Grey aveva parlato chiaro

Grey aveva parlato chiaro Il "Libro Azzurro 99 Grey aveva parlato chiaro », 16. Eccovi nuovi documenti del libro Azzurro. pubblicato dall'Inghilterra : « Mister Beaumont, Am.haseia.tore d'Inghilterra a Costantinopoli, a Sir Edward Grey. - Costantinopoli, 39 luglio. "Apprendo che le mire politiche deM'Au- - stria oltrepassano- considerevolmente il Sangiaccato e l'occupazione di territorio ■ serbo, & scopo punitivo, «o potuto dedurre > ciò da una osservazione lasciata cadere da• questo Ambasciatore d'Austria, il quale ha : parlato della deporevole situazione di Sa- • lonicco sotto l'amministrazione greca, e de- ■ gli aiuti su cui- l'Esercito austriaco poteva i contare da parte delle popolazioni mussulirnane scontente del regime serbo». " Sir £. (losche/i. Ambasciatore di Inghil- ■ terra a. Berlino, a Sir Grey. — Berlino, i9 ■ luglio. « Il Cancelliere mi ha. fatto chiamare stas- ■ sera. Sua Eccellenza era allora tornato da c Potsdam. Egli mi ha detto che se l'Austria• fosse attaccata dalla Russia, temeva che la i conflagrazione europea potesse divenire inei vitabilc per l'obbligazione che la Germania | aveva come alleata dell'Austria, a dispetto 'dei suoi -coni innati sfòrzi per mantenere la■ pace. Quindi, egli ini prospettò la tesi della< neutralità britannica nei termini seguenti: ' Disse che gli era chiaro, per quanto egli> poteva giudicare dalle idee direttive dell-- politica britannica, che la Gran Bretagna "ìion poteva tenersi indietro e permettere r che la Francia fosse schiacciata in un i eventuale conflitto. Tuttavia, questo non era i lo scopo a cui mirava la Germania. Ammeti te che se si potesse venire alla neutralità i inglese, sarebbero date al Governo britan ■ nico tutte, le assicurazioni necessarie sulla « rinuncia da parie del Governo dell'Impero <a fare acquisti territoriali a spese della c Francia, se la Germania dovesse riuscire• vittoriosa dall'eventuale guerra. Allora ho i interrogato S. E, intorno alle Coionie fran: cesi, ma égli disse che, a questo riguardo. i non poteva dare una simile assicurazione. Per quanto riguarda l'Olanda, S. E. disse : che (ino a che gli avversai! della. Germania rispettassero l'integrità e la neutralità dei Paesi Bassi, la Germania era. pronta n dare al Governo di Sua Maestà assicurazioni che essa farebbe altrettanto. Dipendeva no dalla Francia, poi. te operazioni che la Germania poteva essere obbligata ac> i intraprendere nel Belgio, ma quando la guerra fosse finita, l'Integrità del Belgio sarebbe rispettata se esso non si fosse setùeraio contro la Germania. « Sua Eccellenza fini col dire che dal giorno in cui era stato, nominato Cancelliere, lo scopo deiìa sua politica era stato quello di stabilire una intesa con ringhllterra. Egli ha fiducia che questa assicurazione possa formare la base di questa intesa che tanto desidera. Il suo progetto è quello di ina intesa di neutralità generale fra 'l'Inghilterra e la Germania, sebbene senza dubbio fosse prematuro discuterne ora i particolari, ma l'assicurazione della .neutralità britannica nel conflitto, che la presente crisi poteva presentemente produrre, poteva dargli la speranze della realizzazione del suo desiderio. Aven domi S. E. chiesto il mio pensiero sulla ini pressione che la sua domanda poteva farvi, gli ho detto che noti mi pareva probabile, a' punto in cui erano le cose, che voi vi swest'impegnato in una azione determinata e eh. 10 credevo desideravate conservare piena libertà ». « Sir Rennel Bodd a Sir Greg, Roma, 29 lu Olio. « Il Ministro degli Esteri pensa che il mo a mento è passato ver °sni discussione ulte« riore in-base alla nota alla Serbia in viste « della comunicazione fatta oggi dalla Russi:' « a Berlino sulla mobilitazione parziale. Egli » spera che tutto ciò che resta a fare è che la « Germania adoperi la sua influenza a Vienne « onde prevenire a moderare ulteriori richiesta « a danno della Serbia ». Sir Edward Grey a Sir F. Berthie ambascilitare d'Inghilterra a Parigi. Foreign Office, 29: luglio. a Dopo aver delto oggi al signor Canibon come mi sembrasse grave la situazione, gli : dissi che oggi stesso avevo voluto dire chia: ramente all'ambasciatore di Germania che il tono amichevole delle conversazioni, da me avute con lui, non dovevano Indurlo nella : falsa sicurezza che noi potremmo tenerci in : disparte se gli sforzi che in questo momento : noi facciamo, d'accordo con la Germania, per11 mantenimento della pace, fossero riusciti vani. Tuttavia, continuando, ho dichiarato al si i gnor Camboh che io credevo necessario dire i anche a lui che la nostra pubblica opinione : considerava la difficoltà presente da un punto . di vista affatto differente da quello della dìfi flcoltà marocchina di alcuni anni fa ». « Nel caso del Marocco la disputa era una di « qupllc nelle quali la Francia era priucipali mente interessala e nella quale sembrava che• la Germania, desiderando di schiacciare la< Francia, andasse cercando una questione con■ la Francia stessa su un problema che era « stato oggetto di una speciale intesa tra la « Francia e noi. o Nel caso presente, la disputa Ira l'Austria «e la Serbia era una di quelle dispute per le «quali non ci sentivamo chiamati a-parteei- > pare; anche se la questione divenisse austro- • russa, noi egualmente non ci sentiremmo in {.obbligo di spandervi parte. Sarebbe questo «difatti un problema di supremazia fra teu«. toni e slavi, una lotta per la supremazia nei «Balcani, ed era sempre stata nostra idea di « evitare di esaere trascinati In una guerra a - proposito di una questione balcanica. Se poi « la Germania e la Francia venissero ad essere « implicate nella faccenda, noi non avevamo "ancora stabilito quello che dovessimo fare. « Era questa una cosa che dovevamo ancora < prendere in considerazione. La Francia, in « questo caso, sarebbe stata trascinata in una « questione da lei non provocata, ma nella « quale, in vista della sua alleanza, del suo « onore e dei suoi interessi, era obbligata ad « entrare. Noi eravamo liberi da impegni e « noi dovevamo allora decidere ciò che l'intc« resse britannico ci richiedeva di fare. « Ho pensato che era necessario aggiungerò « che noi avevamo preso tutte le precauzioni • per ciò che riguarda la flotta, ed aver lo « avvertito il principe Llcnovich che non do« veva contare sulla nostra assoluta neutralità «non doveva far supporre al signor Cambon « che questo voleva dire che noi avevamo già « deciso ciò che si doveva fare in una con« tingenza che io speravo ancora di poter evi'« tare. Il signor Cambon mi disse che io avevo «spiegata la situazione con molta chiarézza. « Egli aveva compreso che in una questione bal« canica, che in una lotta per la supremazia « fra tedeschi e slavi noi non ci sentivamo in «obbligo d'intervenire, ma se dovessero so« prawenire altri avvenimenti e se la uerraa« nia e la Francia entrassero in giuoco, dimo« dochè la questione divenisse una questione « di egemonia europea, noi avremmo allora « deciso ciò che per noi era necessario di fare. « Egli mi sembrò completamente preparato a « questo, giacché non sollevò alcuna obbiezto« ne. Egli mi disse che l'opinione francese era « calma, ma decisa. Egli si attendeva una do« manda da parte della Germania alla Francia «perchè il suo paese restasse neutrale, mentre « là Germania attaccava la Russia. Queste as« sicurazioue certamente la Francia non po« te va dare, poiché si ora obbligata ad aiutare « la Russia se questa Potenza fosse attaccata ». « Sir E. Grey a Sir tìoseluh, Foreign Offlpe, « 29 luglio. « Dopo aver parlato all'ambasciatore di Ger« mania nel pomeriggio d'oggi sulla situazione « europea, gli dissi che desideravo esporgli in « forma del tutto privata ed amichevole qual« che cosa del mio intimo pensiero. La situazio« ne ara gravissima. Finché fosse ristretta ai « problemi finora sul tappeto, noi non pensa« vamo di mischiarci, ma se la Germania pren-, « de un'azione diretta e la Francia quindi con « essa, la questione poteva diventare cosi gra« ve da Involgere tutti gli interessi europei. Io « non desideravo che egli fosse ingannato dal « tonoi amichevole delle nostre conversazioni. • che io speravo potersi continuare, e credesse « che noi potevamo tenerci a parte. Egli mi « disse di comprendere perfettamente questo, « ma mi chiese cosa io intendevo dire con il ■ parlare di intervento nostro in certe circostant afe. Risposi che non desideravo, nel dire que« sto, usare una qualsiasi espressione che poi tesse sembrare una minaccia o una forma di i pressione. Intanto era escluso il nostro inter- • vento se la Germania o se la Francia non <i venissero ad essere implicate, ma che egli ■ sapeva benissimo che se questo avvenisse,.gli ■ interessi britannici, secondo la nostra opinione, ci ponevano nell'obbligo di intervenire e noi dovevamo intervenire subito e che la i nostra decisione doveva essere rapidissima • non altrimenti di quella di altre Potenze, « Io speravo che il tono amichevole delle no« stre conversazioni potesse ancora continuare ' c che io potessi tenermi a contatto ancora . con il Governo tedesco pei- l'opera della pace, ma se .noi non fossimo riusciti in questi < nostri sforzi pacifici e se la situazione fosse divenuta tale da mettere praticamente in que> stione tutti gli interessi europei, io non desi. deravo che egli potesse un giorno rimprove- ■ rarmi che il tono amichevole di tutte le no- • stre conversazioni avesse ingannato lui ed il « suo Governo facendo credere che noi non « saremmo entrati In azione e che egli potesse i rimproverarmi che, qualora la Germania non i fosse stata ingannata, gli eventi avrebbero « potuto prendere una piega differente. « L'ambasciatore di Germania nulla obbietta « a ciò che gli avevo detto ; mi disse anzi che « ciò corrispondeva alle Informazioni da lui « date a Berlino ed alla sua opinione personale « sulla situazione ». ( « Sir Grey a Sir M. De Bunsett, Foreign Offl,« ce, 29 luglio. « Il conte Mensdorff, l'ambasciatore au« striaco di Londra, mi ha detto che la guerra « con la Serbia deve continuare. L'Austria non « poteva essere disposta alla necessita di mo« buttare ancora, come essa aveva dovuto fare «negli anni scorsi. Essa non nutre idee di in« gradimento territoriale e non desidera altro » che di assicurarsi la tutela dei suoi interessi. « Gli dissi che, pure senza apparentemente le« dere l'Indipendenza della .Serbia, con lo strap« parie dei territori, sarebbe possibile di fare .. di questa una specie di Stato vassallo. Il « conte Mensdorff protestò che questa non era « l'intenzione del suo Governo. Rispondendo « ad altro ulteriori mie osservazioni circa lo « effetto che l'azione austriaca poteva, avere » sulla posizione Balcanica, della Russia, egli » mi disse che prima della guerra balcanica, « là Serbia era stata sempre considerata come « uno Stato appartenente alla sfera di. influen« za austriaca'».