SassenoJNon posso quindi confermare se sia vero,. Se alla considerazione che i Greci sono e assediati a Sasseno, si aggiunge l'altra, \il chc le truppe elleniche occupano quasi tulle il le posizioni sulle grandi montagne intorno la..., J. alla citta, si comprende con chiarezza me- _-j;„„„ *. „• „• . . . . . . ', ridiana che Vallona e tenuta in mano dai laGreci. Il possesso della città, ingolfata net orla bassura e lontana tre chilometri dal. ma- are, costituisce un fatto secondario. Asptt- tare che i malnutriti Buzones vi scendano, per gettare il grande grido di allarme, «che febisogna agire, perchè la baia di Vallona è dugreca. », costituirebbe una ben grossa in- \ cogenuità. L'ora è suonata-, bisogna venire Paqui ed invitare i Greci ad andarsene, per-\ancftè i Greci già vi sono. \siquno"Ho sofferto la fame.... a - a i e . t u i a n a a ti o a e ae s a ioeoni e, ri e o o e li mihe o, o, o. ole gohe ti a E questo bisogna farlo immediatamente, è ed astraendo da quello che gli altri e l'Ett- norapa intera può fare altrove. Mi sembra cena urgente dovere riprodurre la conversa- ! notione che ebbi con il console d'Italia ap-^alpena sbarcato qui. Il cav. Dcfaccendis por- rata ancora impressi nel viso ii segni delle < iasofferenze patite durante il blocco. cj— Ho sofferto la fame per molli giorni, ! sa— mi ha detto il console, — ma ho sofferto pia ancora per Vimpossibilità di comunica- fire direttamente col Governo. La tracotan- reza ellenica e stata inaudita. 1 greci, dopo paver tagliato il cavo telegrafico, sono stati seninesorabili nel non consentire che una nave italiana con apparati Marconi risiedes- rise qui. Ella conosce il divieto fatto al Con- vsolato generale di Corfù di telegrafare in dcifre. La Grecia, non ci teme, non ci. ha mai dtemuto, ha agito sempre contrariamente, agli impegni presi con la Legazione ad mAtene. Certo l'aver ottenuto che quelle quat- lotro carcasse, che esercitavano il blocco si ctogliessero dal mare, per non farci morire ,iedi fame, e qualche cosa, ma la condizione 1 frstrategica della citta e immutata e sopratutto il pericolo turco è angoscioso. Per vendicare Nazi bey — Ritiene proprio che Giavid pascià voglia passare la Voinssa f cdl'loS, , s^t^L^fJ'^F^Wtivo è costituito da questo inguadabile torrente e dagli argomenti che mi sforzo di tener presente a Giavid. pascià ed al generalissimo, con i quali sono in buona relaione. Ma quell'orda di 25,000 soldati anatolici c indisciplinata, irrequieta. Il mare ha per essi, che anelano al rimpatrio, un fascino che li spinge irresistibilmente qui, esldccome se potessero trovarvi ì mezzi, per po-'vter scampare ed uscire da questa terra ma-\dledetla per loro e che accusano della loro > drovina. Inoltre, l'impressione che ha prò- \ cdotto nelle truppe turche l'assassinio di\iMazi bey è stata enorme. Quel delitto è do- %sdunsvulo, è vero, ad una vendetta personale dei parenti di Issa Bolietinaz, che hanno voluto vendicare l'altro parente, Viazi bey, ucciso da Niazi bey due anni or sono, ma è anche la vendetta degli, albanesi del Nord contro il consigliere inlimo di Turghut pascià, implacabile oppressore ed ordinatore di. massacri albanesi. Il generalissimo Ali Riza pascià, che comanda questi resti dell'armata del Vardar, esige dal Governo provvisorio l'arresto dei colpevoli dell'as-\ lVqsassinio, ma questo è impossibile che av-1 svenga, poiché, purtroppo, è frammezzo o'I cquesti pochi uomini, che formano la miti- ' ia, cioè la difesa del Governo provvisorio, che si debbono ricercare gli assassini. Le truppe di Giavid vogli011.1 essere imbarcate? Ora, se il generalissimo vuole gettare un ponte sulla Voinssa e far passare il suo esercito, può certamente riuscirvi, anche se le sue truppe del genio sono disorganizzate e mancano di utensili adatti. Ci vorrà in ogni, modo del tempo per costruire quel ponte ; del tempo, spero, sufficiente per informare in Italia che Vallona, dopo le inaudite pene del blocco, minaccia di essere dvpassata a fil di spada dai turchi. Per ora,!i mezzi di passaggio del fiume sono limi- \ lati ad una barca, che è attraccata aUaìriva verso Vallona. Vede, sinché l'armata del Vardar, soffrendo la fame, dipendeva^dai poverissimi sacchi di mais che le in- j viava Vallona, qui si poteva vivere relati- vamente tranquilli; ma ora che con Varri-ìvo di un vapore di grano proveniente da\Trieste l'esercito ha viveri per due mesi'e medicinali, il morale delle truppe si è rialzato e gli atti intempestivi da parte loro sono divenuti immensamente probabili. Chi, del resto, può fidarsi dei turchi e delle loro assicurazioni? Giavid pascià, che al campo di Fidi rappresenta esattamente tu par¬ te dei commissari del Comitato di salute pubblica presso gli eserciti rivoluzionari di Francia, svolge un'azione che noi. non possiamo interamente afferrare. Il capo dello .e- j stato Maggiore dell'armata del Vardar,\a- curato che nessuna comunicazione esiste fra Essad pascià e Ali Riza pascià e che la ' . . . .- ,,, , , .'sola aspirazione dell esercito e quella di oa r ncordar, che ha visto sul campo le defezio r ni in massa dei redif Skipetari, ed ha avuto uo jla ritirata da Monastir continuamente mo- co ile»tata da loro. Se i Giovani turchi riuscis itero, al di fuori dotta vicenda della pace Abil bey, qui nel mio ufficio, mi ha. assi- poter essere imbarcato; ma nessuno si fl-ja- Perebbe di coleste affermazioni. So che ar-[a rivano al campo turco emissari da Costati- u- tinopoli con istruzioni poco benevoli, cer-\o- tamenle, nei riguardi degli albanesi. Tutti oJyii ufficiali li incolpano della rovina deU\o,.l'impero e specialmente questa, armata del' e della guerra, a far pagare agli albanesi! il fio di quello che gli ottomani chiamano\ il tradimento dell'Albania, ne sarebbero cer-\ la mente [elici. {d _ ' ... ■. . . . i — Credo chc la sua impressione sia csat-.v, „. . a . .. ,. ., . . la. Ricordo a Costantinopoli il furore degh\n organi unionisti contro VAlbania e le sue | nala aspirazioni, d'indipendenza, — Cosi è. 17 ho a,a accennato alle atroci sof-u feren:e alle quali Vallano è stata, provala] t durante *l blocco. Quando si pensa che ili \ console, per darsi l'illusione di aver del j Pane 0 tavola, vi faceva mettere un ripu--dananie impasto che ì suoi cani rifiutavano,]s\si PMÓ Pensare che cosa abbiano sofferto \squeste diecimila persone che formano la po-! nnotazione della, borgata. L'aspetto di questo misero villaggio, che ' s è Vallona, è cosi, indicibilmente ■ non vi è modo di formulare nulla di sedu-\' cente sulla vita di questa, larva di Gover! no> i cui membri vengono ad accogliervi ^allo sbarco con un triste sorriso di spe ranza... » Se siete venuto voi, è segno che < ia fiotta italiana verrà », vi dicono. « Non cj sono cne i nostri protettori, che possono ! salvarci », aggiungono; e vi accompagna noalla visita delle viuzze, piene ora di fiancati quadrupedi scalpitanti, che dal ma re portano il grano alla città e al fiume, per Vescrcito. Vallona ribocca pure di di seriori, di ammalati e anche di feriti, che nessuno cura, languenti negli abituri. Una rigogliosa vegetazione circonda la città e verso il mare una grande prateria si slen de, costellata di qualche tenda, rifugio di disertori. , A ciascuno dei vapori italiani bisetti manali, della Puglia, che approdano a Val lona> frotte ai ufftciaU turchi fuggiii dal campo si rifugiano a bordo. Ho pranzalo, ,ieri sera> in compagnia Ai cinque di essi, 1 fra cui un tenente di cavaUeTÌa AÌX Bey, ioeche mi si è presentato come ufficiale di ordinanza del generalissimo comandante dell'Armata del Vardar. Quando ho mostrato loro la tessera di riconoscimento dello Stato Maggiore di Ilademkoì, mi hanno , scongiuralo che raccontassi loro le. vicen^W. «« °™ndo periodo della campagna, ed sRtpormn essi, alla tot volta, non mi nascosero nessuna delle loro miserie, ad eccezione della loro diserzione. Attendono gli italiani Ali Bey mi dichiarò di essere incaricato di portare dei dispacci all'Ambasciata turca d\ Roma, dispacci che% secondo lui, do- -'vrebbero contenere la preghiera all'Italia dc-\di fornire le nari sufficienti per evacuare jo > dai pressi di Vallona l'esercito del Vardar. '- \ circa le eventualità del rovesciamento del-Ui\io truvve turche su VaUona i cinaue uff! ì- %J^Z alSro eie non Iti credono poi 1 possibile. — Clie cosa verrebbero a far ei nostri sol- dati qui? — soggiungevano. — Non è più un esercito il nostro, non abbiamo ne can-, noni, ne cavalli, ne munizioni; gli uomini sono per la maggior parte ammalati, per i , a d e i o -\ Vardar, basterebbe pensate che i soldati la malaria, che infierisce nella vallata della Voinssa. , Infatti, per giudicare delle condizioni di'quella che ancora chiamasi l'Armata del -1 si disfano dei loro Mauser per cinque fran- o'I chi, e che i cavalli dell'artiglieria sono ven- - ' duti per quaranta lire. Quel Governo, che , n o e zà el nue dovrà procedere al disarmo albanese, avrà ben da penare. In ogni modo, i venti o venticinquemila uomini di Giavid Pascià sono temibili, non fosse altro che per il. loro nu- ' mero e anche mezzo disarmati potrebbero i come il Console d'Italia teme, c come vi ho riassunto, rappresentare la rovina di questo povero paese, già ridotto agli estremi dai cinque mesi di blocco. Una dimostrazione di protesta Il giorno tre corrente mese si. è celebrata a Vallona. per iniziativa del Governo provvisorio una grande dimostra- a,!sione di protesta per l'occupazione della i- \ capitale albanese per parte dei montale- aìgrini. Vi presero parte tremila, persone al- a meno, cifra enorme se si considera la pie- a^colezza della popolazione. Preceduti dalle n- j bandiere rosse campeggiate dall'Aquila Ne- i- ra dello Scandeberg, i dimostranti si reca- i-ìrono sotto i Consolati delU Potenze protei- a\trici. Il console d'Italia sollevò con accori- si'eie parole gli entusiasmi, assicurando che è ro i, ro mr¬ te di slo il Governo del Re d'Italia sosterrà con la sua forza il diritto dell'Albania risorta. Inoltre, una deputazione di ufficiali man- dati al Governo provvisorio da Ali RizaApascià, ha presentalo una specie di ul- tiniatum, domandando l'arresto e la consegna degli uccisori di Niazi bey. Ma la mossa, più che essere stala suggeritada Giavid pascià, sembra derivare dall'ai- .tro emissario Giovane turco, 'Vaiar pascià, r,\venuti>, come accennai, qui clandeslinamen- te stato Maggiore dell'esercito del Vardar e la il Governo provvisorio sono durate lutto il .' . di giorno, pare con esito indeciso. oto o- sce i- te un. mese e mezzo Ja. Le trattative fra là fl-j Mufld bey, che è l'alter ego del Gooernor-[provvisorio e che fu console e ministro pie-ti- nipotenziario ottomano, persona rcllamcnter-\e onestemanle albanese, pare che abbia sa-ti puto essere cosi eloquente da convincereU\i mandatari di Ali Riza pascià e di Zelilael'pascià, altro generale divisionario dell'or- mala del Vardar, che il Governo provvisorio, malgrado tutta In sua buona volontà,si trova nella più. critica delle posizioni non disponendo nè di fondi, ni di credito, nè 4i tana alcuna. IT ~ » . . , Un «jOVei'DO Ctte non Ila niente Ed in verità la tristissima condizionedipinto da mtfi d bey è laverà del. Go- .... , ,. verno provvisorio, il quale non dispo-... , , . .„ ne che dì. cento volontari., che difendo-no la barca sulla. Voinssa, e delie bandierealbanesi - ofeiwiè inutilmente! - svento-lauti sulle dogane che non danno una lirau sull'edificio municipale, che non ha potuto riscuotere una decima, <juesia) tn breve, la cronaca di ValjOJUl) c;,lC aspetta, trepidante la liberazióne dalvincllbo che su di essa grava, io nonsaprei dirvi se le navi d'Italia verranno, ose ìnvl,ce „u occM. degli aspettanti, alluci-nafj datta speranza, non continueranno a .- , ,„ ì. i,-,>,>,;.»„ scrt'"&l^:\0!1™^ ™£™J™\Z!:aZ~ARNALDO CIPOLLA. 'm"t0 pcr 1 fari ^'^'.^Ll .