D' aula in aula

D' aula in aula REATI E PE JJE D' aula in aula [Trib. Penale e Corte d'Appello di Turino), li febbraio. L'aitlmo colpo dell'ex'forzato Lorenzo Becliis, un omaccione poderoso, conta nella sua carriera delittuosa parecchie condanne, delle quali due in Francia, per l'importo di dodici anni di lavori forzati. Oggi è stato condannato a 6 mesi di reclusione per avere tentato di impossessarsi del soprabito d'un avventore d'un, caffè. Il trucco era abbastanza ingegnoso. Lorenzo tìeclus, anche egli avventore, adocchiato il cappotto più elegante, che era appeso agli attaccapainni. si alzava d'un tratto'; disinvolto, andava all'attacea.pannt: s'infilava il paletot scelto: usciva: appena fuori lo consegnarla ad ua compare: rientrava poi nel caffè, dove risedeva al suo posto, col proposito, eli risortire indi a poco, dopo essersi infilato il proprio soprabito. Ma, disgraziatamente per lui, 11 colpo non riuscì appieno, perchè, data anche la sua... rimarchevole cioirporatura, fu scorto e sorpreso. IT. P. M. aveva chiesto per lui 18 'mesi di reclusione. Difesa: aw. Vigna (d'ufficio). Il ladro allegro e rassegnato Il giovinetto Marcello Carbone, che non è alle sue primo armi colla giustìzia, non. ha perduto il suo invidiabile buon umore quando il presidente gli ha contestato il suo delitto'. Egli ha confessato candidamente d'aver tentato di impossessarsi del portamonete delia signora Maria Ricossa, e di quindici franchi ch'olla aveva nella borsetta, mentre la signora sfcawa. guardando su un bancherottolo di piazza San Carlo; ma. sorpreso dalla stessa derubata, che energicamente glie ne domandò la restituzione, le consegnò ogni cosa. Però s'era già fatta initorno della, folla, e tra la folla Cerano, per combinazione, due carabinieri, e Marcello Carbone fu tradotto in carcere: Tutto ciò disse il giovane imputato allegramente, e non cessò di sorridere anche quando il Tribunale gli inflisse dieci mesi di reclusione, sebbene il P. IM. ne avesse chiesti sei soltanto. Il sistema del piccolo Brasiliano Amerigo Trossaielio, brasiliano, assicura che egli ha un ^ sistema molto spiccio per recarsi a visitare i suoi amici. Se essi non apronoi la porta, egli abbatte gli usci con una spallata. Cosi fece un giom» plesso un suo vicino. Ma questi, ehe aveva dei sospetti su di lui. l'aveva atteso al varco, e quando Trossarello fu nell'alloggio, dopo avere con uno spintone .forzata la porta, lo prese pel collo e gli diede una lezione di calci e pugni eonori. La giustizia oggi gli diede il resto, convinta come fu che il Trossaaello si fosse introdotto nell'alloggio a scopi meno onesti di quelli proclamati clalflTimputato stesso. Il resto fu tre mesi di reclusione, condizionalmente. Difesa: avv. Vigna. La vecchia cameriera ladra Molti anni fa forse fu una cameriera: ora è designata dalla Polizia con queste significative pai-ole: temibile boi-saiuola, già ammonita, già sorvegliata. Ha cinquantasette anni. Si chiama Angela Ghiozzi Tartaglino. All'apparenza cora-etita ed al fare mellifluo e rispettoso, nessuno sospetterebbe in lei il torbido ed accidentato passato. Il 5 gennaio scorso ' veniva arrostata perchè sorpresa nel vestibolo del teatro Gianduia, mentre, approfittando della confusione, aveva borseggiato del portamonete te. signora Formica Papjs. All'udienza protestò d'essere vittima d'un errore di persona, gridò alta la sua innocenza e la illibatezza del suo passato, che il Tribunale non trovò molto d'accordo col eertincato penale, portante ben cinque condanne, di cui le ultimo appunto per borseggio. Ea Parte lesa ed il proprietario del teatro, signor Lupi, confermarono d'altronde la loro denunzia; cosici alla Tartaglino, dipinta, come dicemmo, dalla Questura, per una vecchia e pericolosa borsaiuola internazionale,- vennero appioppati 9 mesi di reclusione. Difesa: avv. A. Fea. Per la correttezza tra furfanti Certi Giuseppe Bacca e Giovanni Cordan.i avevano rubata ai dottor Cesare Sola, LI 31 novembre 1912, una bicicletta, esportandola, dopa averne rotta la catena del lucchetto,, dall'androne del palazzo dove il dottore "abita. Fatto il colpo, affidarono la refurtiva a Giacomo Rossotto, perchè la vendesse Questi infatti per 80 lire la collocò presso certo Giovanni Musotto. Ma delle 80 lire il Rossotto se ne trattenne io. assicurando il Rocca ed il Cordami di non avere dalla vendita potuto riscuotere somma maggiore. Ma il Bacca, venuto a sapere la verità., querelò il Rossotto. per... appropriazione indebita. iNatiuvaliuente il Tribunale si affrettò ad accontentarlo ed a muovere procedimento contro il.., disonesto Rossotto. Ma prima assestò a lui a anni e 3 mesi ili reclusione pel furto, ed al compagno Gordiani un unno e 3 mesi. E. stretti i centi, assòlvette cla.lil'appropriazione indebita il Rossptto, condannandolo per la ricettazione ad un anno di recluslono © a 110 lire di multa. Il Musetto fu sedo condannato per contravvenzione all'ammenda in L. SO. Difesa: avvocati Vigna, Allasia, iMaltevernipresidente: Rossi; P. M. : Lavagna; cancelli^ re : De Caroli. Il piccolo complice Il giovanetto Giovanni Parodi avrebbe pO< tuta forse farla fra.uca, in l>arna ai-giudici, dopo avere commesso un furto abbastanza iti- levante di ori e di altri oggetti- preziosi. «• nonPsi fosse preso a complice un. ragazzotto, tal Domenico Bezzone, detto II. gesuita delle gnocne. u Parodi già dai padrone suo era stato indicato ai carabinieri come mi cattivo soggetto, ed li soprannome del piccole Bezzo» ne pare non deponga favorevolmente per Itti. Quando, furono arrestati, il Parodi si manta» ne fieramente negativo, e veramente contro di lui non si erano potute raccogliere prova. Ma il piccolo Bezzone confessò ogni cosa «fece li reame anche del suo complice. E' vero' che dopo ritrattò ogni cosa, dicendo che era stato costi-etto a deporre contro il Parodi dal maresciallo dei carabinieri, che l'aveva ini» nacciato. Ma in susseguenti interrogatori* da* vanti al giudice riconfermò la sua prima ver. sioine, questa volta d'icendo che era stato COstretto a ritrattare perchè minacciato in cai> cere dal suo complice Parodi. Il Tribunato di Mondavi aveva condannato questi a 9 meei • 1 altro a 5 mesi di reclusione. La Corte d'Ap* pelle ridusse le pene a 6 mesi e a" 3 mesi rispettivamente e condizionalmente. Parte civile: avv. Rossi; Difesa: aw. Pagliaro. Da denanciante ad imputati il cameriere Giovanni Arossa .un giorno da' nunzio di essere stato derubato di 60 lire Fa* tesi una perquisizione nella camera comune, dove parecchi camerieri, dello stesso caffè, a tra i quali anche l'Arossa, ddTrdvano, la Po» tizia rinvenne invece negli effetti deirAroèa» stesso 'degli oggetti, che egli aveva a sua voi* la rubato ad un antico suo padrone. Goal contro l'Arossa fu elevato un processo, che terminò colla sua condanna a 7 mesi. Ma, per1 un errore nella sua identificazione in, cttazio>> ne, il processo fu annullato, e rinnovato aggi dinanzi alla nostra Corte d'Appello. Il proda* so sortì per l'Arossa esito migliore. Fu. con< dannato a 5 mesi e 25 giorni Presidente: D'Agliano; P. iM.: Cotomboc Difesa: avv. Porrome; cancelliere: Tomai*. Il "diritto alla stabilità dei medici condotti. La Corte d'Appello di Torino venne rtchieMa a pronunciarsi su un tema che riflette tutta la classe dei medici) condotti. Il dottor Gay Michele era stato momioato medico condotto ed ufficiale sanitario nel Connina di Vtllar Pellice, nel 1898 Successivamente nel 1897, costituitosi il Consorzio sanitario fra i Comuni di Villar Peffloè e Bobbio Pellico, venne (esso dott. Gay) nomtnato quale medico del Consòrzio predetto • tale nomina sempre mantenne fino a che inai1910, il Consorzio fra i Comuni surricordati ri sciolse. Scioltosi cosi il Consorzio, il dottor Gay ai ritenne avere diritto di riprendere il suo pa* sto di medico condotto ed ufficiate solitario di Villar Pelilice, pei diritti acquisii in tale carica prima della costituzione del Consorzio ed in base al capitolato del 1892 n Comune di Villar iPalttioe invece diffidò itdottor Gay 11 30 giugno 1910, che dal Ijo l'aglio 1910 esso era dispensato dal prestar» qualsiasi servizio sanitari© nel Comune diVillar Pellice. Di qui una lunga ed importante causa avanti il Tribunale di PinenSo, ad istanza del dottor Gay. per sentirsi « dichiarare acquisito in lui il diritto di stabilità njafli nomina a t'ita di medico condotto, e coaseguentemente dlchlararsi.il Comune tenuto » corrtepoadora a lui lo stipendio' annona e aene dami arsi al risarcimento dei danni». Il Tribunale di Pinerolo accolse pienamcavi to siffatte conclusioni. Ricorso' alla Coite d'Appello di Torino il Carmine di Villar Pellice, lamentando come ins giusta la sentenza pretrascritta e chiedendone la riparazione; ma la Corte d'Appello di onesta citta, con sua sentenza 11-23 dicembre 1912, ora definiti vamente pubblicata (estensore il cav. Spinigardi), ebbe a ripetere: « Dicliiiaira acquisito del dottor Gay Michel» il diritto di stabilità nella nonnina a vita tanta di medico condotto, quanto di sanitario iifflciale nel Comune di villar Pelliice; tenuto detto Comune a risarcire i danni sofferti dal dot» tor Gay. a proporsi e liquidarsi in prosieguo di causa, colle spese tutte a carico del Comune di Villar Pollice ». I diritti del dottor Gay etano <patrooinaà dagli avvocati Adolfo 'Bona, di Torino edT ariano Zola, di Pinerolo, e quale procurato!» l'avv, Lingi Buronzo, di Torino; quelli dalGomuno doM'avv. Vittorio iDebenedetti. e auato procuratore l'avv. Davide Valabrega, di TO- Cosi'con questa sentenza ì medici condotti si videro risolta una questione di somma Un- portanza, e sancito così un giusto pritocirto. che potrà avere una larga applicaste»» nSS

Luoghi citati: Comune Di Villar, Francia, Pinerolo, Torino, Villar Pellice