La tendenza pacifica della Russia

La tendenza pacifica della Russia La tendenza pacifica della Russia Lo scacco della politica di Poincaré (Nostra corrispondenza particolare). Pietroburgo, 0 gennaio, Come già ebbi a notare nella mia ultima ettera a proposito delia questione dei con- nni albanesi, la disposizione degli animi qui viene tacendosi piuttosto conciliativa, v e~cheVstato~un erróre"imperdonabile non approfittare di un'occasione la quale prò- bai umente non si ripresenterà tanto pre- sto, malgrado i comizi slavofili e le ven- dite di bandiere slave continuanti a tutt'og- gi, e forse fino a qualche settimana addie- ro segretamente caldeggiati dal Governo,, si può ormai dire con relativa sicurezza'aie il Gabinetto sia entrato nella fase del pacifismo. E' già un fatto abbastanza si- gnifitstivo che in casa di Kowalewski, il urto campione dell'» idea russa », abbia avuto luogo, sere or sono, una riunione n prò della pace. Nel pubblico la cosa ha prodotto un certo scandalo, ma probabil- niente Kowalewski non è il solo responsa- bile dell'abiura e non ha torto ehi vuol vedervi piuttosto una pressione esercitata;dalle sfere governative per temperare i bollori dell'opinione pubblica. Lo Zar è ve- nuto, per giunta, qualche giorno fa a in- sediarsi qui al Palazzo d'Inverno e ciò- ha reso più facili e continui i suoi rapporti coi capi del Gabinetto, sottraendolo per contro all'influenza militaresca e bellicosa dei drcoli dlX'orte, che cominciava a far-si sentire in modo preponderante. Ciò vaconsiderato come una vittoria personale di Sazouoff e di Kokozeff, poichù questa par- tenza precoce da Tsarskoi'e-Selo jappresen-ta una notevole deroga alle consuetudini imperiali ed ò il risultato di laboriose e delicate manovre condotte felicemente atermine nei retroscena di Corte. Sia detto di volo, l'anticipazione del ritorno alla ca- pitale ha anche risparmiato alla Duma il consueto viaggio di ossequio a Tzarskoi'e- Selo, lusingandone l'amor proprio e con- sentendole di interpretare la novità corneun passo di più sulla via di Damasco del-le guarentigie liberali. Per una ragione o per l'altra, le azioni del Governo sembra-no in questo momento di nuovo in rialzo; e tanto vuol dire che sono in rialzo anche le azioni della pace. Beninteso, si tratta sempre di indizi. Al Palazzo del Ponte dei Cantoni si continua ad essere riservatissimi e non si biscia trapelare assolutamente nulla riguardo ale vere intenzioni della Russia. In gene-raie h consigliabile diffidare delle notizie che corrono, specie di quelle trasmesse e raccolte dalla stampa francese. Riguardo, per esempio, alle voci corse di colloqui di-retti fra Vienna e Pietroburgo qui si ma-nifesta molta incredulità. E' assai proba- prc bile che i due Gabinetti iudaghino sui rispettivi ii programmi minimi » : ina tale opera di scandaglio si effettuerebbe in ogni caso pel tramite di una terza potenza, presumibilmente della Germania. A difetto di notizie di fonte russa, è necessario qui riportarsi a quanto si pensa o si dice nei circoli diplomatici. Stamani ho avuto la fortuna di ottenere, giusto da uno dei personaggi esteri che pigliano in questo momento più attiva parte al disbrigo degli affari attinenti alla crisi, un lungo colloquio dal quale ne è scaturito un quadro della situazione che ho ragione di ritenere sufficientemente esatto. In seguito a passi e iniziative di taluni Governi, si sarebbe ottenuto già almeno una cosa di positivo: di escludere dal crogiuolo della chimica internazionale la pericolosa tendenza già affermatasi di porre a fronte un gruppo di Potenze contro l'altro e considerare l'attuale conflitto come una questione fra Triplice Alleanza e Triplice Intesa cui sia connesso il prestigio o la preminenza dell'una o dell'altra. Fin qui il grande ostacolo all'abbandono di tale tendenza era rappresentato dalla Francia. La Francia ha capito molto bene come da un paio di mesi a questa parte ira Russia e Germania siansi stabiliti cordiali rapporti di reciproca fiducia: e questa non è constatazione la qualo potesse certo lasciarla indifferente. Impedire il consolidarsi di tale ravvicinamento, ecco il suo programma. Come riuscirvi? Il mezzo, per un uomo di idee larghe quale il signor Poincaré, non poteva essere che uno: rinserrare i legami che stringono la Russia alla Triplice Intesa togliendo la questione di Oriente dal suo terreno naturale e facendone una questione di equilibrio euro J160 Pos.te m c?utrasto Alleanza e Intesa, la Russia sarebbe venuta nuovamente a trovarsi nella sua primitiva situazione di nemica della Germania e i legami di buon vicinato recentemente annodati sarebbero S&Hferswsss dell'ostilità franco-germanica, al piano del signor Poincaré non potrebbe negarsi il merito di „na certa fjri(;Zza. Ma niiustre nomo ili Stato e forse prossimo Presidente della Repubblica non ha saputo calcola¬ re esattamente il peso che a quel narticoiure e molto specioso interesse francese è lecito attribuire in questo momento sulla bilancia dell'interesse generale delle Potenze. La lìussia, più avveduta e più equa asti matrice delle cose, o forse anche semplicemente perchè messa sull'avviso da qualche opportuno gesto della diplomazia di altri paesi, si è accorta in tempo di es-. sersi posta su una strada falsa, e «lì farai un po' troppo il gioco dell'alleata, e ha cominciato a pendere verso altri consigli. Ij giornali pietroburghesi, sempre piuttostoi cui vengono tenuti a suo riguardo, segui-; tano ancor oggi a parlare grossamente df| « Triplice Intesa » e di « Triplice Alleanza "> come di due campioni lottatori soprai, una piattaforma di circo. Ma nelle sfere go-| vernative tale fase^ sarebbe ormai definiti* vamente superata r j Non opposizione di gruppi di Potenze* inmdi. come sembrava Bino a qualche: giorno addietro, e non pericoli di conflati ^azione : bensì attività concorde per uno! studio imparziale, concrèto e il più possi-») m* sereno dei vari problemi in gioco, che; sollecitano una soluzione pronta, si, e radi-j cale, ma la cui entità non è poi cosi gran-, de. da imporre all'Europa l'oblio del suo. P1UT grande interesse, quello della pace, Nella specie, la politica francese avreb-j Je subito un nuovo scacco. Ma la' politica, francese attraversa da un anno un pe-< "odo di tentativi disgraziati, ai quali sii comincia già con l'abituarsi. L'amarezzaJ d altronde abbastanza giustificata, dellaii cessione del pezzo di Congo in cambio delj duro osso marocchino, le ha suggerito, n.?r S,ro pochi mesi tutta una serie di più 0"11,800 ingegnosi' espedienti per-riportare un successo qualsiasi, almeno morale, ìu-P campo della politica europea, e il s'pmor, p°incarè ha fatto del proprio meglio peri rendersi necessario e per intromettersi in UI1 modo o nell'altro in questa enorme cii^ f' 01 Oriente'che pareva e pare, man» a' farl° apposta, riguardare tutti in Europa! r>'?"ne la Francia. Tuttavia l'Europa non; rfl ha Permesso di giungere, per ottenere 10 scon°> sino a trascinarla in una guerra) generale, ed ecco almeno una responsahi-t '1,"1, chf a,la politica della Repubblica e' stata risparmiata. Sl tratterebbe, è vero, fin qui, di risultati «neramente psicologici. Ma, a giudizio del diplomatico cui debbo tali confidenze — il qu:ale lrova31.. ripeto, nella migliore situa-* S0101' »»'°Prm, la questione dei confini deli } ->'bania non può presentare „ ostacoli ob'« '"ettivi e concreti tali che non riescano pi',ma 0 Poi sormontabili. j *' esposi già nella scorsa settimana co-* ™8. verrebbero probabilmente risolute le* difficoltà a proposito di Scutari. A propoli zione per giudicare con imparzialità e sin-» felicità dei vari elementi dell'odierno qua-» dro apolitico — il vero pericolo della crisf sarebbe appunto di natura psicologica. &> liminato l'elemento torbido' della gara di ■ . .- propo* sito dei confin* orientali dell'Albania il problema sarebbe un poco più complicato, nel senso che non si può effettivamente: stabilire con precisione se Prizrend, Ipeki e Giacova sieno in realtà albanesi o serbe di popolazione, essendo popolate in eguali misura da albanési e da serbi. Tuttavia; anche su questo punto molto dipende dafi la tesi che vorrà sostenere l'Italia. Che lai discussione possa dar luogo ad un serio attrito austro-italiano sembra improbabile, dato che in ogni caso si tratta di una discussione cui partecipano tutte la grandi Potenze insieme e il cui scopo è precisai mente quello di evitare dissensi particolari diretti fra Governo e Governo, e quindi di prendere in considerazione non soltanto l'interesse austriaco p l'interesse italiana o l'iuteresse serbo o l'interesse russo coma fattori isolati, bensì tutti gli interessi ili blocco dei sei paesi, considerati come iute-, ressi generali europei. Ad ogni modo ài possibile che qualche momentanea diver-i genza austro-italiana sorga sulla questio* ne dei confini orientali albanesi. L'Italia* che ha, per la naturale logica delle coso, sentito il bisogno di appoggiare l'Austria quando si è trattato di limitare' l'accesso della Serbia in Adriatico a un semplice sbocco economico, non può, per la medesima logica delle cose, sentire il medesimo bisogno oggi di fronte alla nuova questione. A noi conviene evitare il pericolo di ogni nuovo colpo che possa portarsi al vecchio sogno italiano di fure dell'Adria-, tico un mare nostro, ma conviene altresì favorire, entro certi limiti, ia Serbia nello sue ben giustificabili aspirazioni di espansione all'interno della penisola balcanica* Posta al sicuro la questione generica dell'autonomia albanese, salva l'integrità dell'Adriatico, il nostro interesse più evidente ci detterebbe ora di favorire, sui punti specifici che cadranno l'uno dopo l'altro sotto l'esame della Conferenza del Foreign, Office quelle soluzioni intermedie che entro i limiti del possibile e dell'equo, permettono di accontentare il Montenegro e la Serbia. Se divergenze sorgeranno fra>Italial ed Austria è da presumere che esso sa. ranno di lieve entità e di carattere amichevole, dati in parte gli eccellenti rapporti oggi stabilitisi fra i due Governi e in parte il fatto che l'Austria — in questo momento, per così dire, isolata in Europa —, ha assoluto bisogno di noi. Il secondo di tali fattori politici, in ispecie, dovrebba #ssere considerato in Italia, onde trarne argomenti di decisioni, per quanto concia, lianti e ragionevoli, sgombre di preoccu* pazioni e di incertezze di qualunque genere, OONOITTO PETTINATO, j

Persone citate: Intesa, Kowalewski, Poincaré