"Libraio scientifico-umanitario

"Libraio scientifico-umanitario "Libraio scientifico-umanitario Scene di Alfredo Testoni .PERSONAGGI Professor ALBERTO ROSAIXI. GABRIELLA, sua moglie. GIOVANNI CORTI, padre di Gabriella. paola sua moglie. VINCENZO MONFERINI. MARIO CELLI. TERESA, cuoiniera. E' lo studio del professor Rosalli. Scansie piene di libri; libri sullo scrittoio, sugli altri mobili, sulle sedie, da per tutto. SCENA I Il prof. Rosa ili e Oortf CORI I (un nomo d'ita matura, riatta fatti* ilare, dai motti disinvolti, alia buona, senza smancerie. E' seduto e fuma tranquilla- mente). ROSALLI {ancora giovane; veste di nero senza alcuna eleganza. Gira concitalo con un fascicolo in mano e poi si ferma davanti al PCGPGPCPGCorti). Ignorante! Imbecille I Farmi dire ciò che non ho detto dello Spencer! Io si che.ppotrei gridargli in faccia che il suo Hegel è un confusionario! CORTI. E gridaglielo! (calmo). « va dunque a teatro questa sera, si o no? ROSAI*,!. Non parlarmi di teatro, per l'amor di Dio! Ho troppa ira addosso causa questo professor Bombini. E bada, sai, che criticando il mio lavoro egli ha confuso la teoria Idealista dell'Hegel che promette un eterno Gprogresso con quella dello Spencer che vuole, un sempre crescente differenziale. Capisci?1 CORTI (chi-, lo attarda a borea aperta). 'Non capisco, ma fa lo stesso. Si può sapere almeno che cosa ti hanno fatto? ROSALLI. 11 prof. Bombini ini stampa che lo GPGPCGnon devo avere ietto Schopenhauer■Mlo che Clho tutto qui In pugno. Ah, ma adesso mi.psente! {si. calca il cappello in testa). CORTI. E io che cosa devo dire a mia moglie e a Gabriella? ROSALLI. Che non si va a teatro; ecco. SGENA II Gabriella, Paola, Rosalli, Corti GABRIELLA (una. bella donnina, elegante nella sua semplicità, è già entrala con la signora Paola). Davvero? Oh, che dispiacere... ROSALLI. Ho altro da pensare io! La conferenza dantesca a Genova per il 31 di questo ! cmese, la prolusione all'Accademia di Scienze Pa Roma, cento pagine da correggere del mio cGPGPGnuovo libro, e quell'asino che mi salto fuori... PAOLA (una signora di. m anni). Chi? TORTI. Il processor Bombini. ROSAI Al. Un asino, sissignore! CORTI. Un asino ma professor PROSALE!. E so quello che dico! (.si inette in Cmezzo al tre. con. grandi' importanza). Vu-i lete saperlo? Vi si drizzeranno i capelli ! 'Enorme! Tenta ih questo suo articolo di'!provare che la dialèttica hcgelliana, fon- data sul perpetuo divenire, ha inteso a. ri-!produrre nella sua sintesi l'evoluzione .deljinondo, dalla nuda e vuota esistenza ;U pen siero e alla coscienza assoluta! Fino questo! Eh? (adirandosi). E invece non prova niente, niente ! CORTI (con rassegnazione). Mah! ROSALLI. Vado e torno. PAOLA. Non puoi mandare qualcuno? ROSALLI. Dal Bombini? Forse la cameriera? GABRIELLA. E poi quella non c'è più. Se n'e andata su due piedi. ROSALLI. Perchè? PAOLA (fulminando con lo sguardo il. Corl'rPerché? Genero mio, non Tamii arrossire di sdegno e ili vergogna.., CORTI. Un malinteso! PAOLA. E lo chiama un malinteso! Dillo tu, Gabriella!... GABRIELLA (ridend.o con furberia). A quanto pare, il babbo ha abbracciato Elena. ROSALLI (stupito). Una cameriera! CORTI. Nego. PAOLA. Ho visto con i miei occhi! CORTI. Eravamo arrivati allora .allora dal nostro pause e si vede che nel salutare tutti gli altri, pieno ili entusiasmo, ho aperto !e braccia anche alla servitù! GABRIELLA. La mamma allora ha rimproverato la cameriera... ROSALLI. E ha fatto bene. L'ho mai abbracciata io? Glielo hai chiesto, Gabriella? GABRIELLA. Si. HOSALL1 (soddisfalli)). E che. t'ha risposto? GABRIELLA. Che tu i»pn eri da dar regolaperche sei un padrone eccezionale. La mamma ha soggiunto che ora sconveniente lasciarsi abbracciare da un uomo; la ragazza si è sentila offesa... ROSALLI. Per l'abbraccio, naturalmente... GABRIELLA. No. per l'osservazione, e se n'è andata sul momento. ROSALLI. Scusa, suonerò mio, ma questa non me l'aspettava. PAOLA. Io si. E' sempre la stessa storia per tutte le nostre donne di servizio. GABRIELLA. Ma che almeno rispetti le donne degli altri ! PAOLA (scuotendo il capo). Ma non è sua colpa! Deve essere una malattia! CORTI (riscaldandosi). Oh, insomma! GABRIELLA. Su, su, via, ne troveremo un'altra purché siate tutti in pace! PAOLA. Tu sì, sei un tesoro! ROSALLI. Ed io vado in cerca di quell'ignorante... Dopo pranzo poi vi leggerò gli articoli polemici scritti da me... CORTI. Lunghi? ROSALLI. Perchè? PAOLA, Perché più lunghi sono e più ci divertiamo! ROSALLI (soddisfatto). Ali, certamente, (va via in fretta). CORTI (guardando dietro a (losalli). Che uomo ! Che testa ! Un grande scienziato che si è degnato di sposare la figlia di umili provinciali. PAOLA. Umili? Hanno dato però a questafiglia centottanlamila lire di dote! CORTI. Si, ina ricordiamoci che cosa stampòil giornale del nostro paese sotto il titolo• Fiori d'arancio». — E' un uomo che hal'ideale del sapere ». P'\OLA. Mentre nei nostri « Fiori d'arancio » si sarebbe stampato: — Un uomo che. ha lo serve pur ideale! — GABRIELLA. Mamma! Dopo tulio il babbo tha sempre voluto bene... a modo suo. PAOLA. A modo mio. .certo no! («7 Corti). E dovreste specchiarvi in vostro genero che abbraccia solo la scienza. CORTI. E' poco per sua moglie. PAOLA. Abbraccerà anche Gabriella, vero? GABRIELLA. Sì, mamma. PAOLA. E in quest'anno di matrimonio, sietesempre andati d'accordo? GABRIELLA. Si, mamma. PAULA. E ti accontenta sempre nel desiderche esprimi? GABRIELLA. Certamente... PAOLA. Bene. bene. GABRIELLA. Perché non ne esprimo mal. CORTI. Come mai? Non andate a teatro? GABRIELLA. A teatro? Alla sera, dopo pranzìi, Alberto si ritira nel suo studio. C.01YTÌ. Non vi recale in casa d'amici? GABRIELLA. Se non vi sono altri professoreoi quali altercare, mio marito si annoia. l'VOLA Viene uimlcWtr.io qui alla sera? GABRIELLA. Qualche volta il rettore che hsettant'anrii Ci declama dei canti della Dvino, Commedia... CORTI lo manderei a l'Inferno lui... GVBRIELLV Prendiamo il the e poi ognunsi ritira nella propria camera. PAOLA e CORTI (si guardano). P*OI \ fonie nella propria camera? CORTI ' Spieghiamoci chiaro! rvttRii'LLA (alUirmata) Oh, Dio! Ho dettn alche' cosa di male? CORTI Non ovete una sola stanza da letto? GABRIELLA. Ma Alberto si è accomodato unr-lmiir?? v ri™ idee hnMin' .SKfi àudid di dormire coi lib invece che con te, mi pare «n'idea... (cambiando tono). Capisco clic- può cssorc anche un beiin... Maggior liberta per tutti... PAOLA. Ma niente affatto. La libertà.! E' naturale che voi dif end iute questa innovazione che alimenta tra due coniugi l'indifferenza! E si vedono i frutti ! CORTI. Anzi, per dire il vero, non se ne vedono affatto ! GABRIELLA. Ma una volta che noi due slamo perfettamente d'accordo... PAOLA. SI, ma ti trascura. GABRIELLA. Non e vero! PAOLA. Tu non puoi sapere... E, purtroppo, questa mancanza di esperienza nelle donne oneste fi un gran male! CORTI. Moglie mia. tu hai delle idee sovversive addirittura! PAOLA (a Gabriella con commozione). Vuoi bone a tuo marito T GABRIELLA. F. perchè non dovrei volergli bene? E' buono, niente sospettoso, niente geloso. Non ha un solo vizio; non fuma, non beve,'non giuoca, non spende... «" ">° *• n° n ■Pe»ao- „ „mBrAn pAOLA. Non fa niente, insomma. E riguardo GABRIELLA (ridendo) X! ^laeilM' al genere femminile? GABRIELLA. Credo che non abbia mai detto una cortesìa a una donna da che è al mondo! PAOLA. E' un uomo di ghiaccio, ecco. GABRIELLA. No... E poco espansivo, ma gentile. Dice sempre che divide la vita fra la scienza e me. PAOT.A. Ma fra te e le scienza fa almeno qualche differenza T E' un confronto diffl- COHT1. Per esempio. Tu entri qui da. lui quando è immerso nei suoi studi. Tu gli vai vicino e lo baci. Tuo marito che cosa fa? GABRIELLA (cori, semplicità). Seguita a studiare. CORXI; studja scnip,.c qut.n.uomo! pAOIA p. cre(li tu che questa gia „na be,la ! córti. Tuo marito non lo diventerà mai! PAOLA. Voi non siete buon giudice! corti. Io almeno ho del calore... vita, eh? Confrontala con quelle delle altre tue amiche ! Avrai pure delle amiche marilate. GABRIELLA. Certo. PAOLA. E che abitudini hanno? GABRIELLA. Hanno degli amanti. PAOLA. Come abitudine non è la più lodevole. GABRIELLA. E nemmeno la più divertente. Poverette! Sono sempre così occupate e preoccupate che finiscono col diventare nevrasteniche. PAOLA. Per le cameriere! CORTI. E dalli con le cameriere! PAOLA. Mentre il calore di un uomo retto deve essero tulio per la moglie! GABRIELLA (invertendosi). 11 calore del focolare domestico! CORTI (prendendo il. cappello). E' inutile. A i discutere con voi non ci si guadagna! 'PAOLA. Dovè andate? !CORTI. A fare un'improvvisata al mio ri giioccio. !p,\OL\. Si... ma... jCORTI. Non crederai, spero, che Mario abbia mutato sesso! E a teatro ci si va? Badate però clic 6 un'operetta molto scabrosa... PAOLA. Allora non è adatta per le signore oneste. GABRIELLA. Anzi! Sono sempre le signore oneste che hanno qualche cosa da imparare CORTI. Ha ragione. SCENA III Teresa, Paola, Gabriella, Corti TERESA. (E' la cameriera. Una donno, forte e mino. Ha le maniche riboccate e il grembiule ntlii. cintola). Signora! GABRIELLA. Che c'è? Ma guardatela... Con quel grembiule! TERESA. Sto cucinando. Non essendovi la cameriera, ho dovuto venire lo... PAOLA (a Corti). E siete voi che mettete il disordine in una famiglia! Ecco i frutti della vostra vita da discolo! GABRIELLA. Che cosa volete? TERESA. Un tale die domanda del padrone. GABRIELLA. Il professore non c'e. TERESA. Glielo ho detto, ma parlerebbe" anche con la signora. GABRIELLA. Fatelo entrare. CORTI. Allora io me ne vado per di qua (vìa dall'uscio di. destra). SCENA IV Vincenzo, Teresa, Gabriella, Paola TERESA (fa entrare Vincenzo e st. ritira). VINCENZO (uomo di mezza età, pochi capelli e barba incolta, indossa abiti neri, che molto tempo fa avranno servito a qualche magistrato. Cravatta nera sdrucita, cappello unto e bisunto. Ha molti libri nelle tasche e dentro una borsa di pelle, clic tiene, in mano. Si muove con dignità. Le sue parole hanno sempre un. tono cattedratico). Scusino. Mi è stato detto che il mie carissimo amico, 11 prof. Rosalli, non fi in casa... GABRIELLA. Inflitti è uscito, ma siccome ella voleva parlare anche con me... VINCENZO (complimentoso). Volere mai, prego... Ho detto desideravo, ecco. GARR1ELLA. Allora, se mi dice il motivo... VINCENZO, Ho adunque l'onore di parlare alla signora Rosali!. Quasi quasi benedico il cielo per avere incontrato prima lei, e... (suor dando la signora Paola). GABRIELLA. La mia mamma! VINCENZO. Oh quale gioia! Benedico il cielo due volte. Sono stato compagno di scuola del professore. GABRIELLA (un po' sorpresa). Ali. 6 stato com- paeno di scuola di mio marito?... VINCENZI». Capisco (si guarda il vestito). Ella non trova i miei abiti tali da. giustificare... Ma mi permetto di farle osservare che fra i nostri compagni d! scuola c'era anchp un bravissimo piovane che adesso è calzolaio, (diiìnifosameiite). Ed io non lo sono. GARRITELA. Scusi, io non volevo... VINCENZO (prende fuori di tasca un biglietto rin visita). Permette? GARR IELLA (leone). «Professore Vincenzo . a; a è n r e a ia osi oa ò; Monferini. laureato nella Regia Università o Vff Padova, libraio sclentlfleo-umanitarlo ». a PAOLA. Libralo? [VINCENZO. Perchè? Le pare strano? Anche a me, in principio. Fosse dipeso da me avrei fatto magari 11 possidente! Il destino certo mi avrebbe riservato a prandi cose se fossi venuto al mondo in epoca diversa. Noi. nurtroppo, siamo nati in un nprlodo di travisa zinne: lo. nev p<t»rnnin. tronpn tardi per essere un Garibaldi e troivnn presto ner diven tare, che so io. un isnettore generale della navico/trine aerea. 1! farsi un nome adessc è difficilissimo perché le invenzioni sbucala fuori contìnuamente da. oirni parte: Vi t tvonna concorrenza all' immortalità. Ilnn volta è bastato a Menelao di essere tradito dalla proprio inorile per diventare celebre ora un fatto simile non sarebbe registrato nemmeno nei fatti comuni di cronaca. Vede? Io, con la mia laurea e con il mio ingegno, ho cercato di costruire la mia posizione souiale, ma fabbricai sull'arena.. PAOLA. E sprofondò la casa. Me ne dispiace il e daposolconbriIl cheproviasciGABVINChala do PAOGABVINCQuillsatutPAOVINCsem11 piziogldamPAOGABVINPAOtiVINGABVINMmcoNePAOVINseGABmnVINpdimfaolelalainmedagmddzctePAVINlPAudVINcleSlgbaPAsVIvpnaaGAVIfGAVIPAVIlGAVIsSeèGAPAVIPAVPVPVPAV » a ti E he te ri n- jVINCENZO. Anche a ino. Osteggiato, amareg gialo vilipeso, calpestato... GABRIELLA (con aria di. compiutone). Senta ri ha pijàsi se vuol ripassare quando cWmio marito... PAOLA (insinuante). Vedrà clie non si mostrerà indifferente verso un compagno di scuola... Di-. VINCENZO (alzandosi sdegnato). Prego. Io non sono qui per chiedere l'elemosina.! Ora che ho trovato la mia strada diritta, non indie- no) tveggio più. Ero venuto semplicemente per i proporre un affare al professore, a cui dò ! del «tn». / !GABRIELLA. Appunto; e se parla con lui... VINCENZO. Ma io mi sono rivolto a lei perché tto la donna influisce molto sull'uomo e. pur- troppo, lo so! (sospiro). ? PAOLA. Ali. perche nelle sue amarezze c'entra na anche la donna? 1 VINCENZO. Ereditai ù-S Ini una piccola libre bri! via. Ebbene, signora..auci attuai additowno CVPCVPVPVCVcVCVPVPVpGCGCG l mio avvenire. Il genere umano è guidato e suggestionato da tutto ciò che legge. E" dalla lettura che l'uomo si forma a poco a poco una tendenza, un carattere (con tono solenne). Marion si legge abbastanza e di conseguenza non si vendono abbastanza libri. Ebbene, ini sono detto, bisogna trovare l modo di obbligare la gente a leggere anche i libri che... non si leggono. E fu questa profonda riflessione che mi fece trovare la via diritta. La inilTai, ed eccomi libraio scientiflco-um a ni» a ri o ! ABRIELLA. Me ne rallegro, ma... NCENZO (leggendo una caria). Suo marito ha stampato un volume: «Sulla volontà e a forza secondo la morale ». Non se ne vendo una copia. AOLA (sorpresa). Non può essere vero! ABRIELLA (offesa). Signore, ella sbaglia. NCENZO (con sicurezza). Non mi sbaglio. Questo è un lungo elenco di libri scritti da illustri professori e che si trovano nella stessa condizione. Ebbene, signora, io acquisto tutte le copie in blocco. AOLA. E le rivende? NCENZO. Meglio ancora. Ottengo ciò che sembrerebbe impossibile : e le faccio leggere. 11 metodo è semplice. Più il libro è noioso e più lo rendo interessante con una illustrazione molto suggestiva sulla copertina. Vogliouo vederne un esempio? (prende fuori dalla borsa un volume). Questa un'opera di mio zio. AOLA (guarda il UbrOiC si scandalizza). Ohi ABRIELLA. Una donna che bacia un uonio. INCENZO. E' un uomo che bacia una donna. AOLA. Non si capisco la differenza. Ed è intitolato? INCENZO, « mori di virtù. ». ABRIELLA. Ma allora questa copertina? INCENZO. Non c'entra affatto. E' simbolica. Ma chi compera 11 libro, lo legge avidamente per arrivare al puuto illustrato dalla copertina e così giunge alla fine del volume. Ne vendo moltissime copie all'Università... AOLA. Agli studenti, immagino. INCENZO. E specialmente al professori (conserenità). E cosi ci guadagna la morale... ABRIELLA. E anche lei. Ma io credo che mio marito non si adatterà a simili gherminelle... INCENZO. Perchè? Sarebbe il primo. Lo scopo dell'autore è quello di esitare l'opera suadi far conoscere le sue idee, di imporlo, di imprimerle nelle menti e. nel cuori ! Che cosa fanno i propagandisti di ogni religione, di ogni setta e di ogni parlilo, per far conoscere le loro dottrine? Eh? Adoperano la tenaciala furberia... Oggi, per esempio, arriva a lela Paola) un opuscolo... Che fa? Lo getta incurante lontano. Le viene rispedito domani sotto nuova veste, poi dopodomani ed ella vi gelta dapprima indifferente lo sguardo, poi comincia a sfogliare quelle paginea leggerlo," a trovarle Interessanti... E' la gocciti d'acqua, clic fora la pietra. Naturalmente l'arte mia. sta nello scegliere il genere di letteratura adatta a questo o a quell'individuo per distoglierlo da speciali tendenze o per spingerlo a seguirne altre. E' come chi dicesse : la medicina della lettura. E ottengo ottimi risultati. PAOLA (interessandosi). Ottimi? VINCENZO. Si, o signora. Un libro può esserel'arco baleno in una famiglia. PAOLA. Cosi che un discolo, si fa per dire, un libertino che si elettrizza per tutte le donne... VINCENZO. Lo si assale con pubblicazioni In cui l'amore, descritto con i più foschi colori, è considerato come la rovina dell'anima e del corpo, la causa unica di malattie Spasmodiche nonché della, morte. Ce n'è una letteratura abbondante. Ricordo: « Le piaghe della lussuria », « L'avvelenamento debacio », « Le malattie dell'amore », « 1 colpapoplettici del piacere », eccetera... PAOLA (fili/ che mai dimostra interesse). ,Qhsa che effetto in un temperamento viziósoVINCENZO. Efletto magico! Nella stessa guisvi sono pubblicazioni speciali anche per lpersone di carattere freddo, compassate, chnon hanno uno slancio d'entusiasmo, che non vibrano alla dolcezza di una parolaffettuosa, che. non sanno apprezzare e farapprezzare l'amore... GABRIELLA. Davvero? VINCENZO. Libri che riscaldano il sangue fauno commettere addirittura delle pazzieGABRIELLA (ridendo). Fino alle pazzie, poi..VINCENZO. Sono quelli che vanno di pio. PAOLA. Sì? VINCENZO (aprendo la borsa). Posso mostraloro alcune di queste, pubblicazioni. GABRIELLA (trattenendolo). Non importa. VINCENZO (offeso). La signora, spero, non sospetterà che si tratti di roba indecenteSono tutte riproduzioni di quadri che sespongono alle nostre mostre di Belle Arti ! Ho, per esempio, una raccolta illustrata chè un vero capolavoro. « Il nudo femminilda Eva ai nostri giorni ». Più di cento dispense. GABRIELLA. Per bacco! PAOLA. Tanti cambiamenti, ha subito inudo? VINCENZO. Pare (con gravità cattedraticaSignora! Da quanto ho loro esposto, comprenderanno che tengo nelle mani la fruste la briglia, lo champagne e la camomilldedicandomi ar! una professione umanitaricon tutta la fede e con tutta la discrezione.facendo ribassi fortissimi sui prezzi d'abbonamento e servizio a domicilio. PAOLA (con molta simpatia). Trovo che lsua idea può portare buoni frutti. VINCENZO. Grazie (prendendo fuori dì tascun piccolo libro). Se vuole ripetere la sudichiarazione mi farà piacere. Sarà datalle stampe. PAOLA. Oh, io sono una sconosciuta... VINCENZO. Non si è più sconosciuti dal momento in cui ci si fa conoscere. PAOLA (imbarazzata), Piuttosto, Io vorrei.VINCENZO. Ai suoi ordini sempre, o signora.PAOLA. Ma restasse fra noi... VINCENZO. Ho il mio segreto professionale! SCENA V Corti o detti - a o CORTI (entrando con aria, giubilante). Sapetla. notizia? (si ferma sorpreso a vedere Vincenzo). Come? Lei qui? VINCENZO. Precisamente. PAOLA. Vi conoscete? CORTI {un po' Impacciato). Lo vedo qualchvolta nella casa dove abita il mio figliocciVINCENZO. Già, il signor Mario Celli, stdente. E' a dozzina in casa di mia mogliePAOLV 'Ma non ci ha detto che è separatdalla sua signora? VINCENZO (dignitosamente). SeparatissimoNon vado da lei che a pranzo. PAOLA. Ah, ecco, ecco... VINCENZO. In bravissimo giovane. CORTI. Sentite, eli? * VINCENZO. Tenuto in grande consideraziondai professori... corti. SI? (contento). VINCENZO: Capirii : è sempre a capo di tutgli scioperi studenteschi: CORTI. .Ma che? E' impacciato, non parlnon sa rispondere con grazia... VINCENZO. Impacciato? Non sa risponderel'orse agli esami, ina nel resto non credIntanto io levo il disturbo e prego di ricodarmi al mio illustre amico... PAOLA (con grande premura e cortesia.. Vego ad accompagnarla di là... VINCENZO. Non si disturbi. PAOLA (piano). Vorrei darle un incarico..VINCENZO. Troppo onore! (nell'andarsriie inchina profondamente). paola (va via dall'uscio di fondo con Vicenzo). GABRIELLA (« forti). E così, babbo, qualela notizia che ci porti? CORTI (con piacere). Che il mio caro Marnientemeno, è presidente del Comitato pla bandiera universitaria. GABRIELLA. Sempre quel tuo fi^lioeiio... CORTI (con commozione sempre crescentChe vuoi? Mi fu ofildato da suo padre letto di morte mentre esclamava cori un fiili voce: Giura, giura... , GABRIELLA (Io guarda'-. iMi è venula un ideCORTI (ancora commosso). Qua.'0' làtMHlHI » Gnu m vada speMM d# itti p a e a a e e e a l i i " a e e e a e e . . r n ! i ! e e sl . ma a a .. ba a a a o.. .. trovare la sua pariruim. di casa. Il marito na detto che. è una donna... debole. CORTI (con calore). Non è vero! Io non so nemmeno chi sia la signora Olga. GABRIELLA. Ha nome Olga? (ride). ? Non so... Credo... Obi Non permetto che tu rida di tuo padre che ha avuto per te una buona idea. cattiva.. SOENA VI Paola e detti PAOLA 'entra dal fondo non nascondendo la sua conlentezza). GABRIELLA. Mamma, corri.. Il babbo deve comunicarci una buonR idea PAOLA. Di chi ; CORTI. MI*. PAOLA (scuòtendo il capo). Non ne ha avuto mai delle buone! CORTI. Ebbi pure quella di sposarti, i AULA. Anche quella fu un'idea co . per me ! CORTI. Eppure questa la troverai certamente ottima (prende per mano Gabriella e la conduce davanti a Paola), l'i presento la madrina della bandiera universitaria 1 GABRIELLA (meravigliata). Io, madrina? CORTI. Mario verrà, fra poco a pregarti di accettare l'incarico onorifico. PAOLA. Madrina? Davvero? (emozione). Ah! C'è già qualche cosa di maternità In quel nome! Finalmente! GABRIELLA. E voi credete che io accetterò? Ma neanche per sogno! Non so parlare, sono timida... PAOLA. Timida? Se in collegio eri piena di brio.... CORTI. Sicuro, e più volte, lo dico a tuo elogio, abbiamo avuto osservazioni dalla direttrice per la. tua condotta troppo vivace... GABRIELLA. iMa allora non avevo marito. CORTI. Anzi, ragione di più. Che effetto! La figlia dei Corti madrina degli studenti ! SOENA VII Teresa e detti TERESA '.'udràndo). Signora.... GABRIELLA. Metti via quel grembiule! TERESA. A stare in cucina... PAOLA (a Corti con severità). Ecco I frutti.. CORTI l'inun inia vita da discolo, Io so. GABRIELLA. Che vuoi? TERESA. Un biglietto (lo dà a Gabriella). GABRIELLA (leggendo) « Mario Celli ». CORTI. Il mio figlioccio! Avanti. TERESA (lascia passare Mario e se ve va). SCENA VIII Mario e datti MARIO (ti un giocane dall'uria allegra, dalle manieij disinvolte). Se permettono.... (si avanza. Saluta prima le due signore, poi Curii). CORTI. Prima di lutto, Gabriella, fagli un acerbo rimprovero, perchè non viene mai a chiedere, se non altro, come stai... GABRIELLA. E' scusato. Avrà da studiare MARIO. Ecco, e di giorno sono occupato... CORTI. Con una sartina bionda, carina... GABRIELLA. Sei incorreggibile, babbo ! PAOLA (guardandolo con aria, di compassione). Speriamo che si corregga presto il nostro discolo libertino e divenga un uomo serio e morigerato... GABRIELLA (facendo sedere Mario). Si ac comodi. CORTI. E subito, fuori la bomba ! MARIO. Ah, non mi faccio pregare. Signora, ella può salvare l'Università. GABRIELLA. Addirittura! MARIO. Gli studenti non si mettono d'accordo per nominare la madrina della bandiera universitaria, perché ogni studente ha per candidata la signora che più gli e simpatica... GABRIELLA. Si era pur pensato alla moglie del professore di belle lettere. MARIO. Si, ina è vecchia. E gli studenti alle belle lettere preferiscono le belle donne... GABRIELLA. C'è la moglie del professore di Diritto Canonico. E' giovane... MARIO. Vero. E' portata con molto calore dal partito del vice-presidente, uno studente che pare abbia qualche diritto non canonico su di lei, ma è osteggiata in modo non meno caloroso dal nostro segretario, studente in chirurgia, 11 quale vorrebbe per madrina la moglie del professore di anatomia, che. ha un bel corpo, degno veramente di studio Allora, in tanto disaccordo, si è pensato a lei GABRIELLA. Perchè? (sorridendo). Non godo particolari simpatie io? MARIO. No, signora... Ella gode le simpatie generali, e la scongiuro a dire di si! GABRIELLA. No, no... MARIO. Ho buone ragioni per convincerla... PAOLA. Ecco, bisogna che la convinca lei Gabriella potrebbe credere che soltanto il nostro orgoglio ci guidi. Noi ce ne andiamo. CORTI. Benissimo. Noi ci facciamo da parte, per non influire sulla sua decisione. Ma pensa, figlia mia, che accettando, darai a noi la più grande delle consolazioni! SOENA IX Teresa e detti GABPAOla casivCORre naMARa bilCORROSpiMARROiSrisGABROSCORidROSMARziamtevstci«tinvogrgROSclROGACOROGA,PACOROcanCORPAOGABgà uROSCORpROSsGABpaPAOCORROvzPAROCOROGA•CduROGAgsROPAssfiROlbuagCOROa«• cbsPAlROCOe nhe o. u.. to o! ne tti a, e? o. orn si in è io, per e). al filo a . peri TERESA (entra con una grande busta chiusa). Questa roba per lei, signor Corti. PAOLA (guarda con interessamento). CORTI. Per me? (leggendo). «Signor Giovanni Corti ». Proprio per me. Ho capito. Libri, certamente, da comperare. Niente, niente. PAOLA. Potrebbe essere qualche pubblicazione, che so io, utile, seria, grave, convenien^ te alla tua età... I librai fanno cosi con le persone molto conosciute... Se ti piacciono, le tieni, se no, fai come vuoi (aia a destra. Mario e Gabriella seguitano a discorrere). CORTI (seduto vicina ad. un tavolino, nell'a prlrc la. busta si rivolge a Mario). Libri! Sempre libri! Come se non si potesse vivere senza ! MARIO. Lo dica a me: (rtt'olendosi a Gabriella). Prima di decidersi per 11 no, senta... ! CORTI 'avrà aperto la busta e dopo avere osservato i vani opuscoli, rimane estatico). Oh, oh! E' Impressionante! e II nudo femminile da Eva ai nostri giorni ». Hello! (sfogliando le pagine). Oh, guarda un po' sotto quale aspetto sono conosciuto dai librai! GABRIELLA. Che libri sono, babbo? CORTI. Sull'Agricoltura da Eva iflnu a noi... GABRIELLA. Interessanti? CORTI (con slancio). Perdinci! ;frena«aost). No... tutt'altro... Cose che si sanno a memoria! ;pre?ide?i.do in furia tutti i libri se ne. va via dal fondo). 'MARIO. Dunque, signora, dice di si? GABRIELLA. 'Ma che! Io? La più modesta, la più oscura, la più ignorante fra le mogli degli illustri, doni professori? MARIO. Non si mostra forse alla luce del sole anche la viola mammola? GABRIELLA (lo guarda). 'Scusi, ma questa immagine è appena da studente eli ginnasio! MARIO (ridendo). Ecco un'osservazione intelligentissima, che nessun professore sarebbe stato capace di fare! E insisto. GABRIELLA. Mio marito non sarebbe contento. MARIO. Lo so. Suo marito! Dovevo immaginarlo. L'ostucolo: Signora, io odio suo marito. GABRIELLA. Lo !ia bocciato agli esami? MARIO. No, ma perchè egli è il lupo rapace e lei la timida agnella! GABRIELLA [ridendo di gusto). Questa, scusi,! è appena appeùa da scuola elementare. i MARIO. E' vero. Ella parla con grande acume | e ini dolgo d'essere venuto rare volte da lei GABRIELLA. Siamo sempre noi due mio marito. Qui c'è da annoiar MARIO, r.erto. Lei sola con Ini GABRIELLA [seria). Scusi, io non le ho detto d'annoiarmi con mio marito! MARIO. Oh, se venisse alle sue lezioni, si an- noierehbe sicuramente. GABRIELLA. Ah. ah, signor Mario... ^VRIO. Non faccio per dire, ma questa è da studente universitario. GABRIELLA iride). MARIO. E poi io parlo per il bene anche del signor professore. E' inutile negarlo: suo marito non è visto di buon occhio all'Università, perchè ha la fisima di pretendere che agli esami si sappia risponderò qualche tuta, e te ora egli aam »w±iwttsi-a dw TERTCTCPTVPVPVCPVPVPVPVe soli, io e si ViMm

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