Il pirscafo "Regina Margherita" affondato nel porto di Genova

Il pirscafo "Regina Margherita" affondato nel porto di Genova Il pirscafo "Regina Margherita" affondato nel porto di Genova Nessuna vittima (Per teletono Ma Stampa). Donava 11 nettequal it l « piroscafo era stato in questi ultimi temPi ^ih^ ai viaggi in Soria ed era comandato dal capitano Pcscetti. Era arrivato parecchi giorni addietro ed era an postali della Navigazione Generale Italia na e che era passato poi alla Società Na rionale dei Servizi Marittimi, è affondato oggi in poco meno di mezz'ora proprio neJ. cc?tr0 d.el porto.di Gcn0Vache proprio oggi era passato dalla prò- g£ -Jt ^t^0^^^ na *'UMI* aeua S0Cieid 01 navi*azro e ^cafo Regina Margherita appro- fittava della sua fermata in porto per ese- ^ diverse riparazioni. A bordo .si tro- vavano oltre U comandante e leqmpaggio, Donava, 11, nette. Il piroscafo Regina Margherita, il bel transatlantico che era uno dei migliori dato ad ormeggiarsi al ponte Cristoforo Colombo in cima alla testata dove sorge il vasto capannone N. 1. Vicino al Regina Margherita si trovava il piroscafo Sannio, circa cioè un centinaio di persone, anche _» deU'ecraioaKtrio aveva abbandonato il Pane aeu equipaggio a-ve\a auDanaonaio u piroscafo. Affonda In mezz'ora Improvvisamente, verso le 12 e mezza, si vide la nave che cominciava a sbandare verso sinistra. Fu dato immediatamente il fischio d'allarme, ma in poco più di 20 minut* l'acqua era penetrata nello scafo, aveva invaso il compartimento ed aveva prodotto uno sbandamento da una parte „ verso u piroscafo aanmo. ìmmeaiatamen- ' & ev&nd\c°nfusione> tutte 'e [f*0™ ch)e.Cran0 a b°rd° P°ter°n° lersl in salv0- Dopo circa mezz'ora, e cioè alle ore 13, % W ™da™, ad ada?iai;8i, in f?ndo alI° specchio del ponte Guglielmo, indi nandosi sul Iato sinistro e andando ad investire violentemente il piroscafo Sannio, U Quale ha resistito mirabilmente all'urto, poiché non foce che una inclinazione di fwnlc»° «rado' riportandosi poi in perfet to equilibrio. Esso però ha riportato dan ni rilevanti. Quanto al Regina Margherita ora ormai an"°ndato completamente; solo il lato destro emerge alla superficie del l'acqua, per circa due metri : tutto il re acqua, per sto è scomparso. Al momento della catastrofe si trovavano a bordo del Sannio il comandante e l'equipaggio. E' indicibile la sensazione pro dotta ne8li ufficiali e nei marinai nel ve- dere scomparirò il piroscafo Jlegina Mar gherHeu i Sul posto si è recata l'autorità della Ca- ^erlì 3el Porto e del Consorzio per un sopraluogo inside ai dirigenti ed Ispettori delle Compagnie di navigazione. La probabile causa H piroscafo «Regina Margherita» affon dd 'cosi rapidamente che nessuno ancora ha saputo rendersi esatta ragione del di sastro. Si presume che diverse siano state le cause che l'hanno determinato. Il va- pore era sbandato arUncfalmente da un yft P^ faV°rire .^P-a.degH artefici ad dettl alla «Paràzione dei laniieroni costituenti lo scafo. Attorno ad uno dei lamie- ghiotti una grandissima quantità di acqua e cominciò a sbandarsi aul lato sinistro. Furono dati i segnali d'allarme, ma neu¬ roni gli operai stavano appunto lavorando ed avevano praticato dei buchi, circa una cinquantina, dove erano stati tolti i ballon! di raccordo. Corno l'acqua sia penetrata, producendo il primo squilibrio nella stabilità della nave, non si può assolutamente dire. Ruò darsi che sia rimasto aperto qualche king sten; sta di fatto, però, che i buchi praticati hanno favorito l'introduzione dell'acqua. Il piroscafo in pochissimo tempo in¬ „lno di ^0.-0 che nresenziavano la scena m 001010Presenz'avano la &cel^a e cne sono Pratlcl 16 conoscono la nave, eb bere la menoma speranza sull'intervento .AD JaJ -, #11 r, r\ 1 t, r- i r\ mtfmijt. XT ah t- ^ qoacama efficace dei mezzi di salvataggio. Non sono' certamente giunte sollecitamente nè le bar-| caccia del Dorto nè la nirobarca « San *T . .K ■ ' .___,„ „,,»„„„m„ „„„ . G">rS"> » del consorzio autonomo, per la ." Gl dl d quale necessitavano almeno 20 minuti per ottenere la necessaria efficienza di pressione. Comunque, se istantaneo fosse stato l'intervento di tutte quéste: imbarcazioni, ugualmente vano poteva riuscire ogni loro aiuto. Non appena fu avvertito il pericolo si tentò di evitare la catastrofe mediante alcuni robusti cavi d'acciaio tesi tra il piroscafo «Sannio», posto alla sinistra, ed il «Regina Margherita », ma i cavi subito si spezzarono, perchè non potevano sopportare l'enorme peso prodotto dall'invasione, delle acque negli scompartimenti. I danni del "Sanie., 11 «Regina Margherita.» si abbattè in un attimo e per poco non^indò ad investire il maggiore che gli stava a fianco: il «Sannio». I due alberi del «Margherita» si abbatterono contro il « Sannio » e per puro caso non lo danneggiarono più gravemente di quello che abbiano fatto. I danni del « Sannio » sono fortunatamente limitati alle soprastrutture, cosi andarono distrutte totalmente: una delle imbarcazioni di salvataggio, il lato destro del ponto di comando e buona parte della ringhiera dello stesso lato. Il porta-lancie del «Sannio» ha resistito mirabilmente all'urto, ciò che costituisce un'ottima prova di solidità della nave, che pure ha fatto una ininterrotta crociera durante la guerra lìbica. II Sanalo, che aveva appartenuto alla Navigazione Generale fino a ieri, oggi, come già dissi, era passato alla Società di navigazione « Italia », alla quale era stato testé ceduto. Mentre avveniva la catastrofe, si stavano appunto eseguendo i trapassi dei comandi nei diversi reparti ai nuovi ufficiali subentrati. Il piroscafo Regina Margherita, che pure ha prestato la sua opera utilissima durante la guerra in Tripolitania, giace ora sul fondo dello specchio d'acque prospiciente la testala del ponte Colombo, in attesa di essere ritornato ai suoi viaggi. L'operazione di recupero riuscirà certamente ardua, sebbene non pare presenti a priori grandi difficoltà, almeno in teoria. Per II ricoperò 11 piroscafo, infatti, non può correre l'alea del famoso vapore Principessa lo~ landa, quando affondò in circostanze identiche a Riva Trigpsa, subito dopo ii" varo. Infatti, a Riva Trigosn si ha un basso fondo sabbioso, dove in pochi minuti la nave è andata automaticamente affondando, aiutata dal flusso e riflusso del mare si che si seppellì nel fondo. Il Principessa Iolanda scomparve dopo tre giorni dalla super, flcie delle acque. Il fondo del nostro porto non può permettere una simile sorpresa. Frattanto il vapore è stato abbandonato alle società di assicurazioni, che dovranno provvedere al suo recupero. Il piroscafo Regina Margherita era comandato ultimamente ,'dal capitano Pescetta, genovese. La nave fu varata nel settembre del 1884 a Glascow, dove era stata costruita per conto della ditta Rocco Piaggio e Figli della nostra città. Essa stazza 2011 tonnellate nette e 3743 lorde, & lunga 120 metri, larga 13,05 e alta 8,52. Dna prima inchiesta Subito dopo avvenuto il disastro %sono accorse sul luogo tutte le autorità cittadin» e quello marittime. Sulla lancia del Consor* zio ha fatto una rapida inchiesta 11 capitano Casabona, che ha dato le saggie disposizioni che il caso suggeriva. Quindi giunsero il corani. Veroggio, capo della capitaneria dei porto; il capitano Angelo Boi* zo, capo marittimo della Società Nazionale dei Servizi Marittimi, armatrice del piroscafo; il capitano ispettore Isnardi, che con lodevole premura ha fatto tesoro della presenza dei noti palombari Strassera, Roncano e Ghio accorsi a prestare l'opera loro. Il Ghio, anzi, indossò l'abito e si tuffò nelle acque per farsi una idea del modo con cui si potrà stabilire l'ordine dei lavori par raddrizzare e sollevare la nave: Il disastro toccato alla RCfifina MargherU la ha fornito questa sera l'argomento ai 'discorsi cittadini; per aKuc, non ha prò |d« dotto eccessiva impressione dai momento che non si ebbe a verificare la minima disgrazia.

Persone citate: Angelo Boi, Casabona, Cristoforo Colombo, Ghio, Isnardi, Principessa Iolanda, Soria, Stampa, Strassera

Luoghi citati: Genova, Italia, Sannio, Tripolitania