L'Esposizione di Belle Arti alla "Promotrice,, di Torino

L'Esposizione di Belle Arti alla "Promotrice,, di Torino L'Esposizione di Belle Arti alla "Promotrice,, di Torino alla PromotricOggi gli artisti espositori daranno la vernice alle opere accolte nelle sale del palazzetto di vìa della Zecca per l'annuale esposizione che da molti decenni organizza, in primavera. 1 antica Società T'romotrice delle Belle .irli: domattina, coll'intervento delle Autorità, avrà luogo la semplice cerimonia inaugurale. Cina cinquecento opere sono slato accolte dalla Giuria ordinatrice, composta dai pittori Baron io e Carpanetto e dallo scultore Antonio Stuardi, i quali hanno curato, con ogni diligenza, la disposizione di tutti i lavori, che si trovano in buona luce e in gruppi armonici. Va poi lodata la presidenza della Promolrl.ee perchè, accogliendo il voto pietoso di Luigi Contratti, Ila curato l'ordinamento, nella più luminosa delle sale, di una piccola mostra postuma destinala a far conoscere l'arte, triste e proba, di un artista piemontese morto, miserabile e di mal sottile, dopo una vita tutta consacrata all'onestà e alla bellezza. Federico Bocciardo fu uno degli spiriti più umili c degli artisti più significativi vissuti nella nostra Torino, negli ultimi venti anni. Poela d'instinto, di non potente respiro e d! limitate, ma nobili inspirazioni, se fosse vissulo in altri tempi avrebbe consacrato il lungo studio alla miniatura: sarebbe diventato uno di quegli alluminatori prodigiosi capaci di vivere lunghi anni curvi su una pergamena alla ricerca della perfezione di un fregio e della lucentezza dell'oro. Disegnatore laborioso, capace di fermare su una piccolissima assicella l'ombra di un petalo di rosa sul nitore di una tovaglia, Federico Boi-curdo ebbe dalla natura l'occhio impressionabile come una retina fotografica: ma non fu un realista, non fu un freddo riproduttore della verità: innamorato delle umili cose, dei fiori, delle frutta, del pane, del vino, delle bambole, delle mammolette, F. Boceardo, a differenza dell'uomo pratico che ha bisogno di localizzare e di limitare con precisione tutti gli oggetti nell'esattezza matematica del disegno, tendeva a sciogliere ogni limite, a interpretare l'anima delle cose e delle creature che meglio simpatizzavano col suo stato d'animo. Contemplando i piccoli ritratti, i quasi microscopici acquarelli boccardiani — Dessert, La soupe, Frutta, Pupazzi giapponesi, per esempio si è portati prima a definirò l'arte del povero e pianto artista corno inutilmente e preziosamente fotografica e precisa: ma basta il più piccolo confronto colia comune pittura di genere cosi largamente rappresentata nelle prossime sale per scoprire quanto c'è di poetico, di eloquente, di straordinariamente sensibile e triste in quest'arte destinata a pochi innamorati, a coloro che hanno la pazienza di cercare, con qualche sforzo di volontà, le recondite bellezze. Artista cresciuto alla scuola del tiilardi, al contatto coll'arte del Fontanesi. dell'.Avondo, del Delleani, più giovane del Grosso, Federigo Boceardo ha voluto e ha saputo restar solo: aristocratico senza superbie e senza sdegni, indipendente, senza ribellioni egli ha lasciato come retaggio, una raccolta di opere di singolare bellezzi, tra lo altre, quella intitolata Decaduta, di proprietà del Municipio di 'l'orino. La piccola cucitrice, Capuucceltu nero e Testa di bambina. Specialmente interessanti sono gli studi dì paesaggi padani e i disegni a matita: nei rari periodi di pace e di requie il Boceardo fermava, cori rapidità e efficacia somma, i volti precocemente tristi e gentili dello suo bambi'-'-i che assistevano, in angoscia, alla rassegnata agonia del loro buono e sventurato padre. #*# All'esposizione di quest'anno, abbondano, come sempre, le opere di paesaggio: quelle che recano lo firme di artisti molto illustri o conosciuti non souo molte, nò tutte eccellenti. I piemontesi della vecchia guardia si presentano iti uu gruppo numeroso: Matteo Olivero espone un elaboratissimo paesaggio dell'Alta Valle Maura, Mattino, arioso ed esano di disegno c di prospettiva. Carlo Folli ni si presenta con due opere di paese, soffuse di poesia lonlanesiana, La pace di un flumetto. Misero pascolo e con una vasta e nobile impressiono veneziana 'Madonna della Salute. Di Carlo Pollonera sarà certamente notata una vasta impressione canavesana h'ovetn,' bre: il Pizio espone una tela vasta Vecchio pastore; la figura è ben costrutta, per quanto riempia eccessivamente la verde prateria d'alta montagna: Marco Calderini quest'anno non espone tele amine e complete: i suoi studi di paesaggio souo come sempre molto diligenti c curati. Espongono pure tele inspirate al bel paese subalpino, diverse di valore è di significato artistico, ma probo o degne di ricordo, Alessandro Lupo, Vittorio Cavalieri. Luigi Arbarello, Anselmo Sacerdote, che, oltre a sei studi, presenta una strana impressiono : Sera di Carnevale in Piazza Vittorio durante una fiera carnevalesca; il Russolino [Le cascinelte) c il Ferraudi [Romantica luna). Romolo Liberiani presenta tre nobil pastelli, ti guado. Velie fiorile. Verso la tutine della sera. Del Preti ioli è degna di ricordo peih vomUmirilpenoapLealczemVegnnudi umchgiofigstrrioMagnnaCavoamioUqutelfsimritunsità vaMainmepo•Nni /..iLobariHnapesunoterAltustevSoQmequni lutve Trte voCocaImmamaLevuIin espscotrostigenolaeCosittiaoildasinBastui'il■Dopcoe cesastidimglaltgiimfavomelestagisiosoin elegiaca e ben composta tela Melanconie] seta non espone solamente studi di ambiente orientai in colari, pieno di aria e ricco di luce. Il Tavernier espone una vasta tela: Atti pascoli: niente di nuovo e di eccezionale c'è in questo lavoro del valente artista: ma l'opera si impone, tra le molle, per la esatta prospettiva e la sicurezza cromatica della (U'&lai'ial sulla quale incombe il silenzio. Giovanni Piu4 e piace ricordare Vecchio (rutlelò rftagna, un lavoro studiato nei i»uri»-|tldomstscicmiti ha tutm •alt •fi pere di piccola mole ina assai belle: sinfonie ih grigio, piccoli poemetti cantati a bassa voce: Giornata ori'jia, tempo gridio. Il CImUero Vitande del Col San Giovanni. Camillo Rlio ha mandato un Mattino primaverile, bellissimo e delicato, prospettivamente perfetto e un arcaico quadrétto Sole, d'inverno sul colli, cho sarà molto discusso e molto aptirezzato. Due forti studi delleaneschi del Levis, due impressioni sarde del Benech, alcune, franche impressioni del Montezemulo; tre vasti quadri di Alberto Falchetti Vesne.ro, Pascoli nelle prealpi. Altipiani, degni del valorosissimo artista, per quanto non nuovi, si distinguono tra le moltissime opere di naese dovute a pittori piemontesi, tra i umili b pure degno di nota Agostino Bosia, che si presenta.con un piccolo cupo paesaggio, non dei suoi migliori. Fra le opere di figura dovute ad artisti che vivono nella nostra città, ricordiamo un autoritratto di Mario Gatti, un" pastello Pensierosa di Antonio Malchioni, un quadro molto curato nel disegno, ma poco simpatico. Monella, del Caudina, uno strano, violento, flammeo quadro di Carlo Corsi (una giovane brucia, tutta avvolta dai riflessi del fuoco, le lettere del suo amore), una violenta impressiono del GuarioUi (un robusto cacciatore). Buoni lavori quadrumani espone il Ferraris: c una vasta tela ba i'Omegna. fra le opere dei giovanissimi ricordiamo con simpatia e bene augurando all'avvenire un bel ritratto virile di Gì. Rovere che espone pure una incerta ma. vasta tela Funerale, una squisita impressione di fiori di Giuseppe Manzonc à specialmente il quadro Altruismo di Giovanni De Pretis, un esordiente che rivela quaMa eminenti e solide nello studio tfegli interni degli abituri di campagna dove giù menti pecore e donne riposano e soffrono dopo ì lunghi lavori. •Non molti sono gli espositori d'altre regio ni : , milanesi tìalestrini, Bazzaro, Lodovico /..imbelletti, u pavese Acerbi e specialmente Lodovico Cavatori onorano la Scuola lombarda; notevoli sono gli studi del Sezanné, oriHiuali interpretazioni della basilica -Marciana, del Peliti, di Cesare Bertolottj, di Giuseppe Sacheri, del Miserocchl. del romano Neusutialer e di Domenico Pesentì che si afferma nobilmente con un bello e vigoroso studio d'interno Set Duomo di Mantova. L'italo-argentino Aliceespone un quadro piccolo di mole masoftuso di una assai buona poesia famigliare e notevole per robusta e non manierata tecnica // Sonno. aptecmvdpvrnsmgsSizdidPpcRccèabQuest'anno anche gli scultori sono assai numerosi: le opere esposte però appartengono quasi tutte al genero arte da. satollo (bronzini e studietli tirati giù alla brava); quasi lutti questi lavori giungono da Milano dove Giuseppe Grandi ha fatto scuola e dove Troubetskoy e Pelliui creano involontariamente troppi imitatovi. Due maestri però hanno voluto partecipare a questa mostra: Luigi Contratti cho espone il gesso della sua invocazione, un'alta, solenne figura nobilmente Immaginata e sapientemente tradotta nella materia, e Ernesto Razzaro che presso i sommari ma. gustosi studi di paese del fratello Leonardo espone una delicata flguretta: Invulido. Il De Biaggi si presenta con un busto virile in marino, di robusta fattura; Achille Alberti espone un classico bronzo (forse la più forte scoltura della mostra). Virago; il comasco Pietro Alberti si afferma con una stamina di stile iroubetslioyauo. Ritrailo del pillare Vegeta; cose piacevoli e da tevolinetto espongono il Cattaneo, Il Riscarra, il Bossi e MichclaeskhloiMonti. 11 bronzo decurativo di Giorgio Cora gioii. Medusa, è un'opera veramente squisita, di franca modellatura. Lo scultore kantiano, oltre a un gruppo monumentale di dimoile interpretazione e, per lo meno, molto audace, espone un busto del sen. conto Rossi, sindaco di Torino, non molto somigliante. Di Bassano -Danlelli è degno di menzione uno studio di figura modellato con la consueta ai'ilità, Cicerone. ■Dei giovani scultori torinesi ricordiamo tre operosi e valenti .<ho si sono affermati o in concorsi 0 lavorando negli studi dei più noti e illustri maestri. Il vincitore nella gara è certamente il Giacomasso che vicino al suo saggio — / martiri — studiatamente scolastico e corretto di forma, presenta al giudizio del vasto pubblico una Sudino, un po' molle ma ben composta, clic ricorda lo migliori cose del Tabacchi. Giovanili Riva, un altro allievo dell'Albertina, espone il suo saggio Gli Eroi, un bozzetto pieno d'anima e di impeto. ,tii Ugo Vaiwiucoi,- un carrarese di facili mezzi c di bella fantasia, allievo devoto del povero fflcduazi e di Rubino, sarà mollo discusso mi impetuoso, sommario ed elegante abbozzo, / martiri del Pensiero. Questa composizione, un i>o' caotica ma assai originale, fu presentata al Concorso per il pensionato nazionale di «coltura, a fu notata non solamente dai giudici ma anche dalla critica. La Mostra della Promotrice contiene anche, „eHe sal6i VIIMecM buoni saggi di di¬ segno, "iv'lriv monòtipo e qualche litografia. ip«osinvYpddenfiuulqsunddgcnenvprstDuspnCrtscscEanI1ud-dètDmnsbqnltcsdoal 4 Ci sono anche le opere di alcune pittrici to- rf j doì saggi presentati da qualche gen|tllc .mi.sta avrcui0 occasione di purf.re quan- do diremo della iMostra internazionale rem minile: allora non ci dimenticheremo di queste che sono stato .accolte nel gran mondo maschile. L'arte maschile —■ diceva il povero Alic»u" »*• à oaturaltnente antifemminista.... («, s.) fi

Luoghi citati: Cina, Milano, Torino