Contraddittori sull'ellenismo, l'Epiro e le isole

Contraddittori sull'ellenismo, l'Epiro e le isole Processo Magrini - Idea Nazionale Contraddittori sull'ellenismo, l'Epiro e le isole (Pei» telefono alla STAJBPH). Rem. 23. sera. ' La ripresa, dopo l'interruzione di un giorno, del processo Magrini-i Idea Nazionale », avviene dinanzi a pochissimo pubblico. Oli Imputati e il querelarne sono al loro posto. Mancano invece alcuni degli avvocati. Prima di proseguire l'audizione dei testimoni, il Presidente «ontónica un telegramma da Tripoli nel quale è detto: «Assicurate ScimomeHi ritorno Zoli Roma entro prima' quindlcma agosto ». Un altro pubbhcista j Si Introduce il primo teste, della giornata, Paolo Scarfoglio, pubblicista. Presidènte: — Lei ha comosciuto il giornailiata Luciano Magrini? ; Soartoglto: — Si, npn sono,certo se al Pireo 'aAd Atene', irla è forse lo ètes&o. Nell'aprile del 1912 fui mandato dal • Mattino » a seguire le kfeeiazJonl di guerra aell'Egeo, operazioni che non «rati* ancora cominciate. Non ricordo preCtearnerttc In ere tempo, conobbi il Magrini, ma non potei avvicinarlo molto perchè non se la taceva degli ambienti frequentati dai giorxta&ìsti ittUiani. Ho però avuto conversazioni con fili. Io ritornavo da samo quando incontrai Magrini ad Atene. Mi domandò se avessi notato U risveglio nazicnaiisia in Samo. RlepóSrt che, a dire a vero, non si trattava di senNtfineato naiiòz&le ma soltanto di una questio!ne Ideile. Questi discorsi tenuti col Magrini inon ebbero però importanza speciale, nel sea-1 i che ognuno si manteneva nella propria opi-'oste: HOtaiPperò che da parte del Magrini si .Jagerava rimirtwtainza delia, difesa del sentimento rmiomle samlota, vale a dire si sosteneva la tesi greca. ; Presi dente. : — Lei, trovandosi col generale AmegUo quando questi era governatore della cartwflica, senti esprimere dal generale giudizi su Magrini? ; ^jScaafogllo: — Qualche giorno prima del terremoto al Acireale avvenuta nella scorsa primavera, ebbi occasione dt parlare col generale lAnfegllo, il quale, discorrendo dell'opera di Luciano Magrini in Cirenaica, mi disse che aìveva proposto per la medaglia al valore i publ&ttden Guelfo Cfvinhiii del « Corriere della Se;ra'i e Martó Bassi della t stampa » di Torino, jper la loro opera di pubblicisti durante l'im'presa Ubicarlo pubblicai tale notizia sul è Mattino», quantunque riferitami conndenzialmenjte dal g%n» Amegllo, a qnale stava allora per imbarcarsi per Bengasi. Il giorno successivo |a¥ ferremoto di Acireale, mi incontrai nuovaaneùte col generale AmegUo sul treno oosidetto Uiffflolino ». II generale si trovava in compaImàa del suo aiutante dt' campò. Si venne a lare di questo processo, cioè del processo _grxni. 11 generale disse che, ee gli fosse stato possibile, sarebbe venuto volentieri a deporre, sebbene si trattasse di materia ingrata. . a. palò del querelante Luciano Magrini e ricAsdo che il gen. Ameglio si espresse in termini molto severi per il Magrini. Egli disse che di tutti gli agitatori greci contoastant) la politipa del nostro paese, quello che gli aveva dato maggiore fastidio era stato Luciano Magrini. Il geriergle disse ancora che gli scritti del Magrini erano tali che soltanto un greco poteva ecrirafli, e, a conferma di queste parole, narrò che nella perquisiizone avvenuta in casa del '«indaco di Rodi. Paulidis. in occasione della •di lui espulsione da Rodi, fu trovata una lettera direna da un avvocato di Atene, non ri'cordo bene se al sindaco di Rolli o al Aglio di itti. Il oenerale elfo a memoria alcuni brani dalla lettera, e l'aiutante di campo confermò l'esattezza della citazione. Per quanto ricordo le serale della lettera sequestrata erano le seguititi : < tye nostre cose migliorano moltissimo «in Malia, perchè abbruno acquistato alla no,«$tra causa Luciano Magrini, a quale sta fa'«ceado una campagna molto vivace in nostro * favore sul « Secolo » di Milano. Inoltre Ma«grlni si recherà fra breve in Italia onde soliec citare la presentazione alla Camera di inter■ pellanze da parte di deputati socialisti e radi «cali in favore della nostra tesi. Come vedi, « sono tutti aiuti che non possono che spingere «la nostra causa verso il successo». Questo il ■nanodo della lettera riferitomi dal generale : Ameglio. : Prefidante: — Il generale Amegllo le disse qualche altra cosa del Magrini? ; Scarfoglio: — Il generale Ameglio mi disse ;che aveva impedito a Luciano Magrini di sbar'care a Rodi. '! Carabellese: — Ha potuto constatare durante il sub viaggio nell'Egeo che le isole tendessero ad annettersi alla Grecia? ; Teste: — No: vi era tendenza all'autonomia, non all'annessione alla Grecia. Solo gli elementi greci patrocinavano l'annessione. • Carabellese: — Che vita faceva il Magrini? i Scarfoglio: — Il Magrini viveva in un piccolo albergo al Pireo. Non frequentava gli ambienti dove si trovavano giornalisti italiani che dovevano necessariamente anche frequentare l'ambasciata d'Italia in Atene e il ministro degù Esteri greco; tanto che noi credevamo che to facess apposta ad evitarci per antipatia cscpsQgvcn. per' sonale. Presidente';,'— Sa lo diversità di vedute fra Corrado Zoll'ìe il Magrini circa la questione dall'Egeo Scarfoglio: — Corrado Zoli mi raccontò che, m motivo della divergenza di vedute con Ma- rni, il «Secolo» gli aveva comunicato che questione deBe isole doveva essere trattata unicamente da Luciamo Magrini: Lo Zoli lamentava specialmente che Magrini raccogliesse unicamente le sue informazioni da fonte '.greca. i n teste Scarfoglio è licenziato. Un Interprete della Legazione italiana ! Si introduce il testimonio Dionisio Carbonara. Interprete della Legazione italiana a I .VaUona. j II presidente:- — Lei conosce a capitano I Magrini? I Carbonara: —. Sì, lo.conosco. Ai primi di maggio del 1913 il capitano Magrini si trottava a Vallona. Fu avvertito dal cavas del;la Legazione italiana che alla posta austriaca si trovava corrispondenza indirizzata al ! capitano Pier Giovanni Magrini. Il capitano | Magrini si recò alla posta austriaca accom| Bagnato da me, e sali il primo piano per ritirare la lettera. Quando discese veniva giù ■ leggendo una carta. Ad un tratto tornò in! dietro, e quando ri di scese disse: <■ Quella •corrispondenza non è per me». In mano non aveva più nulla. ' P. M. : — Era preoccupato il capitano Mafgrrni quando ridiscese? MLfczntgtvdcdAmMGdmicunmnfrmpds 1 a o e e o , ? e e e Carbonaia : — Si, era preoccupato. ■ P. M. : — La posta austriaca consegna la corrispondenza senza identificazione? Carbonara : — Si, le lettere semplici. P. M. — Fu il capitano Magrini che richiese la sua compagnia? Carbonara: — Sì, perchè non sapeva dove si trovava la posta austriaca. Presidente: — Il capitano Magrini le disse ciò che aveva fatto della lettera che non era per lui? Carbonara: — Non me lo disse. Posso dire solo che. ritornando indietro, occupò a tempo necessario per ritornare alilo sportello. Questo fatto avvenne 1*8 maggio 1013. Presidente: — Luciano Magrini fu a ValIona contemporaneamente al capitano Magrini? Carbonara; — Si, Luciano Magrini si trovava a VaUona l'8 maggio, il giorno cioè in cui il capitano Magrini ritirò la lettera che non era per lui. Luciano Magrini chiede di fare una dicala- razione, e dice: — lo sono giunto a Vallona iil a _,I~„i„ iota „ f„i il n.,mn »lnmnlicta) K' a e , a- e a ase a o a o di olaal o miù na n ail e maggio 1913 e fui il primo giornalista italiano sbarcato a Vallona, Appena sbarcato, mi recai al Consolato italiano, anzi il teste Carbonara, interprete della Legazione, mi accompagnò all'albergo. Orbene, poiché ValIona è una piccola città, psiche ero conosciutisslmo a VaUona, se fosse arrivata una lettera per me, me l'avrebbero data e non avrebbero avvisato il capitapo Magrini. Chiede a sua volta la parola il capitano Magrini per una dichiarazione, e dice: — « Debbo rettificare le affermazioni del signor Luciano Magrini. Questi si trovava a Vallona fin dal 4 maggio 1913. La sera deus maggio il console italiano De Faccendis raccolse a pranzo al Consolato i giornalisti FTaocaroli DI Benedetto. Mastroviti, Luciano Magrini ed a dottor Francisco, n giorno 9 maggio giunsero altri giornalisti. Il giorno 11 dello stesso mese partimmo da VaUona per Brindisi, io. il Mastroviti « Luciano Magrini. Luciano Magrini: — Io non contesto queste date. La deposizione del cap. Castoldi Viene a deporre il comm. Fortunato Castoldi, capitano del carabinieri, ex-ufflciale della gendarmeria albanese, ed ex-segretarlo del Re di Albania. A domanda del presidente risponde: — Nel maggio del 1913 incontrai a VaUona il capitano Magrini. Mi parlò della missione affidatagli dal Governo italiano e parlammo fra noi delle condizioni dell'Albania. Il capitano Magrini mi domandò consiglio circa il modo di comportarsi in seguito ad un incidente avvenuto. Mi narrò che, recatosi alla posta austriaca, aveva aperto una lettera diretta ad altra persona che non nominò. NeUa lettera si parlava di mille dracme inviate, oppure da inviarsi a questa persona, per la propaganda di Luciano Magrini in favore della Grecia. « Io — continua II teste risposi al capitano Magrini che quanto al fatto materiale della apertura della lettera non c'era più rimedio, non c'era più da pensarci, tanto più che l'aveva restituita. Quanto al contenuto della lettera, consigliai di farne relazióne al superiori. So che il capitano Magrini si attenne al mio consiglio... ». Presidente : — Come si ritirano le lettere alla posta austriaca a Vallona? Castoldi: — Le lettere semplici si ritirano senza necessità di identificazione. '• Monti Guarnieri : — Può dirci qualche cosa del capitano Magrini? Castoldi: — Il capitano è' persona distintissima e molto stimata. Non si occupa di giornalismo nò di politica. Monti Guarnieri : — il teste Schinettl del Secolo è venuto a deporre che, da indagini fatte al Ministero della guerra da Corrado Zoli, risultava non esistere al Ministero della guerra alcun rapporto del capitano Magrini pel fatto della lettera. Orbene, può| dire II teste se sia possibile avere notizie segrete di questa natura al Ministero della guerra? Castoldi : — No, è una ingenuità supporre che si possano avere informazioni segrete di questo genere. Avv. Carabellese: — Ha letto le corrispondenze di Luciano Magrini? Può dire se 1 fatti riferiti da Magrini nelle sue corrispondenze siano esatti? Sclmonelll : — MI oppongo a questa domanda perchè è generica. Carabellese: — Allora farò una domanda specifica. Citerò dei fatti riferiti da Luciano Magrini nelle sue corrispondenze. Il Castoldi, che da venti anni conosce l'Albania, potrà rispondere se i fatti citati da Luciano Magrini sono veri. Capitano Castoldi: — Quando è cosi posso rispondere in blocco che tutti i fatti citati da Luciano Magrini, o non esistono, oppure sono stati inesattamente riferiti. Sciinoneiii: — Questo sistema di giudizi In blocco non è logico. Dica fatto per fatto. Castoldi: — Sono pronto a servirla! a 24 maggio. Luciano Magrini, appena arrivato a Santi Quaranta, - mandava una corrispondenza, nella quale affermava che l'Europa aveva torto ad opporsi al desiderio della maggioranza delia popolazione del territorio contestato, maggioranza che chiedeva l'unione ella Grecia. All'indomani, 25, si recò a Delvluo. nell'interno, e scrisse una corrispondenza dicendo di avere constatato quattordici villaggi di' strutti a destra e a sinistra della strada. f Orbene, — continua il capitano Castoldi, — parecchi di questi villaggi distano della strada venti chilometri: altri sono posti in località montuose, quindi, è materialmente impossibile potersi recare In tutti quei villaggi. Da Arglrocastro, Luciano Magrini manda una corrispondenza, in cui parla deUa distruzione di una preziosa raccolta di documenti albanesi. Da coritza. Magrini manda una nuova corrispondenza, senza parlare di vessazioni subite da elementi politici avversi alla una tesi. Magrini cita statistiche assolutamente talse. Magrini cita colloqui avuti, senza conoscere la lingua delle persone con cui parlava, ed affidandosi a un traduttore. Ora. se si ricorda il proverbio : « traduttore, traditore ». si comprende ciò -che poteva venire fuori da quei colloqui. Inoltre, Magrini assunse Informazioni da un comandante greco, che aveva capitanato delle bande macedoni e responsabile dii anrOdvcv—iLdrssscltavdgccc•sqiiccdlEtes1lmsssdmpel i\rormorii p rumore KMUTmOTV. e TUmuTlj almeno duecento omicidi ». (ilarità, .impressione, commenti). Avv. Scimonelii: — Il capitano Castoldi ha' rilevato delle Inesattezze, anzi, delle falsità. Ora. Luciano Magrini desidera fare alcune dichiarazioni In proposito. Un curioso contraddittorio Luciano Magrini si reca nel pretorio davanti al capitano Castoldi, e si assiste ad un curioso contraddittorio.. Luciano Magrini, avanzatosi sulla pedana, comincia dicendo: — In Epiro ho constatato che la popolazione in maggioranza era favorevole alla urecla. L'ho constatato a Ianina. Castoldi : — A Ianina lei non c'è stato. Magrini: — Aspetti, aspetti... Sclmonelll : — Il teste non Interrompa. Quando lei ha parlato, noi non lo abbiamo Interrotto; pure avremmo potuto dire che rappresentava forse lo sperato aiuto della Consulta, Silenzio, altrimenti faccio Presidente : sgombrare. Magrini: — L'Epiro è una regione che conserva le tradizioni greche. La letteratura dice che l'Epiro e essenzialmente greco. Lp disse lord Byron, e parla nello stesso senso un'antologia italiana del 1821. Luciano Magrini legge un brano di un, suo articolo comparso sull'Iniziativa. Egli è più volte interrotto dal capitano Castoldi, che dice : — Calma, calma; aspetti, poi vedremo. Avv. Fabbri, a Luciano Magrini: — 'Che giornale è quello? Luciano Magrini : — L'Iniziativa. Fabbri: — Vuole produrlo? Magrini: — Lo produrrò subito. Avv. Fabbri: — Vuol dire per incarico di chi ha scritto quell'articolo T Magrini non risponde. Aw, Carabellese: — Lo vedremo. Avv. Scimonelll: — Rispetti il querelante, che ha diritto a confutare le asserzioni del capitano Castoldi in base alla storia greca. -Avv. carabellese : —Risponda, non divaghi... •^PrMtrtonio- — Lei non deve rifare tutta la #Fusde•i^pasl'SMCmPresidente : storia greca. Scimonel'li: — Rispettate il querelante, il quale vuol dimostrare che ha scritto sempre il vero. Presidente : — Lei, avvocato Scimonelll, non interrompa, altrimenti farò mettere a verbale che lei, invece di Magrini, fa la discussione col capitano Castoldi Il pubblico partecipa al dibattito. Il delegato di P. S.' di servizio s'interpone per ottenere la calma. Magrini, al capitano Castoldi: — Lei in Epiro c'è stato sei mési dopo di me. Castoldi: — Non é vero; se mai, aura soltanto un mese o due dopo. Magrini: — Ma in quei due mesi possono essere accaduti dei fatti nuovi. Castoldi: — Quali? Magrini: — Ho visto col miei occhi la distruzione di parecchi villaggi. Castoldi: — Scusi'^oproe.iha potuto vedere? C'era una certa distanza, c'erano Té montagne... Luciano Magrini: — Ho fatto molti chilometri a cavallo. Castoldi: — Anch'io. Magrini legge un brano di una sua corrispondenza. P. M. : — Quanti giorni è stato ad Arglrocastro? Magrini i — Venticinque giorni. P. M., a Magrini: — Quali lingue conosce? Magrini: — Il francese, il greco ed un po' 11 tedesco. Magrini continua dicendo che l'Epiro non era contestato. Castoldi: — St. Magrini : — La Conferenza di Londra non lo aveva contestato. P. M. : — In Albania non vi sono forse elementi ortodossi? Magrini: — Ve ne sono: l'indice di demarcazione è la religione. Io ho scritto cosi : « Sono stati diffusi cumuli di notizie false, intese a far apparire l'Epiro settentrionale come una regione albanese. Per meglio confezionare gnéste favole, si è piuacato sull'tojiivoco, insistendo sulla maggioranza dell'elemento mussulmano che si riscontra nelle città di arglrocastro. Libohovo, Premeti, Tepeleni e dimostrando che numerosi villaggi erano esclusivamente ellenici. ' Sei Tebe (convento mussulmano di Argirocastro) che non mancai di visitare, i Irati mussulmani mi affermarono che la popolazione di tutta la provincia di Aigixocastro può essere d<iv:sa cosi: due terzi greci, un terzo mussulmano. La metà di questa minoranza mussulmana conosce perfettamente la lingua greca. Tanto per citare un esempio il proprietario dell'Hotel di Cottantinopoii, dove io ero alloggiato, pure essendo un notabile mussulmano di Arglrocastro. tiene tutu 1 'libri di commercio in lingua greca. Certo è che se l'Europa aOloittanasM temporaneamente da questa provincia tutti 1 soldati greci e tutti 1 bey e indicesse un plebiscito, molti mussulmani voterebbero l'annessione alla Grecia polche la Grecia è segnacolo di protezione contro la tirannia dei bey. Alcuni però potranno dire: come mai la provincia di Argi/ocastro, che è in prevalenza ellenica ha mandato alla Camera un deputato greco e un deputato mussulmano, invece di due deputati greci? L'enigma è facilmente spiegabile Mu&d bey. deputato mussulmano e membro del Governo provvisorio albanese, era candidato nelle ultime elezioni. I turchi erano forse gli ultimi dominatori galantuomini. Castoldi: — Bisogna distinguere i gredl dagm albanesi. Luciano Magrini : — Ma ho 'Parlato senza usare tante sottigliezze. Castoldi: — Non sono sottigliezze. Magrini legge alcuni brani di una corrispondenza da Goritza per dimostrare «he lntergogò gli albanesi e quanto udì da essi riferì al Secolo. — La popolazione albanese — dice Luciamo Magrini — era contraria a diventare parte di un'Albania fondata d'ai rapinatori delle sue sostanze. Ricordo di avere fcvocato un plebiscito che ef sarebbe dovuto tenere dopo avere fatto, sgombrare le truppe greche. Luciano Magrini conclude: • Qui importa provocare l'accusa che mi è stata fatta. Tale oc- cusa non 6 costituita che da chiacchiero inu- ijusa cavv «Hmonpiii- — Luciano Magrini con- d» ^ - m#TBL22*?* vni"vorrete dare l'Italia alla Fri»" Austria1 08* CM° * °** Avv Caiabellese- - Vorrei che il signor Ma- durini d^s" seesattoche lgreci hanno di- ds^to dliliUaggi m«•«m-ini- - Ho notato nelle mie corrlspon- adèffibèsi trattavaTSo? vÌM. " 90 tCarabellese: - I greci fecero pressione sugli cenlroti oer ottenere l'adesione? qMacini- --Neltempo in cui io feci indagini d•fiSfSSS™ es*rimeMero la loro SCarabellese: — Luciano Magrini ha detto che mi mussulmani erano favorevoli ai greci, meo- ^^£^^A Da lui ap- presi che molti erano favorevoli all'annessione }aUa Grecia, poiché, per essi, 11 ritorno del bey Jsarebbe stato U ritorno del rapinatori. Carabellese: - Conferma quello che ha sorti- ™lr> nini nli„ Il minictrr, .Ipali esteri ' RÌhflnpce P'?' ,?ì iniS?. 11 mvaisiT0 defm esteri a"*"1666 QSia UH Itili IU l VMagrini: — Si, si. NmAvv. Fabbri: - Rinnovo la mia domanda a JMagrini: da chi gli è stato richiesto quell'arti-10COlo suU'/iiista/iiia? Magrini: — Sono stato pregato da alcuni amiei repubblicani e l'ho regalato, Fabbri: — Lo esibisce? Magrini: — Lo comperino (ilarità). Potrei e- tetelm^.■zsibire anche un mio artìcolo pubblicato sul fffir. i i1**' # a,. a aFederzonl si alza per fare una domanda. Presidente: — Non bisogna divagare. Castoldi: — Lasciamo stare tutte le parti mitologiche del discorso di Luciano 'Magrini. Con quella mitologia, parecchie Provincie potrebbero tornare in maino agli stranieri. Ma¬ gLvpSa. iV8r»J' .lri£orso sol° alle Pubblicazioni favore- Lvoti ìila Grecia. Avv. ScimoneUi giudichi. P. M. : — Il teste si attenta al fatto, Lei è. un testimone e non cgpr-nctniHt. m„™„ ,,„™ „„„»„ j. „._.„ chiese:' dille8» STlZVmSSo ^immigrazione ? Castoldi : — Dai verbali della Commissione ri- S^,n?^e ^8,SV,,d.' "S* tgrazlone per dare credito alla tesi della preva lenza dell'elemento greco, Carabellese : — I greci distrussero un 60lo „villaggio e non di più?' 1 Castoldi: — Ne distrussero parecchi. LsnLuciano Magrini vorrebbe rettificare una dichiarazione del capitano Castoldi. , Presidente, a Magrini: — Non è necessario che ad ogni teste lei tragga fuori a volume Produca il volume e poi vedremo; li teste è licenziato. 11 prof. 0. 0. Porre dViene introdotto a professore Gian Giacomo Porro. Ispettore del Museo nazionale di Corfù. ABe domande del presidente cosi risponde: — So che LucSno Macini fu ir1 rnnfliUn - perto conVcoloSa Sua ad Atene pìt là sua opera di giornaliste e per Vsua azione personale ispirata agli interessi greci. Egli era Sl^ltt^tó"1 rapporto con gli Italiani, che non frequentava. Presidente: — Sapete se Magrini godesse del privilegi dal Governo greco? — Si, era in una posizione privilegiata. Infatti quando le truppe greche partirono per Salonicco fu messo neUo stésso treno delle truppe e non ritornò da Salonicco se non dopo 1 reclami del suoi colleglli. Fu 11 solo giornalista Imbarcatosi sulla flotta greca e potè assistere alle manovre degli aviatori greci sui Dardanelli. E' nota la sua intimità col professore Andreakis che esercitava la censura sulle corrispondenze telegrafiche dei gioraiaisti e coi poca dell'ufficio « stampa > al Ministero degli esteri, greco. Tanto a Rodi quanto nelle altre isole era stato dato ordine ai carabinieri di non fare sbarcare Luciano Magrini _ Il presidente rivolge al teste altre domande intese a sapere se Magrini era pagato dalla Grfecta. Presidente: — ri teste ricorda altri fatti? Porro: — Parecchie persone autorevoli della colonia italiana avevano tolto li saluto al Magrini; ad esempio, il direttore delle Scuole italiane signor Vergar! e a cav. Manfredi. Presidente: — Si può essere ellenofili 0 rimanere galantuomo; chiarisca, dunque, il teste, quali erano, a proprio giudizio, gli argomenti. Teste Porro: - Ho altri fatti. Mi trovai a pranzo col generale Ameglio, a Rodi, il giorno successivo a quello nel quale fuopera'a la .espulsione del sindaco -Paolidls e la perquisizione in casa di lui. Ricordo che si parlò di lettere trovate nella perquisizione in casa del sindaco stesso, e di una lettera inviata al medesimo dal suo figlio, che era ad Atene. Il figlio del sindaco, che era stato mandato ad Atene con gli aluti finanziari offerti dal generale Ameglio, scriveva al padre che a Magrini era interamente partigiano dalla loro agitazione, e che si impegnava di provocarne una parallela in Italia, sia nell'opinione pubblica,,sia alia Camera, per mezzo di interpellanze, che avrebbe fatto l'on. Eugenio Chiesa. Ricorda che tutti i commensali, lui compreso, commentando la lettera, dicevano che la condotta del Magrini non era epiegabile se non col ritenere che il Magrini facesse opera di mercenario. Ignoro — dice a testa — se il generale AmegUo avesse altri elementi. Si parlo di lui come di un mercenario. AW." Carabellese: — Riferì 1 ratti ora detti al Comitato di redazione dell' t idea Nazionale >? Teste: — Ne parlai con l'on. Federarmi e col Maraviglia. Aw, Carabellese:' — In Grecia, il. Magrini aveva rapporti solo coi giornali di Opposizione? ' , Testa: — I giornali'greti, in politica este» ra1sòno--tuttt d'accordo. ,, . . -Presidente: — e torse, fanno meglio eh* don si faceta in Italia. Porro: — n, giornale c Athenai» era di op- £esiliane al Governo per ciò che rif^*ia i politica interna. Il Magrini aveva relazioni con redattori di detto giornale, e credo anche con un redattore del «>"ea Intiera», giornate, ohe attaccò l'Italia durante la, guerra. Scimonelll: -5 Con quale del redattori del ■ Nea Intera »? Porro: — Col signor VecchlarelM, nomo italiono. ma persona greca. Presidente: — L'iAUienal» era pure ostile all'Italia durante la guerra italo-turca? Porro: — Fu ostile all'Italia fino al punto di pubblicare notale fantastiche di massacri di truppe italiane e affondamenti di navi, ecc. Avv. Carabellese: — E" vero che Magrini, contrariamente a quanto egli ha detto, si ve- deva spesso ad Atene? , . mmmmm Carabellese: - E' vero che dalle isole del- Perdìo che il generalo AmegUo. quan- do scoppiò la guerra balcanica, aao intento di liberare le isole da noi occupate dagli ele- mentì più «gitati, incitò queUe popò azioni ad unirsi all'esercito greco. Ma da Rodi e da tutte le altre isole non risposero alleilo che due sole persone (ilarità). Ltodole di quella popolazione è ossolutamcate aliena da ogni senUmepto beaicoao. Quando le isole SSrsS. FJtig%v2S3& militare, Ladano Magrini contesta cuciano ^-^*^SSSt& }^»?0*^\1Ho crostante Jo ha detto il teste. Su j^^® "f10?^" ™.ia ff£U,vff^t^^i* Slita^r^ PO, tOIltO 0 VCTO Ch6 dOVOttl PIÙ VOltB PIO- Qore per i tagli fatti ai miei telegrammi. Vt„ ^v.- <«.M.»nn4»«a. ..I nn.*naeA nccara cui Non so che impressione vi potesse essere sul mio conto a Rodi: so che ho Incontrato il JM^S^Mt^S StSSS?£ 10008016 Macchiar©.Vitalba, che mi diede attestato di stima. Facemmo una inchiesta in eieme. L'Ahenai non ha mai pubblicato niente contro l'Italia. (Porro protesta). Anche nella questione delle isole, vAthenai è stato il più mite verso l'Italia. Quanto aUa partecipa■zione deae isole alla guerra balcanica, con fermo ^ ^ parteciparono cittadini a mi- aliala. Samo» dette circa mule combattenti. gliaia. Samoa dette circa miUe combattenti. Le altre isole fecero quanto poterono a favore dei soldati greci. Come il signor Porro può dire che to fossi spesso ad Atene ? il teste Scarfoglio non mi' vide quasi mai. Quanto alla colonia italiana, è meglio non parlarne. iVl era una specie di capo, il signor Mon L, h taceva una vita dispendiosa. Chiesi chi gli desse 1 denari; seppi che si arrangiava. Tanto è vero che venne processato; perciò io l'ho evitato. Porro insiste neUe sue dichiarazioni: — Il ^0!^^ II teste è licenziato. Il presidente comunica di aver ricevuto un telegramma daM'on. Bevione, _ Il quale, a cau- „\nTni 1 Xìiè ic Vi L, ^nm-tnì sa di uria distorsione al piede non potrà ve nire a deporre prima di altri tre 0 quattro dibattimento è rimandato alle 11 di domattina. nmbdsct