Lo sfondo politico dell'assasinio

Lo sfondo politico dell'assasinio Lo sfondo politico dell'assasinio iVnalTo servizio particolare) o è , a , s a aa o, eéVienna, 28, notte. L'assassinio dell'Arciduca ereditàrio Francesco Ferdinando e della sua consòrte, è stato preceduto da una campagna sintomatica dei giornali serbi di Serajevo, Mestar e Belgrado. Dopo la trionfante guerra balsamica la sensibilità nazionale dei serbi, e in genere.-di tutto il popolo, sud-slavo liberale — croati e- sloveni ^fjivètac;riUzzata, fino ail parossismo. La '■j^^a,'Hi^loi^rià dell'Austria in Bosril&Ei^pvina^ come un peso intollerabile, cóme "una Violenta' offesa permanente che doveva essere vendicata. I giornali si facevano eco di que-' sta nuova forma di malcontento.'Le critiche quotidiane cui era sottoposto il regime politico in Bosnia apparivano .sempre più aspre, ostinate, audaci. L'appello alla solidarietà e alla reazione del sentimento nazionale serbo suonava sempre più forte e violento. Le autorità non si sono forse accorte di questo lento acuirsi'dello spirito della rivolta. Non hanno saputo neppure calcolale sugli .impreveduti dell'anima slava. Vi sono in essa eterni fermenti anarchici — qualche cosa di nevrastenico, che si inquieta e si tormenta e poi esplode d'un tratto a un piccolo stimolo quasi inavvertito. In quest'anima la propaganda getta semi prodigiosi e rari. Prepara l'idea del delitto politico e. l'audacia fredda, quasi mistica, che lo compie. Tutta la'storia del nfovimento politico-sudslavo ce ne dà esempi. A 'Zagabria, fra i croati, durante i periodi dell'assolutismo magiaro, si ha tutta una serie di attentati contro i governatori. Il malcontento serbo, in Bosnia-Erzegovina, contro il dominio austriaco è sorto sin dal primo giorno delia occupazione austriaca, si è alimentato giorno per giorno per il perpetuarsi dei sistemi di governo, si è fatto acuto, più conscio e più audace, dopo la vittoria della Serbia che ha prodigiosamente agguerrito l'orgoglio nazionale della 'razza sud-slava. La politica, instaurata dal Governo di Vienna, nelle provinole occupate nel 1878, dopo il trattato di Berlino, si è atteggiata costantemente sulla formula di una elimi, inazione dell'elemento nazionale serbo. Una. politica che ricorda molto da vicino quel la che si è introdotta rielle provinole italiane d'Austria, dopo la costituzione del regno unito d'Italia. In Bosnia la massa delia popolazione è divisa fra serbi, i croati 'e mussulmani; questi ultimi serbi anch'essi di A^za, di lingua, solo convertiti all'islamismo dWanfce l'avanzata dei turchi. Serbi e croati sori*'!* stessa cosa : escono da mio stesso ceppo: parlano una stessa lingua: ma gli uni la scrifsap^^con caratteri cirillici, gli altri con caratfer4t latini : di più gli uni' sono volti alia Chiesti •ortodossa, gli altri a quella cattolica. Il conflitto fra Chiesa d'oriente e Chiesa d'occidente"hà-avuto per sua scena più immediata questi" paesi slavi. Il Governo di Vienna ha specu* lato su queste divisioni, ha-tentato di ingigantirle, per disgregare la massa sud-slava e per eliminare un nossibile pericolo irredentista serbo si è messo decisamente dalla parte dei croati cattolici, che sono in Bosnia Erzegovina, una minoranza di fronte ai serbi. Negli ultimi tempi questa politica era ancora favorita dall'arciduca Francesco Ferdinando, che, nel suo sogno di rinnovazione dell'Impero, concepiva la costruzione di una Monarchia slava cattolica, da opporre al blocco slavo ortodosso rappresentato dalla Russia. Gli elementi di un tale sistema di estirpazione nazionale dell'elemento serbo si possono precisare esattamente. Il paese è do- ; minato dai militare e controllato, in ogni sua articolazione, in ogni suo movimento,'!dalla Polizia politica. La chiesa cattolica .e sopratutto l'ordine dei gesuiti, cui è affi-1 data.una missione di propaganda, vi domi- ] nano (»n ogni favore e tendono di rodere i imargini delle comunità serbe ortodosse. !La scuola.sèrba è compressa: l'attività economica dei serbi deve lottare contro cen- ;to divieti: ogni libera marufestazione di pensiero,1 anche solo nella piccola vita quo- ]alatdadnBdlvmnecIidatccurtodItidiana dal giornale, viene mutilata dalla ! censuwit. vietante si tenta di colonizzare il 1 paese,-'impiantandovi' villaggi-di contadini tedeschi — ma l'esperimento fallisce: men-ti* una burocrazia straniera, costituita se-ìpratùtto di czechi e di polacchi, slavi pur essi, Ina del nord, estranei all'anima lfcva|del sud, imbevuti di un rigido. principio/di autorità di stato, tenta di portar nel paese un nuovo spirito che devil lo spirito ge* nuino serbo. Tutto questo- ha irritato profond unen il paese e io ha portato lentamente sul pi de di guerra. Ancora un erróre fatale governi burocratici dell'Austria. S'illi di sopprimere un popolo, il suo seni nazionale : non si accorgono che lo lano solo alla reazione e alla esaspi I serbi, anche nelle più umili ci dina, hanno uno strano fervore quMi mietieo. Lo fiatìho iauc*to i a " * a a a a o e - ; mani. Nell'agitazione bri i seriazione, come tutte le ,'!nazionali balcaniche, deve a .parte di azione silenziosa còli i-1 Tutto ha preparato la tri i- ] di Sarajevo. Gli elemem i i tato di analizzare r»i e. ! tevano determinare, la à solo un atto todividu n- ; che è più avanti)' di sabile della foli»*": o- ] pensiero che,S»"dl|i canzoni popolari che parlano quasi tutte, con imagirii grandiose e fantastiche, delle gesta degli eroi nazionali,. delia grande Patria che fu, e son corse da rimpianti e da nostalgie per i giorni della liberazione. Ciò dà allo spirito semplice. ancora barbaro del contadino, qualche cosa come una religione del popolo, capace del martirio. Non si può immaginare bene questa psicologia contadina se non là si è osservata nel suo ambiente. Essa si è ancora completata per due cause formidabili :. il ritorno degli emigranti dall'America, che portano nel loro paese lo idee nuove, l'esperiènza politica: la miseria economica del contadino serbo, il cosi detto'«kmet», legato da una servitù secolare alla terra del suo signore, di solito un « bey » mussulmano, senza speranza di risollevarsi. Questa psicologia,— lo si vede bene — crea il fermento della rivòlta, di rivoluzionario in azione. I giovani, che scendono a Sarajevo o a Mostar, per imparare un mestiere o frequentare una scuola, vi appaiono spesso come figure tipiche di malcontenti e di anarchici,' sono come degli spostati economici. Vengono da famiglie poverissime, con un sordo rancore istintivo; per l'autorità. Son portati c-sjni giorno a contatto con gli elementi ostili del governo, che li circondano in ogni città. Quanto, più si educano sentono il.contrasto fra tutta là loro trise realtà economica e morale e il loro sogno acceso, quasi folle di libertà nazionale. Dal-misticismo torturato, all'anarchia, Da questo mondo, che la politica di Vienna ha mantenuto e creato, sono usciti i due anarchici, che hanno sparato per «salvare la nazione». Il delitto di Sarajevo aveva ancora avuto negli ultimi tempi delle determinanti più procise. Durante la guèrra di Tripoli, quando i Balcani cominciavano ad agitarsi, il Governo austriaco, forse meditando qualche nuova azione, concentro nelle mani del governatore militare della Bosnia, il generale Potjorek, tutu i poteri di governo del paese. Il cosidetto Zivil ad latus — una specie di viee-govematore investito, dei poteri civili — fu soppresso. Nel momento più appassionato della lóro vTt nazionale, i serbi della Bosnia-iErzegovina ebbero cosi la sensazione di essere schiacciati sotto una nuova, ingiusta dittatura, Il fermentò si acuì. Le misure, repressive introdotte durante la fase più pericolosa della questionò di Scutari — stato d'assediò, arresti, scioglimento di società — ebbero tanta inattesa reazione nella massa serba che lo stesso generale Potjorek sentì la necessità di ritirarle immediatamente. Negli ultimi mesi il Governo, cambiando tattica, rjvffivjicostituito la carica del Zivil ad latua; ciurmandovi un notissimo avvocato aNl'aveapnzidpl'AvaspmImsoroato^fSarajevo, il dottor Mandic, capo del partito croato governativo e antiserbo. Ciò non riesci che ad esasperare il malcontento. Intanto^la propaganda serba, che 11 borritasi dalla^&ua missione al sud, nella vecchia Serbia, dwnp liberata, si concentra tutta a nord, sopratutto in Bosnia-Erzegovina e in Slavonia, gett»ya l'idea più precisa, muoveva fra i giovani; gli animi. Si è già parlato di un'associaxlobe patriottica nazionale serba,— la Mano nera —-che appoggia la politica dell'azióne,v ha preparato la guerra balcanica, tenta oVa a,Belgrado di prendere il Governo del ipaea», nelle sue he testa asiazioni una sua irò. giornata abbiamo tenaté, non pocollettiva, ma cólpo di uno .più irresponatione al contuso . L'arciduca eredita- a rj0 è caduto coinè il simbolo del potere il che ha aèyét0kio in Bosnia. In lui uomo ni d'ai^ST, rigido nella sua politica militarista, n-1mt/àrisigen'te, insensibile ai movimenti noe-Rionali, cultore dell'autorità della Chiesa ur .cattolica e della sua propaganda politica a|8^^ quel Governo antico e for- ostinato,, che ha fatto la storti deffsitMÉa, del tramonto dell'Austria. Egli è escili tome un soldato: rappresen tendo in se^tf suo Governo. La niano che lò ha colpito ha soppresso barbaramente un uomo, ha compiuto un delitto vano, che non si può giustificare: ma ciò che vi è confusamente dietro la mano, omicida solleva, in .quest'ora tragica, di ' fronte agli occhi dell'Europa, uno «jet gravi problemi storici dell'Austria, dove un popolo cozza aspramente contro un sistema. VIRGINIO OAYDA. io/ je> ee* tfrvzmtcsndcdtn

Persone citate: Francesco Ferdinando, Mandic