La relazione ufficiale della Commissione d' inchiesta sul Palazzo di Giustizia

La relazione ufficiale della Commissione d' inchiesta sul Palazzo di Giustizia La relazione ufficiale della Commissione d' inchiesta sul Palazzo di Giustizia (Per telefono all» STAMPA) Diamo nellamsua integrità questo documento, che è il sunto ufficiale della relazione della Commissione d'inchiesta. I nostri lettori troveranno in esso il chiarimento e la conferma delle nostre particolari informazioni che siamo andati pubblicando ■a guesti ultimi tempi: Roma, 30, notte. Il presidente della Commissione parlamenare d'inchiesta sulla spesa per la costruzione del Palazzo di Giustizia, senatore Secondo Frola, ha oggi presentata ai Presidenti del Senato e della Camera dei deputati la relaziono della Commissiono stessa. La relazione, contenuta in un volume di pagina 431, con un secondo volume di allegati, è divisa In tre parti corrispondenti al mandato affidato alia Commissione d'inchiesta dalla logBei aprilo 1912, n. 317, e cioè: .a) determinare lo cause della, differenza ra le sommò preventivate e quello effctti'vanente speso, cosi nella costruzione, coinè nello opere sùccersivo per il funzionamento ed aredamento del Palazzo di Giustizia in Roma;b) ricercare e mettere in evidenza le reeponsabHìia di Qualsiasi ordine anche politico;c) proporro 1 provvedimenti atti ad eviare 11 ripetersi di eccessivo differenze fra i preventivi e lo spese effettive e di sperperi nei lavori dello Stato. Alla parte prima precede una breve introduzione, nella quale si accenna all'importanza d -ai limiti del mandato affidato olla Conv missiono e si riassumono i precedenti parlamentari. primi provvedimenti pel Palazzo di Giù «tizia, — Il Concorso. — Mancata previ alane nel progetto e nel preventivi di apesa. La parte prima è divisa in nove capi: il primo dopo avere accennato al metodo seguio dalla Commissione per l'accertamento, delle ause di differenze tra le sommò preventivate quelle speso, riassume i primi provvedimeni legislativi riguardanti 11 Palazzo di Giustiia dajja leggo 11 maggio 1881, concernente il oncorso dello Stato nello spese edilizie della ittà di Roma, al decreto 6 maggio 1883, col uale veniva indetto un pubblico concorso tra gli architetti italiani, preventivandosi per la secuzione dell'opera uua somma di otto miioni approssimativamente, escluso lo decoazioni, La relazione, dopo aver ricordato come tale oncorso dovette essere rinnovato duo volte, inche nel 1885 venne scelto il idrogetto delarchitetto Caldcrini, rileva come la Commisione giudicatrice abbia trascurato di illuminare, fin dal primo momento, gli enti Interesati (Comune e Ministero di Grazia e Giustiia) della sproporzione tra la spesa assegnata la mole dell'opera prescelta, osservando come se tale avvertimento fossa stato dato, si arebbe iniziato un sistema di sin cedila .che vrebbe impedito od almeno attenuato il grog. o equivoco che *i è poi venuto formando che anche oggi si ripeto, che cioè la somma di otto milioni assegnata nel decreto del 883, non costituiva una limitazione di spesa. La Commissione rileva a questo punto come la dovcrosltà di valutare la portata' fianziaria dell'opera non fu sentita nemmeno uando lo studio del progetto venne definitiaoicma assegnato «1 prof. Caldcrini, giache Questi non fu. richiesto che dello svolgiménto grafico del progetto, senza alcun coredo di computi metrici e di estimativi, E nemmeno nel 1888, quando l'on. Zanardelll volle ar inizio alla esecuzione dei lavori, si staili un preventivo esatto del costo completo el Palazzo, giacchè, come ebbe a dichiarare l prof. Caldorlnl stesso alla Commissione goernativa per le opere edilizio di Roma, < la erizia dell'intiero Palazzo, secondo il proetto approvato, non fu richiesta prima della pprovazione ». E cosi, mentre nel decroto di concorso si asegnava per la costruzione del Palazzo la som ma di otto milioni, all'iulzio dei lavori, senza lcuna approvazione da pai-te del Parlamene i limitava la spesa entro i limiti di L. 5,118,100 isponibili sui 30 milioni assegnati al Comune i Roma. E questo fondo veniva poi ancora idotto. Il prof. Calderini prevedeva che con uei fondi si sarebbero potuto eseguire solanto le fondazioni, il sotterraneo ed il piano erreno, previsione anch'essa errata, perchè, ome *; "Vedrà in seguito, le somme occorso er tali opere superarono del doppio U pre< entivo. Cosi, senza alcun preventivo accertamento ella somma che in definitiva sarebbe occorsa er il completo edificio,. sfVmlziava parte di sso su uo progetto parzlali*ic-hc ottenne l'aprovazione del Consiglio suAriore dei lavori ubblici. Il Consiglio di Stato, chiamato nell'adunana del 6 febbraio 1689 a dare il suo parere per aggiudicazione del lavoro, con la facoltà di rocedere alla licitazione privata, fu d'avviso he si potesse fare eccezione alle norme geneali di legge; però 11 voto d'approvazione era ubordinato alla condizione che si dovesse rima aggiungere nel capitolato nna conveniona esplicita tra il Ministero di Grazia e ius(izla ed il Municipio di Roma, mercè la uale si conservasse all'affare il suo vero caattere giuridico, regolando gli scambievoli iritti ed obblighi e riaffermando la responabilità del Municipio. In sogulto a tale parere si stabiliva che il inistero di Grazia e Giustizia potesse eseuire il primo lotto del Palazzo in nome e ece del Comuno di Roma sul fondo del conorso governativo, affidando effettivamente la estione dei lavori al Ministero stesso, il qua, con decreto 10 maggio 1889, provvedeva alla tituzione di un ufficio tecnico ed amministravo presso il Ministero, allò scopo di dirigere sorvegliare 1 lavori. Direttore di tale ufficio ra ring. prof. Guglielmo Calderini. fi primo parlai» Mi lavori n capo secondo riassume la storia dell'apalto del primo lotto e dei primi dissensi tra Amministrazione e la Ditta appaltatrice. Belunl e Basevi, critica le eccessive proroghe a uesta concesse dal Governo, rilevando come rapporti tra lo Stato e la ditta Belloni e Baevi fossero fin dal 1893 oggetto di richiami lla Camera dei deputati. Esamina quindi il periodo dei lavori In ecoomia, Interceduto tra l'appalto Belluno e Baevi e quello Marotti, dimostrando il disordine he regnò nel cantiere durante quel periodo, oco proficuo, di lavoro. I primi arbitrari capo terzo tratta degli arbitrati (1896-99) a l'Amministrazione del lavori pubblici e impresa MarotU, e la Commissione, dopo aci« esaminate le diverse domande ed i que ti sottoposti agli arbitri e di lodi emessi faorevoli all'Impresa, per un jmoptio complesvo di L. 446.69G.&7. rileva còme ' durante il eriodo dell'appalto Marotti, malgrado la' mag iore possibilità di contestazioni, queste si antennero in limiti abbastanza modesti, spee in confronto di quello sorte in seguito. Peo anch'esse si sarebbero in buona parte potue evitare, se nei patti del capitolato e negli enchi dei prezzi si fossero tenute ' presenti condizioni affatto speciali del.lavori, la oi esecuzione si doveva affidare all'impresa. La Commissione rileva inoltre che 1 provvo- lSUII' k ' dimenti dati per la direzione del lavori, per quanto modificati più volte, concorsero ad aumentare gli inconvenienti. La legga 6 agosto 1813 - Appalto Borrelli Sospetti eorti fin dall'epoca delle aste Nel capo, quarto si ricorda la legge 6 agosto 1893, con la quale si autorizza la spesa di 20 milioni per il Palazzo, oltre i sei già erogatie l'incarico affidato al prof. Calderini di procedere alla compilazione del progetto esecutivo per il compimento del Palazzo stesso progetto che, eseguito dal Calderini, dopo varie modificazioni suggerite allo scupo essenzialmentodi mantenere la spesa, entro più ristrettconfini, veniva approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e dal Consiglio dStato. : In baso a tale progetto, essendo"» provveduto all'appalto d'urgenza (per asserite ragioni d'ordine pubblico, per dar lavoro agli operai della Capitale) risultò aggiudicatario l'ingegnere Pasqualo Borrelli, mediante il ribasso del 10,0062 per cento e cosi per il prezzo netto di L. 8,48^,1142.59 col termine di quattro anndall'inizio dei lavori, inizio che sogui il 30 aprilo 1897. La Commissione rileva a questo punto come fin da quando il Bonelli si presentò per adire all'incanto, gravasse contro di lui qualche sospetto, sì che l'ufficio del Ministero, incaricato di esaminare i titoli dei concorrenti alle asteaveva proposto di non ammetterò alla medesima nò il Borrelli, nè il Ricciardi ed il Mannajuolo, che si sapeva essere soci del Borrelli Ma la Commissione dichiara d'aver potuto as sodare che il Borrelli potè essere comproso nell'elenco dei concorrenti per decisione deministro Prinetti, al quale il Borrelli era stato raccomandato dall'on. Ablgnente, eVring. Co lotta, capo dell'ufficio speciale, assicurò di essere stato informato che il' Borrelli aveva dato parola d'onore al Ministrò di non avere alcun socio. E questo alla. Commissiono, risultò non vero, ©vendo rinvenuto tra le carte sequestrato a Napoli una procura in data 7 febbraio 1897, rogito Saggese, dalla quale risulta che il Borrelli, contrariamente alla data, parola d onore, era socio del Ricciardi o del Mannajuolo, dai quali anzi riceveva procura di presentarsi all'incanto, I lavori complementari affidati all'Impresa Borrelli • Convenzione 3 novembre IBM che la Commissione non approva • Tran» ■azioni. # M01 ?,aP° quinto trottasi della concessione fatta nu impresa Borrelli (la quale .appena posto mano ai favori cominciò a, lagnarsi di ritorni che a suo diro 6i frapponevano nel comunicarle gli ordinativi dei lavori), a trattativa privata,, dei lavori- pur la completa ultimazione dei Palazzo, accordandosi con atto 3. novembre 1899, all'Impresa stessa un'altra speciale agevolazione, quella di ottener© di esser© esonerata dal .prestane una speciale cauzione pei detti lavori complementari. Contestualmente a tal nuova concessione l'Ininrosamin inorar-<i..-v.> », • ; . \, " »n ayvemrte lo riservo e proteste riguardanti il ritardo sino allora verificatosi nella consegna degli ondiiiativi. La COnuntastone dichiara che tale convenzione non puù aveiio il suo consentimento ne per la forma, ne per la sostanza, nò per 4a. a+fovoìazloni- concesse,- Rll<av4 quindi la pravità di questa .convenzione che ebbe conseguenze finanziarie gravissime, senza r«ggiimg*ro nemmeno lo scopo prefissosi, quello cioè di leni»» J danni della disoccupazione fr* gli operai edilizi della capitale. Tale convenzione non riuscì ad eliminare le cause delle controversie, giacchè poco dopo l'Iirapiiesa riprese le protesto per il ritardo nella consegna dgli ordinativi e fini col chiedere la costliirelowa di un collegio arbitrale, il <jualo con lodo 2-1 maggio 3901. accogliendo la pregiudiziale sollevata dall'Avvocatura erariale neU'lnieresso del Ministero, ritenne ohe le questioni sollevate dal BorjieHl non fossero tali da esser© risoluto iimuediittaniante e decise che la definizione tosse rinviata adopo il collaudo. L'Impresa impugnò questo lodo per nullità. 0 contemporaneamente, essendo scaduto il termine per la ultimazione dei lavori compresi nel contratto principale, si rivòlse al Ministero chiedeixdo di stkpere per quale epoca l'Ammuilstirazlone avesse stabilito di fornire gli ordinativi -specificati In apposito elenco e quale provvedi mento intendesse adottare in caldine al termine già scaduto ed alla ripartizione degli ordinativi anzidetti Queste du© controversi© non ebbero seguito, essendo le parti addivenut© ad un componimento concretato nella convenzione l.o ottobre 1901, convenzione che la Commissióne ritiene parimenti .Illegale. In esecuzione a detta transazione ebbero luogo duo giudizi arbitrali, l'uno definito con sentenza 15 marzo 1908, l'alerò in data 10 gennaio 1903. Quest'ultimo fu impiumato di nullità, deducendosi che uno degli arbitri, i! commendator Raffaele De Cornò, non avrebbe potuto assumer© l'ufficio di arbitro, aveudo partecipato alla compilazione del progetto ed essenzialmiente al capitolato speciale. L'eccezSone dt nullità dopo una sentenza interlocutoria del tribunale, fu accolta dalla Conto d'iaippello e dopo eh© 1© partì avevano ricorso in Cassazione, si addivenne, in data 10 giugno 1905, ad mi atto di transazione. Nella seconda parte della relazione si prendono In esame le responsabilità morali e politiche che da tale transazione possono derivare, mentre nella iparte prima se no fa una indagine accurata dal punto di vista tecnico 0 si concludo eh© l'ufficio del Genio civile fu eccessivamente iftcssimista nei giudicare le conseguenze dall'eventuale annullamento del lodo ed eccessivamente largo nel proporre cifre di compenso. • „ Si esamina poi la transazione suppletiva .in data 10 giusno 1905. transazione cho costituisce, secondo la Commissione, una nuova prova della poca oculatezza deU'Amministeairicme e dell'abilità dell'Iannresa c eh© non è glustiifieata né del punto di vista tecnico, nè da quello giuridico. . , Esami tecnici Aurnent! «I spese ed opero oomptamsntarl seguono poi 1 capi sesto e settimo che sitóvalà^rqueC1^: WWsesto si prendono in esame le spese Incontratoper la preparazione del modelli al vero e gli Inconvenienti derivatiti dalla duplicità di direzione e st enumerano e si discutono le varianti introdotte nel fregio della trabeazione del primo piano.del cortile d'onore; si esaminano 1© perizie .suppletive 28 aprile 1900, 4 luslio 1008, 31 luglio 1901 © si tratta della costruzione del cornicione dal punto di vista tecnico. ' Si esamina poi l'aumento di spesa derivane dall'impiego della pietra di Pezzato Invece del tiraver.tiiió, sostituzione che non è l'ultima causa deH'©oceeaiva differenza tra 10 S0D1" ma preventivato e quello «ffettivamente spese. Infine si prende In esame l'impianto del riscaldamento e della ventilazione. Nel capo settimo al tratta delle decorazioni attfstìcte del Palazzo, .si esaminano gli appalti pei- gli infissi in legno, per gli asoen eori, gli apparécchi d'Illuminazione, le tJateg- riaturé e verniciature-e l'arredamento del Paazzo, e si. fa una minuta critica dell'impianto dei aw*afulmiai, che diede luogo a tante discussioni. ■sanie giuridico del lodi D capo ottavo conti-ano l'esani© giuridico dei odi pronunziati nel corso del lavori dell'appalto ed ò un riassunto della relazione (che ti pubblica mtegratanento come allegato) compilato dal senatore Ludovico, Mortara: relazlon© che contiene una ^oepsura. severa per tutti lodi pronunciati (ad eccezione del quinto) e che rileva la deficienza dell'Avvocatura erari aie. come organo di difesa dolio Stato, Le speso sostenute al 31 gennaio 1813 lnfmo il capo nono ed ultimo della prima parte contiene le conclusioni della parte stessa o cioè riassumo le sommo spese pel Palazzo, per la costruzione del quale crasi. a-.peno mi pubblico concorso indicante "come 3asa la inrVi di otto -milioni schive le tìeco- « T£wvtT™^t^£«Al-mento e che invece al 31 gennaio 1913 vte.no :i costano lira 39.272.173,98 oltre le lire 235.200 annue per le spese di piccola manutenzione e per l'esercizio del ri-scaldamento-, senza' con- tare i lavori e pendenze ih corso, delle quali la Commireion© si occupa nella terza parto della relazione. , Sl riassumono le principali cause della dif-, ferenza tra lo somme previentivat© e quello spase, quali la mancanza di un progetto ere- ciso, completo, con tutti gli elementi elio dal punto di vista tecnico ed amministrativo sonònecessari ip.e>r In costruzione dà un edificio; la deficienza, dell'azione deirAmministrazione dello Stato, non c del lavoro nè alla dèlio Impreso; la ineitttudin© e~uogìi«cnza yrparlo dei funzionari dolio Stato; la fiitromls»stono dell'autorità, politica, specie nel primo periodo doi" lavori; la scelta della ditta Bor- relli e l'azione datarne** della m-y^i/n.-v: rJsutta*i del lodi arbitrali ed i conflitti tra 1* Direzione artistica e. quella tanica: l.nfi.wM rotolamenti nella Direziona tecnica ed amiministrativa. aramimsirau\<i.. Conclusioni riassuntive delle cause dalla differenza tra le somme preventivate a quelle apesa, n.„_ „„ , „ ,, , Dopo un breve cenno sullo molte leggi e de-cren relativi' al Palazzo di Giustizia, la pri- ma parte termina con le seguenti conclusioni riassunUv© delle eausa della differenza tra le somma preventivate o quelle effettivamente &PdSG ! l.o Clio la prima causa di dette diffor<enzo dava ricercai1©' nei mezzi inadeguati, cui iziom? oeii'Amimnisirazion© corrispondente nè all'entità. a tenace e sot.tilo in,sisteiiz*rxctìrse 11 Governo, per provvedere in breve tempo ai vari servizi pubblici della capitale, ed ii» particolare, nello stanziamento iiisufflceiKo, di api>ena 30 milioni, 'stabilito dalla lefCge d.cl 1881, con cui lo Stato concorreva alle sipeae, che il Comune di Roma doveva sostenere ipcr costruire importanti opero edilizìie, ti-a le quali il Palazzo di Giustizia. La lesse non determinava la somma da spendere pei- ogni opera, ab poneva alcun tonnina per Ul loro compimento. 2,o Che metitre il fi.soittto Reale del 1883. relativo ^ mi£oi«p_ pes/il pì'*icpUo del pa lazzo dilchiarava^ che là" sposa doveva essere compensi, cBe condussero alla transazione 10 giugno 1905 (per cui vennero accordate all'Im- presa 945.000 lire) erano infondate; che nelle ^^^^^0^&^SiTnm. fep ^tttyo che .lo Stato dovette di circa otto milioni, esclusa le decorazioni, le Commissioni giiutìicàUtiei non v.alutwpno la portata finanziaria del progetto CaMecini >d, all'atto dell'esecuzione dei lavori, il fondo assegnato a;l Palazzo veniva Invece ridotto ttlire 1.111.050,32. E quliwli si preparava un progetto parziale, limitato alle fondazioni, al sotterraneo ed al plano terreno, e si Iniziavano i lavori, senza alcun preventivo accertamento della somma, che in defimttiva sarebbe occorsa pei" il completo edilizio, oioò senza rllevauio la gravo sproperzion© esistente tra la somma assegnata e la mole dell'opera, che si intendeva ©secfuire. 3.o Che già nel primo periodo del lavori (appalto Belluni-Basevi), la condotta dell'Amrnintetraziono non fu. esente da incertezze, comtraddIzlonì e negligenze. Alle domando di tnagìft&a-ì compensi, avanzalo ua.Ua Ditta apipattairice. si risponde, accordando proroghe, anSiclpando lira S50.CÓ0 per il cantiere, che saio, la flaft d©U'.appalto si sarebbe dovuto acquatarev6iipul8iido per scrittura .■ptóvata5jiB,n.za' ^ntewériid del" corpi' cònsdltlvi, w'cwvca» zico© 20 settembre 189t, rinviando all'esame di una CoTomission© peritale la decisione su altro domanda della Ditta, concedendolo hi mie, colla transa.ziono del 1894, circa due milioni e mezzo di compensi. E nell© conlese tra l'Amministrazione e la Ditta comincia ad intromettersi l'autorità politica, che, pw tintori di agitazioni operale, preme sull'impresa, perche tenga occupato nel cantiere ini certo numero di operai. Cosi stando le cose, si spiega come per ultimare il solo rustico del piano terreno, occorressero circa lire 9.500.000, ossia circa il doppio della somma preveutlvàta. 4.0 Cho durante la laboriosa liquidazione del palmo appalto, protrattasi dal 30 novembre 1892 al 1G marzo 1394, quando cioè l'Amjninistirazion© provvido a continuare i lavori ad economia., detti lavori si svolgevano in grando disordine, con un numero di operai superiora al bisogno, o quindi lo opero da compiersi previste in lire 745.672, vengono di fatto a sostare più di 937.000 lire, senza contaro che la nuova Impresa appaltatrice trasse poi motivo dal disordine in cui -trovò il cantiere, per chieder© agli arbitri maggiori compensi. 5.0 Che anche per 1 lavori relativi al compimento del piano terreno (Impresa Marotti), durati dal luglio l39ì al marzo 1896, r.Vmmininistrazioue non fu abbastanza previdente nei capitolati d'appalto, si da premunirsi contro l'abtUtà dell'Impresa; per cui «i ebbero numerose riserve nei registri di contabilità ed una serio di controversie, risolte da duo Collegi arbitrali, in seguito alle quaU la Ditta ricevette circa 419,000 lire di maggiori compensi. Co Cho l'impresa Borrelli mentre avrebbe dovuto essere esclusa, venne invece ammessa alle aste; che nel contratto d'appalto venne stabilito il termine di quattro anni per l'ulti mazione dei lavori, termine assolutamente in sufdctonie, e che ciò Don ostante, colla convenzione 19 agosto 1899, si affidarono, a tratta ttva privata, alla stessa ditta BorraUi, già conosciuta per la sua litigiosità, i lavori di finimento del palazzo, esonerandola anche dal prestare nuova cauzione. Che a dette concessioni ed agevolazioni illegali si aggiunsero errori tecnici gravissimi, mantenendo fermo, colla stessa coirvenzlc-ue del 1899, il termino di quattro anni per il compimento dei lavori principali, e quindi ponendosi In condizione di dover accordare proroghe, o ritardare gli ordinativi, od ordinare costose varianti- ed in ogni modo dando motivo all'Impresa di Chiederò/ maggiori compensi ed arbitrati. 7.0 Cho anche la successiva convenzione l.o ottobre 19M, colla quale si rinviavano al collaudo le gravi contestazioni per i ritardi non fu stipulata nelle forme prescritte dalla legge; che la maggior parte delle motivazioni date dal Genio civile per i proposti maggiori e per le decorazioni subire per i mutamenti eseguiti, perchè anche queste perizie e gli ordinativi ad esse relativi costituirono la baso per riserve e domande di compensi da parte dell'Impresa 8.0 Che hello studio di diversi ordinativi si esagerò nella determinazione dello dimensioni c nell'aggiunta dei maasi di sovraccarico, e cfsSJto spreco di pietra (di cui ò esempio tipico il cornicione), non solo portò ritardi c sopraprezzi, ma ebbe anche un'influenza sulla solidità dell'edificio; che la stessa causa, p(ù la solita incompletezza dèi progetti, vale per i avori in ferro (per cui la somma prevista era di lire 672,967, ed Invece la perizia suppletiva chiedeva un auménto su detta somma di lire 829,369); che Nmpiogo della pietra di Rezzato nvece del travertino portò od una maggiore spesa di almeno 6M.00O lire; od altremagr pese anche per 1 lavori, complementari glori spese mi artistiche del palazzo lono «Sa^af dovuta ad errori come, ad esemplo, per llmplantb del riscalda- mento, l'appalto per gli infissi in legno, il con-1corso peri leoni in bronzo, ecc.). .'9.0 Che riguardo all impianto dei parafulmini vi furono gravi inosservanze al contratto e cho detto impianto presenta attualmente delle imperfezioni, per togliere le quali saranno necessario nuovo spese. 10.0 Che le maggiori spese incontrate per la preparazione dei campioni e motte delle cotose varianti ordinate nel corso del lavori sono dovute ài-conflitti tra la Direzione tecnica e la Direzione artistica, alla scarsezza del personale adibito, all'in stabilità dei criteri direttivi, ed alla molteplicità delie disposizioni prese dal Governo per VordWrnento degli uffici relativi ai lavori di costuiqdau JfiJLV. , ll.o Che l'azi(»>e «fella. ditWBorrelrT.%nche j*,i;r>""" .V^SS^iiTi» rfaìin'Tnèttitudine e «$bi£°J'*> I^JSST^^S^nOTj^steto negligenza di parte dei funzionari ueiio stato, talvolta troppo corrivi ^el concederò talvolta troppo rigidi nel negare, non vigili e previdenti. 12.0 Clic durante l'appalto Borrelli .si s\ 01 se una^seric r.'i lodi, quasi tutti di esito sfavorevole per l'Amministrazione pubblica; che nelle sentenze degli arbitri, fatta eccezione per il quinto lodo, si rilevano errori e manchevo- jPZ1!C,. 0 miindi m generalo il risultato dei lodi deve aml0Vernrsl tra le cause della differenza tra ,e Somme~prevcntivato 0 quelle effettlva_,„„»„ mema speso. lrp; capi.- „„„.m«m»«nnt a • *e Primo, richiamate le considerazioni .e gol» usiom m^tfj^9f^^^ ?} inchiesta amministrativa 1 2-.^mìo Wiyft Lommlswone rileva la insutfutenza di ^ gowaortOBi^oo un biw,n> conno,-generale sullo responsabilità civili del pubWlci iun. 5,°™»- s, gg£&*2? ISJSTSSsU^Tu funzionari addetti al lavori dello alato e le oolpe deJ Iunzionttri te(.nici ed amministrativi preposti al lavori di costruzione del palazzo; ,a Commissione accertata la inettitudine, la imperizia, la negligenza di parte di lunzio- nari ritione che esso a qualsiasi ordine np- partengaao (amministrativo, tecnico o legale) dovranno essere chiamati in via civile, sia davanti alla speciale giurisdizione della Corte del conti, sia innanzi ai tribunali ordinari, 0vo ne fo*se il caso, per 11 risarcimento dei -1 - — —.i 5*1--..: -11- OA-~~. Responsabilità civili * , mi. ,,,m«,,MHH Xa parto seconda;JW^{Wl»W»!9SPg dlegni ordino, anche politico, ed è dlvi&a in danni arrecati allo Stato. Responsabilità penali 0 morali nelle varie epoche delia' eostruzione • Elementi sui quali ai fondano. Il capo secondo tratta dello responsabilità penali e morali. „ ... La relazione dopo avere accennato alle difficoltà incontrate dalla Commissione nella i> cerca di tali responsabilità, àa per lo reti- cenzo degli Interessati, sia ia'labilità, di me. moria .di molti testi, sia pel segreto professlo naie dietro 11 quale alcuni si limitarono ad affermare pnramonte e semplicemente fatti od accuse, cho giuridicamente avrebbero dò- vuto avere 11 conforto di prove od indizi si curi, sta inlino per altro cause delle quali si dirà in seguito, entra ncll'espoBlziono anali tlea delle indagini istruttorie, seguendo l'ordine cronologico. -."Circa l'impresa Belluni e Bascvl nella relaalone si dichiara, che dallo carte sequestrate'1 risultarono provate le continuate controveim•■■Ira l'Impresa e l'Amministrazione per Ì'arief cause, come provate risultarono altresì e Irregolarità formali o sostanziali di vari provvedimenti del ministro di grazia 0 giustizia.' eoe? furono motivato da cause economiche e politiche. Sorsero alla Commissiono dubbi sulla correttezza; di alcuni funzionari del Ministero di grazia é giustizia, specie per vendita di materiali 0 di derrate all'Impresa e sul modo come potè avvenire l'appalto del primo lotto, ma nessuna prova positiva e precisa si è potuta avere, 113 i libri dell'Imprèsa hanno offerto elementi per stabilire so nel tempo dell'appalto siano state spese somme a scopò illecito o simulato. - > ''■Pei' 016 cho riguarda l'Impresa Marotti e Bogglo, la Commissione dichiara di non avor potuto procedere a perizia contabile, perchè non si poterono sequestrare documenti giustificativi della gestione di detta Impresa; ad ogni modo da un sommario esame di alcuni libri sequestrati si possono rilevare i primi, sebbene lievi elementi del sistema di corruzione iniziato verso i funzionari della Direzione dei lavori, come risulta da alcune partito trascritte nellar relazione. •Inoltre si tratta dei rapporti traila Direzione e la Ditta fornitrice del travertino. Sotto l'aspetto istruttorio, relativamente alla impresa Borrelli il primo compito propostosi dalla Commissione fu quello di determinare, in base alle carte sequestrate, quale fosso la vera spesa erogata dall'impresa per la costruzione del palazzo, in rapporto con le gomme esatte al riguardo, dal Governo. •Da una perizia, fatta compilare dal perito De Rosa risultò alla Commissione : che lo Stato pagò all'Impresa complessivamente lire E0,9t>l,755.6U, mentre l'Impresa stessa spese in totale lire 14.922.752.07. con una somma a di lei favore di Uro 6,039,003.59; della quale nessun elemento esiste nelle carta sequestrate, «è la contabilità dimostra la sua erogazione, e risultò infine che dulie somme erogate dall'Impresa per la spesa di costruzioni* sole lire -10,262,187.13 rappresentano la cosidetta spesa viva, mentre nello speso di esercizio si comprendono vistosi interessi, sconti, larghe partecipazioni 0 generosi compensi, rilevanti prelevamenti del soci. Ingenti pagamenti non giustificati, tutto un insieme di spese in parte necessarie, ma in gran parte superflue, eccessive, non giustificate. Illegittime Tali conclusioni del perito De Rosa imposero alla Commissione un esame scrupoloso e minuto degli atti per determinare come fosse sfuggita all© Bue ricerche la contabilità del detti sei milióni, come fosse nata l'Impresa e come si svolse l'azienda; quali fossero 1 soci ed i partecipanti dell'Impresa medesima 0 se nella condotta di questa si fossero manifestati atti 0 l'atti di corruzione 0 di frode a quali fossero le persone che eventualmente avessero tenuto mano all'Impresa. A questo punto la relazione accenna alle perquisizioni eseguito presso l'Impresa Borrelli. Ricciardi 0 Mann aj nolo, cosi In Roma come in Napoli, e vi si dimostra come l'Impresa abbia sottratta pano della contabilità e corno quella sequestrata sia incomplèta, specie .nella serie del mandati giustificativi di pagamento. ©l riferisco poi un episodio (relativo a certa Alarla Gasperini 0 al dottor Angelo Prato) che si riannoda alla sott razione della contabilità e del documenti dell'Impresa e che serve a dare un saggio dei sistemi seguiti dai soci dell'impresa 'Borrelli per turbare ed Intralciare le indagini della Commissione. Dopo qnesti accenni si rievocano le origini e le vicende dell'impresa Borrelli, sotto lo speciale aspetto delle indagini istruttorie: si riferisce su alcuni documenti sequestrati, specie su di un memoriale Intitolato «Informazioni» diretto al Ministero del lavori pubblici nel luglio 1696. sequestrato nella sede delUmpresa a Roma, scritto di pugno del Ricciardi e portante correzioni e postille degli onorevoli Guarracino ed Ablgnente e del Borrelli. ■Si esamina in seguito, come si siano erogato e ripartite le spese ed a quali persone ed cuti queste si rivolgessero, e dalla tabella che iSLS &é&.V$rm&^ speso fino al 1308 un totale di lire 8,838,473. jff A'ìR^i!!"0 no1 modo seguente: per premi Mie 240,000, compartecipazioni liro l,656,6s.9(to spese legali lire 181,067.21; cause non "spéeiflcate lu'0 550.S80.1O. I Da tale tabella si rileva pure che joitre ai soci (Ricciardi, Bonelli e Mannajnolp), altro persone furono ammesse alle parteqiinazioni degli unii derivanti dall'appalto, del' Palazzo di giustizia e tra queste vi furane nana, rappresentati dall'on. Gì la.-Banca Commerciale e gli cauzio- dal-'^"«sW dàu S™^vlcneU?Mal Istituti di, irirono del Ti Vari' altri ì\Mu?che e Zi0ni speciali o premi, a secònc, tanza del loro lavoro e dcll'ope* che in'un modo o nell'altro prestarono injtavore del- "^àldi, prof. l'Impresa (on. Brunicardi. avv. Perricci. Ing. Missiroli). Si rileva pure che la somma soci fu di lire 571.695 99. al 31', esclusi i eèl milioni circa, del contabilita e del quali i soci essersi fatta la ripartizione in porzioni eguali. La Relazione continua quindi esaminando I editata ai ibre 1906, manca la ■arouo di volmante ffiK-é- e snlnata 0|!n^ìpa" ■eli uppor- ; parlitamenlo la posizione dei diversi partecipanti (Banca Commerciale, onor. Guorracino, partecipazioni occulto, on. Ablgncnte. onorevoli Brunicardi e Poli; avv. Sabatino Castaldi, ing. ,\ntonio Missiroli); la convenzione del 12 agosto 1690, le spese non giustiilcate e dubbie dal 1898 in poi. E si riproduce a questo r-unto una nota di pagamenti m data 9 febbraio 1910. sequestrata nell'abitazione dell ingegnere Borrelli, nota nella quale figura tra l'altro la sigla .Neri», sigla che figura anche in alcuno lettere dattilografate ed in una manoscritta. Lo lettere dattilografate vennero conosciute per proprie dall'avv. Sabatino rpPliperGP•0 ri- lwuu^.ux: jnn ,>.U|U.c ~™ :--» Ca: ìstaldi; quella manoscritta, prima negata, e poi rriconosciuta dal comm. Giuseppe Silvestre, i..... . . ~.. i ^*ML-^ A <m oportò all'arresto del Silvestre stesso 0 del Borrelli © Ricciardi. i , E cosi, dopo aver illustrato un altro docu: mento sequestrato: una ricevuta, alterata, ai una assicurata per lire 2000; esaurita la parte relativa all'esame degli assuntori dei lavori e compartecipi, la Commissione esamina quanto ha tratto ai lodi. Ricordata l'accusa, di « lodi l'tm corretti*, mossa dalla voee pubblica contro il terzo e quarto arbitrato e specialmente contro l'on. Brunialti o contro l'on. Mosca, presidente l'uno, membro l'altro dei collegi stessi, la Commissione esamina anzitutto te accuse mosse all'on. Brunialti. analizzando primieramente i rapporti dell'on. Brunialti con la Impresa Borrelli, che fa parte nel mai. secondariamente il di lui contegno precedentemente al Jpdl e nel lodi medesimi.1 Quanto alTon. Mosca, relatore ed .estensore del terzo e quarto lodo, dopo aver ricordate 1© specifiche accuse mos'se-allo1 stessoronorevole Mosca dai pubblicisti Francesco Ciccotti e Roberto» Marvasi. nella Scintilla, di Napoli, ed averle accuratamente vagliato, dichiara che le accuse stesse dal lato penalo restavano sfornite di prova, sicché à carico dell'onorevole Mosca non restarono che le censure giuridiche savere e gravissime, mossegli nella relazione del senatore Mortara, ed il contegno tenuto di fronte alle altre accuse pubbliche eontro di lui sollevate. Si riassume poi quanto risulta dalle carte sequestrate, per vedere se si trovasse traccia di pressione o altre illecito inframmettenze, riguardo ai lodi terzo e quarto, ed infine si esaminano brevemente gli altri lodi. La Commissione passa quindi ad analizzare l'opera dei funzionari del Genio Civile e del Ministero dei Lavori Pubblici, che ebbero parto direttiva e tecnica' nel lavori del Palazzo. Ed infine trae le sue conclusioni, che sono le seguenti: Conclusioni rotative alle responsabilità penaH A) Relativamente alle responsabilità pc nati: X. Che durante il periodo di tempo degli appalti relativi ai due primi lotti del Palazzo di CiusUzia e della : orai tur a della pietra di Rezzato, occorrenti) a detti lotti e fino al 1S01, col concorso delle persone nella relaziono Indicate, vennero compiuti atti continuati di corruzione verso gli impiegati od incaricati addetti, nell'interesse dello Stato ai lavori e specialmente verso alcuni capi-squadra pd assistenti dell'Ufficio Tecnico del Genio Civile in atti identillcati; 1 li. E per quanto tiguarda specialmente! l'impresa Borrelli: a) epe-■vennero dal soci sottratti ed occulfati.' t-t^«li«fa«e scopo doloso, l libri della contabilità rifereirlisl alle annate 1909 e successi ve; libri di cui rifiutarono la esibizione alla Commissione, nonostante le richiesi»! loro fatte; • : b) che vennero i^ro sottratti documenti compromettenti per il Rlcuiardi, noci •• loro correi o complici, documeptretoij jafio persone In atti indicate servirono per minacciare gravi danni ed ottenere sommo di danaro;. c) che liei libri sottratti dovevasi evidentemente contenere la prova delle erogazioni sulla somma Ui circa sci milioni percepiti dall'imprésa; U) elio nella contabilità sequestrata si ha la prova di altre sommo Ingenti speso non solo per i soci, 0 partecipanti noti, ma anche per ignoti e per lini Illeciti ed inconfessabili, sommo registrate con l'apparente denominazione di spese dì intesa o come di intesa, 0 come rimborso di spesa-di soci e slmili; e) che in data 0 febbraio 1310 fu stabilita la ripartizione di lire 300.000 a favore di Individui segnati con pseudonimi (2 avvocati avv. Cori. avv. Bianchi, avv. Parma, avvocato Consigliere, ing. Xeri, presidente C. $.), da identificare, all'infuori del Neri, sotto cui risultarono già compresi il comm. avv. Giuseppe Silvestro e l'avv. comm. Sabatino Castaldi, e che ad alcune di dette persone risultano anche prima effettuati paganie irti; 1) che dagli elementi acquisiti si ha non solo la prova della generica esistenza del reato continuato di corruzione e di altri fatti dolosi compiuti durante 1 lavori dall'Impresa Borrelli, e nel periodo dei giudizi arbitrali, delle transazioni c dello altre pratiche fino al 1911, ma anche quella della specifica responsabilità penale dei tre soci della Impresa, 1 quali ebbero durame detti periodi la personale, diretta e sciente compartecipazione ai fatti, nonché degli altri Individui menzionati nel testo della presente relazione; 0) che per quanto si riferisce al partecipanti dell'Impresa, pur potendosi presumere cho dovessero essere consapevoli dell© erogazioni fatte e degli atti compiuti, la Commissione non © allo stato attuale In grado dr affermare la loro responsabilità penale Reapaneabllita morali • Conclusioni B) Relativamente alle responsabilità morali, la Commissione ha deliberato quanto segue: 1. — Quanto all'on. Alessandro Guarracino, ritiene non corretta la di lui azione negli affari concernenti l'impresa Boireili ancho dopo la sua elezione a deputato. (Deputato dal 6 dicembre 1904) 2. — Quajtto all'onor. Giovanni Ablgnente, ti tiene che il di lui concorso morale e materiale a favore dell'Impresa Borrelli. anche dopo eletto deputato, non risulti costantemente corretto. (Deputato dal 3 giugno 1900) 3. — Quanto all'on. Attilio Brunialti, non risultando, allo stato degli atti, elementi di più gravi responsabilità, è però convinta che la di lui condotta, quale consigliere di Stato e giudico uel due arbitrati, sia stata gravemente scorretto. 4. — Quanto all'on. Tommaso Mosca, mentre allo stato degli alti non constano elementi di scorrettezza o di altre responsabilità, ritiene però che nei riguardi dei lodi non possano escludersi, con lo di lui dichiarazioni e memoriali, le censure svolte nella relazione giuridica sul Iodi medesimi, e che per la per sistenza e la gravità delle accuse fattegli avrebbe meglio provveduto al decoro suo dell'ufficio, producando di dissipare con uu giudizio di tribunale 0 di giuri d'onore le accusa pubblicamente rivoltegli. 5. — Quanto agli onorevoli ex-deputati Adolfo Brunicardi e Giovanni Poli, considerau- do unicamente la parte da loro presa, rive- gd«c?addec0alS/?iPirivnpdrptttmdsmass01pSempcbi,tefrrefClsndgv.Mempeaplsldnmzpnvdsdcdcdpaa1lebzmridcsgteIgndzcgt1ndnlsgtlPvt stendo la carica di deputati al Parlamento, nel ; ^ contratti, ed atti relativi all'impresa isoneui.| ; meritino censura. . . ,• ' - e — Quanto al funzionari ed impiegati deUo Stato od incaricati, indipendentemente responsabilità civili, pénali e politiche, e dalla applicazione della legge 23 novembre 1908 n. 693 sullo stato giuridico degli impiegati' la commissione, "ritewadea* olBe person© che ebbero parte ed 2t#e«!nza noi fatti specifici lamentati nella relaziona; ritiene cho l'azione da loro svolta nelle diverse mansioni amministrative, legali o tecniche, relatlvamento al Palazzo di Giustizia, non siasi costante*! mente contornata all'efficace e doverosa tutela degli interessi dello Statò, daIaceS Responsabilità di ordine polìtico 0 contessa •II capo ferzo della parto seconda tratta dello responsabilità di ordino politico: dopo avero precisati i criteri ed 11 campo delle ricerche P-'to'ì? "ver spiegato, come per « responsabi. iu d ordine politico » si debbano intendere propriamente quello inerenti al trascurato od errato esercizio dei doveri e' delle facoltà Inerenti al potere politico, lo responsamiitii dB Governo, in una parola, si entra noi vivo del- P.Hi«A».A_t " * iiiu vici aigomento, rilevando anzitutto come nè per ì*kk0n,vei^^nev co1 c°mune di .Roma del 21 r«M>ra!d 18S9 nè per l'atto di appalto 30 aprilo isra. si osservarono le norme delle leggi vi- opliti sili f. /\n/.,,A _ ,. . ■ - ...... genti sulle opere pubbliche e sulla contabilità! delio stato. «*J2S^wao P0,1 ln luce 10 irregolari» della convenziono del 2G settembre 1891 con l'im-f ?S.BeUu,nA e Basevi 8 l'intromissione dell» autorità politica nei lodi stessi. Dopo aver rilevato che gli orrori commessi) durante U periodo dei lavori in economi»,-©, dell appalto Mai-otti non diedero luogo a veroe proprie responsabilità politiche, si esamina* coinè potè il Borrelli essere ammesso allo asta 0 si conclude che tale ammissione fu dovuta aita soverchia buona fede del ministro deli lavori pubblici del tempo. °™ relaziono continua quindi diraostrantlof S?^0. &'1*spjps<»bnita politica aella conven-i /onò 19 agosto 1899, con la quale fu affidata) ?i«„8w!al,mP^0sa Borre»i asBuntrice deli »-?JU0t ? ,d!i !ay°.rl del Palazzo) a trattativi innata il lotto del principali lavori di com3 Pietamento dell'edificio, convenziono poi deflJ iuta come disastrosa dall'Avvocatura erariale* risalga al ministro (on. Lacava) del tempo. °, aviro es.aminate le responsabilità derly vanti da decreti ministeriali con cui si appro- nn^°nTS^1.ant,i;..petiz,e ouPPletttve e mandati d* pagamenti all'Impresa, e quelle ben più gravi derivanti dalla transazione l.o ottobre 1901, lai relazione esamina lo responsaUIlita di ordina politico ed altre connesse e dipendenti dalla] transazione 10 giugno 1905, riproducendo lettere e telegrammi scambiati tra il sottosegre-i tarlo di Stato ai lavori pubblici, on. Pozzi Do* meniopj e l'on. Riccardo Luzzatto. avvocato delUmpresa. Infine la Commissione trae 1© sue condu* sioni, cho sono Io seguenti: Conclusioni delle responsabilità polmone 1. — Risulta che la convenzione col Comuno di Roma, 21 febbraio 1889, 0 l'atto diappalto 30 aprile dello stesso anno, con ouf si affidavano i lavori alla ditta Belluni o Basevi, vennero conclusi dal Ministro di Graziai 0 Giustizia, on. Zanardelll, senza osservar© 8 norme della legge 30 marzo 1865 sulla opera pubbliche, e della legge sulla contabilità delloStato. Soltanto quando il contratto d'appalto era già quasi risolto, intervenne il decreto; ministeriale li gennaio 1893 a sistemare il passato, ma questo decreto non rappresenta cho un postumo adempimento formale dell'obbligo che incombeva al ministro di adire 1 Coril consultivi dello Stato, comunicando lorda tempo il progetto di convenzione e dì ap-lOlto; 2. — Risulta che la convenzione 86 settem< hre 1891 colitfmpresa appaltaitrice Belluni à Basevi, venne conclusa dal Ministro di Gfoaia0 Giustìzia (on. L. Ferraris), col lodevole to« tento di risolvere una attuazione insostensjjtle. ,ma senza l'osservanza dalle *rM#;ir del- te» a?» c«r fri Rpmat ffieoW» Consiglio di Stato, eoi) rene 6 WNirW, aveva eiplicttamente i,~ farmatu gli obblighi p**-ww**wmiìm, dcr Comune di Roma. Inritre, l'intromissióne del* l'Autorità politica sei lavori e quindi->»a>.:.n sponsabillta politica del Ministro deslillittf ni, troppo preoccupato dell'ordino pubblim della capitale, risulta in modo evidei'io'da gli atti, ed e dominante, riguardo a tale; con? venzione. pifi . 3,o Risulta che II ministro dei Lavori Mici del tempo (Ascanio Branca), pure d esecuzione alla convenzione medesima, non I] munì, del decreto di approvazione, né'la si pose ai pareri-controlli, se non l'anno'dj e nè~procrastinò e menomò i migliori <, accordando, con altri atti Irregolari^-' presa di compiere nuovi lavori, semi la spinta dell'Autorità politica, nell'in spiegato di dar lavoro agli operai. 4.0 L'intromisslpne dell'Autorità politica" nei! lavori di costruzione del palazzo vivissima ai dannosa anche nel periodo del lavori in economia, in cui si spesero lire 337,326, nominai-, mente per i lavori di conservazione e preparazione, di fatto per dare lavoro a «00 operai; per la loro stabilità e scarsa produttività danniti scalpellini di Stalo. 5.0 Risulta che la responsabilità della con* venzione 19 agosto 1899, definita in seguito dall'Avvocatura generale erariale come disa* stresa, risale al ministro dei Lavori Pubblici del tempo (on. Lacava). La buona fede è indiscussa, ma l'errore 81 cosi evidente, che non può" essere scusato dall'approvazione poco ponderata del Corpi consultivi. La Commissione, ritenendo -che detta convenzione tosse gravemente errata dal punto di vista tecnico e giuridico, non può* a meno di censurare l'opera di tutti coloro dia alla medesima concorsero. 6.0 Risulta che la transazione l.o ottobre 1901, non stipulata nelle formo prescritte dalla leggi, essendo stata considerata come un ver* baie, mentre conteneva modificazioni sostanziali di un contratto di appalto (e che la Commissione ritiene anch'essa dannosa agli interessi dello Stato), fu in parte causata "dalla nsistenti premure del presidente dei ministri del tempo (on. Zanardelll). 7.0 Riguardo alla transazione 10 giugno 1905« che la Commissione ritiene ugualmente ingiù* stincata, sia dal lato tecnico, che da quello giuridico, risulta che l'opera del sottosegre* tario di Stato, on. Pozzi, cho diresse e con* eluse le trattative e che appare Ispirata a retta Intenzioni; non si è conformata a quell'accorgimento ed a quella ponderazione che sono necessari per una buona tutela degli interessi delio Stato. Risulta inoltre, quanto all'on". Riccardo Luzzatto. che nella di lui opera, e specialmente con le ripetute insistenze presso il sottosegretario di Stato, on. Pozzi, per ottenere lai transazione IO giugno 1905, egli abbia ecceduto 1 limiti della semplice opera di patrono © non abbia tenuto conto dei doveri morali dipendenti dalla sua qualità di deputato. 8:0 Risulta puro che allo stosso ministro za* nardelli risalga la responsabilità, se non po* litica, morale dell'impiego nel Palazzo di Giustizia della Più costosa pietra di Rezzato ia parziale sostituzione del travertino, come ri* sale allo stesso la responsabili» politica di avere, senza lo prescritte forme, ordinata lai gravo variante della demolizione e ricostru*. zùme dello fiancate, che, se non può dirsi pienamente ingiustificata sotto l'aspetto est»* tico 0 monumentale, riuscì però dannosa peà l'Erario ed avrebbe, in ogni caso, dovuto colo* Pier*i nei modi e nelle, forme di legge. E cosi consta che la sostituzione dei tra* vertlno allo stucco per lo stilobate del pianai terreno e del primo piano, ordinata, dopo che ^ erano c08iituite. COa: grave spesa tìTrìta. ;tnianta Blft mira nwonntn tenve Aocn«fin7i - dell'ordine e dell'omlsakne spetterebbe quindi al ministro dei Lavori Pubblici del tempo, I prò*vedbeanti par sovvenire • Bearne dello proposta gìt discusse al ParlomenJa La. terza parto riguarda f ^f«$ÉWflft athl ad OTttare in avvenir© il ripetersi di; eoi cessavo differenze tra i praves^^W JBgi eUaHlvó e di sperperi n?j lavori dono Stato» petNapo^pi^mo, dopo un ttoesanfc Sei vota detta conmnssione d'tnqniesva