Chiusura del primo ti periodo del processo Magrini - "Idea Naziole"

Chiusura del primo ti periodo del processo Magrini - "Idea Naziole" Chiusura del primo ti periodo del processo Magrini - "Idea Naziole" (Per telefono alla Stampa). 31, sera Roma Siamo all'ultima udienza dal primo .periodo idei processo Magrini-idea Nazionale. 11 processo sarà sospeso, Uopo questa udienza, e rinviato al 18 agosto per udire le deposizioni del testimone Besani, impiegato delle poste a tVallona, del pubblicista Corrado Zoli ed anche per udire la lettura «della rogatoria del generale Ameglio che avverrà l'il agosto a Bengasi. Poscia il processo sarà nuovamente sospeso e ripreso il 29 agosto per la lettura delle ultime rogatorie e la discussione della «ausa. La soddisfazione per il periodo di ripoco, che comiucierà domani, dopo circa un mese di indefesso lavoro, è sul volto di tutti. 11 pubblico è numeroso come al «olito, e nel pretorio, fra i presenti, vi è anche l'avy. lgnaìzio Scimonelli, ritornato mentre si apre luì'dienza. dal duello col capitano Castoldi. 'L'avvocato Sciroonalli, che appoggia una mano i all'apertura della giacca, appare di ottimo umore e riceve le congratulazioni dei magistrati, degli avvocati e dei giornalisti. L'udienza di oggi è destinata sopratutto a chiarire un punto importante del processo, cioè l'at terribilità della deposizione del pubblicista Mastroviti, corrispondente della Tribuna da Cerivi. W quale ha dinanzi al Tribunale affermato che 'Luciano Magrini cercò di corromperlo perche egli scrivesse a favore della Orfici st . 'Un altro testimóne, il conte Ci Laurenzaua console d'Italia a Ginevra, in una udienza de pose favorevolmente al Mastroviti, mentre un terzo testimone, il Silvestri, avrebbe detto che con cinquanta lire al Mastroviti si fa dire tutto ciò che si vuole. La difesa del mazionaKstti. in seguito alla deposizione del Silvestri, avrebbe voluto mettere a confronto il testimone DI Laurenzana col testimone tenente ' altviaci rarcatco tocviasepcari sgilarmranIrascativmoconal chriscorLale, ufpoarprtrfùnofùstlecoAle GdoGervasutti, al quale egli parlò benevolmente. condel Mastroviti. Essendo il Di Laurenzana par-! siotito da Roma, ila difesa dei nazionalisti ha lo Ichiesto che siano nuovamente interrogati il A'testi Mario Corsi, Paolo Giordani e tenente forGervasutti per sapere ciò che risulta intomo al RoGDMastroviti. I testi Mario Corsi e Paolo Giordani Viene introdotto innanzi tutti il testimone Mario Corsi, che ha già precedentemente deposto. n Presidente: — Conosce qualche fatto detenmiiiato circa l'onestà e la moralità del Mastroviti? , Corsi: — Posso r\'n''& un s'udi'l" <1j;> dal direttore della Tribuna, Olindo Malagodi 6tezaPsaCMacodescSette od otto giorni or sono, nella Redazione ; Ladella Trihmm il collega Paolo Giordani disse nedirettore Malagodi: «S* elio vogliono at-jCulaccare il Mastroviti, corrispondente della Tn-la \buna a Corfù». E Malagodi rispose: «Lo ! sapevo da parecchi giorni. Infatti io ho comI piato un'inchiesta sul conto del Mastroviti, ine, mi è risultato che egli.è. persona assolutamente onesta. Come giornalista il Mastroviti ha fatto il suo dovere, le sue corrispondenze inon furono mai smentite ». ; Viene ora a deporre il teste già udito. Paolo Giordani, redattore della Tribuna. Il Presidente gli domanda se gli risulti qualche fatto riguardante la moralità del Mastroviti. Giordani risponde : « Io informai ii direttore dizacofeve(I ... ... .. .... .. , foUafTribuna'che la parte civile nel processo:uMagrini avrebbe attaccato, sulla moralità, il nteste Mastroviti, dovendo questi deporre sulla Aofferta illecita fattagli da Luciano Magrini, vfllMalagodi mi rispose chea già'precedentemente aera stato informato di questo, ina che aveva ncompiuto delle indagini e che nulla gli era ri-:seuluno a carico del Mastroviti. Ed era risul-| tato altresì che. allorquando il Mastroviti. a- eveva constatato che la Grecia durante la dguerra italo-turca ostacolava gli interessi ita- dani, non aveva esitato a stigmatizzare viva- . clliente, sebbene residente in Grecia, la condotta gdelia Grecia stessa. ' j tuPresidente: — Le risultano fatti specifici ri- qguardanti il Mastroviti? - {c: Giordani: — A me personalmente no; ma s'posso i-ilerire ciò die mi ha detto in un se- Icondo colloquio il direttore della Tribuna. La àsera del giorno ni cui il conte Di Laurenzana ddepose in Tribunale, io parlai nuovamente col cmio direttore e gli dissi che al Tribunale era n,risultato che il Di Laurenzana. console d'Ita- -/llia a Corfù, aveva privatamente dato pessime etaformazioni del MastrovSti. 11 direttore detla m.Tribuna mi rispose che queste informazioni r•dovevano essere inesatte. 11 Malagodi mi disse cche gli risultò che il Mastroviti fu promotore h» Corfù ed a Vallona di numerose sottoscrizioni per ia,« Dante Alighieri » e per i dan: raggiati dal terremoto. Tutti i fondi Tac-eolti ■li aveva regolarmente versati al console Di i Laurenzana. « li Malagodi mi disse pure risultargli che !J1 Mastroviu è attualmente rappresentante a : iVallona di una forte 'Società italo-albanese che gli affida un maneggio di denaro per 800 mila lire, maneggio nel quale il Mastroviti non solleva, mai lagnanze. Malagodi, continua zmlc•n; m«x« r-ioi rhe, mb«troviti ir. svpvt. luvaato T rfc* tola ^wffiiePtSvi oBre IPrima il posto, di addetto c'ommercfàìe Hahano a Corfù. poi il posìo di agente della Compagnia di Navigazione Italiana. 11 Malagodi si (recò al Ministero degli esteri per a^accoman•dare Mastroviti. ma gli dissero che ogni raccomundazione era superflua perchè esistevano al Ministero del rapporti del conte Dt Laurenzana nei quali il console, facendo i più vivi -elogi del Mastroviti, lo proponeva al Governo per 1 due posti suaccennati (impressioni e .commenti). Monti Guarnieri: — E mi pare che basti 1 11 teste depone alcune circostanze dalle «piali si può escludere che il Mastroviti abbia Iscritto per inspirazione del console italiano Di Laurenzana. j Ritorna anche il tenente Gervasutti ' Viene interrogato il testimone tenente dei carabinieri Gervasutti. ri presidente; — Che risulta a lei circa il Mastroviti? Gervaftutti: — Escludo innanzitutto nel modo più essoluto quauto fu detto, e clqè che lo abbia a Vallona stipendiato con 150 lire al mese il Mastroviti per conto del Governo italiano. Mi sono servito del.Mastroviti per avere da lui notizie sui contrabbando delle armi che et faceva a nostro danno al tempo della guerra italo-iurca. Dichiaro però che nessun compenso ho dato al Mastroviti per questo servizio « Egli si recò a Prevesa, a Santa Maura e altrove. Gli ho soltanto rimborsate le spese di viaggio, di telegrafi, ecc. ecc. ll^Mastroviti ci fu utilissimo in quel periodo. Posso -narrare una cosa che farà ridere, lo ero imbarcato nel maggio del 1912 su un piroscafo greco che da Brindisi doveva portarmi al Pireo, toccando come primo porto Corfù. Durante il viaggio mi nocorsi che si cambiava rotta e seppi che si tocca.va Santi Quaranta per sbarcare sacchi di cereali. Io mi accorsi però che i sacchi contenevano armi sfuggite alla vigilanza della nostra Autorità, doganale. Le armi dovevano essere sbarcate a Santi Quaranta dove si trovavano i turchi. Io notai che Ira gli individui imbarcati sullo stesso piroscafo ve ne era uno che mi squadrava di cattivo occhio e mi pedinava. Quando giungemmo a Corfù trovai al porto ad attendermi il conte Di Laurenzana, console d'Italia. Chiesi al Dt Laurenzana chi fosse quel brutto tipo che mi aveva pedinato. Di Laurenzana mi rispose che quell'individuo era il Mastroviti, corrispondente della Tribuna a Corfù. 11 Di Laurenzana mi presentò al Mastroviti, il quale, mi disse allora che mi aveva preso per un ufQciale turco e che lo aveva addolorato l'impossibilità di impedire il contrabbandò delle armi a danno dell'Italia. « Posso ancora aggiungere un fatto. Nell'aprile dell'anno scorso, il Mastroviti riferì sulla tribuna la dimostrazione ami-italiana di Corfù, .trascrivendo le parole, pronunciato a danno dell'Italia. In seguito a ciò, i greci di Corfù presero a malvolere cosi' fortemente il Mastroviti ed a condurre contro «li lui una tale letta da obbligarlo ad abbandonare il suo commercio a Corfù e a lasciare l'isola. Avv. Carabellese: — Il conte DI Laurenzana le parlò mai del Mastroviti? Gervasutti: — Si, me ne parlò spesso, dandomi sempre ottime informazioni. Si lagnò chmBededevrrebagi'/.oleinva con me che il Governo ritardasse la conces; ! sioae al Mastroviti per i due posti per 1 quali lo aveva appoggiato presso il Governo italiano. l Avv. Carabellese: — 11 Mastroviti le ha mai fornite notizie di fatti, per lucro o per aniRosita? Gervasutti : — No, mai. Di Benedetto chiede la relazione del Mini 6tero degli E6terì sui due rapporti Di Laurenzana a favore dèi iMastroviti. Presidente: — Se non vi sono opposizioni, sarà fatto. Carabellese: .— Domando che si chieda al Mastroviti- perchè egli non abbia riferito al console d'Italia, col. quale era tanto in confidenza, l'offerta fattagli da Luciano Magrini di scrivere in favore della Grecia. Mastroviti: — lo non narrai al console Di ; Laurenzana il discorso fattomi dal Magrini, nei senso che io scrivessi a favore della GrejCuli perchè il giorno successivo partii da Corfù la causa dell'avversione dimostratami dai greci 61pube val'asjteo feqdtrdaddscrnpaCrgcbvspi e e di quella città. Poco dopo il conte Di Laurenzana venne in Italia per le elezioni politiche, cosi non potei incontrarlo e parlargli dell'offerta fattami da Luciano Magrini. Aw. Jorach : —- Può dire il Mastroviti se sia vero che egli è stato pastore protestante? •Mastroviti: — Non lo nego. Lo sono stato. (Ilarità)^ Il redattore capo dell'"Athenai,, , S'interroga infine, per alcune dichiarazioni, o:un altro testo' che ha già deposto, Costantil nldis, redattore-capo del giornale di Atene a Athenai, di cui ha parlato ieri il teste on. Be , vione. 11 Costantinidis dice: a II supplemento te ae.1V Athenai si pubblicava per uso degli straa nieri residenti in Atene, e conteneva il rias-:sunto delle notizie del giorno ». -| H Costantinidis aggiunge: « Mi ha sorpreso - e addolorato l'affermazione fatta in Tribunale a dall'on. Bevione, il quale nella sua deposizione - di ieri ha detto che avrebbe udito dal pubblia- . cista Emanuel che il giornale Athenai era paa gato dalla Turchia durante la guerra italo j turca. Signor Presidente, io protesto contro - queste insinuazioni. Anzitutto è impossibile {che un giornale greco possa essere amico della a secolare nemica della Grecia, cioè la Turchia, - Inoltre devo dichiarare che nella Redazione a àell'Athenat veniva quasi ogni sera l'aiutante a di campo del Principe ereditarlo di Grecia clrl costanza che non sarebbe avvenuta se VAthenai a non fosse un giornale rispettabile. Della Beda- -/ione dellMfhenai fanno parte gli uomini più' e eminenti della Grecia. Non credo che Gugliela mo Emanuel, il quale si professava amico dei i redattori dell'Athenai, abbia potuto dire ciò e che, sul conto dell'amena» stesso, l'on. Bevione e ha ieri deposto in Tribunale csin: ti Di he a se 00 ti a Il Presidente taglia corto a queste dichiarazicni del teste Costantinidis e lo licenzia. Il Presidente ritiene sufficientemente illuminato il Tribunale dalle dichiarazioni dell'avv. Di Benedetto. Cosi si rinuncia ad ogni contestazione. Le ultime battute dell'udienza Siamo alle fine dell'udienza ed il Presidente prende gli accordi per l'audizione degli ultimi testimoni e per la ripresa del processò. Comu to nica un telegramma del console Do Faccendis re Iil dichiara di aver dovuto lasciare Roma disposto, qualora nuovamente citalo, a ritor tiare a Roma, li Presidente dice che se la Difesa degli ini- no Sfi^"ÌLr^»Ì.^.^?Ì°^ma„di_ €!,s5.e asi ncno nvi no e lle bia no i dei il nel he al taere he ermer e putati vorrà che il De Faccendis sia nuovamente citato, dovrà fare un deposito di 287 lire per le spese di viaggio. (Urla idi spavento degli imputati nazionalisti). Monti-Guarnieri : — Signor Presidente, noi faremo venire il teste De Faccendis! Presidente: — Non scherziamo 1 Loro rinunciano a questo teste? Monti-Guarnieri: — Ci meravigliamo della scarsa fiducia di cui gli imputati nazionalisti godono presso il Presidente circa la loro po-tenzialità finanziaria. Crede il Presidente che non posseggano 287 lire? Marita generale). Presidente: — Passiamo oltre... Il teste conia DI Laurenzana mi ha inviato un altro telegramma. {Ilarità, poiché è il millesimo della serie). In questo telegramma il conte Di Laurenzana dice di essere dolente che ragioni di servizio lo trattengano a Ginevra. Voci: — 11 servizio lo ha reso lui al teste Mastroviti! • Presidente: — Il Di Laurenzana nel suo teledramma dice di spedirmi un certificato medico sulla sua infermità. {Ilarità vivissima). Un avvocato della 'Difesa: — Presidente, sa di che malattia si tratta?.... Di febbre terzana? (Jfaritó). Di Benedetto: — Noi non possiamo rinunciare alla sccouda audizione del teste Di Laurenzana.