Il clamoroso scandalo dell'inventore Ulivi scomparso da Firenze con la figlia dell'ammiraglio Fornari

Il clamoroso scandalo dell'inventore Ulivi scomparso da Firenze con la figlia dell'ammiraglio Fornari Il clamoroso scandalo dell'inventore Ulivi scomparso da Firenze con la figlia dell'ammiraglio Fornari #slojaegespermentmeravigos-ntusiasmopopoaree 80.000ire raccolte -omèscoppiata la"oma,, - Uh appostamento notturno al villino delVinventore • La scomparsa e il biglietto della signorina diciannovenne - Fuggiti in automobile con gli apparecchi - Uammiraglio denuncia il ratto della figlia - Un telegramma di lei alla famiglia da Bologna. <Pex> telefono e per telegrafo alla. ** STAMPA „) rtreiue. 17, notta. , Avete potuto la notte scorsa pubblicare ter i primi la notizia sensazionale della scomparsa dell'ing. Giulio Ulivi e della sua fidanzata, che è nientemeno la signorina Maria Luisa Fornari, figlia dell'ammiraglio a riposo comm. Pietro Fornari. Firenze è ancora sotto la viva impressione della fuga (non si può chiamarla che così) dell'inventore che fino a pochi giorni fa era;portato sugli scudi. Dunque non è proprio nulla della famosa invenzione? Si trattava d'Una'semplice e .colossale m'stiflcazione? Sarebbe forse prematuro in questo ir/omento esprimere un giudizio definitivo sulla persona e l'opera di Giulio Ulivi. Noi c> contenteremo di mettere insieme alcuni' fatti e Indizi abbastanza significativi per mostrare come i dubbi sorti, specialmente in questi ùltimi tempi, sulla portentosa invenzione fossei'o per lo meno giustificati. L'inventore patriot fa... Intanto è'bene osservare che'nessun inventore ha mai avuto il suo.inizio di carriera cosi facile e la sua via cosi piana come l'Ulivi. A parte le prime facilitazióni ricevute dal Governo francese e poi da quello inglese, diremo che appéna egli venne à Firenze trovò subito un piccolo esercito di entusiasti che gli offrirono , denari, aiuti d'ogni genere e perfino... moglie. La stampa estera aveva già magnificato l'invenzione e si era diffuso un certo allarme fra noi pensando che il segreto miracoloso andava a finire in Inghilterra. Ma l'Ulivi si affrettò a dichiarare che egli'rifiutava ogni offerta vistosa per riservare al suo paese la priorità e il primato: egli faceva questione di idealità patriottica e non di volgare speculazione. Nessuno pensò allora che il patriottismo non aveva impedito per l'innanzi all'Ulivi di trattare conia Francia e l'Inghilterra, senza interrogare prima il Governo italiano. ' Tutti vedevano l'immenso valore del nuovo trovato e si stringevano intorno all'uomo di genio che per la prima volta portava una parola di disinteresse. Lo stesso Governo,, che non presta facilmente l'orecchio alia richieste degli inventori, mandò subita qui alcuni suoi incaricati a trattare con l'Ulivi. Egli narrava, in quel tempo che, fatti i suoi, esperimenti sulle navi inglesi, aveva bruciato gli apparecchi per non far scoprire il suo segreto: aveva bisogno quindi di costruirne degli altri e per questo occorreva tempo e denaro. Gli inviati del Ministero, tra cui il colonnello-.Torretta, si dissero'autorizzati a offrirgli èriche 1 mézzi1 necessari. Ma l'Ulivi rifiutò dicendo che voleva costruire gli apparecchi con mezzi propri! e che appena compiuti si sarebbe presentato da se al .Ministero per gH esperimenti necessari. 80,000 lire intaccate Veramente risultò che mezzi égli non ne aveva, sebbene dicesse di possedere delle terre nel Mugello nativo; ma il suo rifiuto parve molto nobile e dignitoso in un'epoca in cui ia gerite cerca di attingere più che può, a torto ©ragione, al bilancio dello Stato, e vari signóri si offrirono di quotarsi per le spese occorrenti. L'Ulivi emise, per dir cosi, cinque azioni da ventimila lire ognuna. Due furono prese dal conte Piero Capponi e- dalla sua signora, due da due possidenti fiorentini e la quinta da un avvocato Boattini.1 Quest'ultimo pare che sia stato il furbo,'perchè le ventimila lire le consegnò all'Ulivi in titoli nominativi e poi k~ sorte le crime voci ostili e i primi dubbi non gliele fece riscuotere; donde uri vivace dissidio fra i due, almeno a quel che bì diceva. Ad ogni modo, riscosse le prime ottantamila lire, l'Ulivi annunziò ai suoi mecenati che andava subito a Parigi a far costruire gli apparecchi. Tornò dopo qualche tempo, prese in affitto un vill'no in via Fra Giovanni Angelico 26, .vi Impiantò un'officina molto appariscèritè per certi suoi..', scherzi esteriori che io ebbi già a descrivere sommariamente,- .mise./ su' automobile ■ e sopratutto si mise a percorrere tutte le strade di Firenze. N Agli amici fece sapere che nell'interno del suo studio compiva i primi esperimenti e che presto avrebbe ■ soddisfatte le legittime curiosità dei sovventori. Infatti una sera nel quartiere di San Niccolò compì i suoi primi esperimenti. Bisogna sapere che l'Ulivi al suo arrivo a Firenze si era offerto per interviste .a molti di'noi é noi gli avevamo chiesto di fare degli esperimenti non solo davanti a notoria davanti a persone competenti e di nostra fiducia, capaci di controllare tutte le fasi dell'esperimento. Egli aveva pr orti esso-di fare così, ma quando fu il momento egli'invitò alcuni pochissimi amici profani, e alle rimostranze di qualcuno di noi si scusò con dire che al trattava di prime prove di carattere intimo e che non voleva, far pubblicità fintanto che non fosse stato si curo di sè. ; v - . . Gii eeperimentì ~ Vìva PI tolta! Ho detto dunque che i primi esperimenti ebbero luogo a San Niccolò, come poi tutti t successivi. L'Ulivi si collocò coi suol apparecchi sulla torretta del Palazzo Capponi sul Lungarno Torrigianl. A più d'un chilometro di distanza, presso il Ponte di fèrro di San Niccolò, si eràrio collocati 1 pochissimi spettatori, fra cui il vecchio ammiraglio a riposo Fornari, fattosi protettore dell'Ulivi e geloso custode delle bombe da fare scoppiare. Ere stabilito un sistema di segnalazioni. A un segnale fatto dalla torretta il Fornari avrebbe risposto con altre luci » avrebbe gettato nell'acqua le bombe prepu rato dall'Ulivi in antecedenzaTutto fu fatto con esattezza, e dopo un poco, ad'una ad una, le tre o quattro bombe scoppiarono e con quelle l'entusiasmo dei pochi presenti che si abbracciarono fra loro con le lagrime agli occhi ai grido di « Viva l'Italia!». In seguito l'Ulivi compiè altri esperimenticdIq seguito luuvicompie an» esperimenusempre nello stesso luogo e aempre uell'ac-oria e a poco a poco al fece un'enorme pun-Diletta finché la sera del U maggio acorso le spallette dell'Arno si erano trasformate in vere s'epl umane. Migliala e migliaia di persone assistevano ai nuqvi esperimenti pel quali era venutoapposta dal Ministero il colonnello Torréttae qualche nostro collega di fuori. L'Ulivi sirecò in automobile a Monte Senario, a 16 i i i o e a » n i o a i chilometri di distanza, e di là fece scoppiare quattro bombe tra il delirio della folla, che gli andò incontro al ritorno e lo attese ih via Fra Giovanni Angelico e lo acclamò lungamente inneggiando al genio e alla patria italiana. Da quegli esperimenti anche 1 scettici tornarono convinti ed entusiasti. Un po' di sicurezza venne anche dall'entusiasmo del colonnèllo Torrétta e di altri competenti ebe si diceva avessero assistito. alla confezione delle bómbe. Queste erano state preparate dal noto pirotecnico Agostino Tazzi e poi chiuse in semplici barattoli di latta in presenza del Torretta e di altri che erano una sicura garanzia. Purtroppo in seguito si è saputo che a chiudere nei barattoli quelle bombe fu lo stesso UltoL Ad ogni modo le stesse premature e foM un po' imprudenti attestazioni della Direzione dell'artiglieria dimostrarono ancora questo fatto: che il Governo italiano ha fatto tutto, il suo dovére verso il giovane inventore, anche se da parte de) Ministero della marina c'è stata qualche diffidenza e una certa stranezza di;condotta siri da nrinsipio. Ma in tutti, comprési gli entusiasti, era vivo l'augurio che gli esperimenti si facessero e presto. Intendiamo quegli esperimenti sottoposti a un rigoróso controllo:militare e scientifico che noi abbiamo invocato facendo conoscere ai lettori l'invenzione Ulivi in un'intervista coll'inventore. Il terrore dei siderurgici e il rifiuto di milioni Quando io vidi l'Ulivi in quell'occasione, subito dopo l'interpellanza deli'on. Sandrini, l'Ulivi mi disse che oramai era a disposizione del Ministero della Guerra e che di giorno in giorno attèndeva d'essere chiamato. La stessa dichiarazione aveva fatta a molti, sicché la sdegnosa risposta del Ministro Grandi in Sonato produsse viva impressione. L'ing. Ulivi sfuggiva dunque al suo impegno di fare degli esperimenti controllfe'ti? Bisogna dire che èra stata sempre questa la sua tattica fin da principio. Appena nel novembre 1913 si diffuse la notizia dell'Invenzione, se ne vide la grande importanza per la metallurgìa, poiché l'apparecchio giungeva a scoprire innanzi tutto il metallo, come ebbi già a. riferire. E' naturaléche da parte dei rappresentanti dei grandi interessi siderurgici anche stranieri si facessero dei tentativi per -accaparrarsi l'inveniione destinata a rivoluzionare la doro industria prima ancora che i sistemi guerreschi. Gì fu una grande ditta anglo-italiana che .offrì fc- si dice— all'Ulivi due milioni.plù-xdiiogni altra eventuale offerta, indipendentemente da ciò, alcuni capitalisti volevano costituire un sindacato itale-americano, non per mettere a dormire, come avrebbero fatto i siderurgici, ma per sfruttare l'Invenzione, cori parecchi milioni di capitale. .L'Ulivi discusse e trattò con gli uni e cori'gli altri fino... ài momento degli esperimenti decisivi. .Allora egli si rifiutò di farli dicendo che non era consentaneo alla sua d'gnità sottoporsi a qualunque genere di controllo. La doccia fredda del min. Grandi Tutto ciò era ben noto, ma si pensava fvnmqmlrnec. Che il genio ha delle vere stranezze, che ; possono giungere anche alla dabbenàggine j in genere d'affari. E poi la verità è questa, i che la natura dell'invenzione èra tale che ! ognuno, t anche scettico, desiderava, in cuor j suo che tosse vera nell'interesse della patria. E tutti I cuori erano còme protesi verso il balipedio di Nettuno da cui doveva venire la paròla definitiva. Invece venne la risposta del gen. Grandi al senatore Paterno, che pel suo tono reciso e data la condotta precedente del Ministero, dell a Guerra tutta favorevole all'Ulivi, fu una vera doccia freddai Gli amici da ogiil parte chiedevano «spiegazipni. all'Ulivi, il quale disse;*he a- V£èb%e^^^ rispose, infatti con una lèttera-eha parve troppe umile e remissiva. In privato poi egli disse che Usuo apparecchio non era ancora in gradoni fare scoppiare dei prò- iettili di artiglieria, U contrarlo di quanto aveva sempre affermato sinora. Sussurra- yva poi ai più inttoii che- la ragione per cui egli non aveva fatto al» esoerimenti per il, Governo, era di carattere finanziario. Egli, definitivi e il generale Grandi non aveva voluto saperne. Ma, a parte che questa ri- chiesta dell'Ulivi èra strèno che fosse fatta all'ultimo momento dopo tante proteste di patriottismo e di disinteresse, pochi crede- vano che le cose fossero andate così, anche perèhè ounlche accenno il Ministro Grandi ne avrebbe fatto. , V "ultimatum,, delPatnm. Fornari e di Padre Altani ^eran^osselpSna miratori eranci scosse WTO™ ™?LLAr£™r< riS^s^'iiS-^tó l"ra^;S!iMr«nd^^ te,a^dadnn^rlta^^ SS±J&^«£'B*arbW Ch9 o^t» nSunatfl^ Lo S sfare M veniente vr^^^J^^V^^* ..f' fani. che fin da P«^»8W^ « ventore, esprimeva del dubbi seni, agli a yeva notato che Tappareccbio dell'Ulivi conteneva un'antenna radiotelegrafica di di- ."i.n«„i «.,„ki „ A.i^io j«i mente P»^i^JP^*ì£ì&jSfl ?°Sf Ì52^^Ì,Ltì5??l ^WÈ^^Stt^R^StSMui farli davanti ad Jin a*^"0o J,8^tton * -jgipfnaUsy, pjtr^ a P^-^iS? a -| che altra persona competente. A questo o punto, intervenne un tatto nuovo. Si pre: e sentarono all'Ulivi a Firenze tre capitalisti. I milanesi, che volevano conoscere la porta- o ta dell'invenzione per lanciarla con grossi o'capitali. Come hò detto,,la proposta non mansioni così ridotte che non poteva udire a venti chilometri di distanza, come diceva l'Ulivi. ' Quei due e gli altri insistettero ripetuta- a fra riuova. La novità consisteva in questo! i che l'Ulivi aveva accettato di fare per loro 6!questi esperimenti ebe non aveva voluto*' fare per altri capitalisti e per lo stesso Governo. Pertanto, P. Alièni'costruì lui stesso u na bomba e la suggellò propónendo, almomento delle prove, di far scoppiare* anchequesta. Le prove dovevano aver luogo do-menica scorsa, ma all'ultimo momento ITli vi ■ annunziò che gli si era- guastato «nrocchetto. Gli animi meglio disposti si era-no smontati, ormai, Pure, fu stabilito definitivamente, che gli esperimenti avrebbero avuto luogo òggi ve nerdl, « si detto alla decisione un significato di uUimalum. L'ammiraglio Fornari voi io rinviare a domani sabato le nozze che erano'fissate per ieri'giovedì. Quando a qualcuno di noi: fu recata la notizia del rinviò a venerdì osservammo ; ; ' ■ — Ma l'Ulivi giovedì notte spiccherà il volo, lasciando ammiratori e fidanzata con un palmo di naso! Trucco... cinematografico e trattative colla Germania In tutti era ormai-la convinzione che anche questa volta l'Ulivi avrebbe evitato,gli BBvcqflsesperimenti. Si era saputo che l'Ulivi insi steva nel voler .far scoppiare la bomba solo nell'acqua e questo, fatto portava alla scoperta casuale di una certa quantità di sodio . puro,ffàtto 'nell'intèrno della officina, avvn ; arandosi cosila prima ipotesi che le bppibe j (ossero a base di sodio. Si era saputo anche i che nei -giorni- scorsi l'Ulivi si era fatto ci ! nematogratare in tutte le pose e in... tutte j ie .funzioni, ma le bombe scoppiarono me- diante dei fili collocati abilmente sotto terra. Egli spiegò che l'aveva fatto per rèndere più attraente l'invenzione, ma naturalmente una simile forma di ciarlataneria non pareva attestasse della serietà scientifica di Fui: Finalmente si seppe che era stato qui a trattare con lui un rappresentante dell' Ani berciata germanica e allora à noi parve «he si potessero ricostruire i propositi del VL'Uvi per l'avvenire, Egli cominciava a fa- msc aveva fatto successivamente co Governo francese, con quello inglese e ultimameli e con quello italiano: di miliare, cioè delle trattative per squagliarsi poi al' momento degli esperimenti.. y ' ... »• i. '••■■'. Sentore di fuga • Un appottamento , : . Decidenuno.per tanto di tener docchio smonwuo 1 apparoccuio. oicuoum uu« vouo ci aveva detto che per montarlo occorreva ùó varu giorni, era. ehiaro che non voleva ©non .poteva fare 1 famosi esperimenti og-, p. P'u tardi, sapemmo che aveva fatto dei febbrili preparativi di partenza; aveva but tato alla rinfusa in due o tre valigie! più , indispensabili effetti come per un viaggio di qualche settimana. Allora io, alcuni miei coTleghi, e due amici dell'Ulivi, decidemmo un. vero e proprio appostamento 'in serata, essendo convinti 82, noi volevamo appurare se fra le perso- ne Più vicine All'Ulivi era trapelato qual posa della temuta partenza e ri quale mo- *JV° e88a veniva eventualmente attribuita p»rciò a^èmtoó in cerca del ;vecchio mec- W*^"1» d» rigattiere In via S. Egidio, In vicinanza del mercantino di San P«ero. Dopo aver suonato lungamente, mi venne .rtrónrir« una hèmbinMta «onninThinsPi Ba apr,re una «amninena sonnaccmosa — C'è il babbo? — Nò. è, fuori. — A'quest'ora? — SI, è andato via ora, è andato all'otti cina. Possibile? Se la bambina non mentiva, qualche cosa si doveva preparare dunque l all'officina di Ulivi. E allora via di corsa in Mfni Fra Giovanni Angelico. L'officina è chiusa e nessun segno di vita trapela al di fuori. Suoniamo ripetutamente, ma senza ri9Uitato : Ju i. La corea notturna - ' i n della tignerà Fornari Intanto, ci par di vedere nel fango del chiassolo 'treccie molto recenti di ruote, o Che sia partito davvero? Torniamo a suo*'nare al villino, poi rimontiamo in vettura Ldirigendoci verso via S. Egidio. Nuova attesa. La solita bimba sonnacchiosa viene a ripeterci la storia del babbo assente, che è all'officina. Andiamo allora dall'ammiraglio Fornari per sapere se egli è a cognizione della partenza. In via Pletrapiana incon triamo un amico del vecchio ammiraglio, che si prende l'incarico di 'chiedere notizie, Ma grande è il nostro stupore quando, do po quasi un'ora di attesa, vediamo.scendere due signore e correre, come forsennate versò il cèntro. Riconosciamo la moglie e ia figlia maggiore dell'ammiraglio Fornari. Le seguiamo e vediamo che esse salgono su una vettura in piazza del Duomo e che si fanno condurre alla stazione. E' l'ora della partenza dei diretti per Roma e per Milano. Le signore percorrono l'intero cpnvp- .glio guardando vettura per vettura. Atten- edopo che i treni siano partiti, quindi rimon- tano in carrozza ritornando a casa. Ma do- ppo una buona mezz'ora ridiscendono e si ddirigono in via Fra G'ovanni Angelico, suo- mnano ripetutamente e dopo lunga attesa lscoppiano in.un pianto dirotto. Sappiamo „cosi che l'Ulivi è scomparso e con luffa sua qfidanzata, signorina' Maria Luisa Fornari. d...... ... . • " . {rti biglietto della fuggita Le signore, rincasando, hanno interroga- j _" ■ _ . J n__ • :! a _T__ B «£1*, sSto la domestica e sono riuscite a farle con-1 vfessare di avere-consegnato una lettera al- qla signorina da parte dell'Ulivi. Frattanto, dla signorina Teresa, visitando le camere per avedere se la'sorella aveva lasciato qualche .sSUcgGvpsegno per loro, trovò nella camera dei genitori un breve biglietto di mano della sorella scritto con carattere febbrile. Il biglietto era cosi concapito : « Carissimi, Non farà niente di male, ve lo giuro. Voglio sapere soltanto la verità. Non vi farò mai mancare mie notizie. Vi prego tft non ricorrere a questure o cose 'simili. Tulio sarà bene. Penso alla mamma e al caro babbo. Adesso sono felice. Maria vostra ». ' Più tardi, verso le ore 3, mentre eravamo in attesa degli eventi in via Fra Giovanni Angelico, abbiamo visto "iungére due vetture segnite da ciclisti che si fermavano alla casa dell'inventore. Da esse di-1 scendevano il delegato D'Errico, l'animira'■■(< Pietro Fornari, il barone Della Noce, l'aw. Ferruccio.Marchetti e il signor Gino Bòni. I cidisti. che seguivano le vetture erano i due agenti della squadra mòbile DalIonie e D'Attanasio. - La cosà vuota il delegato D'Errico ha suonato il campanello a più. riprese ma nessuno si è fatto vivo. Alla porta pendeva un cartellino su cui alla luce di u« fiammifero è stato letto questo avvertimento: «L'ing. Ulivi essendo fifoni di Firenze, l'officina viene riaperta lunedì ». E sotto la marca da bollo con un segno indecifrabile; forse la-firma dell'in'- e n i a - Mentre i funzionari di P. S. persistevano a.suonare il campanello ed a scuotere fortemente la porta, 1 ammiraglio Fornari ed ha scorti e ci ha domandato: « Scusino, loro chi sono? n — Diciamo la verità, siamo giornalisti. — E che cosa desiderano? — Questo, noi rispondiamo, è cosa che riguarda noi.„ ' L'ammiraglio non replicò, li delegato D'Errico ha continuato a suonare il campanello di quella casa ed a tentare la serratura dell uscio con una chiave.fornitagli da uno dei presenti. Ma se il campanello suonava, la chiave non apriva. Risultati inutili i tentativi di far aprire dal di dentro, il delegato D'Errico lasciò un agente a piantonare la casa stossa e si recò poi a provvedersi di un mazzo di chiavi. Trovatele presso un meccanico di via San Egidio tornò al villino Ulivi e potè aprire. mobfle di ma Alitai BcU awa^resri^ ,à PlS0batcon^Tatl^norìrAÌ Fotne^ * ™a \Uj^ "gStì^tl 2SSSi atlcim ".LUU 8U0' ««raienn i^d'obaii o o a -, i ù o o i - - a - , . e , e n è i a l , a Falliti tutti i tentativi per prevenire ed impedire la fuga della giovinetta, la quale è diciannovenne, il padre, oppresso dalla più profonda angoscia ed abbattimento, si * risolto a.denunziare il ratto. Come vi ho già detto, l'ammiraglio For nari aveva preso in protezione l'Ulivi e l'amore della signorina Fornari era nato per quella dimestichezza paterna con l'uomo la cui frode era già irradiata dall'aureola della celebrità. Al successo della meravigliosa invenzione erano associati i sogni della più lusinghiera felicità per gli sposi non solo, ma anche per il vecchio genitore della giovane, per l'ammiraglio Fornari, orgoglioso di quelle nozze della figlia con l'uomo che era accennato a dito per la via! e acclamato continuamente., , Le pubblicazioni del matrimonio erano stète fatte il 14 c. Gli sponsali ' dovevano aver luogo giovedì, ma poi furono rimandati a domani sabato, appunto perchè l'ammiraglio voleva che il futuro genero andasse all'altare dopo il successo definitivo La figlia telegrafa da Bologna Ed ora, questo scandalo, così dal come si presenta, ci induce è credere che debba avere uno strascico clamorosissimo poiché con la tuga dell'Ulivi verranno a mancare quegli esperimenti definitivi atti a dimostrare la serietà dell'invenzione.' Fino a stamani, le attive ricerche della polizia non hanno approdato a niente. Sappiamo che l'ammiraglio Fornari, sempre assistito dall'avv. Marchetti, si à recato dal procuratore del Re col quale ha conferito lungamente alla presenza del vice-questore càv. Eula. Telegrammi circolari sonò stati inviati a tutte le Questure del Regno e sono state prese tutte le precauzioni del caso per rendere fruttuosa ogni possibile ricerca dei fuggi tlvi. Sul tardi, il Fornari ha ricevuto dalla figlia un telegramma datato da Bolotma in cui ella chiedeva nuovamente perdano. Il dispaccio direbbe precisamente: "Perdonatemi, sono felice». A Bologna sono state di rette le indagini della polizia. Non ne sappiamo l'esito.. dfpcrdpnsEds ■ Wm