Un giorno a Tobruk

Un giorno a TobrukLETTERE DI. CIRENAICA Un giorno a Tobruk (Dal nostro, inviato. speciale) TOBRUK, aprile. A' Derna è corsa una voce, ugualmente grave e inverosimile: ohe a Tobruk si era combattuta una sanguinosa battaglia, che uno dei nostri ridotti era stato fortemente percosso dal fuoco dell'artiglieria turca, che *' corpi dei nostri morti e dei nostri feriti avevano riempito due carri automobili La voce, recata da un tale che viaggiava «ur un piroscafo del Banco di Roma proveniente da Alessandria e da Tobruk, aveva, ripeto, tutti i caratteri dell'inverasitniglianza; e i due giornalisti dislocati a Berna vi prestarono così poca fede che non credettero assolutamente fosse il caso di riferirla, nemmeno come voce. (Perche, convtreriamente a una recente autorevole affermazione in proposito, i giornalisti spesso eanno anche essere discreti e prudenti...). JVicordarono invece una cortese concessione Attenuta qualche tempo fa dal generale Do- aclcacftastsdoetKfll menico Stasio, la facoltà di recarsi e di sbarcare a Tobruk, e meditarono il gusto di smentire una notizia infondata, clic per vie indirette poteva anche giungere c allarmare in Italia, e di indagare l'origine prima, la causa iniziale della voce maligna. Così io ho riveduto la baia di Tobruk, il vasto specchio d'acque limpido e glauco tra il petroso giallore delle colline intorno digradanti. La ricognizione al marabuto di Sidi bu Kfeifa .■■' Quando, nel gennajo dell'anno scorso, io riuscii di sotterfugio a giungere a'Tobruk, la baja mi offrì, in un'alba radiosa, uno spettacolo imponente: una intera Divisione navale e una diecina di grandi .piroscafi la popolavano meravigliosamente. Oggi lo spettacolo è assai più modesto: la baja è pressoché deserta : due o tre piroscafi e una sola unità da guerra la Batisan — sono alla fonda: più avanti, poco lontano dal pontile, biancheggia l'yacht Misurata, si dondolano nervosamente sull'onde lievi due torpediniere. Sul pontile e sulla spiaggia l'animazione non ò maggiore: pochi facchini arabi attendono a scaricare un pajo di maone. La spiegazione della falsa voce corsa a Derna ce la fornisce sùbito il maresciallo di porto: vi è stato, sì, un fatto d'arme a Tobruk: una ricognizione offensiva verso l'interno del paese, al marabuto di Sidi bu . Kieifa, la cosiddetta. Casa Araba, che ha dato luogo a un piccolo combattimento ; ma di cannonate — Dio sia lodato ! — non ne sono 6tate sparate che dalle nostre batterie, e tutti i nostri fortini sono saldi e intatti, e di morti e di feriti no hanno forse j avuto qualcuno i turco-arabi, .— Dio sia lodato ancor meglio ! — ma nessuno noi. Informazioni più dettagliate e precise ce le fornisce poi, personalmente, con squisita gentilezza, il generale Stasio. Poi il capitano Piermarini, direttore dell'Ufficio politico locale, ci conduce al fortino Terrone, dal cui osservatorio si vede la Casa Araba e si domina tutto il terreno in cui ha avuto luogo la ricognizione offensiva. Della ricognizióne vi ho già ampiamente detto per telegrafo. Per determinare l'importanza di essa, giova considerare che non solo e stato la prima volta che le nostre truppe . qui a Tobruk si sono spinte a più di sei chilometri dalle nostre fortificazioni, ma che è stato anche la prima volta che noi siamo avanzati con carattere schiettamente offensivo. Tutti i combattimenti che si sono'svolti a Tobruk, dopo lo sbarco, durante l'anno della guerra, hanno avuto sempre inizialmente, per parte nostra, il carattere della difesa. In genere essi sono stati provocati dalla necessità di stabilire e di rafforzare la linea delle opere fortificate : mentre noi attendevamo ai lavori, il nemico ci attaccava: così il 22 dicembre 1911, nel'luo go ove ora sorge il forte Marcucci, 1*11 mar zo 1912 ancóra a sud di questo forte il 22 aprile nel luogo ove si costruiva il forte Solaro, il 12 e il 27 maggio dove si costruiva il forte Perrone. Ma questa volta, il 26 marzo u. s., siamo stati noi che, con lo scopo di punire i ribelli che coti dia nani ente vengono a sparare qualche schioppettata contro le nostre vedette, che approfittando del bujo delle notti si insinuano tra opera e opera e danneggiano le linee telegrafiche e telefoniche e rubano quei materiali, che possono, siamo stati noi che abbiamo assunto . la prima offensiva, e, avanzando, abbiamo invaso e occupato un posto nemico — alla ; Osea Araba vi è quasi sempre di presidio i yrtcfao^ureo-arabo = %t avanzando ancóra, nmdtdomddptbdptbmsdubacgoipsfpfaisdadopsmcsrlmscmullrntss abbiamo minacciato dappresso il piccolo accampamento nemico, stabilito ad ovest della Casa Araba. L'avremmo invaso, se, accorgendoci che oramai l'allarme era giunto al grande campo turco-arabo di Mdanar, e che di là stavano muovendo contro di noi forti colonne beduine, non avessimo ritenuto inopportuno impegnarci a fondo in un aspro combattimento, che non era nelle nostre intenzioni, e in cui, del resto, il vantaggio della vittoria non dvrebbe abbastanza compensato le perdite che avremmo dovuto subire. Mono vasta e meno importante di quella operata dalla Divisione Tassoni tra Derna e Martuba, la ricognizione offensiva delle truppe di Tobruk al marabutto di Sidi bu Kfeifa, diretta dal generalo Stasio, è perfettamente confrontabile con la prima per l'arditezza con cui fu concepita, per l'abilità e per l'ordine di comandi e di esecuzio- slrstitparcspficqedlomn ne con cui fu compiuta, per l'impressione morale che non può a meno di avere pròdotto nel nostro nemico. La base navale Il centro di Tobruk, la ragione dell'impor tanza che noi annettiamo a questo punto della costa cirenaica, consiste — come ognun sa — nella base navale che vi abbiamo stabilita, la cui opportunità -è 'offertadalla meravigliosa rada, protetta meglio di un porto, il migliore e più riparato ap prodo non solo della Cirenaica, ma di tutta la costa settentrionale africana.' La base navale è costituita ora da villaggio di capanne, costruite con un ottimo senso di praticità e con molto buon gusto. Il capitano di fregata Chelotti, comandante là base, ci guida in un rapido interessantissimo giro per il villaggio. Esso, nel suo insieme e nei suoi particolari, c l'espressione di una così intelligente e precisa abilità, di una genialità così viva, di un così chiaro buou senso, di un. così ' agile ingegno di adattabilità e di opportunità, ch'io credo che la nostra Marina debba andarne orgogliosa non meno che dei successi militari ottenuti durante la guerra.. L'Ospe'daletto, incluso entro il recinto della base, ma separato da essa da un muricciolo, cui presto sovrasterà una cancellata, diretto dal (bifore Gallina, si può considerare come esemplare. Nulla manca in esso e nulla è superfluo. Una disposizione particolarmente adatta di locali,, una pulizia che oserei dire impressionante, quale non ai ottiene e non si mantiene se non nei più ricchi, ospedali di qualche grande città italiana, un ordine assoluto, e l'abbondanza di materiale medico e chirurgico, e la ricerca e la cura di ogui possibile comodità, che si rivolano nei particolari meno evidenti, lo contraddistinguono mirabilmente. Ho detto che nulla manca in questo Ospedale : sì, una cosa manca: gli ammalati: a Tobruk, sul mare e sulle petrose colline, che nessun verdeggiare di .frasche allegra, si gode ottima salute. Proseguiamo visitando le capanne dei marinai, dei sott'ufficiali, le cucine, i ripostigli, le mense, i bagni, i lavatoj, i waterclosets. Sicuro ! Il particolare pare volgare ; ma della pulizia e dell'ordine di una' casa uou si può e non si deve giudicare dal salotto, sì dalla cucina e dal gabinetto di toeletta: ora, i gabinetti di toeletta per i mariuaj in questa sede navale di Tobruk sono l'umilissimo ma preciso indizio dei criteri di igiene, di nettezza, di lusso, anche, se volete, cui ogni locale, ogni abitazione si ispirano eucdsMiimsmctcfddnnzsddadslnsteb1 psono gabiuetti modello, di gu-s sto inglese, ma di fabbrica italiana. Poi, le cisterne scavate a forza di mine nella roccia de! sottosuolo, immani come una costruzione romana, capaci di centinaja e centiinàja di tonnellate d'acqua. Una conduttura sotterranea raccoglie l'acqua che cade, pioggia o rugiada — qui le rugiade sono abbondantissime — sui tetti di tutte le baracche, e la conduce entro'una cisterna speciale. Due pompe, azionate da un motore a scoppio, spingono l'acqua salmastra di due pozzi, che si sono ritrovati nelle vicinanze, fino a cassoni-serbatoj elevati si* uno speciale castello di travi: scendendo di lassù quest'acqua che, salmastra così com'è non era diversamente utilizzabile, serve a inondare e a lavare i gabinétti di toeletta, i lavatoj, il locale delle docce. Presso la sede è anche-istituita, con un ottimo criterio di opportunità e di economia collettiva, una Cooperativa per i m'arinaj. Essi vi trovano di tutto: dalla, carta da lettera alle acciughe, dalle bretelle «Ila birra, dai biscotti alle sigarette.' Hanno versato un piccolo fondo comune; e con questo .hanno fatto i primi acquisti in Itaia, all'ingrosso. Vendono ai-prezzi di costo; e hanno tutti-i vantaggi di sottrarsi alla speculazione privata ohe qui in Colonia, n certi momenti, ha assunto caratteri di ndegna esosità- — lo sanno bene coloro, che vissero i primi mesi dell'anno scorso a Bengasi e a Derna, che dovettero pagare il triplo e il quadruplo del valore effettivo del'una o. dell'altra merce a qualche • greco o maltese o ebreo speculatore e imbroglione — hanno tutte le garanzie della bontà e della purezza della merce. La vendita è naturalmente ristretta ai soli raarinaj. L'istituto funziona perfettamente. E siccome, per logica precauzione di bilancio, e per le necessità della vendita al minuto, prezzi, pur potendosi considerare non superiori a quelli di costo, vengono, arrotondati nei centesimi e nelle frazioni di cento- imo, la Cooperativa ,dà, anche un' piccolo utile, che va a formare un fondo comune, he sarà poi impiegato, secondo il desiderio dei soci, in pranzi nei giorni di qualche olennità, in premi di gare nautiche, ecc. Mentre il comandante Chelotti mi spiegava modi e il funzionamento di questo piccolo stituto, così semplice, ma così utile per i marinaj, io pensavo che veramente la notra Marina è penetrata di concetti di una modernità e di una praticità ammirevoli; e onsideravo, come era naturale; .che il fato di essere - cosi penetrata'di questi- criteri, he si. rivelano .continuamente in tutte le sue unzioni, in tutte ' le sue attività, ò indice di una direttiva eccezionalmente geniale, di una disciplina sicura, di un'organizzazione perfetta. Più ci si accosta ai nostri marina], più davvicino si osserva la loro educaione, le loro.tendenze, la loro vita; più.ci i convince, orgogliosamente, che le navi d'Italia sul mare non potrebbero essere^affìdate a più eletti cuori a più chiarì ingegni più sicure mani, e che dovunque. vadano, dovunque prendano terra i marinai nostri ono un esempio perfetto delle virtù del'industriosità- dell'energie più vive della nostra stirpe. I campi sperimentali Ma l'energie della nostra stirpe sono ineauste. Pare che, dovunque noi ci trapiantiamo, noi, razza latina rinnovata lieta e forte, portiamo, un poco o molto dèi vigore e della fecondità del nostro .bel suolo. Tobruk è uno dei suoli più aridi più sterili più maligni ch'io m'abbia mai veduto : è abbia ed è roccia; e le pioggie'vi cadono ade e brevi; e il sole lo folgora. Eppure nostri soldati, il nostro piccolo, grandante, non si sgomenta: egli è agricoltorell'anima: sa che la landa più infeconduò nutrire germi di vita, se la si dissodie la si lavori, se la si irrori. E dove egla, anche se è Tobruk, deve buttare un eme, deve veder sorgere una pianticellaeve, cogliere un frutto, deve lasciare uolco di-verde. I nostri soldati stanno comiendo il prodigio: il 6asso? lo si rimuove sótto si trova la terra; la sabbia? non osì arida come pare; l'acqua? ove non con piogge valgono le rugiade, o si lavor portarla a secchie. Così, con una fede chon ha pari, con una attività che non conoce tregua, sotto la direzione di un piemonese intelligente e tenace, del capuano MariCravosio, è stato dissodato e coltivato Tobruk l'orto sperimentale. Poi in ogni acampamento, presso le sedi di ogni Comano sono sorti altrettanti piccoli orticellion è a dire quello che costi di lavoro iiù modesto piatto di insalata, il più umilegume: io, pensandoci, provai quasi un rimorso a mangiarne a una mensa di uffiiali, ove mi era offerta come una primiziarissima— E tra i vari accampamenti e tr .vari Comandi è una gara per la coltivaone del proprio orticello: uno, tra glltari, eccelle: quello del Comando geneale, curato con ardore infaticabile dal caitano Furlanetto. Tornavamo alla sera a bordo del Birmaia, che doveva ricondurci a Derna. Suontile, in attesa del rimorchiatore, choveva portarci al piroscafo, discorrevamon alcuni ufficiali, che ci avevano accomagnati, della prossima grande impresa, ch prepara in Cirenaica. Dove? Quandoulla costa? Nell'interno?... Interrogavam tenente di vascello Arese, figlio del grane patriota lombardo, comandante il Miurata che in questi giorni, sapevamo, hncrociato lungo tutta la costa della Cire II Comando del presidio a. Tobruk: 1) II generale Domenico Stasio; 2) Il .maggiore Lambert, cai>o di Stalo Maggiore; 3) Il capitano Picrmarini, capo dell'Ufficio politico. La palazzina e l'osservatorio del Comando a Tobrk La palazzina e l'osservatorio del Comando a Tobruk. i /( campo sperimentale di Tobruk capitano Or avorio, (x) nostri soldati al lavoro, sotto (a éitezione del