I racconti del Console italiano e del Direttore della dogana turca

I racconti del Console italiano e del Direttore della dogana turca I racconti del Console italiano e del Direttore della dogana turca Il Secolo riceve dal suo inviato a Scutari questi altri particolari sulla vita della città durante l'assedio: Scatari, 27. Mi sono recato a salutare il conte Mancinelli, console generale a'italia, nella sua casa che gli A servita di prigione durante sei mesi. Vedendomi comparire egli sembrò non comprendere; mi guardava meravigliato senza mostrare di intendere le mie parole. Era nel suo giardino e gli faceva compagnia il collega Gino Berri che condivise col conte. Mancinclti tutti i pericoli e le attese angosciose di questi ultimi mesi di guerra. Ci abbracciammo. Rejsai al confi, Maimnelli.ed: al. collega Beni 'notizie delle loro famiglie, siccome le avevo apprese ad Antivari-dal console Niccolini. I danni al Consolato italiano li. conte Mancinclti incominciò il racconto delle sue impressioni d'assedio. Gli chiesi se fosse vera la notizia che il'Consolato ita. Viano era rimasto mollo danneggiato nei giorni del bombardamento del 12 e 13 mario. /I console non mi rispose, ma mi invitò a visitare minutamente l'edificio abitato durante questi mesi. Quando entrammo nella camera da letto del console non potei trattenere un senso di viva sorpresa. Tutta la camera era ridotta ad una rovina dalle laccralurc dei proiettili. Il soffitto sconquassato dalla violenza delle granate, il tetto trapassato, i muri, i mobili, il pavimento, gli spacchi, la stufa crivellati di buchi. Sul comodino il conte Mancinclli conserva a ricordo, due granate fortuna* tamente non esplose; e quel '« fortunatamente » sembra una ironia a chi osservi gli effetti prodotti dalle esplosioni, — Credo, conte, che dopo ciò ella avrà cercato una camera da letto più ospitale. — No, no — mi rispose sorridendo il console. — Non ho cercalo nulla. Mi sono abituato a dormire col soffitto traforato: ecco tutto! Ogni mattino, aprendo gli occhi, seguivo colla mente i punti delle pareti dove mi sembrava .che un proiettile quel giorno avrebbe potuto venire a collo carsi con successo... E questo pensiero spesso mi valeva come scongiuro! Il console mi ha condotto a vedere nel giardino del Consolato come egli dovette provvedere a trincerare il proprio studio. A ridosso della parete esterna dello studio, nella direzione del Bardanijol, donde provenivano i colpi, aveva dovuto accumulare sacchi di terra debitamente compressa. E mi è parso che anche quei sacchi debbono essere stati un suo scongiuro, perchè dubito molto che al primo proiettile essi non fossero andati dispersi da tutte le parli. — Quando ha ella appresa la resa della città? — Martedì nel pomeriggio. Noi consoli ricevemmo tutti un comunicato di Essad pascià, nel quale il comandante della piazza diceva che, senza aver ricevuto alcun, aiulo, aveva resistito per sei mesi sopportando tutti i disagi e tutte le privazioni. Apprendo pure che il Consolato austriaco fu molto danneggiato e che il console inglese fu ferito. Le chiese furono quasi latte gravemente colpite. La fame mcpspnIl direttore delle dogane turche a Scu-\tari mi raccontava che salo da un mese cimezzo gli asseuianli cominciarono ad usa-: re più grandi cannoni, e che la popola-:sione s'era quasi abituata a non temere le I 1 piccole granate. 1 — Che cosa, avete sofferto di più: la. fame, il freddo, il combattimento o la paura? — La fame, mi risponde. — Ma il comando militare non. si prece- Riza beyche fu assassinato durante l'assedio capava di' distribuire viveri alla popola ione? — /I comando mililare, in verità, non pensò mai ad altro che a se medesimo. Si sapeva che la resistenza avrebbe potuto prolungarsi è si preferiva conservare un soldato e perdere un cittadino, non potendo conservarli ambedue. Alla fine di gennaio si chiusero gli ultimi negozi di commestibili. S'era fino allora vissuti con un po' di zucchero e un po' di formaggio: la paura di rimanere senza più nulla invase i cittadini e le provvigioni scomparvero in breve dal mercato. Cominciò così un periodo di indicibile carestia. Il pane arrivò ad essere ricercalo, a quindici franchi la pagnotta di vn chilogrammo; le latte di petrolio furono pagate oltre cento, il latte oltre dieci; lo zucchero sembrò costar poco trenta franchi. Non occorre dire che i disordini e gli acquisti numerosi si aggiunsero al danno. Molti depositi furono 'tenuti nascosti per sottrarli alle requisizioni militari. E' così che i più ricchi potevano rovinarsi economicamente, per cosi dire, ma potevano mangiare bcslcvolmente. Gli stracci in questa occasTone, come sempre, andarono all'aria. Fortunato chi poteva procurarsi quel po' di pane sufficiente alla fame quotidiana; pane che ogni giorno di miniava in quantità, peggiorava in qualità]'e aumentava in prezzo. Solamente il giorno 8 marzo, vedendo che la popolazione era in condizioni disperate, Essad pascià stabilì che fossero distribuite seimila razioni 'di pane ogni mattina ai più bisognosi. l'avalli e tartarughe « La distribuzione del pane, ordinata da Essad Pascià, risolvette per breve lempa\il problema della vita per quel che riguar-\da il primo alimento. Se non che, verso la fine di marzo, la distribuzione dovette essere sospesa. Cominciò allora veramente\la carestia. La primavera venne in soccor-\so per qualche tempo ai più bisognosi of-\frendo insalata e poca frutta, ma lultofu presto esaurito. Fino allora i morliifra i cittadini non ascendevano forse ad una ventina, ma in questi ultimi feuligiorni il numero aumentò terribilmente, j cittadini cadevano per via, stendendo la mano ai passanti, molti dei quali nul- \la potevano dare. Essad Pascià aveva er jrf'nalo bensì che fossero macellati i cavalli, ma la popolazione era restìa i primi giorni a mangiare carne di cavallo, mai prima di allora mangiata. Poi non solo si abituò a digerirla, ma furono cominciate vere e proprie stragi di equini. Le tartarughe erano ricercate come una cosa prelibata. Negli estremi momenti avvennero baruffe tra militari e cittadini per, piccole porzioni di vitto. Essad Pascià con¬ e Iprese la situazione insostenibile, vide la , popolazione non pili calma e spinta a-qual¬ ? - n i o n n a e n eò a di e o ii a i , a a che eccesso dalle acute fitte della sofferenza, e decise di cedere le armi. » La cerimonia della presa di possesso dei Tarabosch fu quanto mai indimenticabile. L'ufficiale turco fece la conìefiìia dei pezzi; li consegnò baciandoli e piangendo. Il maggiore Cattapani, a nome di Martinovitch, espresse a quell'ufficiale, Pietro Bàrovic, vive parole di plauso per l'eroica. condotta delle truppe turcHe. Le. truppa montenegrine avanzarono fino al culmino in ordine di battaglia, con le mitragliatrici; si temeva una eventuale sorpresa turca. I soldati avevano ricevuto contando dì non fare mai fuoco, anche se attaccati; . Finita la cerimonia, i plotoni si sbandaro? no attraverso le trincee; molti cercavano fra i morti i propri congiunti. L'assassinio di Riza bey — E' vero l'assassinio di Hassan Riza Bey? Potrebbe darmi qualche1 informazione? '. filza bey fu assassinato nella motto dal 30 al 31 gennaio. Invitato ad una festieciuola, in casa di Essad Pascià, uscendone fu colpito di quattro fucilate. Mille versioni furono date al criminoso fatto. Qualcuno sospettò che Essad lo aveva fatici assassinare per sete di comando. Reputo quésta* voce non verosìmile. Qualche altro dice che fu trucidato dai Giovani Turchi, perchè Hassan Riza conduceva a Scutari una polìtica albancsofila, che il Comitato stimava sommamente dannosa agli interessi turchi. Credo attendibile la seguente Ultima versione. Alcuni giorni avanti, forse, presagendo il futuro, Hassan Riza aveva convocato nella sua abitazione i .capi alba* nesi della città, esponendo il progetto di dare alla difesa di Scutari il carattere di difesa nazionale dell'Albania. I capi si espressero contrari ad ogni autonomia, dichiarandosi disposti a sopportare piuttosto la dominazione italiana od austriaca. Questa dichiarazione irritò Hassan Riza, chet sconvolto dallo sdegno, insultò gli albanesi chiamandoli carne da cannone, eli scacciò* Due giorni appresso Riza fu trovato cadavere. Essad Pascià à]evento. — E' possibile fare un paragono tra t due. comandanti? Quale fi| ptò ascoltata. dalle truppe e più benviso dalla cittadinanza? — Il paragone è ozioso, ma è possibile. Hassan Riza era soldato. Essad Pascili non lo fu mai; Hassan Riza, come soldato era amato dai soldati: Essad Pascià era tollerato. Si conosceva, universalmente lai sua poca attitudine e si combatteva con lui come si sarebbe combattuto con qualunque altro. Hassan Riza non avrebbe tollerato di rimanere con 34.000 uòmini assediato per sei mesi da 25,000 montenegrini. — Avete conosciuto ' Essad éavvicino* — Lo conobbi quando venni a ScutarLj, tre anni addietro, e rimasi con lui in rapporti quasi di intimità quotidiana. Più voU te gli consigliai una guerra più energica, 'ma egli attendeva sempre non si sa aitala e à a — yon sapreste dirmi che còsa egli conti di tare, ritirandosi sopra Tlranat — Non saprei. Ho inteso più volte esprimere da lui propositi generosi e fieri per. la mia patria. Credetti ad un certo punto di indovinare che egli facesse allusione ad una sua. possibile candidatura alla presidenza albanese. Egli è uomo misto di fatalismo orientale e di febbrile attività, di a\marinaro, e potrebbe creare non sò quali r-\campiti a se stesso. Potrebbe anche darsi che egli tenti ormai di ricongiungersi con Giavid Pascià, in pieno territorio albanese. o e e\per costituire il primo notevole nucleo di r-\ esercito dell' Albania. La gendarmeria parla f-\per raggiungere le truppe di Essad, Sono oìbelle truppe; le gio<-ani frotte vestite dei liìcaratteristici pantaloni bleu,.ta cavalleria dìdella caratteristica giubila dello stesso coli|/ore; tulli col fez militare turco. Ù guida e, do ul- un maggiore a cavallo, solenne, ma come un funerale. Le sentinelle montenegrino^ sul fonte, jrresentemo le armi."

Luoghi citati: Albania, Scutari