I rossi neri

I rossi neri I rossi neri (Nostra corrispondenza particolare) VIENNA, marzo. Non si può pensare Vienna, con la sua storia di politica e di Chiesa, di grandezze e di miserie, di baruffo e di schiamazzi, se non si ricordano i cristiani-sociali, ovvero i socialisti preti, curiose figure del palcoscenico politico, rosse, vedtite dinanzi, nere, contemplate di dietro. Rappresentano Vienna e un giorno si è potuto credere che rappresentassero anche l'Impero. Ed hanno una storia che è fra i più curiosi ed interessanti capitoli della storia interna dell'Austria contemporanea. Riflettono quei piccoli uomini di cui è pieno ancora il grande Impero. Hanno avuto la loro anima, hanno parlato con la loro voce. Ed era interessante ascoltarli, se pure se ne rideva un poco, come di una cosa amena per quanto grandiosa. _ I piccoli uomini si trovano in tutti i paesi. Sono la più gran massa della gente cittadina e sembrano però i più dimenticati e sconósciuti. A Vienna li chiamano Spies* tbilrger, che vorrebbe dire mangia-fagiuoli 0 cittadinuzzi di fava : ma sono i più fedeli clienti delle birrarie, hanno di solito molto adipe e molti figli, un umor allegro che compensa luna e gli altri, e compongono le schiere degli artigiani e dei maestri, dei piccoli impiegati c dei minuscoli commercianti — quella grigia massa, un po' triste, che sta fra la borghesia e il proletariato e si chiama pìccola borghesia. Chi si occupa di solito di questa gente, che è al fondo di tutte le città, che lavora e soffre, se anche canta, vive in un'a onorata > miseria, ma la nasconde per il suo ■ rango » pubblico ed è compressa da tutti, dagli esattori e dai socialisti, dai signori e dai contadini e non ha organizzazioni evolute per difendersi? Sono un formidabile elemento di un paese, ma non hanno una posizione definita, una classificazione.precisa, nella gerarchia sociale, e, senza etichetta, non si può progredire neppure in politica. Anche in Austria nessuno vi badava. Alla vigilia della grande industria erano un mondo formidabilmente vasto: i loro piccoli mestieri, i loro commerci, sopravissuti al tempo delle corporazioni, popolavano le strade di Vienna e riempivano tutta la sua vita, ma la politica non sapeva nulla di essi. Prima al Parlamento sedevano i signori dei blasoni, dei latifondi e degli episcopati: poi erano saliti 1 borghesi, con il capitale delle grandi banche e'un po' di colorito semita, ed essi consideravano anche la politica come un nuovo dente nel giro dei loro affari. Era il 1880. Nel Parlamento di Vienna, dominato allora dal così detto partito liberale, si faceva dell'alta politica. Si ascoltavano con piacere i discorsi di Schmerling e di Plener',' di Gompcrz e di Menger, pieni, di erudizione e di buon gusto politico, ma il buon piccolo popolo delle calzolerie e delle birrarie capiva poco di tutte queste cose solenni e aveva la sensazione di essere alquanto giuocato nei suoi diritti di cittadino. Ci fu chi pensò ad essi. Erano i preti e i clericali. L'ascesa della borghesia li aveva cacciati dalle città nelle campagne. Parevano già morenti, ma non si credevano ancora per 'duti: spiavano solo il momento per riprendere il posto perduto e cercavano soldati per la battaglia. C'è, nella storia di tutti i paesi, nella lotta di partiti, questa ricerca di alleati nelle classi inferiori, per farne pjù forti le proprie schiere. Nella solenne battaglia fra i mitiga e i tories, in Inghilterra, i uuej VADiselrdfdlmZ ! smdgpgmPpartiti si disputavano la popolarità fra gli i Poperai e i contadini. A Vienna non si aveva I ™un'anima così grande, una visione così va-!3sta e alta, come in Inghilterra, ma vi erailuna stessa impazienza di potere, un eguale I rbisogno di battaglioni cittadini di combat timento. Li si trova in questa miuuta gente, non ancora toccata dai partiti liberali. Bisognava comprenderò la sua piccola psicologia di piccola testa. Il suo orizzonte è chiuso: la sua politica deve essere qualche cosa di bonario, che non ha nulla a che fare con i discorsi di Plener. Il formidabile incrocio dei giganteschi problemi, politici ed economici, finanziari e sociali di un grande Stato moderno non è ueppur sfiorato dalla sua limitata mentalità artigiana, già un po' assonnata dall'uso quotidiano e iinmoderato della birra. Gli agitatori comprendono tutto questo. Raccolgono gli artigiani delle birrarie, mangiano, fumano, ridono, poi cominciano i loro discorsi in perfetto dialetto viennese. Lotta di classe, dominio del capitalismo, diritto alla libertà? Sono cose teoriche di libri, che non si capiscono bene. Si parla a gente semplice, che ha bisogno di immagini chiare, di fatti immediati. Ed ecco la guerra all'ebreo. « Chi vi fa la concorrenza? è il grande commerciante. Chi vi dissangua con l'interesse dei prestiti e i fitti di casa? sono i finanzieri e i padroni di casa. E tutta questa gente, signori, è ebrea. Morte agli ebrei, se volete salvarvi ! » Così c avvenuto che la lotta degli artigiani contro il capitalismo, che nel suo ciclo storico ha premuto in tutti i paesi i piccoli lavoratori indipendenti, si sia manifestata in Austria con un movimento antisemita. C'era bisogno di una traduzione pratica, di uuh personificazione carnaio delle teorie: si è illuminata la figura dell'ebreo sfruttatore. Tutti lo conoscono, tutti 10 vedono in azione, ed hanno già per lui un sordo rancore istintivo, maturato ancora in una disperata impotenza dinanzi al suo trionfo. Era la politica delle piccole teste. Un principe Liechtenstein, sceso da un'antica famiglia di regnanti, non sdegna di lisci re dalle sue sale, per gridare sulla piazza: « Nella nazione ebraica sono accumulate tutte le bassezze di cui sia capace un uomo! ». Ci vogliono degli odii, delle manifestazioni estreme, per muovere la plebe. Con questo grido si organizzano i piccoli borghesi in associazioni che hanno gli stendardi cattolici e un programma di sterminio, degli ebrei. E' il socialismo cattolico della piccola borghesia. Si propaga in "un baleno. Alla testa del movimento c'è il dottor Lueger, il grande sindaco di Vienna, ora morto. In pochi anni tutta la piccola gente compatta, che ha ritrovato sé stessa, che si sente per la prima volta un valore politico, si disciplina iu una organizzazione di ferro. Si tratta di un primo esercito di qualche centinaio di migliaia di uomini. L'unione fa la forza. Prima ancora che la borghesia, ne sente la potenza la Chiesa. 11 partito dice: siamo cattolici ma noti clericali: non vogliamo ordini dal Vaticano. La Chiesa non ha quasi mai compreso nulla dei movimenti politici e sociali. S'illude di governare schiacciando ed evirando gli uo•nini. Còsi non ha neppure compreso che questo movhnent-) cristiino-sociale era in- MsumpcnLgrsncbtismgnqhlihrrmcdlegg(.cTVlttCtcsqiapVdsmguemaduc 3ieme rosso e nero, aveva un'intima animaiconservatrice, ora cosa di preti e di Chiesa, già inconsciamente alleata alla reazione, solo mascherato da un primo movimento di ribellione popolare. Se si scompone la figura del piccolo borghese vi si trovano due cuori, due esseri opposti: uno rivoluzionario, l'altro reazionario. Nel 1789 e nel 1848 a Parigi esso fa le barricate: tra l'80 e il '90, a Vienna, si accontenta di marciare contro la polizia e rompere i vetri alle finestre dei ministeri. Ma più tardi lo si vede associato ai conservatori, nella guerra contro le cooperative Iisocialiste di consumo e contro i venditori „.„U..t,.„4: TI- Li 12 v i_ j. I ambulanti. Perchè egli è veramente tra due mondi ed è in lotta con tutti due: è schiacciato dal gran capitalismo, ma angustiato pure dal proletariato, poi che anch'egli, a torno il suo tavolo di lavoro, raccoglie .qualche operaio, che gli chiede aumenti di salario e gli minaccia uno sciopero. Ma in fondo rimane, come il contadino proprietario, un piccolo" capitalista: è geloso della sua proprietà, paga imposte, pensa alla moltiplicazione dei suoi averi, guarda in su, verso la borghesia, tende a salire, per quel fenomeno di capillarità sociale, che dà un moto ascendente a tutti gli elementi sociali, come il sole che chiama su tutti i fiori germoglàiti anche nelle paludi triste. La Chiesa di Vienna non aveva sentito nulla di tutto questo. Vedeva solo negli agitatori di questa piccola gente degli uomini che volevano servirsi dei vescovi, più tosto che ubbidirli, e comandare i parroci perchè facessero la loro propaganda. L'arcivescovo di Praga, il conte Schòuborm, va perfino in pellegrinaggio a Roma per domandare i fulmini del Papa contro i ribelli. Ma il Papa, che è un uomo intelligente, Leone XIII, con Rampolla, non osa mettersi contro questa gente nuova, salita in fondo con lo spirito del Rerum no forum, e tace. Lascia fare aspettando. E assiste al portento di questa ascensione. Le organizzazioni economiche divengono presto corpi _ elettorali. Si conquista il municipio di A7ienna: Lueger, il sindaco, fedele alla sua bandiera di guerra agli ebrei, municipalizza acqua e gaz, tranways e luce elettrica, con un patrimonio di mezzo milione, ed apre una cassa centrale di risparmio e un istituto di assicurazione per emancipare la massa dal dominio del capitale. Da Vienna il partito si propaga per la Bassa Austria : conquistando dopo il municipio la Dieta provinciale: poi si lancia, in un volo imperiale, per tutto il paese, nell'alta Austria, nel Tirolo, nella Stiria, in Boemia ed entra trionfante al Parlamento. Hcichs-parlci lo chiamano: partito dell'Impero. Aveva cominciato a raccogliere gli artigiani e i piccoli commercianti: poi ha reclutato gli impiegati e i maestri : più tardi i portinai e i contadini, e infine; nella frenesia di salire, di propagarsi, i padroni di casa, l'alta burocrazia, gli industriali, i latifondisti. Raccoglieva un po' di tutto, ma aveva il numero. Formulava pure un programma, che avrebbe dovuto tener insieme tutta questa gente disparata: l'armonia delle classi sociali, la soppressione degli antagonismi economici. E' un programma veramente per essere eletti, non per far della politica seria e accontentar gli elettori. Qualche cosa degenera già... ma la carriera del partito è sorprendente. Pensatela: nel 1887, fonda a Vienna la Pnra? associazione cristiano-sociale, nel 1891 ™*!ida £la ],4 deputati al Parlamento, nel 383'.' .alle elezi°nl comunali, conquista 64 l>osh ln Municipio, nel 1897 ha già 28 rappresentanti parlamentari, mentre il Municipio di Vienna e la Dieta della Bassa Austria sono già completamente, per una schiacciante maggioranza, nelle sue mani, nel 1907 conta al Parlamento 97 deputati cristiano-sociali. E' un trionfo fantastico che ha qualche cosa del passionale. Nelle elezioni del 1907 rptntnel distretto di AVahring, il principe di i oLiechtenstein minacciava di cadero: Lue-j dgor dice: « Se Liechtenstein cade io ne mot- grò », e lo salva. Non s'è mai visto nulla di itsimile in Austria. La piccola gente è divenuta un giorno signora dell'Austria.* Non c'è più nulla nell'Impero senza il suo emblema. Ma canta ora l'inno imperiale, vota tutte le spese militari, va coi prèti, invita i canonici ed i vescovi ad assistere alle sue riunioni dove si insulta l'Italia, alimenta nei suoi giornali una campagna guerrafondaia contro il popolo d'Italia, fornisce -i ministri e i generali e vitupera quotidianamente i socialisti e gli operai che hanno fame. Mostra ora la sua anima vera : o spirito piccolo, bigotto, intransigente, roso, avaro della Chiesa d'Austria, che lo ha battezzato. Ha una mentalità da passero e un orgoglio brutale di piccoli venditori arricchiti. Ed ha arricchito veramente molta gente. Pensate alle sue figure tipiche, che sembrano ancor oggi grandi figure dell'Austria contemporanea. Hermann Bieohlavek, che fu deputato al Parlamento e alla Dieta della Bassa Austria, consi gliere al municipio grosso del partito. Della sua singolare men alita si direbbe abbastanza, citando il necrologio ch'egli scrisse per la morte di Totetoi, nel suo giornale: YOesterrcichiache Volktpmsr. : « La pretesa della stampa iberale di onorare Toistoi è la più inaudia sfacciataggine che mai si sia permessa ale stampa. Se io ho definito una volta il Conte Toistoi un vecchio teppista, dimenicai d'aggiungere che è anche il più grande iarlatano dell'epoca presente ». A queto antico venditore di formaggio, salito fin quasi presso un ministero, stanno bene tali perchè esse definiscono, insieme cntoslsupnoCctopsnetdi Vienna, e pezzoj pseggmptrdptddttngiurie. all'uomo, anche il segreto del fascino che il partito ha avuto fra la piccola gente di! iVienna. Bielohlavek era un Greisslcr, —| tdell'uomo politico, lo condussero alfe as-j semblee del mandarono a goli di Vienna » iu^,^.. ~- —, un palazzo della Jtì>ui*tra*at., tiene vettura [oe cavalli, frequenta i cabaret», e vi beve eI molta sciampagne in un cerchio di dame allegre, mentre affida al Thereaianum l'educazione del figlio. E' un astro di Vienna, un cantore del clericalismo, un oratore focoso, che 1» afcnfuo i viennesi upgnm i do sulla teoria darwiniana e sul libero a-more, come un gran filosofo. Un certo signor Graber, che scoprì nel partito il tempio del t Gott iiimm » (Dio prendi o ruba) lo chiamò un giorno: c furfante ». Ne venne un processo, che scopri molti misteri : il buon I deputato si faceva pagare delle provvigioni i di 300 corone da chi aspirava ad un posto di portinaio in qualche casa municipale, accordava concessioni ed appalti comunali in cambio di oblazioni di dieci, quindici mila corone, si faceva provvedere da Steinhof, il manicomio municipale, i polli e la selvaggina. Bielohlavek s'è difeso : c non per «ne, ma per il partito, per i fondi eletto- „1J 1 . A LL ' __ì„a i • , . -1rali! ». Avrebbe potuto dir lo stesso quel vice-sindaco di Vienna, dottor Power, un altro grand'uomo del partito, che dopo il discorso di Nathan del 20 settembre sentì il bisogno di vituperare l'Italia, in un'assemblea di cinque mila persone, in difesa dei diritti del Papa, dimenticando però di non aver rinunciato, da buon cattolico, in segno di protesta, a nessuno degli onori che gli conferisce la carica di console generaledi Monaco, quando il principe Alberto andòa Roma e dimostrò di ignorare l'esistenza del Papa, non pensando neppure a fargli visita. Un'altra figura del partito: Riccardo Weisskirchner, un tempo ministro del commercio, ora sindaco di Vienna. La sua carriera si riassume così : 1896, commissario municipale (stipendio : 4 mila corone all'anno); 1897, deputato al Parlamento (stipendio: 10 mila corone); 1901, vice segretario comunale (24 mila corone); 1903, segretario generale al municipio, deputato al Parlamento e alla Dieta (33 mila corone) ; 1907, presidente' della Camera (38 mila corone) ; dopo il 1908, segretario comunale in pensione, ministro del commercio, deputato al Parlamento, ecc. (70 mila corone). Sua Eccellenza Gessmauu, insignito già dei più alti onori, fonda con la sua famiglia una banca: la Bankreditbauk, versandovi un milione, cui ne aggiunge dopo un anno un altro : nel primo bilancio annuo registra già un guadagno netto di 363,235 corone e dieci centesimi — ciò che significa un profitto bancario del 30 per cento nelle tasche di un apostolo della guerra della piccola gente contro il gran capitale... Chi denuncia questi misteri è un altro principe del partito, Vergani, il direttore del Deutsches Voìkablatt. Guerra in famiglia — ma Gessmann rinfaccia a sua volta al suo accusatore di essersi fatto pagare, una volta, da una Società di finanzieri semiti, 100 mila corone per combattere il piano di municipalizzazione dei tram-maya del sindaco Lueger... Un uomo del partito, Silberer. lo ha confessato, dopo la morte di Lueger, spiegando il lungo indugio frapposto per la nomina del nuovo sindaco di Vienna : n Era difficile trovare un uomo con le mani veramente pulite ». _ Queste sono le figure più vive, più reali di Vienna. dell'Austria contemporanea. Tutti le vedono, tutti le conoscono, e ne parlano: le altre figure dei grandi signori, dei principi, dei generali, soti più alte, più lontane, han qualche cosa di mistico, non si concedono alla piazza. E son questi uomini idolatrati, portati su dalla folla, saliti sino all'Imperatore, che ci spiegano anche, nei loro episodi personali, il fenomeno collettivo e illuminano un poco l'anima di questa docile piccola gente di Vienna, che sa onorare ancora chi la domina e si tiene paga se qualcuno si occupa di lei per i suoi affari. La consorteria dei rossi e dei neri, fa anch'essa i suoi affari. Per salire e conservarsi al potere si è creato tutto un mondo di clientèle fedeli. Si contano a Vienna non a centinaia ma a migliaia le Corporazioni politiche economiche, di passatempo, con la bandiera e talvolta la banda, che sono legate per qualche filo al partito cristiano-sociale, e collaborano con lui nei giorni di battaglia. Ma vi è una clientela più prossima. Pensato al formidabile organismo elettorale, che solo il Municipio di Vienna ha con i suoi 2850 impiegati regol ari, che hanno giurato la fede dei partito. e i 400 Bvzirkiriite- c i 23-14 Armenrate, che, nel disbrigo degli affari distrettuali e nella protezione dei poveri, hanno ili pugno tutto il popolo-minuto, e infine i 27 mila operai delle imprese municipalizzate, che sono anch'essi bollati con lo stemma dell'aquila imperiale e clericale. Si creano sempre così le clientele: si danno cariche, unici, stipendi, pensioni e si cementano i piedestalli del potere. Con uno stesso sistema ingegnoso si fanno tacere, a Vienna, gli avversari. Si è osservato che alla vigilia delle elezioni le Commissioni di beneficenza distribuiscono, cou una insolita generosità, sussidi di quattro, cinque fiorini agli operai poveri. Gli operai' prendono senza sapere e si vedono poi esclusi dal diritto di voto, perchè sussidiati dalla beneficenza pubblica. Così si neutralizzano sempre, qualche migliaio di elettori sospetti. . Tutto ciò ha ingigantito il valore politico di molte piccole teste e moltiplicato il patrimonio di molta altra gente, senza scrupoli, ma non ha sempre persuaso gli elettori. Qualcuno ha voluto cercare più giù delle parole. S'è accorto che il programma dei signori rossi e neri, che aveva messo un giorno l'Impero sotto il Governo politico e mentale dei piccoli sarti, dei portinai e dei bottegai, era un maravigiioso ritrovato per gabbarsi del buon popolo credenzone. L'armonia sociale? E' un'ottima parola per ingannare tutti, promettendo a tutti qualche cosa, che non si può poi soddisfare senza offendere gli interessi vitali di qualcuno. Ci sono dei veri, profondi antagonismi di classe. Fra gli operai e i contadini, fra i proprietari di case e i grandi industriali, fra i maestri e ì principi della terra, fra tutta questa gente _ irreggimentata | salire sempre più su, ha già snaturato iu; .- — » > . - . . 1 organismi sociali: crescono, ingigantiscono'e nella loro apoteosi si uccidono. Cosi si e ... t?__ !ucciso anche il partito cristiano-sociale. Era'prima degenerato. Dai piccoli era salito ai Igrandi: dalle zòne cittadine si era lanciato nella campagna: si era trasformato fa talmane» gai §u«U* tendenza capitalista d«i^ piccoli cuori borghesi, in un partito capitalista, alleato alla Chiesa, rispettoso degli interessi latifondisti, più che della povera gente cittadina, implacabile, feroce con il piccolo ebreo, maestro o venditore ambulante, ma non sdegnoso di affari con i grandi istituti finanziari ebraici, legato a doppio filo ai circoli del comando, più audace dei socialisti nel comandare delle leggi per la limitazione della giornata di lavoro o la protezione dell'adolescenza lavoratrice, ma primo a votare i giganteschi aumenti delle speso militari, mentre nel solo municipio di Vienila, in dodici anni di governo, dal 1897 al 1909) aveva portato le imposte da 67.a 134 milioni, il debito comunale da 179 a 697 milioni di corone, e la legione dei frati e delle monache, raccolti nella capitale, da 2712 a «413 anime pie, che giuocano anch'esse, con profitto, in borsa, come hanno dimostrato, la primavera del 1911, con le azioni Skoda. Ed ora è caduto al fondo. E' rimasto ancora signore di Vienna, al Municipio, dove su 151 seggi ne occupa 130, ma adesso lo hanno cacciato di qua e di là, nell'Impero, in un impeto, che ha avuto qualche cosa di selvaggio. Lo ha abbandonato sopratutto la gente della città : proprio quella che gli aveva dato il primo trionfo, molti artigiani, poi i maestri e gli impiegati. Nelle elezioni parlamentari del 1911, solo 70 dei suoi 97 deputati si sono salvati, mentre Vienna, la superba roccaforte del partito, pan riusciva a conservare che quattro dei suoi venti rappresentanti. E' stato un tramonto violento. In venti anni si ò compiuto il ciclo della sua vita. Si conoscono, nella storia politica, molti di questi episodi di tramonto di un partito che era al potere: ma non si ricorda una così fulminea, impensata vicenda di fortuna e di fallimento, come quella dei cristiani-sociali. I rossi e neri sono solo più un partito di contadini. E ciò prova la loro discesa. E' nelle città che vivono e si rappresentano le idee più moderne, quelle che hanno per so l'avvenire. Nelle campagne la trasformazione è più lenta: v'è sempre qualche cosa di vecchio, di sopravvissuto, che è già condannato ma tarda a morire, perche la vita più blanda e lenta rispetta la sua agonia. Fu così nella storia del cristianesimo e del suo movimento politico : trionfava già nelle città, mentre la campagna era ancora pagana. Ora si compie un processo inverso : le nuove idee respingono i partiti della Chiesa fra i contadini. Avviene così anche in Austria. E sarebbe un buon segno di libertà nuova, se in Austria non fosse rimasto, sopra il Parlamento," Un piccolo mondo, più forte dei partiti, che non conosce la volontà del popolo e uon si trasforma ancora. VIRGINIO GAYOA. i MDgcbss

Persone citate: Alberto, Gott, Hermann Bieohlavek, Leone Xiii, Rampolla, Riccardo Weisskirchner, Spies, Vergani