In quali condizioni si svolgerebbe la guerra austo-serba

In quali condizioni si svolgerebbe la guerra austo-serba In quali condizioni si svolgerebbe la guerra austo-serba (Servititi tacciale della Stampai a Vienna, £7, notte. • L'immediato ritiro.dal Governo serbo, della Corte o di tutti gli istituti finanziari da Belgrado dimostra che i circoli serbi calcolano seriamente sulla possibilità di una imminente azione delle truppe austriache. Questo ritiro è stato interpretato da qualche giornale come un segno della intenzione serba/ di non opporre alcuna resistenza all'eventuale avanzata austriaca. Ma ai tratta in realtà di un grave errore di interpretazione, che non è per altro assolutamente condiviso dai circoli militari. Si sa general-i-mente che la difesa;di Belgrado non è mai: entrata nei piani del comando militare ser-! bo. "Belgrado è una;città aperta, completa-: mente scoperta. Posta alla confluenza del Danubio.con la Sava, sulla collina, di fron- te a Semlino, non possiede alcuna fortifl- cazione ed alcuna opera protettrice. Una re- slstenza sostenuta dalle truppe serbe ad un tentativo di avanzata dello truppe au- striache provocherebbe un immediato bom- bardamento da parte delle artiglierie di Semlino, che distruggerebbe le più preziose ricchezze edilizie della Serbia, f aticosamen-•te adunate. Già durante la crisi bosniaca nel 1909, il 'Governo serbo, nella previsione di un con-flitto con l'Austria, aveva preso tutte le misure per il trasporto della capitale all'interno. Chiusa la crisi bosniaca, si agitò 'in- cora per qualche tempo il problema di un definitivo trasferimento della capitale nel- l'interno a Kraguievaz o a Nisch. Ma il problema fu vinto dalla impossibilità di af-fron tare tanta somma di spese, quale sareb- be stata imposta dalla ricostruzione interadi una citta, poiché tanto Nisch, quanto Kraguievaz non rappresentano nelle condizioni attuali che delle grosse borgate, di scarsa civiltà. L'abbandono di Belgrado va dunque mes- so in relazione piuttosto con le condizioni e con la tattica della resistenza dei serbi. Impotenti ad affrontare una battaglia aperta di masse contro L'Austria, le truppe serbe speculano piuttosto sulle diffìcili condizioni, del terreno montagnoso dell'interno e su un programma di guerriglia' continuata,alla quale anche meglio si adattano le qualità originarie del soldato contadino serbo.' Le condizioni della resistenza serba I militari austriaci non si sono mai dissimulate le difficoltà di un'azione a fondo contro la Serbia, nonostante l'enorme sproporzione di forze dei due eserciti. La difesa serba infatti è straordinariamente facilitata dalle .caratteristiche del paese, che si profila con una serie di vallate strette e tortuose, vegliate da barriere montuose, nello quali è possibile organizzare rapidamente la resistenza insidiosa e la guerriglia. Gli stessi studi che furono pubblicati nelle riviste militari austriache sulle condizioni di una eventuale avanzata delle truppe austriache si sono reso conto di. queste difficoltà. Tipico in proposito un articolo che fu pubblicato qualche tempo fa dalla oruerrafondaia Danger's armee Zeitung, e che calcolava sulla durata almeno di tre mesi per una guerra decisiva contro la Serbia. Subito dopo Belgrado, infatti, la valle della Morava, che costituisce la grande arteria centrale vitale della Serbia, lungo alla quale sorgono anche i maggiori centri cittadini serbi, si restringe in una lunghissima defitte, serrata fra alte montagne, che si stende ininterrottamente fino al gran piano di Nisch, dove si trovano, disposte su un piano quadrangolare delle potenti opere protettive di fortificazione. Per questa défllée, che in alcuni punti appare veramente selvaggia, è impossibile, per un esercito invasore, uno spiegamento di grandi forze.Le truppe, avanzanti forzatamente in ordine di colonna, si trovano ad ogni istante di fronte a nuove inattese insidie del terreno, dalle quali non potrebbero essere garantite se non con una metodica progressiva occu pazione di tutte te alture dominanti delle due catene che chiudono il corridoio della Morava. Una tale impresa, è evidente, richiede una somma enorme di tempo e-di sacrifici. La tattica dei serbi è appunto «molla di impegnare-;in questa lunga impresa esauriente il grosso delle forze austriache, contrastando loro passo a passo l'avanzata, con continue imboscate, servendosi di tutte le accidentalità del terreno. Questa tattica fu già usata, con pieno successo dai serbi bosniaci, nel 1878-79, quando le truppe austriache, dopo il mandato loro affidato dal trattato di Berlino, si accinsero ad occupare la Bosnia. Essi si ritirarono verso l'interno e cominciarono ad attaccale improvvisamente gli austriaci, nelle gole di Doboi. La resistènza fu lunga e asprissi ma, costò gravissime spese all'Austria e potè venir debellata dal generale Philippevie solo dopo una paziente faticosa avanzata. Per oaa battaglia decisiva La valle delia Morava fu messa in con 'dizione di opporre questa resistenza già du> rante la crisi della Bosnia-Erzegovina. .*1> lora il comando militare ordinò la costru zione di molte òpere di terra che vaJorizzas aero le sue magnifiche posizioni strategiche: i. così che oggi il terreno senza molti nuovi bfialmsbp- lavori si può già dire preparato per la resistenza. La difesa è affidata all'artigliarla da montagna, di cui il Governo serbo ha ab. headantoments provvisto il suo «stretto, citai zioni dell'arsenale di Kraguievaz. L'opera di queste bande irregolari, la cui opera, nonostante la sorveglianza dai corde* ni austriaci sulla Drin e sulla Sava, può anche, ad un momento dato estendersi nella bassa Ungheria e in Bosnia, potrebbe crea re evidentemente delle serie difficoltà alle truppe austriache. I militari serbi pensano di sostenere, fino al massimo sforzo, una tale guerriglia, così che le truppe austria che, esaurite da una lunga difficile campa gna, giungano alla fine sul piano di N'isoli, dove dovrebbe combattersi la battaglia deci siva, nelle migliori condizioni possibili per l'esercito serbo, che avrebbe a sua disposi- zione delle truppe fresche, ordinate co» caima, e protette dal possente quadrilatero di ha dotato fin negli ultimi tempi di molte batterie, di. fabbrica francese, del tipo più recente. L'opera dell'artiglieria è sussidiata da quella dei cosidetti comitagi, bande irregolari volanti di 20, 30 volontari, di so lite al comando di un sottufficiale, cui è affidato il compito della guerriglia, con le sue infinite risorse, s che il Governo di Bel grado aveva organizzato ampiamente durante, la guerra serbo-bulgara "e che ha ancora, riordinato negli ultimi temni dotandole con bómbe a mano, fucili e munì fortezze che corona la vecchia città serba. Nonostante dunque.la sproporzione di forzo numeriche fra l'Austria e la Serbia, una ! occupazione della Serbia da parte dell'Au ■ stria non si presenta come una impresa ra pida e facile. Secondo quanto è prevedibile, iper i dati di fatto che si conoscono, essa imporrebbe una lunga costosissima campa'gna esauriente all'Austria, che, per quanto si sa, non è in condizioni finanziarie e ua- zionali tali da affrontarla senza alcuna preoccupazione. Queste considerazioni possono forse anche avere qualche peso nelle decisioni ultime dei circoli direttivi austriaci, tanto più che a Vienna non si può, oggi, pensare che l'Austria voglia affrontare i sacrifici e i pericoli enormi di una guerra, senza tentare, poi di vibrare un. colpo decisivo' alla Serbia,' eliminando per; qualche tempo almeno il-pericolo serbo, che minaccia il confine meridionale della Monarchia. Quanto alle condizioni militari serbe non si deve dimenticare che, se le due guerre balcaniche, hanno costato gravissimi sacrifici alla Serbia, la Serbia se ne è anche avvantaggiata militarmente, catturando, fra l'altro, più di duecento cannoni turchi, di modello recente. Non era del resto un mistero a Vienna che, subito dopo le guerre balcaniche, il comando militare ha provveduto per la riorganizzazione dell'esercito, provvedendo per poter armare di fucile, fino ad milione di uomini, con uno sforzo supremo di tutto il paese. U S T# / A - UNGHERIA