La politica estera inglese e lo spauracchio degli armamenti

La politica estera inglese e lo spauracchio degli armamenti La politica estera inglese e lo spauracchio degli armamenti (Servizio speciale della Stampa",. Londra, 17, notte. Uno straordinario articolo di Bernardo Shàw apparirà domani sul Daily Chronicle: ed è stato annunziato fin da stamane. Per una volta tanto il famoso ironista, dalla cui penna senza lenocinli le verità sprizzano sempre in forma di paradosso, assume un tono sostanzialmente serio e sotto il titolo "La politica estera inglese e.lo spauracchio degli armamenti », mena botte da orbo al Foreign Office e al pubblico intorno, terminando col mostrare la curiosa teoria di una nuova grande e invulnerabile Triplice alleanza fra Inghilterra, Francia e Germania. Caldeggiando questa alleanza, Bernardo Shaw si manifesta militarista in cotta e corazza. Benché socialista stagionato e convinto, egli si mette apertamente a braccetto con lord Roberts e propugna senz'altro la istituzione della lova militare aGclgcaesipcnpacGltGndqtsmi., Tno-hiitm-i-i nn «ittn i nm-adossi di 1in Inghiltena. Oia, sotto 1 paiaciossi ai.jShaw e nel suo stile schietto si cela quasi j znssstera' fcneen« ffi«du^^ ^tanto il ministro degli esteri annunzia alla eCamera dei Comuni che. slamo intrappolati l*£2S&S&1S£ f«he non ci avvertiste prima? Ahimè! la. buona lsempre una ragguardevole dose di verità ed .'il suo articolo odierno merita quindi Mfessere inquadrato fra le altre documenta- zioni del momento europeo. Bernardo Shaw incomincia lestualmento cosi: ragione è che il ministro degli esteri ha concludo l'alleanza senza saper bene quello che significasse. E si può dire quindi chc il ministro svolgerà il solito eterno giuoco comune, secondo il quale la politica estera non è dibattito pubblico, per via del sempre imminente pericolo dì tipa guerra europea. E cosi tutto passa nel silenzio, sun deputato ai Comuni _ scorrerne, senza tradire il semplicismo fatto che di politica estera egli ne sa meno del mi- dcpcanche perche nes- spu'J ,»ì?''a™i f„r.'^ naltresì qualche po' di geografìa elementare. Per ciò in Inghilterra i discorsi di politica e'stera vengono ascoltati con .quella rispettosa 'attenzione, che è infallibile indizio di un 111- 'tìmo Ptupc.re e di una cosciente ignoranza. .Da. tutti 1 settori della Camera si parla sempre con infinito rispetto dei pezzi grossi del Foreign Office, perché nessuno, nemmeno gli stessi pezzi grossi, ha la più remota idea ne di ciò che potranno riroprire gli accordi chc il Foreign Office si adatta a firmare, uè il motivo per cui li imbastisce e li firma. Noi veniamo informati con grande allarme di quello che le altre Potenze vogliono, e ci viene detto che dobbiamo adattarci per il meglio alle loro esigenze; ma quello chc vogliamo noi, quali siano le nostre idee, questo lo sa Iddio... ». nistro, il quale, se non altro, conosce il nome ldi parecchi ministri degli esteri europei, e _sa cShaw prosegue dicendo che da questo , v...! A strano amplesso balzò un nuovo documento, e cioè l'accordo anglo-russo per la Persia. Lo scrittore soggiunge però che egli è l'unica persona che abbia letto tale documento, all'infuori del compositore e del correttore. Lo Shaw continua escludendo che l'ab- . r. _ , _ ... bia letto lo stesso sir Edward Grey, poiché i discorsi che il Ministro ha tenuto finora in argomento dimostrano esattamente il . . : contrario. , « L'accordo anglo-russo per la Persia era una spartizione commerciale di una semplicità inaudita: "Questa zonu a te; questa a me*, . m , jì o«_ • La ferocia di Shaw si estrinseca qui, ri- levando il viaggio dello Zar in Inghilterra. Egli scrive, tra l'altro: ' « Tanto per mostrare come gli Inglesi si mi- pipino del Foreign Office, allorchè lo Czar de- j cise di correre verso le nostre spiaggie. per abbracciarvi Sir Edward Grey, Asquitli 11011 gli permise di sbarcare, per salvaguardarlo ■ llai Ischi. Nel frattempo, in virtù dulia lene-1 rezZil rne ne Eduardo nutriva per le acque di; Biarritz, era stato conclusa con la Francia la più genuina delle intese, laquale mostrava, j 1 fl.ee non esista, debitamente firmata, qualche, alleanza coi più atroci nemici di quegli stessi vicini, che noi infioriamo di cordialità ». ■ Dopo tutto questo, Bernard Shaw traccia la sua teoria sulla politica estera inglese come dovrebbe essere: „<5e _ soggiunge egli — gli Inglesi fossero davvero capaci di fare della politica estera! Per noi inglesi la guerra è un fastidio incomprensibile ed assurdo. In Europa noi non abbiamo alcuna conquista da fare: altrove abbiamo già addentato molto più di quello che possiamo masticare. Il problema quindi — continua Io scrit- '. tore inglese — per noi è piuttosto dì scarl card qualche peso di dosto. concedendo alle , coloni» una maggiore autonomia. Quanto poi ad un'eventuale guerra fra la. Francia e la Germania, noi la consideriamo semplicemente, come una mala aziono e, per giunta, esiste là necessità chc tutti i buoni europei rimangano uniti per il tempo in cui noi incominceremo a capile che. non abbiamo purtroppo ancora inventato un'arma la. Quale non possa essere usata anche dai gialli e dai negri allo stesso modo che dai bianchi, giacchè, in verità, i nostri sistemi guerreschi sono ancora molto puerili, proprio come i nostri metodi agricoli. In vista di tutto ciò. il primo passo che noi inglesi dovremmo muovere c questo: proporre alla Francia e alla Germania mia triplice alleanza sulle basi seguenti : che se la Francia attacca la Germania, noi aiuteremo la Germania a mettere a. posto la Francia, e se la Germania attaccherà la Francia, noi aiuteremo quest'ultima per mettere a posto la Germania. Per il momento, dato lo stato d'animo francese, la Germania dubita alquanto dell'eventuale partecipazione della Francia a questa triplice. iMa come mai potrebbe rifiutarvisi la Francia una volta che vi consentisse la Germania? Noi, inglesi, se non potessimo concludere una triplice, stipuleremmo una duplice alleanza, nel qual caso la Fran 1c1a & troverebbe nella posizione di non poter jattaccaro la Germania senza tirarsi addosso j l'Inghilterra, mentre la Germania invece |>o- uovessimo anza doPotenza attaccasse sia la Francia, che la Germania, le tre alleate si schiererebbero di conserva contro la Potenza attaccante ». Questo punto di partenza spianerebbe, secondo Io scrittore, la via a più vaste coni ^ni. La. grande alleanza si potrebbe estendere, merce la partecipazione dell'O landa e della Scandinavia: essa raggimi fcbbe cosi-la prossima tappa della civi lizzazione istituendo una stabile e formi- .'""Phbe attaccarla senza chc noi muoi f^£S^^#$gt3£ dc. iicubslogzamdtmpspdabile polizia europea contro la guerra e contro i barbari. •• La sola Inghilterra — continua Shaw — però può muovere il.primo passo in questo senso, giacchè la sola Inghilterra non accampa alcuna pretesa per le proprie tasche, son occorre che noi chiediamo degli impegni rc'c'P''oci, anzi non dobbiamo esigerne alcuno. Quanto alla nostra difesa dovremmo dire o lasciare capire con tutta modestia e cor lesia U(J ogni potentato della guerra • SaD ,„amo benissimo chc dal momento in cui non fossimo pronti a batterci con tutti voi cesseremmo di esistere come Potenza; e alla guisa del Belgio e della Olanda dovremmo allora contare soltanto sulla tolleranza e sulle gelosie, delle altre nazioni. -Sappiamo pure che in forza della nuova triplice alleanza qualora attaccassimo la Francia o la Germania le avremmo entrambe alle calcagna; mo, siccome, non abbiamo alcuna intenzione di attaccare uè l'una, 116 l'altra, e siccome siam>. altrettanto esposti ad una combinazione di queste due Potenze contro di noi, sia che esista o no l'alleanza, noi ci affidiamo al caso prendendo le nostre chuuces. ; Impiantata cosi la linea di dpindirizzo, Shaw volge il pensiero ai mezzi, giacchè j.l S1!,<!I(prege'to implica dalla P:irte de)IInghilterra la necessita di partecipare attivamente ad una'eventuale tinentalc. guerra con- « Ma come possiamo farlo — osserva egli -- se non possediamo una poderosa forza di spedizione? Semplicissimo. .Dobbiamo posseCere questa poderosa forza di spedizione. Dopo tutto l'esercito inglese non si batte mai , 111 casa sua; se abbiamo mandato delle trup- po nel Sud Africai possiamo bene mandarne anche attraverso la Manica o il Mare del N.ord- Perchè la verità è questa: se noi non : siamo buoni a procurarci un esercito efflcen- , te per qualsiasi necessità, possiamo chiuder.; bottega subito nel mercato della politica e stera; possiamo tener chiuso il negozio al meno fino al giorno nel tinaia noi riusciremo ad abolire la guerra; il che non si può otte- nGre se non facendo la guerra alla guerra, Pertanto qui giunti — dico Shaw — dobbia '?<•• occuparci, per prosaiTO che sia, dei co sto di luttu ciò. Ma le difficoltà, su questo punto, sono puramente immaginarie j • li grande costo della guerra —• osserva Shaw — p dato da parecchie ragioni; l guerra distoglie migliaia di uomini du inali ■ strie di genere meno pernicioso; ina qui in 1 Inghilterra oggi si butta via e si sciupa lau; la vita umana traverso il regime sociale ctn temporaneo che è molto meglio parlare meno j che si può degli orrori di trasformare un , dmltbcBrssono una miseria al confronto » Lo scrittore deplora infine la facilità col la quale si esentano molte persone dal loro a dovere soldatesco per l'unico motivo che po': seggono più o meno vistose entrate indipen- . 0".. ' . ' . ., . . ' ... nenti. Egli non crede che il servizio nuli- tare nel Regno L'nilo sarebbe impopolare quando fosse obbligatorio per tutti, ma ob- bligatorio davvero. E conclude notando che i soldati inglesi sono trattati male perchè sono mercenari piuttosto volgari e ineducati. L'obbligatorietà al servizio militare darebbe onore e sanità a tutto il popolo inglese.