Rothschildiana

Rothschildiana Rothschildiana Carico eli iasacoesM « di miseria, un riveiidugliolo ebreo a nome Moses Amschel fuggiva a mezzo il 700 da Hanove.r, e andava a piantar le tende nel ghetto di Francoforte, aprendovi una bofcbeguocia da rigattiere sotto l'insegna de Sso scudo tosso, das Roihcs 'Schifa. Dai poco magnanimi lombi di quell'ebreo errante, ili cui non si seppe rimi donde venisse uè da chi fosse nato, doveva scendere la dinastia dei Eothschvld : una diuafetia ch'era destinata a. dominare tutto il ni ondo finanziar io, in iiii'asconsian© f ulmi nea e romanzesca che Ignatiue Balla ci racconta in un libro uscito l'altro giorno in fri¬ ghilteiTa, o il cui epilogo odierno si ©sse.nziain un patrimonio complessivo di dieci mi-h>.rdi di franchi. Fu senza dubbio UiuaStraordinaria serie di passi innanzi: di pass^'iltlila Mentccriato. Moses Amschel aioli mosse neanche il pri- rao, perchè morì povero nel 1754, lasciando in eredità .la sua miseria al figlia Maier, chegli era nato nel 1743. Maier sembrava fatto per la sinagoga, o venne accolto nel semi- nario israelita di Furth. Ben presto, peto, mise da parto i testi del Torah, inclinando piuttosto al maneggio di moneta. Fra le re- strizioni del seminario, egli dovette darsi eoìo alia numismatica; ma fu subito dellascienza applicata, la quale gli fornì al suo primo gruzzolo. Poco di poi, il numismatico rinunciava al rabbinato e scappava da Furth, correndo dritto ad Hanover, risoluto a vincere nella città stessa che suo padreaveva dovuto fuggire pieno di fame. In tre anni, entrato come commesso nella Banca Oppeuheimer, vi diventò socio del banchiere ; quindi, ingrossato il proprio gruzzolo, prese a ventanni la strada della più grandeFrancolorte, dove aprì una banca per suo conto^ appoggiandola sopra una bottega di rivendite nel quartiere giudeo. Lavorò come ìut negro, lottò con orgoglio di razza e di fedo centro le persecuzioni di allora; e fu audace e erudente, scaltro ed integro ad un tempo. Tanto che diventò l'uomo di fiducia e il consigliere finanziario del Langravio. Guglielmo IX di Hamau, il quale era un asiutiseamo uomo di affari e aveva ereditato nel 1785 uno dei più cospicui patrimoni dell'Europa d'allora. Anno ner anno, Maier Amschei si ingrandì; e presto le folgori napoleoniche gh offersero dello occasioni«plendido, permettendogli di lucrare anche più sulle guerre, sulle invasioni e sugli as-sedi. Egli iniziò in quei giorni, con un pre-stito di venti milioni alla Danimarca, quella serto di prestiti di Stato che doveva costituì- re la, formidabile specialità finanziaria dei suoi discondenti. Giunse nel frattempo la battaglia di Jena, o Napoleone era ormai sotto le mura di Francoforte. Il Langravio1 dovette far le valigie in tutta fretta per la Danimarca, ma affidò la più parto del suo , -, . - -ii , , ..colossale patrimonio alle mani sicuro del banchiere ebreo. Questo fu all'altezza d|quell'enorme deposito fiduciario. Nascose le gioie e le gemme del principe nelle sue botti di. vino e nei suoi vasi di fiori, e tutti i titoli li fece investire immediatamente in Inghilterra, pel tramite di un figlio. I commissari francesi piombati sulla città minacciarono bensì di impiccarlo por estorcergli qualche luce sulla ghiotta fortuna scomparsa; egli non aprì bocca, sfuggendo col suo scaltro viscidum© ad ogni stretta. E qualche anno più tardi, alleviatosi T'incubo napoleonico, la Banca già Amschel e ormai Rothschild restituiva, al Langravio di ritorno, non solo tutti gli scrigni e i milioni ricevuti in deposito, ma anche il rispettivo dumulo di interessi. Questo atto forma il maggior orgoglio della dinastia roChschildiana, nei cui palazzi lo illustra perfino qualche vasto dipinto murale. E se non fu che una semplice, naturalissima restituzione di roba altrui, i Rothschild conoscono troppo bene la provincia dei mestatori di moneta per rinunziare a gloriarsene... Comunque, l'onesto Maier spirò l'anima nel 1812, c lasciò cinque figli, legando loro, oltre un bel patrimonio, una corona di mòniti in cui si rispecchiano i più sani e vittoriosi capisaldi dello spirito ebraico: non abiurare giammai, sposarsi nella cerchia delia propria razza, restare uniti, condurre gli affari in comune, consigliarsi a vicenda, e consultare sempre, prima di ogni decisione, la propria madre. Così fecero d cinque figli; e si -racconta tra l'altro che la loro vecchia madre Gudula, avendo un giorno dinanzi una povera donna, la quale singhiozzava, perchè pareva imminente una guerra che le avrebbe strappato il suo unico ragazzo, potè confortarla così: « Non ti disperare. La guerra non ci sarà. I miei figli si rifiuteranno di provvederne i fondi! » Poiché i cinque nuovi Rctbschild» si erano messi intorno alla conquista di .tutta l'Europa finanziaria, e quattro stavano già entrando, a cavallo dell© loro inesorabili mule, nei loro vasti reami. Anselmo, il primogenito, era rimasto a Francoforte, alla tejt-a dilla Casa-madre, « moltiplicava la sua ricchezza c la sua potenza, benché vivesse una vita malaticcia e tristissima, avendo dovuto reprimere i! suo unico amore per tener fede a! mònito del padre. Salomone, il secondo genito, era emigrato a Vienna, vi aveva - dittato !e basi di una fortuna immensa, — quel!?, clic oggi può costruire a credito' delle DreadMttffltlt per l'Austria, — èd era riuscito, dopo fatiche erculee, ad aprire finalmente una brìoe-ia baronale per i suoi- successori nDllacinta dell'alta società più rigida e superba ohe ci fosse. Giacomo, invece, era ealato .sopra Parigi, e, superando i fratelli in genialità, vi aveva raccordato le finanze alla poLitica; e mentre fondava salda e potente la branca parigina dei De Rothschild, ragionava di poesia col suo intimo amico Heine. Carlo, poi, il quarto fratello, men fortunato dogli altri, aveva preso la via defini, stabilendosi a Napoli; e Nathan, l'ultimo, il più fortunato di tutti, aveva veleggiato pel nord, annidandosi a Londra. Non a caso Nathan, il fondatore della dinastia rothschiildiaua inglese, superò in fortuna i proprii fratelli. Perchè li superava tutti in genio finanziario. Fu il più grande- dei Roth6child: e lo rimarrà. Égli sbarcò in Inghilterra col protesto di mercanteggiare del cotone a Manchester per conto del padre ; ina di cotono non parlò più appena potè buttarsi a colpo sicuro nel vortice dello Stock Exchange. Allora prese la'tnttadman za britannica, e assunbo la su* netta posi zione di finanziere nella rocca della finanza iuteruazionale. Venne, di lì a poco, il giorno in cui il Governo inglese si trovò a corto tji 'oro, .mentre Wellington, cho guerreggiava ;sul Continente, no chiedeva d'urgenza per 'non dover troncare la campagna. Nathan ^ Rothschild travide la sua chance. Quieta- in-ente, con il volto della discrezione e l'accento di chi suole mantenere qualunque promessa, egli 6'impegnò presso il Governo , non solo di trovargli sull'istante venti mi lioni in oro, ma auche di farli pervenire sani © salvi a Wellington, in Portogallo. Nathan J confessò poi cho fu il miglioro affare della sua vita; certo fu il più arduo, perchè sej minato di ostacoli quasi insuperabili. Ma, j al giorno fissato, Wellington ebbe i fondi jta.ufco attesi; non accadde il più lievo in cidente; ogni ostacolo fu varcato in silem zio. 11 Governo inglese ne fu stupefatto;, e ; via via affidò all'astuto banchiere altre mis sioui del genere. Per questa trafila, Nathan .Rothschild gli divenne indispensabile; poco alila volta divenne indispensabile anche a qualche altro Governo in lotta contro Napoleone per l'Europa impoverita dallo I guerre. Egli mieteva a piena falce sowen- 'zionando ai danni del Córso specialmente l'Inghilterra e la Prussia. Da un angolo j della Borsa di Landra, il piccolo ebreo pan ciuto e un po' goffo, ritto sulle sue brevi gambette a punto interrogativo, col 6uo viso mellifluo e spugnoso incappucciato fino alle orecchie da un vecchio cappello a staio, giuocava alla caduta di Napoleone e. andava tramandola in retroscena, soltanto per arricchire eè stesso, nel segreto della sua avidità. E a gonfio vele andarono per lui gli eventi cho culminarono nell'esilio d'Elba ; i guai vennero solo quando Napoleone si alzò di nuovo a volo, e l'Europa ripreso a sudar jfreddo. Per Nathan Rothschild so pratili n S6ro dei giarrli d-„nsia ccel mortaIe ° delle Lottl wd foécmtò, cho 'sopra di lui, più !tarc1i) 6>mba6tì una leggenda. Raccontoro ,lo iafat4i clle y baachicrc la clU fortuila ; ePa onnai S0SlleEa ad lm fik) di TOfe> uon tè più riman6ro'ia casa> 0 pel Con. tinenfce, seguendovi di, campo in campo, come una specie di ccrrispondente di guerra, l'esercito inglese che marciava contro Napoleone per lo scontro supremo. Così, que . zito inviato speciale dello proprie ansietà si ,, ,. , /.-,/-. saTebba fiimtraente lU mezzo al a o e a a i e , o n l tramestìo sanguinoso di Waterloo; col cuore in sussulto, avrebbe seguito le fasi della battaglia; e-, in fine, visto sfasciarsi contro lo linee britauniclie- n'estremo slancio francese, egli sarebbe balzato in sella, avrebbe galoppato fino a Bruxelles, si sarebbe quindi precipitato, ad Ostenda, e qui avrebbe noleggiata a pronti contanti, per duemila lire, il più temerario dei velieri per travasare ipso facto Io stretto ad onta di una burrasca spaventosa che v'infuriava. Poi, sbarcato, a Dover, avrebbe raggiunto Londra con un servizio di diligenze per espresso ; e la mattina seguente, rotto di fatica e mezzo morto, sarebbe corso allo Stock Exchange, dove regnava un panico tremendo, giacché la sera innanzi si era diffusa per la capitale la notizia cho anche a Waterloo Napoleone aveva trionfato. Ma questo toiir de force, sebbene raccolto come oro colato dall'odierno romanzatore dei Rothschi'ld, non è che una leggenda. In realtà, Nathan, non amando niente affatto l'odor della poivero rimase a macerarsi io st^p ansio qui a Londra; e ia pruina novella del disastro ua- poleonico la ebbe da uno dei suoi innumeri 1 . _ . , ... . agenti.. Egli aveva intatti saputo organa- ami un meraviglioso servizio d'informa- ... ,. ,. ,., zioiiii occulte; capitani di mare e gentiluo- mini di corte, politicanti- c turisti erano ai . .... i , ,. suoi stipendi, come una gran ragnatela di- stesa su tutta l'Europa col mandato di non lasciarsi sfuggire neauche un moscerino di notizia che avesse potuto influenzare il mercato borsistico. Di più egli stesso, personalmente, si: teneva in rapida comunicazione col fratello Giacomo a Parigi, per mezzo di colombi viaggiatori. In parte, era immaginosa iniziativa; in parte, era Corruzione alla grande. Ma non giova cercare il pelo dello scrupolo nell'uovo finanziario ; ed è certo che il servizio d'informazioni particolari in cui Nathan profendeva somme favolose, lo riforniva di primizie preziosissime e lo- rimunerava al mille per cento. La prima notizia sull'esito di Waterloo gli fece guadagnare, in poche ore, o rapinare, venticinque milioni di franchi. Egli ia ebbe da un capitano di mare ; e, con. la gran novella ben chiusa in saccoccia, si recò allo. Stock Exchange e vi ordinò a tutti i suoi agenti segreti di, acquistargli più azioni- che potessi-ro. Appena i suoi colleglli, in quella tragica mattina, lo videro comparire-, gli lessero in faccia la conferma della vittoria di Napoleone. Nathan seppe recitare ecei beile la parte de! condannato a morte, ohe pareva, invecchiato di. dieci anni in una sola notte. Tutte le azioni caddero giù di colpe.; gli agenti di Rothschild comprarono a man salva, quasi per niente; e la sera, alla rc-.-a dei conti, la cassaforte del banchiere si trovò impinguata di venticinque milioni, giacché liei pomeriggio stesso un ufficialo trafelato aveva pòrto a! Principe Reggente un messaggio in cui Wellington gli annunziava la sua vittoria c la line di Napoleone... . Ma non bisogna invidiare al più grandedei Rotheehikì il colpo, -•- o la rapiùa, ~- dì Waterloo1. Ad onta della sua potenza e dai suoi milioni, anzi per causa dei suoi milioni, egli fu il più infelice degli uomini. Non trovò conforto che negli affari; e a suo figlio lasciò detto di * dedicare la mente, l'anima, il cuore, il corpo e ogni cosa, agii affari, perchè è il solo mezzo per esser© felici ». Appena abbandonava l'ufficio e laBorea, — o doveva pure abbandonarli, almeno per mangiare e per dormire, — il disgraziato agonizzava. Stanco pel lavoro compililo, egli, tornava a casa per trovarvquasi invariabilmente qualche lettera minatoria e ricattatrice: o la borsa o lo vita! E viveva in un terrore porpetuo. Finì per dormire con una rivoltella carica sotto iguanciale, e por travedero in ogni sconosciuto un 'assassino in agguato. Una volta due umili banchieri di provincia andarono a visitarlo, c, presi dalla soggezione, cercarono in saccoccia ,le loro lettere di presentazione, balbettando confusamente. Kothsoliild si mise ad urlare al soccorso, e .scaraventò un registro in faccia al visitatore meno discosto. Alla fine, nel 1S33, morì mezzo idrofobo. Il figlio Lionello no raccolse l'eredità ed i metodi; e, nella sua camera, eseguì tanti prestiti di Stato per cinque miliarddi franchi. Egli chiuse gli occhi meno inquieto del padre; e i suoi tre figli vivono e vegetano ancor oggi, attivi e bonari, alla testa della più gran ditta bancaria che csia. Il primogenito è Pari d'Inghilterra; ma lavora sempre, coi due fratelli, nel famoso ufficio di Swithin's Lane. I tre vecchietti siedono di solito a tre scrivanie in un gabinetto comune; e lavorano, lavorano uniti, a far soldi, ancora soldi, senpre soldi, e a sfilare il rosario della storia segreta d'Europa, che in parte passa ancora per le loro mani. Se siano felici, non soricordo però che, l'altranno, uno dei tre scampò per un filo a mia revolverata. E quanto alla storia segreta d'Europa, anche questa tende ad assottigliarsi fra le loro dita T ? • i •»..La-potenza che il loro oro _ esercitodietro troni e governi, massimo ai di deloro bisnonno, è in via di liquidazicìneTempora mutaniur. Gli Stati son meno poveri e si amniinistrano meglio; poi, certuni si permettono fino dil lusso di far la guerra a dispetto della finanza internazionale, chiedendo fondi sopratutto al proprioSIR KODAK.