Il famoso maresciallo Soro aggredito e ferito gravemente da un pazzo

Il famoso maresciallo Soro aggredito e ferito gravemente da un pazzo Il famoso maresciallo Soro aggredito e ferito gravemente da un pazzo arrestoel colpevole L'aggressione ignobile e proditoria fu coiti- Aputa ieri, nelle prime ore del pomeriggio, e vla notizia si è divulgata con incredibile rapi- ddita, producendo una viva c sincera emozione, una profonda e dolorosa sorpresa. Il terrore dei pregiudicati Il maresciallo di Polizia. Pietro Soro, da Bassignana di Alessandria, c notissimo in tutta Torino e, per quanto da cinque anni almeno egli abbia lasciato il servizio, il suo nome è ancora ricordato come, quello di un uomo coraggioso od ardito, che alla Pubblica Sicurezza rese servizi di notevolissima importanza. Quando il Soro si ritirò a vita privata., la Polizia torinese perdette uno dei suoi migliori agenti ed i vecchi funzionari della Questura parlano tuttavia di lui come di un elemento prezioso, die sarebbe potuto ancora riuscire della più grande utilità per la precisa conoscenza che Tex maresciallo ebbe sempre della mala vita 'nella città nostra, di quegli ambienti loschi ed infami dove pullulano i più pericolosi individui. Era il terrore dei pregiudicati. Di un ardimento che si mutava spesso in temerarietà, osava talvolta affrontare da solo i più temuti c sanguinari malandrini e. nelle cronache dei più impressionanti delitti di un tempo, il nome di boro figura come quello di uu poliziotto attivissimo, instancabile, astuto c paziente, clic, quasi sempre, vedeva coronati i suoi sforzi dai più brillanti risultali. Gli ergastoli custodiscono a diecine gli assassini ed i grassatori caduti nelle inani di Soro, il quale si era fatto una fama tale clic incuteva paura nel mondo della delinquenza. Piccolo di statura, tarchiato come un torello e robustissimo, l'cx-maresciallo era capace di resistere per due giorni e due notti di seguito alle più dure fatiche, quando si ostinava in un appostamento per scoprirò colui al quale egli dava la caccia. E non sempre, povero Soro, fu coadiuvato come si meritava. Negli ultimi tempi della sua carriera l'ex maresciallo, che apparteneva alla squadra mobile, si eia scrii ito appunto assai scoraggiato, perchè capiva che le cose non andavano» come egli voleva. Alla sua decisione di lasciare il servizio per la vita privata, aveva contribuito anche in parlo la circostanza del suo matrimonio, poi che una bimba, un amore di creatura, ci" venuta a rallegrare la casa di Soro. Egli diceva spesso che il pensiero della mo glie e della figlmoietta lo conturbava talvolta nei momenti più rischiosi e lo rendeva meno audace che in passato. Quando si ha una famiglia e due buone creature che vi amano, non si giudea più volentieri la vita. E Pietro Soro, colui che i pregiudicati avevano soprannominato '( sindoni, per una certa aria di sbarazzino cortese ch'egli possedeva nei primi tempi della sua carriera, colui che aveva arrestato il martellatore Ballor, il turpe uccisore di bimbe, Gioii, il famigerato Bassino e tanti altri delinquenti, si ridusse a.fare il negoziante di pantofole e di spazzole! Aveva aperto bottega sotto i portici di piazza San Carlo, dov'egli abitava al numero 9 con la famiglia ed accudiva adesso alle sue faccende di commerciante con la più serena tranquillità. Chi avrebbe pensato che Soro potesse proprio in.questo calmo periodo della sua vita essere fatto segno a così brutale aggressione? Cinque colpi di rivoltella La tragica e fulminea scena è avvenuta precisamente alle ore 12,40. a pochi passi dal negozio dell'ex maresciallo. Un individuo sui cinquantanni, abbastanza decentemente vestito, si presentò in quell'ora, dalla signora Soro — una bionda e mite figura di donna — e chiese d'acquistare una spazzola. Mentre l'individuo sceglieva, domandò se non ci fosse l'ex maresciallo per salutarlo. * La' signora, inconsapevole, rispose che suo marito non poteva essere lontano, poiché si era recato all'edicola ad acquistare un giornale. Ed infatti, un minuto dopo Soro fu dall'individuo veduto fermo dinanzi al vicino negozio del confettiere Stratta, a parlare col commesso Luigi Ricci, un giovanotto di ventisoi anni. Discorrevano della presa di Scutari, quando l'individuo, lasciata la signora, si accostò al l'ex maresciallo, dicendogli : — Buon giorno, signor Soro; come sta? L'ex maresciallo si rivolse un momento e rispose: — Non tronpo bene... E riprese a discorrere. Ma in quel momento l'uomo estrasse di tasca una rivoltella e sparo contro il Soro, mirando freddamente al capo. L'infelice ex maresciallo fu colpito all'occhio destro, che rimase spaccato: pure si slanciò sul suo feritore per difendersi. Costui esplose uno dopo l'altro quattro colpi ancora della rivoltella, ma uno solo feri il Soro al braccio sinistro. La gente che passava in quel momento, spaventata dagli spari, fuggi all'impazzata, gridando. Qualche signora si ricoverò in preda al terrore nei negozi vicini. Il Soro aveva afl'errato alla cintola il suo feritore e tentava di trattenerlo; ma poi le forze gli vennero meno per la perdita del san gue e cadde a terra. In quel prpeiso istante, però, dal vicinissimo caffè del signor Brusa, accorreva il delegato avv. Mosso, e dal portone numero 3 usciva i carabiniere Eden Volterrani, d'anni 25, della Legione di Milano, che da qualche giorno si trova in licenza nella nostra città. Il ftinzio nario fu d'un balzo addosso all'aggressore e lo percosse con un pugno, poi l'afferrò. En trambi stramazzarono al suolo, ma già al delegato prestava man forte il carabiniere, che strappò di mano al feritore la rivoltella. La confusione, in quei pochi secondi che du rò la drammatica scena, fu tale che molti cittadini scambiarono il carabiniere Volterrani — il quale vestiva in borghese -- per colui che aveva sparalo e lo additarono ai numerosi agenti sopraggiunti di corsa dalla vicinissima Questura, cosi eh- ii giovane fu condotto nel corpo di guardia. d>.Ua squadra mobile insieme ai vero colpevole. Sotto i portici, dov'erano subito accorsi a 'dare il loro aiuto c-nclie alcuni ufficiali, si (ormò in un attimo una folUi straordinaria.! Alcuni pietosi presero cura della signora Soroe della sorella di lei, che erano in preda allapiù angosciosa disperazione; mentre altre pi sono «occorrevano «rondante sangue. sctoncrnfipalfpulumcmt l'ex maresciallo ferito daeiftcIProprio f§«nel momento passava una ba-irli» dalla '<* Croce Vevde ». ed i militi lenardo Accini ed Ernesto Corno vi adagiarono il povero Soro, trasportandolo d'urgenza all'ospedale di San Giovanni. a e e ! j ] L'interrogatorio del feritore Appena l'aggressore fu negli uffici della Quetura, lo si riconobbe per l'ex vigilato speciale Giovanni Gastaldi fu Angelo, verniciaore, senza fissa dimoia, d'anni 55. Si è potuto stabilirò che il 12 agosto dell'anno scorso costui era stato dimesso dal Manicomio di Collegno e che già nel 1903 l'avevano rinchiuso una prima volta come pazzo, rimanendo in cura per sette anni consecutivi. I suoi precedenti sono pessimi : a carico suo igura una, lunga serie di condanne, sempre per atti di violenza. Un giorno a Bologna si abbandonò a tali escandescenze che l'autorità o ritenne, pericoloso a sè ed agli altri e lo fece rinchiudere tra i pazzi criminali. II "Gastaldi non si mostrò affatto commosso per l'aggressione compita: appariva soltanto un poco pallido ed amora eccitato per la colutazione sostenuta. Egli fu interrogato dal questore, comm. Carmarino, alla presenza del commissario-capo, cav. Bouvet, del commissario della squadra mobile, avv. Tarantola, e di alcuni agenti L'arrestato viario con tono piuttosto arrogan- t Brnecmdannnprcddisse subito die aveva voluto vendicarsi del maresciallo Soro, il quale un giorno lo aveva insultato, chiamandolo «salame!» c si era poi occupato personalmente per fargli infliggere la vigilanza speciale. L'autorità dapprima credette che tutto ciò fosse pura immaginazione della malata fantasia del Gastaldi, perchè nessuno ricordava che costui fosse stato, in qualche circostanza, arrestato dal maresciallo Soro; ma il ferito ha confermato di essersi dovuto occupare un tempo dell'uomo che oggi ha tentato di ucci derlo. — Sono venfannl — ha detto l'aggressore che aspettavo l'occasione di vendicarmi del maresciallo Soro e ci sono finalmente riuscito 11 Gastaldi aveva in lasca ancora sedici cartuccie. Oli fu chiesto dove si fosse procurata la rivoltella e rispose: — L'ho trovata sul Mercato di Porta Palaz zo. sotto un banco, tra alcuni cesti, dove, la avevano nascosta tre ladri, che erano stati sorpresi ed avevano dovuto darsi alla fuga improvvisamente. E' naturale che nessuno abbia prestato fede a queste dichiarazioni. L'arma è una rivoltella quasi nuova, di calibro sette. L'aggressore era persuaso di aver ucciso il povero Soro e non nascondeva la propria soddisfazione. E' un tipo di alcoolista: ci si dice clic egli ha due sorelle, che abitano in via della Caccia numero 2, le quali avevano di lui un invincibile terrore e spesso si chiudevano in casa per sottrarsi alle violenze, a cui il Gastaldi si abbandonava, specialmente quando aveva un po' bevuto. Chi fu presente alla sanguinosa scena, ha dichiarato che il Gastaldi, avvicinando l'ex maresciallo Soro per ucciderlo, mostrava una c-alma spaventosa, tanto che parlò con voce sicura e naturale quando gli domandò notizie della sua salute. La visita del giudice a Soro All'ospedale San Giovanni il Soro fu ricevuto dai dottori Lerda e Pinardi, i quali lo fecero adagiare sul piccolo letto di medicazione, nella sala dei pronti soccorsi. Lo stato del ferito apparve subito assai grave: il proiettile era penetrato nell'occhio destro, sfracellandone la pupilla e provocando un grande travaso sanguigno. Dopo breve consulto, fu giudicata assolutamente necessaria l'estirpazione del bulbo, operazione, come ognuno può immaginare, assai delicata.e nello stesso tempo pericolosa, date le condizioni di prostrazione del paziente. Il Soro tuttavia sopportò col suo abituale stoicismo la medicazione dei due chirurghi, e, quando essi rintrono, ebbe anzi una sommessa parola di ringraziamento. Meno grave è, naturalmente, la ferita al braccio sinistro: ma lo stato generale desta molte preoccupazioni e la prognosi è riservatissima. Mentre il Soro veniva ricoverato nella Se zione del prof. Bobbio, la guardia scelta Gargiulo, di servizio all'ospedale, provvedeva ad avvertire il giudice istruttore e poco dopo giungeva all'ospedale, accompagnato dal cancelliere Bauda, il consigliere d'appello cavaliere Bay, il quale si recava direttamente al letto del ferito. Nel frattempo questi si era uu poco sollevato ed alle domande del giudice potè quindi rispondere con sufficiente c tran^ quilla chiarezza. 11 maresciallo Soro dichiarò che conosceva da un pezzo il Gastaldi, ma a costui egli non aveva fatto se non quanto il suo dovere gli imponeva. « Se ho ecceduto — soggiunse il Soro — ho ecceduto in mitezza, perchè ho sempre cercato, prima e dopo il castigo, di correggere coi buoni modi e con savi consigli il pregiudicato, che i miei superiori mi facevano sorvegliare ». Il maresciallo Soro soccorse in momenti difficili il suo aggressore, il quale, uscito la prima volta dal carcere, non sapeva come sfa marsi e dove cercare un aiuto. 11 colloquio durò una mezz'oretta ed il giù dice istruttore si congedò poi dall' infermo con parole di incoraggiamento c di vivo augurio. Come affrontava il pericolo Moltissime persone si sono recate ieri all'ospedale per visitare il Soro, o a chiedere sue notizie. Per noti affaticare il ferito inutilmente, i medici hanno vietato che al suo letto si accostino persone estranee. Il Questore ha voluto personalmente confortare il suo cx-dipendente, o si è intrattenuto al San Giovanni qualche tempo, chiedendo informazioni ai chirurghi. Il prof. Bobbiu, che visito a lungo il Soro. ha dichiarato che avrebbe chiesto l'intervento dell'illustre oculista professor Baiardi. non essendosi ancora potuto estrarre il proiettile e l'estirpazione dei resti del bulbo dell'occhio, richiedendo cure particolarmente delicate. L'ex-maresciallo conserva una grande serenità, e si mostra più preoccupato della sua signora, che di se stesso. ler: sera non aveva febbre e le sue condi zioiii erano abbastanza buone, tanto che prò Inunciò qualche frase, dicendo di provare sol tanto un leggero dolore alla fronte. A chi lo confortava ebbe a dire: — Ne ho rischiate tante, ma questa proprio non me l'aspettavo! Soro, infatti, si è trovato in pericolo moltissime volte, senza mai ritrarsi. cfcssn>cptdddvf-i si ricorda, fra l'altro, che molti anni fa olegli iu incaricalo di sorprender* io can> ia Borgata delle Maddalene, se non andiamo er rati, un pericolosissimo malfattore. Vi si erano recati parecchi funzionari e numerosi agenti, ma l'individuo si era barri-eato nella sua soffitta e arm-.tr. minori».,, caro nona sua somtta e, armato, minacciava mi morto chiunque avesse ardito penetrare là dentro. Il Soro — che allora non era stato iancora promosso maresciallo per merito non stette in forse: con un calcio sfondò ninannelln interini.»hmÌL '«HH- !. *?.. . 3 ne^f. . , '?rta C Sl ,n,ro,3usse per io stretto vano, a rischio di farsi spacca- : re il cranio 'Ma. era, bastato od intimorire ti malfattore che il coraggioso poliziotto gridasse: — 'Non ti muovere : sono io, Soro! Gli altri agenti entrarono nella soffitta uno dopo l'altro, e vedendo spalancata la finestra vuota la stanza, credettero che il pregiudi cato fosse scappato per i tetti. Invece costui;fu trovato dal Soro nascosto sotto un tavolo, coperto da. un vecchio tappeto, e l'agguantò senza alcuna fatica. Aveva, tale ascendente sui delinquenti elio 1 Più delle volte egli non li ammanettava e s accontentava di tenerli stretti per una manica della giacca. Un'altra operazione assai importante di >oro fu l'arresto delibi strangolatore Cibra.rlo, che aveva uccisa la zia in via dei Mercanti per derubarla. Dopo un appostamento di molte oro. il Soro, che aveva scoperto le traceie del colpevole, sorprese l'assassino nei prati del Martinetto, c l'arrestò da solo, sostenendo una. colluttazione violentissima, che l'aveva costretto a rotolarsi pe: fango. 'L'ex-marcsciallo usava parlare in gergo coi pregiudicati, ch'egli conosceva, a nome, uno per uno. Dalla « maniera <> con la quale un j delitto o un grosso furto era stato compiuto egli indovinava spesso gli autori della criminosa impresa. Il commissario cav. Kalzoni prima, ed il commissario Bouvet. dopo che furono per lunghi anni alla direziono della squadra mobile, ritenevano il Soro come il loro migliore collaboratore. Una. volta ritiratosi a vita privata, l'ex-maresuallo non volle più, assolutamente, occuparsi di indagini, e a ehi gli chiedeva volta un giudizio su mezz'ora nel gli chiedeva tal. . questo o quel delitto, egli diceva, spesso, con sottile ironia- — Aon me ne intendo più. i0: sono della « vecchia scuoia! ». j'So™ h!L conservato c conserva tuttora eoloSwhf °,wt0 Per ' s,,oi priori e per nenitri r * "T0110 comPa«Di "elle liete e nelle tristi vicende, e che ora soffrono sinceramente per la disgrazia che gli è toccata ..-■oro ha cirifluantatrè anni, ma ne dimostra almeno dieci di meno. ""nostra eliS/3 n? " S"° ?tat0 è tesamente migliorato, la speranza che il bravo mare«eial- 10 possa vincere la gravità del malee supt tare la terribile prova, è tornata nel cuore dei congiunti che l'assistono Noi, che per le esigenze della cronaca ab marno avuto, influite occasioni di seguire da presso l'opera dell'ex maresciallo per lunghi anni e possiamo conoscere tutto lo spirito di abnegazione e l'alto sentimento del dovere che egli sempre mostrò., formuliamo l'augurio che 11 Soro sia conservato all'amore della stia fa-

Luoghi citati: Alessandria, Bologna, Collegno, Milano, Scutari, Torino