La soluzione dei problemi ospedalieri

La soluzione dei problemi ospedalieriLa soluzione dei problemi ospedalieri IO ena relazione del Sindaco al Consiglio Riassumiamo pur Tlmportan» deU'ar-i a l r. •• ----- 1 tadiero di Torino. *" MLa questione ospitaliera — «remette — cpuò dividersi in due parti che corrispondo- no a due .periodi : il periodo attuale, il qua le richiede che si provveda inunediatamen te ad una maggiore capitalizzazione di poveri: il periodo avvenire, il quale richiede che, entro quattro o cinque anni al massimo, Ja questione fida definitivamente risolta, allo scopo di sbarazzare la vita amministrativa torinese da una questione penosa che la tormenta oramai da un decennio. Occorre quindi, qualunque sia la soluzione a cui si giungerà, ohe, per intanto, „ -w^. 0. ^luii^viti, fUC, Un 1IH.O.UI.U, gj provveda ai bisogni impellenti del giornn. ~t „„„ „_ rì, «o : «1 «co, non potendosi, di punto Ih toianco, erigere un nuovo ospedale, ìa necessUà dl utffizzaTe anoora p£ quache anno le eventuali disponibilità degli spedali atttiatlmente esistenti. I provvedimenti immediati A questo punto la relazione passa In rassegna gli ospedali di San Giovanni, Mauniziano, quello infantile, Regina Margherita, il Maria Vittoria, e quello nuovo Martini. E, dopo aver constatato che la cura dei «malati a domicilio co] medici di bene- noenza è «muro nwwin »(bm™ hi „,„•,. n£?S?L?_ f1*11.0 e™»ce « .Isella tcvbintenta della questione Ospitaliera, earonoe disposta a destinare un milione per la ere zione di un ospedale per casi traumatici da infortuni sul 'lavoro : tal materiale potrebbe ospitaliera, annunzia che la Giunta ha deliberato di approfittare degli adattamenti ohe si faranno nell'Ospizio di Carità, mediante il compenso di lire trecentomila già votate dal Consiglio, per allogare al secondo piano dell'ala adattata « cento letti » (per ricoverare malati acuti nell'inverno venturo e in due o tre successivi, durante i quali si risolverà definitivamente la questione ospitaliera. Se a questo primo rimedio transitorio si aggiungano quegli altri, derivanti da altri accordi con gli ospedali predetti con l'Opera Pia .San Lulgi'e altri per ciò che riguarda gli ammalati cronici e i tubercolotici, si arnva alla conclusione .che coi rimedi proposta dalla Giunta si provvede al ricovero « in più di quel che già ora si pratica », di : 130 cronici indigenti; dì cui 100 nel R. Ospizio di Carità e 30 nel Regio Ricovero di Mendicità; 30 tubercolotici nell'Ospedale S. Luigi urbano; 150 malati acuti di medicina, di cui 100 nell'infermeria allogata nell'Ospizio di Carità, 25 nell'Ospedale Maria Vittoria e 25 nell'Ospedale Nuovo. Sono cosi in totale «310 letti nuovi» che si acquisterebbero immediatamente con un sacrificio pecuniario relativamente mite e, quel che più monta, senza compromettere la risoluzione definitiva del problema ospitaliero. La soluzione radicele Ma questi rimedi, come al è detto, hanno carattere strettamente transitorio; VAmministrazione civica Intanto può per essi studiare con maggiore tranquillità la risoluzione definitiva della questione ospitaliera. Essa e però complicata dal <• problema delle cliniche». Queste sono In numero di dieci. Per quattro si rimedia facilmente coi provvedimenti transitori stessi e con uno speciaSe accordo con l'Amministrazione del San Luigi : e, cioè, alle cliniche dermopatica, sifilopatica, ostetrica e pediatrica. Restano altre sei cliniche a cui provvedere, e cioè le due mediche, le due chirurgiche, la .neuropatologica e la otorinolaringotatrica. Queste cliniche attualmente sono tutte ospitate dall'Ospedale San Giovanni, ma è nota la necessità di trasportarle in altra sede. L'accordo col San Giovanni non è facile a prevedere quale definizione potrà prendere. A sua volta l'Ospedale Mauriziano ha officiosamente fatto sentire che, se dovesse diventare sede di cliniche, non intenderebbe spendere al riguardo un centesimo. Ma ciò non vuol dire che anche con esso un accordo non sia possibile. Quanto alla spesa, consta officiosamente ohe la Cassa di Risparmio., già tanto bene^ ssmhsncòpiecgdCn* alimentar» una clinica ohirurfrica e questa-••— --«—••• • - « Municipio non conosce esattamente, nè uffl-cialmente. A sua volta, ner il mielioramento dellotirsi ael maggior numero passibile u. «°*cizi finanziari. Ciò è indizio di strettezze finanziarie go-vernative bensì, ma non di mancanza cubuona volontà da parte del Governo. E peroil Comune potrebbe fargli un'altra propo-sta: cioè di rinunciare al concorso della costruzione, purché esso acconsentisse ad aumentare Ja dotazione annua. Ed il Sindacoha già scritto in questo senso a S. E. lMi,r>?ati>n /lolla P 1 Ministro delia P. i. - Cestro l'idea dl an policlinico Si fa un'accusa all'Amministrazione parche non pensa a creare un grande policlinico, anziché mantener discentrate tanteundtà ospitaliere. L'Amministrazione civica ne ha avuto per un momento l'idea„JT.,!o»a £ „<,<.„!»,/> ^,0.,. ma nrmquando acquistò la cascina Cerosa..ma nonpole furono le difficoltà sorte e in seno aparte dei professori universitari che ritonevano dannosa, pei loro insegnamentiun'ubicazione così lontana dalla città, e inseno aeli Amministratori delle Opere Pionon essere soverchiamente allontanata daliacittà, in cui tiene la clientela. Donde la necessila di abbandonare un'idea che esteti-rosa, ma che, in pratica, si apuntò conteoòhe ospitano le cliniche stosse (OspedaleSan Giovanni, Maternità, Sifilicomio) enella classe medica, che ha pur diritto a „l|n„i„n„l<, rlall.nprofessionali e amministrative, non esclusol pericolo di un funzionamento macchinosoe costoso come il Policlinico di Roma, il„ ,i„; mi cui solo nome basta a far recedere dai m -gliori propositi qualsiasi oculato annuni-stratore. il fondo ospitahero — il quale ned Uio am-montava a 4 milioni — la relazione delSindaco ricorda che in ogni modo la solu-zione definitiva troverà il suo nucleo cen-Il grande ospedale maniclpale „ „ jì.^cv. 1» rwiint,n Hj>l.l'Trrai"4aDopo aver difeso »J^j*Jf**Sg?fdi sperperare con troppe soluzioni patziuii,C0BÌ: . , ...^ , ■ «Resta infine la questione dell'OspedaleMunicipale, ed essa fu risolta nella sedutadel 20 febbraio u. s. in cui la Giunta, una-nimc, ha deliberato che l'ospedale munici-pale si faccia e nel più breve termine pos-mailehà si^rà^un9^cordo col G./i/erno e colla Facoltà di Me-dicina, per l'annessione delle cliniche, essa. ! ~. • „!_;_j 11 .t: u:ni«n;n;alle altre cliniche ivi trasportate; in casoontrario. si ubicherà nel terreno deila caC-^Iao0W.lÙblCnerà terren° dei,a sema Ostassi. * «Così sarà definitivamente risolto il pròblema che ci affatica da oltre dieci anni, epressiva, cioè la diminuzione della mortalità, l'abbreviamento delia durata delle maIonio il niii rnnirln ritnrnn ni livnrn dpllolattie, il più rapido ritorno ai tavolo aeitebraccia e delle menti che al lavoro si dedicano. «Intanto sono lieto di chiudere f^necessane dichiarazioni, informando iConshrlio che, di pari passo coll'ascensionedei nostri sacrifici pecuniari la statisticasefrna la discesa della mortalità cittadinaquesta, che ancora dieci anni fa era del 18per 1000 abitanti, nel 1912 discese a 12,6ora nessuna città italiana ha mai raggiunto cifra si bassa e poche sono le città estere che a questo livello giunsero. Il che non può non confortarci a perseverare nella via per la quale ci siamo messi, via che ci rende, e ci renderà anche più imitati ed in vidiatl.

Persone citate: Carità, Isella

Luoghi citati: Roma, Torino