Gli industriali cinematografici per la riforma del modo della nuova tassa

Gli industriali cinematografici per la riforma del modo della nuova tassa Gli industriali cinematografici per la riforma del modo della nuova tassa Gli industriali cinematografici ci mandano questa lettera, che volentieri pubblichiamo, richiamando su di essa l'attenzione dei parlamentari. Essi non si rifiutano di pagare la .tassa, ma protestano contro il modo della tassazione; e a noi pare che abbiano ragione, parche il modo proposto è una progressione a rovescio, favorendo i grossi c frequentati cinematografi a danno del piccoli e meno frequentati. « Jll.mo Signor Direttore della Stampa, « Mi rivolgo alla di tei cortesia perchè voglia pubblicare la presente sull'autorevole Stampa. Gli industriali cinematografici, con dimostrazioni apodittiche fecero noti al ministro delle finanze i gravi pericoli cui si esponeva l'industria cinematografica italiana col progetto di legge che è all'esame del Parlamento, e S. E. l'on. Bava, ad "una Commissione dì cinematografisti, dichiarò che avrebbe benevolmente esaminati i « desiderata » esposti. « Dopo . queste assicurazioni; di fronte alla • giustizia delle richieste, la classe cinematografica attendeva, fiduciosa; dall'opera del ministro i ritocchi necessari al progetto di lègge, onde non vedere in pericolò la propria esistenza. «Ma, con sorpresa, dalle dichiarazioni fatte da S. E. l'on. Rava alla Camera (come rilevasi dai resoconti dei giornali), ebbe a convincersi del contrario, poiché nel suo diL scorso l'on. Rava dichiarò che bisognava tassare 1 cinematografi anche perchè questi fanno concorrenza ai teatri. « E' la prima volta che lo Stato interviene nelle competizioni commerciali, per favorire con provvedimenti fiscali una classe di industriali a danno di un'altra, e ciò costituisce una ingerenza arbitraria e ingiusta- « Nessuno può sostenere che il cinematografo faccia concorrenza agli spettacoli teatrali, lirici o drammatici, nella loro vera manifestazione d'arte, onde potrebbe trovare giustifica un provvedimento di legge che, per tutelare un'arte, distrugga l'industria che le rechi danno. «Il cinematografo, è vero, può fare concorrenza a quei teatri che hanno vuota la cassetta per il misero c banale allestimento di spettacoli che sono un'offesa all'arte, e che disgustano il pubblico: ora non è giusto che lo Stato tuteli gli interessi di tali teatri a danno di una fonte di produzione e .di ricchezza nazionale. «Per conseguenza, assodata, per bocca del ministro, la ragione del progetto di legge, è facile spiegare il perchè delle vessatorie disposizioni in esso contenute. « Così si spiega l'Ingiusto sistema di accertamento della tassa, che va applicata sulla presunzione che por ciascun spettacolo sia, nelle saile cinematografiche occupato il 450/0 dei posti disponibili, -senza preoccuparsi delle ore diverse, dei luoghi diversi, dei diversi spettacoli, delle diverse stagioni, della importanza e clientela dei diversi stabilimenti. E non v'è ehi non veda come non si possa adattare lo stesso criterio di tassazione ad e1 ementi cosi diversi l'uno dall'altro. * Così pure si spiega l'enormità dell'aliquota, che giunge nientemeno al 53 0/0 sul prezzo dei biglietti di minimo costo, non tenendo prosente che nessuna industria può resistere quando per una sola tassa., deve pagare il 55 0/0 del suo incasso lordo (Vi sono poi le altro innumerevoli imposte e tasse). «Del pari si spiega la ingiusta disposizione che impone il pagamento della tassa, anticipato ni primo di ogni mese, non preoccupandosi delle disagiate condizioni delle più modeste aziende cinematografiche, di quelle che vivono, per cosi dire, alla, giornata, attendendo i modestissimi incassi serali per pagare tutte le spese dì esercizio. ^In tal modo si potrebbe continuare nel rilevare le inconcludenze c le ingiustizie del .progetto di legge, inspirato dal falso concettò di tutelare un. teatro, che è la negazione dell'arte, e che strozza il meraviglioso progresso di una industria che pure è fonte di -istruzione popolare e di educazione, è esplicazione di facoltà artistiche, e mezzo di vita di numerosissime famiglie, è sorgente di contribuzione allo Stato «'Se il progetto di legge non. avesse questo concetto informatore, non si spiegherebbe perchè non si sono volute ascoltare le ragioni degli industriali cinemntograflci.. i quali, fin dal primo momento, si dichiararono pronti a pagare la tassa, ma solo invocarono disposizioni più umane, che rendessero la tassa stessa' equamente distribuita in base a criteri di savia giustizia tributaria. E le proposte che furono fatto miravano appunto a contemperare gli interessi dell'industria con ,il bisogno dello Stato di nuovi fondi, e ad evitare" la stridente ingiustizia, che un piccolo cinematografo di una modesta città di provincia debba pagare quanto, se non più, un importante stabilimento di una grande città. ■ « A Torino la cinematografìa presenta mol tu parte deiyattivltà industriale cittadina;' è opportuno che sull'autorevole Stampa giunga l'eco di una questione per Torino tanto importante. » Fu scritto che i solvagli della Luieiana tagliassero gli alberi al pedale per coglierne i frutti; il disegno di leggo, elaborato produrrà lo stesso effetto. « Ossequi! c ringraziamenti. « Avv. Giuseppe Barattolo «. vcsPg

Persone citate: Bava, Giuseppe Barattolo, Rava

Luoghi citati: Torino