Le manifestazioni a Giuseppe Bevione di Giuseppe Bevione

Le manifestazioni a Giuseppe Bevione Nella serata Le manifestazioni a Giuseppe Bevione Appena l'esito della elezione nel Quanto Collegio fu noto, numerose automobili partite dal Comitato Pro Bevione si lanciarono attraverso la città ad annunz'iae la vittoria del candidato costituzibna'ikv CtHsoiwia automobile era gremito di giovani, i quali a gran voce annunciavano la vittoria di Giuseppe Bevione lanciavano manifestini volanti! . alla folla, che applaudiva. Dalle 20 alle 21 queste automobili continuarono a percorrere in tutti i sensi la città; dove l'attesa per l'esito della elezione era vivissima, quale noi l'abbiamo descritta nelle nostre-note precedenti. E dovunque, l'annuncio dejla vittoria <v. Giuseppe Bevione produsse una vivissima impressiono di gioia. Dal pubblico .numeroso, che si accalcava nelle vie. dagli esercizi, dalle finestre dai balconi si acclamava al nuovo deputato del quarto collegio. Dimostrazioni e colluttazioni A poco a poco la notizia si sparse per tutta la citta, e dappertutto essa provocò dimostrazioni di giubilo, che, naturalmente, qua e là, dove i gruppi acclamanti a Bevione si incontravano con quelli avversari; furono : seguite da dispute e da colluttazioni. La cosa, del resto, non stupì nessuno, dato il fervore straordinario che aveva animato la lotta. In molti punti di Torino, e specialmente in quelli centrali, in piazza Casleilo. in piazza San Carlo, in piazza Carlo Felice, in piazza Solferino, per tutta la serata, si. susseguirono incidenti tra le colonne di dimostranti, che plaudivano a Bevione, e quei gruppi di avversari, che non volevano persuadersi della sconfitta socialista. - In- parecchi luoghi dovette intervenire la forza pubblica, spalleggiata dalla truppa, per il mantenimento dell'ordine. Vennero suonati qua e là gli squilli : funzionari ed agenti dovettero operare parecchi arresti. .. • Partigiani di Bevione- e partigiani di Bonetto si azzuffarono tri diverse località: volarono pugni e bastonate. Parecchi costituzionali, nazionalisti e socialisti rimasero contusi, qualcuno dovette farsi medicare ali Ospedale, ma, — come vedremo in seguito, — • nessuno si trovò in gravi condizioni. Nelle ultime ore dell'agitata serata, in piazza Solferino, passava la cavalleria, la quale rientrava nella sua Caserma, quando da qualche teppista fu lanciata contro t soldati 1 apostrofe di: « Vigliacchi! ». Subito alcune persone, che sembravano cittadini qualsiasi, si avvicinarono ai .teppisti e 11 redarguirono. Questi reagirono ancora, ma ebbero a peggio, poiché quei tali erano guardie In ■borghese, le quali eseguirono quattro arresti per0 raggio alla forza pubblica. Cosi la piccola dimostrazione antimilitarista ebbe subito termine. • , 11 corteo acclamante Ma il più bell'episodio della serata fu il magnifico corteo organizzato aai nuzionatisu e conmosto ai costituzionali e di cittadini ai ogni categoria, clic percorse le prnictipaii v& della città al grido entusiastico di • viva Giuseppe Bevione!». 11 corfeo si lormò alle i& alla sede del Comitato prò Bevione in via Vittorio Amedeo n. 20, e si incanimmo, capitanato da Hiego Girola-Tulin.; vice-presidente della Sezione nazionalista di Torino, alla luce di molte fiaccole, preceduto dalle bandiere e dalle antenne recanti scritte di evviva a. Bevione. al blocco costituzionale e al nazionalismo — per il corso oporto, arrivando al giornale II Momento, dove fu improvvisata una dimostrazione di giubilo. Quindi per via Roma il corteo, che era composto di parecchie migliaia di persone, prosegui sino in piazza San Carlo, dovunque accolto dagli applausi frenetici della folla che si divideva in due ali per lasciarlo, passare e dalle acclamazioni di quanti si assie: pavano ai balconi e alle finestre. Anche qui si rinnovò più .entusiastica 1 la bella scena della sera precedente. Le signore sventolavano fazzoletti e battevano le mani ai giovani procedenti in corteo, e da questi partivano ih risposta formidabili evviva, fra indescrivibile entusiasmo. . Da piazza San Carlo, dove l'orchestrina del caffo omonimo suonò la mai-dia reale, il corteo svoltò in via Santa Teresa e al canto dell'inno di Mameli e dell'inno a Tripoli arrivò sotto le finestre dell'Unione Liberale Mo narchicu. dove già sventolava la bandiera Incolore, e alla quale fu tributata una lunga acclamazione. — Evviva l'Unione Monarchica — gridavano1 giovani dal corteo. — E dai balconi i soci numerosissimi, rispondevano applaudendo al grido di «Evviva l'Italia 1». Poi il corteo, numerosissimo, procedette, tra l'entusiasmo .crescente, sino dinanzi al Ristorante Molinari, sul balcone del quale, tra un gruppo di amici, stava l'on. Federzoni. — Parli Federzoni 1 Parli Federzoni l ,— gridò allora la folla. 1 E il corteo sostò. Il deputato nazionalista di Roma, colla sua trascinante eloquenza, disse allora vibrate parole inneggiando alle vittoria di Giuseppe Bevione, deputato del auarto collegio, vittoria che fa onore a Torino. '. Il pubblico accolse con uno scroscio formidabile d'applausi il caldo saluto dell'onorevole Federzoni;»è poi il corteo continuò per piazza Solferino e venne innanzi agli uffici della Slampa, dove levò acclamazioni ed evviva al nostro giornale, alle quali si mesco lavano gli evviva a Bevione. Si sparge a questo punto tra i dimostranti la voce che Beviorie è in piazza Castellò, e allora il corteo, ritornando sui, suoi passi, scende verso via Pietro Micco. In via Pietro Micca Parla l'on. Giuseppe Bevione Qui la dimostrazione va crescendo per intensità d'entusiasmo e per «numero di dimostranti, che sono cinque o sei mila. Le fiaccole, che stanno per spegnersi, mandano a tratti bagliori più vividi, le grida si fauno più deliranti, le bandiere si agitano convulsamente. Ed ecco, poco dòpo l'angolo di via Pietro Micca e via Genova, venire incontro alla colonna dimostrante* due automobili, sulla prima delle quali sta Giuseppe Bevione Le automobili debbono arrestarsi, e quella ove è Bevlone è attorniata e quasi presa d'assalto dalla folla entusiasta. Bevione si drizza in piedi sul sedile dell'automobile, attorniato dai suoi amici, e quando si vede spiccare in mezzo alla folla acclamante la sua figura energica, su cui si riflette il chiarore dorato delle fiaccole, un urrà formidabile, interminabile lo saluta, .tra deliranti battimani.' I dimostranti reclamano la parola del'neodeputato, ed egli — ^ottenuto in quel. gran mare di popolo ondeggiante, il silenzio — pronuncia il seguente saluto: • Cittadini t lo non oro ringraziarvi di questa ' Imponente manifestazione, .perchè essa non può dirigersi a me. ma al partito dell'ordine, che ho avuto l'onore di. rappreseti tare in questa memorabile battaglia. E polche noi siamo 1 buoni soldati dell'ordine, io vi invito a svolgere con dignità la manifestazione di gioia che giustamente avete incominciato. Rammentate che questa magnifica battaglia non deve esaurirsi oggi: ciascuno deve rimanere al suo posto di vigile e sereno oombettitnantp. perchè 1 glom&tMl disordine nea pQ«t$n tornar più e la nostra fratria, su- perata la ferrea bufera, possa riprendere la sua ascesa verso i suoi altissimi, immancabili destini». • , Un altro lunghissimo applauso accoglie le. nobili parole dell'on. Bevione. che si allontana in automobile. • Quindi il corteo arriva in piazza Castello di lagaridti nel vasto spàzio e gettando la ritor nanza dei formidabili applausi lungo le vie che sboccano come vaste arterie nel cuore di Torino: indi incanalandosi di nuovo co me enorme fiumana per via Roma, passa in piazza San Carlo, svolta, passando innanzi alla Questura, in via Lagrange, indi per via Mazzini va alia sedo della Associazione nazionalista. , Qui parla Riego Girola metterido in rilievo la significazione della vittoria; indi s?gue un reduce garibaldino, che suscita, con brevi parole patriottiche un indicibile entusiasmo; infine l'avv. Barava Ile. dopo avere messo in evidenza la bontà dèlia organizzazione, ricorda e'manda un saluto a. tutti i cooperatori, dà una parola lode ai rappresentanti della fòrza pubblica che per tutta una settimana con spirito grande di sacrificio e con alto con cotto di indipendenza e di equanimità tutelò la i;bc-rtn e la pace, e finisce Bipiplaud'itissimo, Invitando il corteo a sciogliersi trainatamente. Alla Camera del Lavoro Innanzi alla Camera del Lavoro, sul tramonto, dopo che la nostra edizione straordinaria aveva propalato la notizia della nostra vitto ria, una gran fo'ia, in. massima parte composta di elettori socialisti, sostava commentando le vicende battagliare della giornata. Alcuni dirigenti presero la po rolla invitando i com'pa gni a sciogliersi pacificamente senza provocare disordini; e infatti la. rilassa obbedì allontana™, dosi a gruppi; sì che verso le 23 innanzi alla Camera de] Lavoro il viale era perfettamente sgombro e la calma regnava assoluta. . Un po' (li tafferuglio In piazza Solferino, all'imbocco di via Pietro Micca, intanto, sostava un numeroso assembramento di cittadini intenti a* commentare l'esito delle elezioni. Innanzi al Caffè Alfieri due gruppi di avversari. politici discutevano furiosamente fra grida, urla, applausi' fischi ora da una parte, ora dall'altra. Un signore aitante, con una vece squillante, si-interpose, gridando infinite volte: «Viva l'Italia!... Chi si sente buon italiano gridi con me: Viva l'Italia!...». Allora, dal « déhors » del • Caffè Alfieri », tutte le persone, ritte sulle sedie e sui tavolini, risposero con un'eco formidabile : « Viva l'Italia! ». In questo momento dall'interno del «Caffè» balzò lo scultore AHoatli. munito di una bandiera tricolore, e, sventolandola, si cacciò fra i dimostranti. La sua apparizione provocò un subisso di applausi ed anche un urlo niisto di fischiate della parte avversaria, che accolse l'apparizione del patriottico alnère"'iffbme una' provocazione". Ed allora si venne alle mani: vi fu uno scambiò di pugni e bastonate, intervenne allora un nucleo di carabinieri, che cercarono di dividere i contendenti; poiché la mischia a era accesa attorno alla bandiera.- lo scul-, tore Alloatti. che ha a sua disposizione una 3alda muscolatura .tenendo* alto il tricolore, difendeva colla mano libera il suo vessillo; però, - un delegato credette opportuno ordinare gli squilli, e allora cominciò una fuga generale, il porta-bandiera, volgendo a destra verso il Teatro Alfieri, prese la rincorsa, seguito dai suoi partigiani, e, svoltando per via Davide Bertolott}, si fermò innanzi alla nostra Redazione. Qui lo seguirono i socialisti, 3 la lotta ricominciò più ardente e violenta di prima. In principio da una parte si cantóra Inno dei Lavoratori», dall'altra quello di Mameli », poi i due drappelli venuti di luovo a contatto, ricominciarono a battagliare, finché nuovi squilli sciolsero il tumulto. Qualche contuso fu portato nella vicina sezione di Pubblica Sicurezza Monviso, e così verso le 83,30 il tafferuglio veniva quetato definitivamente. • ' ■ Agenti e cittadini contnsi Durante le dimostrazioni avvenute, nella 'giornata di ieri e alla sera dopo il risultato della votazione, sono stati feriti alcuni : agenti e :ittadini.. All'Ospedale San' Giovanni tu.medicato il sotto-brigadiere delle guardie (li pubblica sicurezza Luigi Attlsani, d'anni 3*. u luale riportò la distorsione del pugnetto slT bistro e fu giudicato guaribile in dieci giorni. Allo stesso Ospedale il dottor Longo ha medicato 'di abrasioni e'contusionl alla spalla >d alla coscia -sinistra e della distorsione di in dito la guardia di P. S. Giovanni oauno. entrambi riportarono tali ferite durante una :olluttazione avvenuta in via Vittorio Ameleo li e provocata da un gruppo di socialisti. • L'orefice Secondo Giraudi. abitante In Piazza Madama Cristina 3, fu medicato dal dottor ìeynaudi di una ferita lacero-contusa al capo riportata in via Andrea Dori a da uri gruppo ili teppisti che.lo assalirono percuotendolo a ■olpi di bastone. In: via Vittorio Amedeo H fu ferito al capo :n upa colluttazione, tra, diversi, gruppi di di; nostràriti. ,1 muratore Domenico Rigazlo, di inni 45. abitante in via Catania 10. Egli ven le medicato all'Ospedale San Giovanfii e giù licato guaribile in dieci giorni. Nella nostra Redazione La notizia della vittoria del caro collega diffuse Ja più viva gioia nel- cuore di tutti • i compagni suoi di Redazione, che furono, natuvalmente, fra i primissimi ad apprenderla e che ebbero la soddisfazione di comunicarla alla cittadinanza ansiosa. Noi,' che con Giuseppe Beyione abbiamo vissuto dieci anni di vita giornalistica, che lo abbiamo avuto sempre, fino dai primi giorni, collega amatissimo e stimato,-che lo abbiamo seguito col pensiero e con l'animo nei suoi viaggi lontani, nelle peripezie della guerra,- e- che ultimamente gli abbiamo come affidato tutte le nostre speranze ardenti di vittoria, nel nome di quegli alti principi che sono II vanto del nostro giornale, abbiamo ieri sera abbracciato in lui, oltre -il collega, l'amico, il fratello. La nostra esultanza era piena di commozione. Rivedendolo in mezzo a noi vittorioso, non potemmo per alcuni istanti non ripensare, non rivivere questi ultimi giorni di lotta, d'indicibile ansia, ma nei quali Giuseppe Bevione mài perse la sua mirabile calma,. mai ebbe un'ora di dubbiò, di sfiducia in se stesso o in coloro che tanto- validamente cooperarono al suo trionfo.: tempra straordinaria di lottatore, anima salda, mente quadra di piemontese» Ma poi ' fu la volta ideila più schietta, ridente, chiassosa allegria. Il nostro direttore era in mezzo, a noi, vorremmo dire il più lieto di noi. La vittoria del suo collaboratore, da lui primamente conosciuto e cresciuto, tenuto caro sempre,- lo rallegrava anche come un riconoscimento pubblico e solenne dell'autorità e del prestigio del proprio giornale, al quale Giuseppe<Beviofle ha dato un decennio non pur 'di lavoro, ma di fedeltà. Le tradizioni di vita della nostra Redazione hanno tutta l'intimità affettuosa di una famiglia: per molti di noi Giuseppe Bevione era il fratello migliore, i\ figliuolo prediletto. Era ed è ancora. Ieri-sera, verso la mezzanotte, tutti adunati nelle nostre sale' di redattone, dove si erano dati convegno l'oncnevole Federzoni, il - pwf. Vittorio Ciao «di

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino, Tripoli