L' indennità ai senatori

L' indennità ai senatori L' indennità ai senatori napropostacesarà respinta Richiami politico-morali alla Carta Statutaria tff teletono atU Stamoa). 8 tt Roma, 8, notte, i nUna delicata questione politica sta sorgen- U[do all'orizzonte: la questione della indennità1 Mai senatori. a Martedì il Senato si adunerà in Comitato s jn ?cguit0 all'approvazione di una s domanda presentata nella seduta del 2 mar-ih zo e con(.eplta nei seguenti termini: q soUa.erini a norma d.u-art m Afì -, ttSSS1!^ V Senato*» ^SSSStJSiV^£Ztip^SSSeJ m P/X rK« eìeZ%e oolitica 8 S'KJS Zi il rftmSero delfp svesta. C ™r(rt <1 e»««« °« il ricupero delle spese a s muore aci senatori ». , pQuesta domanda è firmata da dieci sena- ltori. Si prevede che la discussione sarà assai panimata in seno al Comitato segreto, anche cper le conseguenze che potrebbero derivare eai senatori se si dovesse adottare il criterio dpropugnato dai sottoscrittori della domanda, pdi indennità. Per esaminare quali siano le vvedute del Senato rispetto alla domanda di vi n Governo> auando sottopose alla Camera z m disegno di legge sul suffragio elettorale, si , preoccupò di porre l'elettore nella maggioro l libertà di scelta, e quindi incluse nel disegno 'pj di legge la concessione di un compenso ai de- cImitati, così da consentire agli elettori la pos- C| sibilila di davo il suffragio a ehi per ingegno d.p per speciali attività sia ritenuto degno, qua- q lunque sia la sua posizione sodalo od eco- bjnomica. ^A questo proposito, l'on. Giolitti, nella se- cduta del 25 maggio 1012, osservava: «Koi dia- lmo la indennità per favorire il deputato, ma : fla diamo sotto un solo punto di vista: quello iddi mettere l'elettore nella condizione da po-ilter mandare al Parlamento chiunque goda | lora sua fiducia, per modo che questi abbia i, v necessari per poter vivere a Roma ». p Camera, conscia della gravità della que- l s,,on-S,' accogliendo la proposta del relatore, n ™T',Vn'<V'n^,,(1 mep,li0 " carattere di rifor- s ma, dividendola in due pam specificatamente ; mindicate: luna, duemila lire date a tutti gli tgati per spese postoli e telegrafiche, che, per;mi aumento degli elettori, naturalmente diven- : cteranno sempre più grandi; e l'altra, quattro nmiia lire, restando queste solo agli eletti i ' squali non gravino in alcuna maniera su bi-! dlanci di pubbliche amministrazioni. ! mn « n,at0 aPProvo Ia legge integralmente. • sSr-JP"! questione dei compensi da. asse-1 cSino.„?l il0VI deputati, S1 riservò di esa-irn altra sede se fosse il caso di fare; iWnS? „J?oncessiom anche ai senatori. i tri.T^w,1^ ?"al,'r,agloni martedì il Senato si i tln,„Comitato segreto: per discutere la,.rn?i«ìo nL, •nmta' nJ ! mmmt. 1 1 11 è caldeggiata quasi unica-'smente da un gruppo di senatori, che appartengono alla Sinistra dell'Assemblea vitalizia fl l ,ilC?'(ll^05]'enltori de,la indennità 6 il senatore Vischi. La maggioranza dei sena tori no zimr»r m£-X£\e- al!e. Previsioni che si fan- cmiài!™n^^£?£h 2su!e alIa Proposta, che pderrnw? ™V7J$ìie flssare S0tl° forma di in- d"eiv/i r fJ=.n ■ ta' c PÀoe co1 gettone di pre- dneifT'cifra Jì T,nd.?"nita verrebbe proposta foneitB t-ùrn viiVinS0 •P.er .seduta- Stabilita in ! vrisponder')f art mortivi1 ai "5*^! essa cor- s6000 lira »nSv,« 2 d)prcs.so alla indennità di gnuio onto riè? ffiiSS ?" 1 deP"tati: ciò te- l■ ,f ^ «rei ; ;aDbiamo detto, gh^umori di Pa-j ^ nomina memi™: ,„„„- rc:sm una indennità ai suoi mernbu. Inoltre si osserva come contrasti sui¬ esclusivamente golarmente col carattere di un corpo leaisla' gvo, il quale riceve direttamente origin? da Sovrano autorizzato da una lògge . irniente origini dal la concessione di un beneficio non Inoltre si osserva c-he .per la Camera si -è dnto un compenso per nivonre la, libertà di scelta, mentre che per 1 SPTÌ litri lo C.olfn A »IA 1_ * ' a l i cisate i' a . I H compenso ai deputati ha naturalmente' -1 carattere di temporaneità, quello per i senato- - ! l'L m^ecc 11(>n solo verrebbe dato agli stessi l , e- 10 .propongono- ma sarebbe pennanerit'i Me.pv«sUi<el>be la curiosa qualità óonii-astante il -Senato la scelta è ! fatta là per la massima parte nipre fra categorie pre- pnendono persone ~'dìBassoluta^ economica. ! ed è limitata sèmpre fra categorie' predallo Statuto, l/i -quali quasi tutte com-'e niembri della Camera Alti. La forma poi non atoo ^P0 delle ammiHisU-azìonì a statali di una penafta vitalizia concessa ai . I percepire tale t^pen^^MlfisòS^"dì:, o | una P*^ dei_ senatoH verreb- ¬ - ; baro ad accumulare doppia, retribuzione e cioè i compenso, stipendio o pensione come funzionarlo dello Stato: tutto ciò senza contare la -1 sénatòri'T" votare una"praposìà"'che contrasta i con il principio della gratuità della carica più n alla della vila pubblica italiana. ° La a Tribuna ì si fa eco delle ragioni che e contrastano con l'approvazione dell'indennità -luj senatori, ed osserva come questa forma di - j compenso contenga gravi pericoli morali. La r « Tribuna » scrive che l'on. Giolitti alla Ca- - mera aveva già accennato a. questi pericoli i temporanei quando discusse la .proposta, con - queste parole: . Dichiaro francamente che - non Jm temo di consigliare la Camera di a.p- - provare questo sistema che mi pare poco' de- o I coroso che i, deputati entrando da una porta h^^«otoiia tosi registrare -! I*1 Prendere le -a me». a , E non solo la verincazioiie dei presenti, ma . ||SSdfSit*Stt danza ad aumentare le sedute limitandone la « rlni-'if-i <.nnr» t.nftp .nn«tlìPi cnnsftfrupn*//* delle l ffiShES? ^^SXSKT^.SSe tendono a sminuire l'autorità del Parlamento, e Enondew^™^^^l£^ - ^^T^nsigltórt per una possibile eston- ;ion'e d<;) coraporlSi per la quale un po' per volta si dimenticherà In. buona tradizione del- ta gratuità d-elle cariche pubbliche clic dall'e- sempio nobilissimo lasciatoci dal Piemonte si ! era conservato in Italia costituendo Una prova ; magnifica del nostro patriottismo. Ma un altro i punto merita attento esame. Mentre la con- a a cessione del compenso al futuri deputati se- guirà norme e regole di non nuove disposizio- ni di legge se si deve credere ai firmatari delUa domanda od alle vóci raccolte a Palazzo Madama, ó provvedimenti che essi vorrebbero adottare .per la estensione del compenso ai senatori sarebbero del tutto nuovi e contrastarebbero singolarmente con ogni buona hprma del diritto non solo costituzionale, ma quasi del diritto publico in generale, 11 Senato infatti si adunerebbe in comitato V^ào^t^ mente «cessarla per corrispondala med£ 8ìi& $ P^nza 0?a e *gm%SJ8fi8i CÌQ» 11 J1*»1*'1'0 d<?J '^-soro non porti il suo sindacato, se Jion formale, sulle assegnazioni proposte nel bilancio del Tesoro per l'amimiustrazione delle Camere. Ma bisogna contenipiare la (possibilità ohe questo caso" di cortesia consuetudinaria dia occasione ad una deroga e che la Camera dei deputati, la quale perla deliberazione del compenso ai suoi futuro componenti ha richiesto una proposta governativa esaminata ed approvata poi dal Senato voglia portare il proprio esame sulla cam¬ zione intema dei due'rami Sol parlamento" Infatti sotto lo stesso titolo che comprende l'articolo 50 affermante la gratuità degli uffici parlamentari, lo Statuto, nel successivo anicolo 51. stabilisce dio così il Senato come la Camera dei Deputati determinano per mezzo di' un regolamento interno il modo secondo il quale abbiano da esercitare le proprie attribuzioni. Far rientrare in questa precisa di^posizione l'auto attribuzione di un compenso contrasta veramente con ogni più larga, più liberale e, diciamo .pure, più giusta interprefazione. E ancora: il bilancio dei due rami dei Parlamento ha una appendice diretta del oro regolamento interno. Ora le Camere ned oro regolamento non possono introdurre nuove norme le quali non siano comprese in quei poteri che in precedenza furono attribuiti dal- e leggi, dalle consuetudini e dai principi pònerali. Non è quindi la tutela di un diritto subiettivo che gli consente deliberazioni eome quelle di cui discorriamo, ma deve limiarsi, secondo la parola dello Statuto a determinare a se stesso i mezzi con cui possa esercitare le proprie attribuzioni. Ed in queste non può certo rientrare oggi la domanda mossa da dieci senatori proponenti la ormai nota domanda. «Ciò — conclude la «Tribuna» — diciamo sutobtettivamente e senza estendere le sue conseguenze ai pericoli di un sistema che darebbe ai Senato e quindi anche aUa Camera l modo di sostituirsi con decisioni di Comitato segreto alle leggi dello Stato. Essi dlventerebbe'ro non organi dello Stato, ma corporazioni poste fuori ed al di sopra dello Stato medesimo, capaci di .prendere a proprio esclu- sivo interesse personale e politico, determina zioni poste all'infuori di quel controllo che il sistema bicamerale ha essenzialmente di mira e .perciò tanto più pericolose perchè verrebbero a mettere in dubbio persino lu suffi- cienza di quel principio della duplice rapprescntanza che è la base del nostro sistema di costituzione. Tutto queste considerazioni danno ferma fiducia che il Senato non darà favorevole suffragio alla domanda e non prevarrà la preoccupazione di un interasse personale il quale, In questo momento, è iu singoto contrasto con l'austerità consigliata dallo ardue prove vittoriosamente superate dal ;»M8e e dai mi mosni dell° Sla,° — ■

Persone citate: Giolitti, Vischi

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Roma