La politica italiana mal giudicata e fraintesa

La politica italiana mal giudicata e fraintesa La politica italiana mal giudicata e fraintesa /Per ttitfmo alta Ra 4 nottebl I Roma, 4, notte. Il. parigino Temps, che meritamente è sempre alla testa dei suoi confratelli nella fedele interpretazione della politica estera francese, della quale conosce tutti i segreti compresi i più delicati, appena scoppiata la guerra balcanica, iniziò con tatto e garbo una campagna tendente a sollevare la opinione pubblica italiana contro l'Austria e conseguentemente a mettere una contro l'altra le due grandi Potenze adriatiche al momento della soluzione del problema balcanico. A tal fine scelse opportunamente l'argomento nello stesso problema balcanico, rievocando in una serie di articoli i principali episodi di quella malaugurata politica austriaca che per lunghi anni mirò a escludere l'Italia dalla penisola balcanica e che ebbe la più solenne consacrazione grazie alla complicità della Russia nel famoso patto di Muerzsteg, magnificando la corrente italiana anti-austriaca all'epoca dell'annessione della Bosnia-Erzegovina, attribuendo reconditi Ani alla visita dello Czar a Raceonigi, facendo balenare i. grandissimi vantaggi all'Italia nel caso che questa si fosse decisa a lacerare il trattato del noli me tangere per l'Albania. Tutto ciò, nel primo stadio della campagna, a guisa di prefazione. Nel secondo stadio, a misura che andavano delincandosi lo. conquiste degli Stati balcanici, ii Temps, mirabile propagandista della politica estera francése, sali in cattedra per :' spiegare, agli italiani il loro risorgimento politico, per ammonirli severamente' à mettere U sacrosanto principio della nazionalità' ^a servizio dèlìa~pòlitica francese ; fiducioso nella sperimentata buona fede di gran parte degli italiani, ignari, purtroppo, delle cose balcaniche, invocò a rovescio il principio delia nazionalità per eccitare l'Italia a favorire le conquiste anti-nazionali degli Stati balcanici, riuscendo, purtroppo, colla incosciente complicità di molti nostri colleghi, che riproducevano largamente senza baognopea opcequcanicototecoa bSdnmmal'avpaastscnsScbmpscècl'hhcommenti i suoi capziosi articoli, a creare iitdi qua dalle Alpi una corrente favorevole alla spartizione dell'Albania, cioè favorevole itllUibbnttimento del baluardo che tutela l'Adriatico e il Mar Jonio e dei più vitali interessi politici dell'Italia, anzi della stessa esistenza dell'Italia. Il Temps, infatti, eccitava gli italiani non soltanto a favorire la conquista dei porti di San Giovanni di Medua, Alessio, Durazzo_ da parte dei serbi, ina ben anche le facilissime conquiste dei greci nella Albania meridionale da Prevesa fino a Vallona compresa. nsceoGptgaarànté la nostra guèrra colla Turchia, il valoroso .«funerale Ameglio aveva cacciato via dall'isola di Rodi l'esercito turco. Fin da allora ex-ministri, deputati, senatori, pubblicisti, magari diplomatici autorevoli sostennero in Parlamento e nella stampa il principio che l'Italia si sarebbe suicidata se non avesse passato alla Grecia le isole dell'Egeo ; essi, conseguentemente, sostenevano clic l'Italia avrebbe rinnegato la sua ragion d'essere se non avesse lasciato consolidare il dominio greco di fronte alle sue coste, se non avesse permesso alla Grecia di impadronirsi della chiavo dell'Adriatico. • Cosi la campagna del Teinps e degli altri organi francesi, iniziata colla rievocazione delia vecchia politica austriaca ostile all'Italia nella penisola balcanica, si svolgeva coll'eccitare gli italiani a favorire la politica francese ostile all'Italia nella penisola balcanica, nei mare Adriatico, nel maro Eg:;o, nel mar Jonio, ovunque» La. politica francese, la quale, come è stato autorevolmente rivelato da certe pubblicazioni militari francesi, tende alla spar tizione dell'Albania fra gli Stati balcanici per fini altamente strategici: alludo alle rivelazioni del tenente di vascello Touchard c del generale De la Croix, secondo le quali, per l'applicazione della convenzione navale franco-russa, è indispensabile che Vallona sia consegnata agli Stati balcanici, onde possa servire di base navale all'armata russa quando questa dovrà congiungersi coll'armata francese proveniente da Biserta per muovere entrambe contro l'Italia e l'Austria. Non ho bisogno di ricordare che la campagna del Temps e degli altri giornali francesi è stata armonicamente spiegata coll'azione della diplomazia francese prima e durante, fuori e dentro la Conferenza degli ambasciatori dal giorno in cui Poincaré, allora presidente del Consiglio e ministro dogli esteri, dichiarò ai delegati serbi che la Francia avrebbe sostenuto efficacemente le aspirazioni territoriali della Serbia per Durazzo, al giorno in cui recentemente la Francia dichiarò che nella Conferenza degli ambasciatori1 avrebbe sostenuto tutte le pretese territoriali dalla Grecia nella delimit "Ione dei confini meridionali dell' Oh, l'ellenismo aveva fermate tutte ! *le menti francesi lino dall'epoca in cui, du- ! „■ pdpSssmcddnvEaddGclXcVscmfllglnmptancpst banla. In Francia, diplomazia e giornali di ogni colore, capitanati dal Temps, procedono costantemente di pienissimo accordo, perchè il patriottismo francese è superiore a tutte le gare di parte. Ali sembra invece opportuno farvi notare che la politica francese la quale, secondo le affermazioni di qualche circolo diplomatico, riuscì a far cadere quasi del tutto pacificamente Giannina nelle mani dei greci, deve aver molto contribuito a far cadere senza spargimento di sangue Scutari nelle mani del Montenegro, sempre allo scopo di impedire la costituzione dello Stato albanese destinato a tutelare, per la sua sola esistenza, la libertà nell'Adriatico. Infatti, appena Essad pascià, uscito da Scutari alla testa di soldati armati finanche di cannoni, si proclamò principe di Albania, il Temps si affrettò a sostenere che ormai la questione albanese era definitivamente risoluta perchè nè Austria nè Italia avrebbero potuto essere più albanesi dell'albanese Essad. Non restava quindi che abbandonare l'Albania a Essad, il quale aveva precisamente il compito di attuare il programma della spartizione del territorio albanese agli Stati balcanici. Egli, infatti, aveva contemporaneamente ceduto il distretto di Scutari al Montenegro e riconosciute tutte le aspirazioni greche nell'Albania meridionale, convenendo che fosse assegnato ai greci anche Santiquaranta e Sasseno e si disponeva a cedere Durazzo con tutto il territorio retrostante alla Ser->! bia. ^ Perciò 'il-JTewips sosteneva che il problema albanese fosse 'stato egregiamente e rapidamente risoluto con l'apparizione di Essad. Ma ahimè ! proprio, nel momento in cui il paziente edificio pareva finito, tutto è andato in rovina. La sapiente, tenace campagna tendente a mettere una contro l'altra le due grandi Potenze adriatiche non ha giovato a nulla. L'apparizione di Essad ha resa più intimo, più solido l'accordo rDiitalo-austriaco del noli me tangere e l'opi nione pubblica italiana ha compreso; col suo pronto intuito, che il momento era decisivo per i più vitali interessi della patria ed ha seguito il nobile esempio della opinione pubblica francese, assistendo il Governo colla condotta patriottica. Fallito il gioco, fallita l'ammirabile campagna, l'organo più autorevole della politica francese smette i disinteressati insegnamenti e si abbandona alle calunnie e alle minacele. La calunnia consiste nella affermazione che tra Vienna e Roma è in- e ! *er,y,eAn"to un accordo Per la manomissione ! „?JI~bania ; le minacele sono molto com- ■ plesso. Non contento di minacciare le ire delia Francia, il più fedele interprete della politica francese eccita gli albanesi, gli Stati balcanici e l'Inghilterra a castigare subito nel modo più solenne l'Italia e l'Austria come il Giappone castigò i suoi nemici ; invoca addirittura una nuova crociata, una nuova santa alleanza contro le due Potenze adriatiche ree di essersi messe d'accordo per non lasciarsi imbottigliare nell'Adriatico. Udite: - ' • Gli albanesi non aspirano certo nè a diventare aiustiriaci nè a diventare italiani e nè Essad pascià nè' Giavid pascià sono disposti a lasciarsi scacciare con buona grazia: essi dispongono di 43 mila uomini. Quel che è d'ubbie poi è se 11 Montenegro, la Serbia e la Grecia accettino di buona voglia la vicinanza che si prepara laro. E' probublle Infine che l'Inghilterra non vedrebbe con 'molto piacere Xa chiusura del Mediterraneo nel suo punto centrale colla linea triplicista Trieste-DurazzoVafllona-Tobruk » Da parte nostra, come non ci siamo lasciati ingannare dalla politica insidiosa, così non ci lasciamo spaventare dalle irose minacele. Comprendiamo che la politica francese, modello di lealtà negativa, si allarmi di una possibile spartizione. Noi ci limitiamo a rispondere che l'allarme è ingiustificato. Da parte nostra, non ci allarmiamo delle minaccio francesi, perchè non ci colgono alla^ sprovvista ; noi sappiamo, per lunga, costante esperienza, che la politica francese tiene costantemente rivolta la sua punta contro l'Italia ; anziché allarmarci, noi siamo lieti per la educazione politica del popolo italiano, il quale ora che la maschera è stata buttata via, non può aver dubbi di sorta sull'animo di chi se l'era posta sul volto. 0 0. tiè "spaniziooe,, nè zone r "inflieoza,, Un'altra smentita ufficiale Rema, 4, sera. Il Temps pubblica la notizia che l'Italia e VAustria-Ungheria sono d'accordo per la spartizióne completa dell'Albania e aggiunge che, pure essendo stata nell'accordo sostituita alla parola spartizione l'espressione di zona di influenza la realtà non muta. Tale notizia è assolutamente priva di qualsiasi fondamento.. (Ag. Stefani).

Persone citate: Ameglio, De La Croix, Poincaré, Rodi