Come la colonna Fabbri completò la vittoria della divisione Lequio

Come la colonna Fabbri completò la vittoria della divisione Lequio Come la colonna Fabbri completò la vittoria della divisione Lequio (Per telegrafo dal nostro inviato speciale) Suesta è la «e con ti a parte del racconto della! orlo» giornata, di. Assaba, nella quale an-j cor* una volta rifulsero le splendide doti dei1 nostri ufficiali e soldati di qualsiasi Arma e Corpo. Nella prima parte, pubblicatasi ieri, 11 nostro Corvetto narrava che ih seguito alle pretese ed alle tergiversazioni dell'ex depu- 5ató del Garinn, El Barunt, e del suoi accolti, il generale Ragni aveva impartito gli ordini opportuni perchè senz'altro il generale Lequio muovesse colla sua divisione contro i ribelli, perseguitandoli fino all'annientamento. II piano adottato dal generale Lequio fu di cacciare i nemici dalle posizioni di Assaba, che fronteggiavano quelle italiane di Tebe-; dut; di spingerli verso Jeffren; di fugare i| «ruppi che sorvegliavano la pianura alle falde del Garian e di sgombrare il terreno dai ne I mici annidatisi nella plaghe occidentali verso' Zavia. Agilat e Zuara. Trattavasi quindi di j cinque avanzate; di queste soltanto le prime; due diedero luogo a due violenti scontri, nei quali le truppe rimasero impegnate tutto il -giorno di Pasqua. Diresse le operazioni il generale Lequio. La colonna, mossasi da Te toedut, era agli ordini del maggior generaleMentitori e comprendeva: quattro battaglioni alpini [Feltro, Suso, Tolmezzo e. V'estorte) riu-j nitt in un reggimento comandato dal colon-' nello Antonio Cantore dell'8.0 reggimento; tre' battaglioni (15,o, 27.o e 33.o) dell'll.o reggi-; mento bersaglieri, comandati dal colonnello1 Luigi Agliardi; un battaglione del 23.o fan-; tfcria; due battaglioni del 52.o fanteria e due, batterie di artiglieria da montagna. La riserva comprendeva due battaglioni del 23.0 fanteria ed una batteria da campagna. La marcia si iniziava alle sette e subito la ' colonna si spiegava In ordine di combattimento, mentre i nemici, appostati stille pendici dell'Assaba, incominciavano a tempestarla di fucilate -da circa 1600 metri di distanza. Gli àrabi, accortisi che malgrado il loro fuoco, bersaglieri ed alpini avanzavano audacemen-' te, senza loro rispondere, retrocedettero al-, quanto, quindi si dispèrsero sulla lìnea tra Bu Sclr e Bir Kuea, sempre continuando a far fuoco.. Alle 7,30 il generale Montuori diede \ordine ai'bersaglieri, che erano più avanzati di aprire il fuoco e subito un turbine di proièttili investiva il nemico, che si trovava a circa ottocento metri di distanza. Alle S gli alpini raggiunsero sulla linea i bersaglieri, iniziando subito anch'essi il fuoco. La conquista di Assaba TRIPOLI, 21, ore 28,55. Fu una tempesta di piombo che <olpì in pieno tuttala linea di allure dal Mammoni a Trussac. Poi, il fuoco cessò un istante, si udì un comando ripetuto di compagnia in compagnia: «Alla baionetta!» ed i battaglicini degli alpini c dei bersaglieri insieme fecero un primo balzo alla baionetta, ine ebbe per effetto uno sbalzo indietro del nemico. | "ìl divertimento comincia ore!,, 1, ■ Gli ottocento metri, che ancora separavano i ìiqstri dall'altura, dovettero così 'essere conquistati palmo a palmo, in una alternativa- di Córse alla baioité'Ua e di fucileria. Alle dieci la faticosa ascesa era cojnpiula e con tire uUiiaa; assalto bersaglieri e alpini arrivano di corsa sulla linea dì colline, mentre il nemico-fuggiva, arrampicandosi affannosamente 'sopra una cresta retrostante, dovè era il quartier generale di Assaba. £ A questo puntò il generale Lequio ordinò una sosia nel combattimento, sebbene quelle sue indotkite truppe sembrassero non a. verne bisógno.' I bersaglieri e gli alpini, in preda a viva eccitazione, reclamavano di andare avanti, volevano sbaragliare com vietamente i ribelli, malgrado questi aves 'seto dimostralo di preparare una resistenza 'disperata. Un tenente del battaglione Feltre, a cui una pallottola aveva portato via la nappina ed il cappello, esclamava allegra mente : '..; '. —- Bìjsogna'benè che il combattimento con tìnuì. Debbo andarmi a procurare un altro cappello lassù! ■—, e indicava le posizioni nemiche.^ Il comandante degli alpini, colonnello Cantore, fiero, rude tipo di soldato nato perla battàglia, che aveva marciato sempre innanzi a tutti,,incitando i suoi uomini, col gesto e colla vóce, passava è ripassava ora fra i battaglioni col sigaro spento tra le lebbra ed il frustino in mano, gridando: — Finora è andata bene, ma bisogna continuare. Il divertimento comincia oraf Intanto le artiglierie da montagna aveva, no presa posizióne c incominciavano un tiro di precisione a quattro chilometri su Assaba, ove tra la massa bianca dei barracani ogni Shrapnel segnava larghi vuoti. Tuttavia i ibelli davano prova di molta ostinazione e rispondevano con frequenti scariche, molto «rimate, ' Savoie ,;t Dopo che ipoidali ebbero preso tranquillamente il rancio, come fossero stati in caserma, l'avanzata ricominciò più rapida, più impetuosa. Erano le 13. Il generate Montuori ordinò al colonnello Agliardi coi ■tuoi bersaglieri e al colonnello Cantore coi jtuoi alpini di puntare direttamente su Aiutata, che distava ormai poche centinaia di metri. Fu il momento culminante della gior nata, la fase più violenta e pM, drammati ca della battaglia. La grossa colonna dalle baionette sfolgo ranti al sole, che al nemico di fronte do veva produrre un'impressione terribile, rotolò dì gradino in gradino, come una valanga spaventevole, per attaccare poi ardita■mente l'ultima altura, che la separava da 'Assaba. Fu un nuovo succedersi di corse al-, la baionetta e di arresti improvvisi, duranti ì quali fulminava la fucileria, mentre dal le allure, già conquistate, l'artiglieria con* tinuava a seminare strage nel campo avversario : ma. dalia parte nemica, bisógna ri' ■conoscerlo, si oppose una resistenza vera' mente coraggiosa. Malgrado la furia incalzante del nostro attacco, gli arabi ripiegarono adagio, ordinalissimi, con mòsse disciplinate. Colui che li guidava doveva etttrt un esperto militare. Questo duello finale fu però di breve du- Ka. Motti caddero da una parte e. dall'ai, pia il nemico, dopo un'ora di sforit in^.MH- dovette, cedere su tutta la linea. E ad un munifico assalto alla baio nétta «fu*"lattvatrè vittoria. Fu tale l'im pmmpfsgddmtto dei bèrtaftiirt e degli **J^ quando ^slargarono, 1 non ebbero tempo di fuggire e si nettarono-al suolo tentando un'estrema resistenza col fucile, ma furono baionettata Uno che cercava sparare a tradimento su un plotone del battaglione Feltre, che gli giungeva addosso, fu notalo dal tenente Vincenzo Dapino, torinese. Con grande lestezza il giovane ufficiale, j)rinia che l'altro avesse avuto tempo di premere il grilletto, gli piantò un pugnale nel cuoréi L'azione della colonna Fabbri Durante la brillante azione della colonna Lequio, quella Pontremoli eseguiva le sue manovre di collenanicnto, sema però impegnarsi; e intanto in^.pianura, e precisamente a Montrous, la colonna volante comandata dal colonnello 'Fabbri, Combatteva per lunghe ore strenuainè)Ue, febbrilmente, riuscendo anch'essai disfare e a porre in fuga un forte nucleo-di ribelli. La colonna si componeva di due squadroni di cavalleggeri Lodi, comandati dal maggiore Brussi; della banda degli indigeni a cavallo, comandata dal capitano Gàarini; della banda a piedi del capitano Pavone ; di un battaglione di ascari eritrei e della batteria-montata su cammelli del capitano Tappi. Queste truppe, ammassatesi, alle 5, a Bir liuka, avanzarono in ordine di battaglia direttamente verso Montrous: Procedeva la cavalleria; seguivano la banda Pavone coll'artiglieria un po' a destra, e gli ascari di rincalzo. Passando per gli ùadi Buscera e Rumena, la colonna percorse una trentina di chilometri e raggiunse una spianata, sulla quale fece un alt prima di puntare direttamente contro Montrous, la cui mole nerastra si vedeva dominare vicina. L'alt si fece alle 11, cioè dopo sei ore di marcia. Da questo punto la colonna sì divise in due: la ca valleria continuò di trotto spingendosi in una ricognizione verso alcune colline che fiancheg'giano a sinistra Montrous per evi tare ima sorpresa da quella parte. La fan teria avanzò invece in direzione del monte, ma dovette interrompere subilo la sua marcia: una violenta scarica di fucilate prove ■nienti da una vicina linea'di cespugli svelò la presenza del nemico. La batteria dei cammelli scaricò i pezzi e prese posizione di combattimento, mentre la banda Pavone sosteneva il primo urto coi ribelli, che pole vano esser forse un migliaio. Vi fu un grande scambio di fucilate, ma senza conseguenze i nemici, prendendo coraggio, avanzarono allora a sbalzi verso la batteria che si difendeva gettando su di essi una pioggia di shrapnels micidiali. /' cammelli, per nulla turbati dal frastuono della battaglia, rimanevano impassibili, benché parecchi di essi colpiti mortalmente fossero caduti. Intanto gli ascari eritrei, con una corsa velocissima, raggiungevano la. batteria e rovesciavano sul nemico un fuoco tremendo. Il tricolore sventola ad Assaba Nella disperazione odella sconfitta il nemico tentò ad ogni modo l'ultima via di scampo. Mentre le prime compagnie stavano per entrare in Assaba, un folto reparto di arabi accorreva sulla nostra sinistra, cercando di aggirarci. La mossa, per quanto improvvisa, non isfuggi al generale Lequio, che diede gli ordini opportuni al battaglione del 23.0 reggimento fanteria ed alla riserva. Infatti, quando il nemico, si presentò sul nostro fianco, fu accòllo dalla fucileria compatta del 52.o e del 23.o, a cui si aggiungevano efficacemente i proiettili formidabili della, batteria Scarampi. Ed anche qui lo scontro fu breve: pochi minuti dopo la loro comparsa i ribelli retrocedevano alla spicciolata, confusi, dispersi. Nello stesso tempo fuggivano da Assaba, sbandati e scompigliali anch'essi, gli ultimi superstiti; ed al grido elettrizzante di Evviva l'Italia t gli alpini ed i bersaglieri entravano trionfalmente tra le casette del villaggio. A pochi metri di distanza frattanto un fumo nero e denso si levava ad. oscurare il sole: era l'accampamento dei ribelli, il quartiere generale di El Baruni che bruciava, incendiato dai nostri soldati. Alle 15,30 il generale lequio occupava con little le truppe il paese di Assaba e si sta biliva con lo Statò Maggiore nella più de eente delle poche .bianche casette, sulla gua¬ gdcsfLavsncgrefarsgtigpsrcvf le veniva innalzala la bandiera tricolore, -dava con un festoso telegramma al governatore la bella vittoria, qualificando di i a i i r i i e l . i o o , i i l n l l n ti ammirevole il contegno delle truppe ». I nostri morti nella memorabile azione furono: 23 soldati e un ufficiale. Non è precisato il numero dei feriti, che non furono però moltissimi e dei quali soltanto pochi sono gravi. Tutti furono medicati con grande prontezza ed inviati a Tcbedut, c di II al Garian. ed a Tripoli. Dirigeva l'ottimo servizio sanitario sul campo il maggiore medico Eugenio Fanchiotli. Sulle posizioni nemiche furono raccolti e sotterrati dai nostri 220 morti. Si videro poi gli arabi fuggire trascinando sui cammelli, di cui se ne contarono 200, un'infinità di cadaveri c di feriti. Ora. El Baruni, col resto dei suoi seguaci, si è probabilmente ritiralo intorno a Yeffren. " bèdMguLa magnifica prova della cavalleria Ma una nuova sorpresa doveva colpire gii arabi e punirli della loro audacia ; la -avalleria, avvertila dell'attacco, ritornava sui suoi passi, e, puntando sul fianco del nemico, gli si precipitava addosso con una carica furibonda. Seguendo il valoroso mag. giore Brùssi, che, solò, innanzi a tutti, caricava roteando la sciabola, i cavalleggeri ed i savari piombarono sul nemico come furie, infilzando con le sciabole quanti non avevano fatto in tempo a fuggire ed.erano rimasti sotto le zampe dei cavalli. Fu. una scena indimenticabile ! Parecchi dei nostri gridavano ai compagni uAvanli!» Un sergente maggiore, mentre impugnando la sciabola indicava ai suoi soldati la direzione da seguire, fu. colpito al braccio destro da una pallottola e fu costretto ad abbandonare la sciabola, che lasciò scivolare a terra. Dei ribelli, cinquanta giacquero al suolo squarciati dalle sciabolate; altri si ritirarono verso la montagna. Allora la cavalleria,che dopo la carica s'era appiedata c aveva fatto fuoco, si slanciò una seconda volta all'inseguimento e. nuovamente li caricò, obbligandoli a rifugiarsi tra gli avvallamenti del terreno, a fuggire disperatamente alla spicciolata... Compiuto cosi il suo compito, la colonna iniziò il ripiegamento, dovendo ancora proteggersi col fuoco contro un nuovo nucleo arabo che sbucava a destra di Montrous: Era già notte quando le nostre truppe vittoriose rientravano a Bir Kuka, avendo, avu-. lo cinque soldati bianchi e sei indigèni %tàr:ti, e una trentina di feriti. La colonna Fabbri aveva compiuto nella giornata, pur.sombattendo, una sessantina di chilopietri.; La meravigliosa carica della cavalleria, che decise delle sorli della battaglia, destò un grande entusiasmo fra tutte le altre truppe, compresi gli ascari, che a. notte improvvisarono una fantasia.di.gioia in.onore dei..coraggiosi cavalleggeri. Tripoli esultante A Tripoli la notizia della vittoria?di Assaba ha.prodotto una lietissima impressione ; e gl'annuncio che l'avanzata tanto attesa slè finalmente iniziata, è staio'accolto con grande favore.. -. Staséra al Politeama, aWapparire del governatore, tutto il pubblico.in piedi reclamo la Marcia Reale, che venne eseguita fra entusiastici applausi e grida di.Viva l'Italia ! Viva l'esercito I GIOVANNI CORVETTO. iccsanlccicaSAcnfcasvbpngfUav7mpnIzUCali ufficiali uccisi e feriti ad Assaba • ' Roma, Zbi sera. Secondo informazioni pervenute da rrt-]u{poli, le perdite degli ufficiali nel combatli-lmento del giorno 23 corrente ad Assaba, sà-> rcbbe.ro le seguenti: jUmeiuli morti: Capitano De GaspariErco- le e sottotenente Tucci Edmondo, dell'H.o rcggimenlo bersaglieri. Ufficiali feriti: Tenente.colonnello Paolini Giuseppe, dell'H.o bersaglieri; tenenti: Pi- , A , , we'eatf'.,6r ' ie . , «iota Guido, del 5.0 alpini, e Canni Carlo, del 7.0 alpini; sottotenenti: Graziosi Anto- nio e Allegri Alfredo, deivs.o alpini. Sotto- tenente di complemento Mingo Guglielmo, dell' 11 0 bersaglieri Il capitanti^Ercole De^Gaspari, nato l'8 ot- tobre 186a, • era - stata promosso sottotenente • 11 settembre 1892 e capitano 11 31 marzo 1903. Èra decorato della medaglia per. la campa-gna ui un* con le fascere 1899-1901^1902. t^i- mito ili essere trasferito dal 7.o bersaglieri, di stanza a Brescia, all'll.o per prendere parte alla campagna in Libia col colonnello Agliardi. che era stato suo maggiore, comandante di battaglione in Cina. Ottimo ufficiale, era conosciutissimo in tutti i reggimenti bersaglieri, dove contava amici carissimi, superiori cìie lo stimavano e subalterni ed inferiori elio lo amavano. Fu di guarnigione a Torino per molti anni non appena di ritorno dalla Cina nel l.o reggimento bersaglieri quale aiutarne maggiore del 9.o battaglione. Il sottotenente Edmondo Tucci, altro valoroso caduto ad Assaba, apparteneva anch'egll al' corpo dei bersaglieri tunto provato in questa campagna. Era giovanissimo, cssendojiato il 18 agosto 1888. Promosso sottotenente il 21 ottobre 1910, era stato destinato al 12.0 bersaglieri di stanza a Milano, donde, ultimamente, era stato trasferito per sua domanda all'll.o reggimento. Il tenente colonnello Giuseppe Paolini, che è rimasto ferito nqn seriamente, ò un vete ratio della campagna HBlca. A Sclara Sclat, il 23 ottobre 1911, comandava il 27,o battaglione , è cadde ferito alle prime fucilate. Trasportato in Italia, non appena ristabilito ottenne di ritornare al comando del suol eroici bersaglieri e si diportò valorosamente In tutti gli scontri, a Macabez, Zuara, ecc., ottenendo la promozione da maggiore a tenente colonnello per merito di guerra"!! 10 ottobre 1912. E' nato rll aprile 1861 e fu nominato sottotenente il 5 gennaio 1882. Il tenente Guido Pistola, altro ferito ad Assaba. appartiene al battaglione alpino Vestane (ó.o reggimento); è nato il 26 settembre 1886 ed h ufficiale dal 19 settembre 1909. Il tenente Carlo Carini, altro ferito, appartiene al battaglione alpini Feltre (7.o reggimento); è nato il i dicembre 1884 ed è ufficiale da! 14 settembre 1906, 1! sottotenente Antonio Graziosi appartiene al battaglione alpini Tolmezzo (8.0 reggimen to); è nato il 5 aprile 1885 ed è sottotenente dal 17 settembre 1910. Il sottotenente "Alfredo Allegri appartiene al battaglione alpini Tolmezzo (8.0 reggimento)); è. nato il 20 settembre 1891 ed è sottotenente dal 6 ottobre 1912. Il sottotenente di complemento Guglielmo Mingo appartiene al 33.o battaglione berssgllcri (ll.o reggimento) ed è stato nominato ufficiale con uno degli ultimi bollettini.