Il Gran Veglione Verdiano al " Regio,,

Il Gran Veglione Verdiano al " Regio,, ULTIME DI CRONACA Il Gran Veglione Verdiano al " Regio,, 1 Maria Piave, uscendo questa mai- tina all'alba dal teatro npein dnvp «i »m re rato etpressameh^ dei suoi libretti, ci assicurava con tutta seriefà di aver improvvisata la strofe tra una coppa te l'altra di champagne, durante la gazzarra clie s'era scatenata dopo mezzanotte nella magnifica sala smagliante. Evidentemente il deK"o uomo (che fosse soltanto una copia del 9'^ si dimenticava che quei versi li aveva scritti qualche annetto fa, per un altro « Ballo hn maschera », ma il particolare non ha al- inUna importanza, dal momento che anche per gla festa di ieri s'adattavano a meraviglia. Poe- moeecarstan, de' palpiti e dei canti, perchè non ferrai il volo sull'onda del piacer? Ahimè!... la vita. 6 solo un sogno lusinghieri mcqnScFCLdsvcb -,, ,7 v""Y<r c g ^J^'S^^^S^.^^S.^ E ■ fantastica sinfonia di mille e mille voci in- b sieme! La sala rifulgeva nel chiarore profuso L dalle lampade elettriche ed ogni stucco della r decorazione aveva tenui barbagli d'oro, che ds'intonavano con la luminosità del palcosce- m nico. Ventiquattr'ore erano bastate per tra- a sformarlo ed a compiere il miracolo di svcl- u ^a j^a?°.Aat0 .ll lor^ ma«8l0J Jervoi-e lo u scenografo Gheduzzi, coadiuvato dal figlio, e,u v "'accbinista O ivero, il buon Tónin che è s l'arbitro di tutti ì meccanismi del Regio. Ecco ì u là, nello sfondo d'un cielo azzurro, cosi vero g che nardi toccarlo nnl riito. «in»»» noli., ci. « Quale, in una trasparenza chiara di nubi s'ai. A j?7up?ano iu™ 1 personaggi delle opere del a|MBe8teos dai crociatl ^ibardì a Falstaff, l L* maerhere .fi Le maSCOere 0| , piu soUecU. ^ giocondo c appena l»spalancati i battenti del Regio, hanno l'atto airruzione nella sala scintillante, dove i frac/cs i aper quanto irreprensibili recano una nota Lcupa, appena attenuata dagli sparati candidls- L simi; ma l'animazione s'accresce di minuto in S ( minuto : sfilano telette elegantissime, costu- oImi d'ogni foggia, a tinte pallide e delicate, o a violente e sgargianti, i palchi s'affollano e in !U\^*w!i 1» «aplgUa^ Jmraonda. sinteta. i :ialo> hono .ioni i coiaoni, squillano le tube'M! domine enorme d'un tronfio Falstaff che non tifu mai sottile, neppure quand'era paggio ed iha conservato il brutto vezzo di fare il ga- c'la,ltlì cou le «vispe comari»; Golia, che con s\CaronU ideò i costumi, indossa la maglia ai- Lgentea del Conte di Luna, è sembrato crescia to d'un palmo; Manca è un Trovatorino ih miniatura; Giovanelli, Fea, Massa-Sai uzzo e Frigerio rassomigliano deliziosamente ad una caricatura di Badamès; Caudina è diventato geloso come Otello, di cui indossa il giustacuore; Garrone è ua vecchio Silva con tanto di corno alla cintura e di corna caprine alle tempia; Azucena ha trovato che il Duca di Mantova è simpatico gentiluomo c si lascia corteggiare; Sparafucilc va in sollucchero per le ziugarelle; Rlgolctto in ciuque originali diversi — e che originali ! — itla il perfetto idillio cori .Alda, Oesdemona, Eleonora e Compa¬ gnia bella...; insomma 1 personaggi di Verdi si sono dati tutti convegno alla festa: non mancano neppure i Gigioni perseguitati dagli accalappiacani. Ma ecco rhn una ovazione frenetica prorompe dalla iolla: .Dina Galli, tramutata in una incantevole, squisitissima Traviata, compare sorretta dal suo « dottorone » Guasti che le aveva tanto raccomandato di non venire ai veglione e che, per far fronte ad ogni eventualità, si è fatto accompagnare da uno stuolo di farmacisti e di militi della Croce Verde, alati come altrettanti Mercurii. Ma Violetta è cosi ostinata 1 Si vede che sta male perche sviene ad .ogni istante, con grande disperazione di quel povero Alfredo.... Ciarli, incoin- snPLldpaaamfr,«,rWto Del SU° C°StUme mcolor di.... freddolina. La cameriera.... Bracci, che dall'anno scorso è molto ingrassata, ci assicurava che alla povera Traviata non restavano che poche ore, ma non ci ha poi spiegato per far che le rimanesse cosi poco tempo: probabilmente voleva dire per divertirsi. Difatti Violetta si è messa a danzare il calte-valli con mia foga birichina che soltanto Dina Galli può avere. I Mammalucchi venuti da 'Milano ccil permesso del loro imperatore, le hanno fatta una di¬ s n tutto il suo fulgore"e"ancora conUnuano*S giungere le masXratel ™èT™ie mita che veduta dai" palchi dà l'impressione mostrazioneentusasca.Non è dunque veto che i Mammalucchi siano tanto tremendi; quelli di ieri sera, possiamo assicurarlo, et» no ottime persone: Augusto Risi, Arnaldo Sartori. Maurizio Basso, Galileo Massei, LU" ciano Ramo, Camillo Boscia-lMarchese, Remo Fasani, Beniamino Gutierrez, Adolfo Vigonl e Cesare .Fanti, dell'Associazione deUa Stampa Lombarda. Erano accompagnati dal Consiglio direttivo, cioè da Attilio Fontana, Carlo Ru* so, Renzo Codara, Alberto Colantuoni e Ga? viani. I Mammalucchi, dunque, smaglianti nel loro costume cosi pittoresco, si sono ambientati su> bito ed hanno fatto del chiasso per cento. E che chiasso ! A mezzanotte la festa è già c> =uj»»uwi " «™ uubuivu veruna, une na E?,dlgato «°n entusiasmo ogni sua fatica alla bella riuscita della festa, ne erano entusiasti, Lo spettacolo era infatti degno d'essere ammirato Ma in tanta fantasmagoria domeTriordinare le idee e accennare alle innumerevole mascherate? Abbiamo veduto otto bellissime aigrettes che si qualificaorno dame greche; un Attila dall'elmo lucente dava il braccio ad una gentile Odabella... flagello dl cuori; poi una misteriosa signora dalla camelia « che si scopri essere Rosina Storchio, squisita in un elegantissimo abito di piaei antichi. La gentile artista si è recata a distribuire le Bpg «imiis « t ann»,;i„ rìc^m - r»_ = Ano buon gusto; un gruppo di sei lombarde alla prima crociata, in costume bianco e ccleste, disegnato da Golia; tre rossi papaveri fiammanti, due squisiti domino in viola... Ma 0 mutile! Con tutta la nostra buona volontà »0? riusciremmo ad accennare singolarmente agli innumerevoli costumi ed i dimenticati as|?lvano- qum(i,ì ll ,cromstaLJL-'^SSSLlSSri £ s*anotte una mirabile LeaÌa, del«>sanza e di giocondità ohe ha proS^!}™^?^^6^,qu^ degh, anni rep¬ oPnro^tnVaHv» ftrtSftteS^11 approssimativa di ciò che fu il Veglione VerUiauu' .... . - . II ricevimento) ed i premi la mezzanotte i rappresentanti dal Municipio hanno dato un ricevimento, in una tutti i giornalisti di Milano e di Torino uniti in una simpatica fraternità. Gli risposero i colleglli Abate-Daga per l'Associazione delln stampa subalpina e Attilio Fontana per quella Lombarda, poi lo stuolo ritorna nella sala slolgorante, magnifica. Frattanto la Giuria, eli comprendeva Leonardo Bistoliì, AamaJia Gaglielmìhfetti, Carola Prosperi, il comm. Cauvin, Giuseppe Bevione, Luigi Ambrosini e Abate-Daga, nella sua qualità di consigliere delegato dall'Associazione della Stampa Subalpina, designava i pruni premi: Il dono del Municipio di Torino toccò alia mascherata dei Mammalucchi; i\ premio alla mascherata più numerosa, fu assegnato alle otto aigrettes greche; il dono del <■ ritratto » eseguito dallo scultore G. B. Allearti, destinato alla signora più bella ed elegante, fu dato alla signora Panizza. Il viaggio a Parigi, tanto desiderato, toccò ai numeri 73 e 1061. Verso le due l'allegrezza della folla non ara scemata ancora, ma aveva mutato forma. Nel foyer del teatro erano imbandite le tavole e fu con grande entuisiasmo che le gioconde, scapigliate comitive le presero d'assalto. Anche l'Associazione della Stampa ha offerto alle Autorità ed ai colleglli milanesi un banchetto, durante il quale giungeva (mesto telegramma dal presidente delle Casa di Ricovero dei vecchi artisti di.Milano: «Assediato da una vera Legione di vecchie Traviale, petulanti ed ardite, sobillate da naplaoaii Otello e capitanate da impenitenti Simon Boccanegra e Conte Vberlo di S. Bonifacio, che vorrebbero venire in costume al ve- mnrU rimpianto toro flian™sino stretto per ragioni climatiche fare pressione ai loro bollenti spiriti inviando un saluto ed un augurio ai promotori di questa artistica serata ». ... Quando all'alba siamo usciti dal Regki, im coro scendeva fuori di tono: Libiamo! Libiamo nel lieti calivi... Tra lo somneggiare dPÌIu sciampagna finiva "•! bei so^no.

Luoghi citati: Mantova, Massa, Milano, Parigi, Torino