L'invasione pangermanista

L'invasione pangermanista HÉTTE^E DAli TRENTINO L'invasione pangermanista (Dal nostro inviato speciale) TRENTO, luglio. L'ultimo censimento ha rilevato Tesi stenta di non più che dodici mila tedéschi nel Trentino.. Si tratta, per la più parte, di albergatori e forestieri o di impiegati e militari, mandati dal Governo, che vengono e vanno, secondo il movimento dei ruoli e dei quadri, e non hanno alcuna presa nel paese. Ma, insieme a ' questo vario elemento ■nutevóle, v'è anche qualche aggruppameli fzsifitrtv*o di tedeschi, che si potrebbero chiamare normai. indigeni del paese e popolano le co- ,csidette «isole tedesche» del Trentino. Tali cIsole, estranee, curiose sopravvivenze di un tlontano passato, non hanno, tutte rcisieme, { più di cinque mila abitanti e si possono, uper una classificazione precisa, dividere in | fquattro piccoli nuclei. Se ne trova uno in vai di Non, al confitte della zona tedesca di Merano, da cui è sempre rifornito: quattro villaggi, Proves, Lauregno, San Felice e Seriale, con un totale di 1500. anime. Ve n'è un altro in Val di Fiemme: due villaggi, Trodena e Anterivo, con 1900 anime. Un terzo gruppo occupa l'alto valle del FerSina, quella che i Trentini chiamano, vai cei Mocheni: quattro villaggi: Palù, Fie,rozzo, Roveda e Frassilongo, con 1500 abitanti. Finalmente, proprio al confine del regno, sulla barriera montagnosa che domina la vai d'Astico, esiste un ultimo piccolo centro tedesco, Lucerna, con 900 uomini. Son vecchie colonie: qualche cosa come degli accampamenti che si sono perpetuati, trasformandosi lentamente in sedi stabili. Erano gli antichi concentramenti dei minatori tedeschi, che, sin dal tredicesimo secalo, i vescovi di Trento avevano chiamato per frugare le loro valli. I lavori sono durati filche secolo: le dimore operaie si sono randite e sistemate. Quando gli scavi funerari si sono esauriti, si trovarono, ormai consolidate, queste minuscole strane isole, su un paese tutto italiano, cresciuti come una rara vegetazione esotica, portata da un mondo lontano. < È son rimaste cosi fino ad oggi. Sarebbero tutte scomparse, assorbite dagli altri villaggi italiani, che le tengono in un perenne assedio, senza uscita, se le società, pangermanistiche non le avessero scoperte e alimentate con ogni artificio. Invece si j msnisèrsvtlsnrluscqdssfgmsgsdsaNpson tenute bene. Nei villaggi tedeschi di ìtVal Mocheni c'erano un tempo anche degli i"italiani. Oggi essi sembrano scomparsi. Per '^Frassilongo il censimento del 1880 dava an- Pcora 464 italiani; nel 1900 ancora 1+6; nel !s1910 solo più 32; per Fierozzo 352 italiani ìprell'80, più nessuno nel 1910. Si direbbe, che inun piccolo mondo italiano si sia perduto, .»inghiottito dalla massa tedesca. In realtà \btsso esiste ancora: ma non lo si vede è non j^lo si vuol più contare. In questi villaggi 1non ci sono che scuole tedesche. I bimbi ita-1?liani parlano in casa la lingua materna, ! fma a scuola solo il tedesco e son spacciati !per tedeschi nei censimenti. Intanto questa sottile -striatura di fili- tedeschi che solca il Trentino segna, la via ssaper l'agitazione delle Società tedesche. «Ci ì6eon tedeschi minacciati che si devono sai- Lcvare nel Trentino» - è la parola d'ordine ltdelle società. I cinquemila, tedeschi delle pisole mettono in movimento tutto un siste- pma di eserciti della propaganda che si organizzano in un grandioso, fantastico programma di conquista. Se si analizza su una carta del Trentino la posizione delle isole tedesche si può constatare che éssesi dispongono su una' linea obliqua, che attraversa, da Merano al confine vicentino del regno, tutto il Trentino. E' una linea vaga, segnata solo da punti isolati, senza continuità, che traccia una direzione, non può rappresentare una zona chiusa^ individualizzata. Ma i tedeschi In, considerano, nei loro"'tentativi di espansione, come la grande^ strada maestra dell'avanzata, a torno cui deve irradiarsi e sistemarsi la loro occupazione, il corridoio che dovrà condurli iflho al confine e intanto dividere, smembrare il Trentino, perderlo definitivamente per la nazionalità italiana. 71 loro piano è cosi diretto a creare una z«m, tedesca continua' tra le divise isole ijont^ie e stendere una lingua di terra, completamente tedesca, partendo dal monte .Croce, nella Valle di Ceinbra, a traverso la ivalle di Fersina e il lago di Caldonazzo, 'per San Sebastiano, fino all'estremità del ^Trentino, che, venato cosi possentemente Idi possessi tedeschi, non potrebbe più riVendicare alcun diritto di autonomia nazionale. Programma massimo. Quasi di fantasia, se si pensa la esiguità delle sue spremesse positive di fatto. Ma;è nei lunghi 'tracciati che sì può rjcòriblc'8re p"iù' nè'rtamente la direzione di una linea, come di iun movimento. Il programma è già pubblico. In certe cartoline con i colori tedejschi, messe in giro dal «Tiroler Volksbund», si parla di una conquista tedesca fino alla Chiusa di Verona e in altre, perchè la propaganda sia più suggestiva vien raffigurato il Trentino in veste di pezzente cacciato a calci dal Tirolo, il gran signore. Per questa avanzata è stata allestita tutta una serie di associazioni di battaglia, che si dividono il compito, le zone di combattimento, organizzano insieme la loro azione, su complicati piani concentrici, come le diverse colonne di un esercito d'in vasione. E' un aggruppamento di forze meraviglioso, che tradisce subito lo spirito organizzativo dei tedeschi, la tenacia ostinata dei loro propositi, la ricchezza portentosa delle loro risorse. Si devono studiare in azione, per poterne comprendere le mosse e gli scopi e 'controbatterli con buone.-armi. Le società pangermaniste del Trentino si possono classificare in due ordini e in due'tipi: società di azione nazionale generale, che combattono da p?r tutto dove ci sono dei tedeschi e per le quali il Trentino non rappresenta che una sezione dilla loro attività, e società di azione locale, costituite solamente per gli scopi tedeschi del Tirolo e del Trentino. Nel primo ordine si possono contare il Schulverein, il ,Club Alpino austro-germanico, il Verein tqc ftìr das Deutschentum im Auslarid (associa zione di soccorso per il germanismo all'è stero) : nel secondo il Tiroler Volksbund e in parte la Siidmark, che opero su tutto il fronte meridionale dell'Austria, contro gli italiani e gli slavi. Le società hanno anche tattiche, diverse : alcune, come il Schulve rein, propagano le" scuole ' tedesche e ahi tano tutto il movimento linguistico che ne viene: altre, come la Siidmark, sostengo- no la difesa e l'offesa nel campo economi ,co. Non v"è cosi lembo dello vita^ trentina che non sia intaccato dai tentativi di inni trazione tedesca { Notiamo intanto subito che anche qui v'è un'alleanza perfetta di spirito e di opera | frn j'tedeschi d'Austria e i tedeschi di Ger- j manìa. Si pensa, si discute, si tratta la cau< sa dei-germanismo, considerando la nazione tedesca come un corpo solo, con degli interessi' identici, che non mutano e non si debbono tacere, per 11 solo fatto" ch'essai è divisa da una linea di confine politico. Si ritrova esattamente fra i tedeschi quella solidarietà positiva in azione che abbiamo veduta fra gli slavi contro gli italiani: tedeschi d'Austria, esauriti già da molte lotte nazionali, su diverse fronti, non possono bastare a sè stessi : le loro società sono sussidiate dalla Prussia e dalla Baviera. Il Verein fiir das Deutschentum im Aus» land è stato impiantato a Berlino solo per un tale scopo. Alle origini non era che una sezione germanica del Schulverein austriaco. Al Governo di Vienna però non piaceva questa comunione,'troppo intima, tra i tedeschi dei due Imperi: l'ambasciatore austro-unagrico a Berlino fece conoscere il suo malcontento. Si seppe subito trovare la formula che salva le apparenze. La sezione germanica mutò nome: divenne autonoma. Ma non ha cessato di interessarsi un solo istante delle cose d'Austria. Conta oggi 45.500 soci. Tra il 1897 e il 1910 ha speso, per la sua azione di soccorso ai tedeschi dell'estero, 1.537.940 marchi: di essi 1.001.470 sono andati in Austria e hanno sostenuto anche l'azione tedesca nell'alta valle di Non e di Fersma. Sono però le società austriache che compaiono di solito in prima linea per il Tren ìtlno'.Sta «"«^ ?" Ia 8CU°,tt' '» SchuI i"5rem' una del e più possenti organizza '^«nazionali tedesche dell'Austria Essa Può documentare con queste pocheclfre la !sua forza e la sua grandezza: 2.200 grup ìp,> c»n ^ ^ mila soci: un'entrata on inua * j:4" ""^ corone (,?12)' c?n un au; .»«•*<>. * 236 mila corone in confronto del \bl|an«° precedente: un fondo di resistenza, j^olto con speciali sottoscrizioni, per hal 12**^a del romanzici* ^Rdsegger, Salito 1? 2 764 mila_corone, delle quali 1.721 mila ! fm'ano S»a distribuite per la costruzione di !nuove scuole tedesche. Alla fine del 1912 la società manteneva 51 scuole, con 107 classi,. ;1 08 asili con 125 sezioni: sovvenzionava altre 40 scuole private e distribuiva 101 sus- ì6,.d 'ra aversi comuni per scopi scolasti Lcl tedeschi. Costituita nel 1880, ha yendu lto flno ad °gg' dieci milioni di cartoline di propaganda. Per la costruzione di un suo palazzo sociale, a Vienna, un anonimo prò- a o e a e a , l e i e tettore le ha versato 400 mila corone. Con questa gigantesca areb!t«*«nrfl là' società potrebbe schiacciare da sola il Trentino. Ma essa deve frazionare la sua forza' per tutte le Provincie tedesche dell'Austria, sopratutto nelle campagne czeche della Boemia, dove si combatte la titanica lotta decisiva tra lo slavismo e il, germanismo. Nel Trentino essa deve perciò contenere la sua azione nel bacino dell'Alto Adige. Qui mantiene asili proprii a -Cortina, a San Giacomo e a Laives, presso Bolzano: sussidia una scuola tedesca ad Arco e un'altra ai Pochi : dà una sovvenzione al comune di Bronzollo, per il suo asilo pure tedesco. Di più provvede a tutte le scuole delle isole .tedesche. Dal giorno della sua fondazione flno al 1910 aveva già speso 222 mila corone per il Trentino e destinato 32 mila corone della colletta Bosegger del 1910 per la costruzione di nuove scuole. La società sostiene pure l'opera del Volksbund, per le sue scuole di Folgaria, e incuora tutta l'azione scolastica tedesca che si va. spiegando nel Trentino. Bisogna anche dire che nelle città quest'adone ha già tutto il favore del Governo e non ha più bisogno d'altri aiuti. Pensate queste .cifre: nel 1911 si son spese per le scuole tedesche, nel Trentino e nell'Alto A- dige, 37 mila corone, versate dalla Società germanica; 20 mila corone del « Schulverein», 15 mila della « Siidmark », 56.136 del « Volksbund», -'Ma, nello stesso anno il bilancio dello Staio, notava per Trento : 80 mila corone per il ginnasio tedesco frequentato (1912-13) da 130 italiani e solo 67 tedeschi, nella sezione maschile, e 143 italiane e 85 tedesche, nella ■ sezione femminile; 76,715 corone per le scuòle elementari,i frequentate quasi solo da italiani: e 11.156 corone per l'asilo tedesco. E per Rovereto : 10 mila corone per la scuola popolare tedesca e 4.681 per l'asilo tedesco. Cosi i dodici mila tedeschi del censimento, nel Trentino, ,si harmo già dal Governo'310.688 corone per le loro scuole. Il ginnasio tedesco di Trento si iniziò, nel 1881, con due classi e sei soli allievi. E' un sistema di eccezione, di favoré che gli italiani non hanno mai conosciuto. E aiuta formidabilmente la propaganda tedesca. Le Società, liberate dal lavoro di penetrazione scolastica nei grandi ; centri, possono impegnare tutte le loro risorse nel lavoro di ' dettaglio, nelle campagne. Qui l'avanzata è paziente e calcolata. Non si opera a caso. Si scelgono i punti migliori, i centri che più servono ai fini di questa strana strategia nazionale. Vi si mandano agitatori, che si stabiliscono nel paese,'cercano un'intimità con la gente più indifferente alle cose. nazionali e sussurrano che, se venisse, una Società tedesca, si avrebbe subito una scuola e un asilo, senza spese per il comune. E i contadini si lasciano talvolta persuadere a presentare delle petizioni al «Volksbund», per avere una scuola tedesca. L'insidia avviene, sopratutto lungo la zona bilingue, di confine fra il Tirolo e il Trentino, che si estende tra Sai orno e Bolzano. E' favorita dallo stato mentale dei contadini che emigrano nei paesi tedeschi e dalla miseria di molti minuscoli bilanci comunali. La legge scolastica austriaca del 1869, ancor oggi in vigore, con il regolamento del '70, impone l'istruzione obbligatoria, nella lingua materna, ma lascia solo ai comuni la cura di mantenere la scuola. Qualche villaggio povero, per sollevare il suo bilancio, cede-alla lusinga delle Società tedesche, che si offrono di impiantargli una scuola gratuitamente. Con tutto ciò non si può dire che, in questo campo, l'azione tedesca possa vantare già un grande successo. Da quarant'anni essa insiste su gli stessi pùnti e non è ancora riuscita ad espandersi e a conquistarli definitivamente. Ho fra le mani una relazione del 1873 della « Gesellschaft zur Unterstiitzung deutocher Schulen in Velschtirol», la Società tedesca che ha preceduto tutte le altre del genere nel Trentino. Appare da essa che il oampo della sua azione era precisamente lo stesso di oggi, forse anche più esteso. I tentativi di avanzata sono dunque molto vecchi : ma non sono molto progrediti. Questo non è tanto l'indice di una inefficacia congenita delle Società tedesche, quanto piuttosto il risultato della resistenza italiana, che ha potuto fln'ora controbattere tutte le mosse dei tedeschi. Dove appena-si manifesta il segno di un'agitazione pangermanista, si annuncia il tentativo di occupare un comune, immediatamente la Lega Nazionale apre un asilo, una piccola scuola di cucito o di lettura, mette a disposizione qualche sussidio, per conservare alla scuola italiana i bambini del paese. E' un silenzioso duello che tende ed esaurisce, in un eterno spiare vigile, tutte le energie mentali, le riserve finanziarie della poca gente che può dirigere nel Tren* tino la difesa italiana. VIRGINIO QAYDA.

Persone citate: Dali, Roveda