I danni del nubifragio in Val d'Aosta e a Modaeo

I danni del nubifragio in Val d'Aosta e a Modaeo I danni del nubifragio in Val d'Aosta e a Modaeo (Per telegrafo alla Stampa). Episodi della notte terribile nei casolari e tra i castelli (Dai nottro invialo speciale) Ante» Saint André, 2 ', notte.'. Giunto a mezzo del mio pellegrinaggio che ormai dura da ben dieci ore verso i luoghi del disastro faccio una breve sosta a Autey Saint André per mandarvi le prime notizie e qualche rapida impressione sul disastro. Non & tratta di descrivere ciò che si ha negli occhi: ancora troppo confuse sono le eensa-J zioni :'le impressioni si avvicendano àncora tristi e dolorose dentro l'anima sbigottita è quasi perplessa. Non esagero-.- benché la Visione non sia resa tragica da grandi orme di morte, pur tuttavia è molto melanconica e triste: dovunque c'è la devastazione. La data del 22 luglio 1914 rimarrà fitta nella memoria di questi buoni valligiani e segnerà il principio di un capitolo doloroso nella storta valdostana. Bisogna risalire infatti coi vecchi ai ricordi dell'anni 1860, per trovare un paragone possibile con gli eventi di ieri e di ieri l'altro. Ma più che un capitolo della storia degli uomini, questa sembra essere un brano della storia della terra: è stata scritta una nuova pagina dei suoi tuavolgimentl secolari delle sue rulne vane e solenni che più che nella memoria degli uomini sono rimaste scritte a solchi profondi nelle moli massiccie degli aspri monti, nelle aperture delle valli nella travagliata afonia dei «noi vecchi dirupi L'eterna vicenda della terra che invecchia anch'essa, rovina e crolla mentre l'eterna vita si rinnova, sui suoi fianchi possenti e la giovinezza continua a fiorire, ha in questa nostra terra unasua nuova affermazione. La devastazione di queste care campagne ci ha resi dolorosi : e dolorosi siamo anche oggi che il sole risplendette ancora cosi bello e nitido nell'azzurro del cielo, sulla valle cosi suallida e morta, senza fiori, e senza frutti. La visione della notte tragica ci a precisa sulla scorta delle prime notizie che ci son giunte e sulle informazioni che ci danno l reduci dai paesi devastati. L'altra notte fu davvero una notte tragica. Il vento soffiava cosi violento da far volar pietre e da schiatar alberi. Pareva che sui lastroni d'ardesia dei tetti si scaricassero valanghe di pietre. L'altra notte la gente s\ rintanò, come inebetita nelle loro case, nessuno pensava dormire perchè fuori si sentiva dav vero passare l'urlo della devastratrice e 1 torrenti rovinavano, gonfi e irrefrenati. La spaventosa fuga da Issogne Le tenebre fatte più fitte «cero ercsccre la paura. Tutti nella notte dal 22 a 23 si sentivano circondati da un percolo imminente. Nei paesettl isolati la gente cominciò a chiamarsi da casa a casa prima per ricordarsi, poi per cercare insieme qualche modo per provvedere alle più-urgenti necessità. ■ I ponti minacciavano rovina. Qualche paese, come Issogne. stava per rimanere isoiato; alcune abitazioni erano qui invase dall'acqua: le bestie nelle stalle cominciavano ad urlare: 1 cani guaivano diguazzando fino al collo nell'acqua, cercando di tener dietro agli uomini e alle donne che fuggivano portandosi via i figli aggrappati al collo e avviluppati nelle coperte, nelle lenzuola strappate all'istante stesso della fuga. Nella notte nera i fuggiaschi parevano dei fantasmi strani investiti dal vento che loro impediva di correre, di camminare. Intanto le campane di Issogne suonavano a stormo ! A Donnaz si udivano i rulli del tamburo che chiamavano a raccolta le poche famiglie sparate. Qualcuno gridava che nessuno si allontanasse perchè dovunque incombeva il pericolo. L'unica vittima A Valtournanche la lanterna del consigliere comunale Amato Bic fu seguita con ansia e terrore, mentre si avvicinava a un ponte : poi la poca luce scomparve e non si vide più nulla. L'uomo non doveva più tornare, il suo cadavere non è stato ancora ritrovato. Fra le casupole del vlllaggetto le donne urlavano, i ragazzi piangevano: gli uomini, anche 1 più volonterosi, anche quelli esperti della montagna, non sapevano che fare, che consigli dare e dove andare. Al Grand Moulln il torrente minacciava la Cooperativa elettrica : alle 10 di sera 1 più ardimentosi erano fuori con le lampade ad acetilene, con lanterne e con candele: si credeva che il torrente la La Madeleine sarebbe cresciuto ; si corse a barricare un punto più minacciato e intanto il torrente, uscito dal letto, si alzava ogni quarto d'ora di un cubito. Si. corse alla officina: taluni trasportavano via assi, legname febbrilmente con pericolo continuo. In quel mentre giunsero trafelati due giovani ad annunziare che più di una casa era allagata e circondata dall'acqua. -, Verso Valtournanche II cosidetto ponte delle Capre, cosi popolare fra 1 turisti della Valle, è rimasto intatto, troppo alto sulla cascata per poter soffrire l'in, sulto dell'acqua. A Saint Vincent è asportato un ponticello. Da Chatlllon proseguo su per i sentieri, essendo rotta in tre punti la provinciale. Per giungerle a Valtournanche occoitoiio almeno cinque ore di marcia. Parto con un muletto c unpzoetomcml1 bscrpstglmtdULridqmsccPtcgrcmègeSpesystrmsgeVmcsbsrrtmlMglmgmcpplavttQflqnlnmlsnldzbsscrf J una guida risalendo a zig-zag il corso vertiginoso del Marmore lungo la Vallata che ha per sfondo l'ancora invisibile Cervino. 11 mezzogiorno batte in pieno sulle selve di castagne e. di noci erte sulle pareti che dirocciano sul torrente: le reque ballano nel fondo con una musica potente: sono sempre più bianche cosi spesse che sembrano di fresco latte spumeggiante. Dove le sponde sono più accostate la violenza di queste enormi masse d'acqua tale che scava il fondo. Si odono 1 rombi del rotollo continuo del macigni, rombi cupi, nascosti come l'eco di mine esplodenti sott'acqua. Il torrente ha qui solcato e risolcato il suo letto stampandovi l'orma di nuove rughe profonde. A tratti vomita ondate alte parecchi metri che ricascano con tonfo assordante; ora sono centinaia e centinaia di tronchi abbattuti, simili a scheletri bianchi, giallastri, -rossastri, spolpati e raschiati: sono le innumeri vittimo della vegetazione della montagna, le mille e mille braccia, sono tronchi d/lle selve divette, sparse per ogni dove con una tristezza scomposta e violenta, U Vii l'Unii è dillo il seni La viabilità ristabilita in tutta la valle - La strada di Courmayeur è libera Aosta, 24, notte Da ogni parte della Valle giungono stasera buone notizie. L'acqua caduta in modo impressionante nella giornata e nella notte del 22 corrente comincia a ritirarsi ovunque. I fiumi decrescono di molto la loro massa d'acqua. La strada nazionale è stata riattivata stamane numerose automobili hanno percorso in buonissime condizioni e senza inconvenienti tutta la provinciale fra Aosta Pont Saint-Martin. La ferrovia ha effettuato già da ieri sera il trasbordo ed i treni con pochissimo ritardo nell'orario fanno regolare servizio come prima. Ad Aosta pure il fiume Buthier sta riti randosi nel suo letto lasciando solo i prati che ha invaso coperti da uno strato di melma. Il disastro che ha colpito la nostra valle è di una certa importanza, ma in pochi giorni i danni alla viabilità potranno essere eliminati. Anche la provinciale Aosta-PontSaint-Mart«n è Ubera completamente; cosi pure quelle dalle valli di Ajaz, Brissogne e Valtournanche fra quattro giorni al massimo saranno libere. Per andare a Courmayeur la strada è libera: libera è pure la strada di Cogne: perfetta è la viabilità in tutte le valli laterali. La stagione è all'inizio ancora e i numerosi turisti che avevano fissato come mèta la nostra regione, potranno venire senza timori di disastri o lentezze rrél viaggio. Nessun albergo è stato danneggiato ed entro domenica al massimo la strada di Valtournanche e le altre saranno completamente libere. Nessun danno ad Issi me La strada di Gressoney è intatta L'assessore ChristiUin, di Issime, ci telegrafa che nessun danno ha colpito la valle di Issime. Contrariamente alle voci corse la viabilità per Gressoney è normale ». chulobinnimsdtresrmletplmmlgClpvnptnn»beapdrstavvmcdnridescgzpocssgd'fodsM

Persone citate: Amato Bic, André, Pont